domenica 31 marzo 2013

Forma Vita Aliena Ripresa Dalla NASA Nei Pressi Della ISS


Questo video della NASA ripreso in streaming sulla ISS il 15 marzo 2013, sta letteralmente facendo il giro del web, perché pottrebbe essere la prima prova autentica di vita extraterrestre nello spazio.


La Stazione Spaziale Internazionale, non è nuova a riprese alquanto strambe e curiose, che vanno da puntini luminosi (probabilmente del pulviscolo o detriti spaziali) ondeggiare vicino agli strumenti esterni o luci intermittenti vagare in lontananza la cui natura resta ignota.

Questa volta, vista le genuinità del video, gli scienziati, dovranno trovare una scusante ben più solida per smentirne l'origine extraterrestre.

In realtà, questo alieno, potrebbe essere una forma di vita molto simile agli insetti terrestri, come noterete chiaramente anche dalle immagini, che peró si sarebbe adattata alla vita nello spazio.

Potrebbe essere un vero e proprio insetto magari anteposto all'interno dell'abitacolo, tra l'obiettivo e il vetro di protezione,
ma in ogni caso, la domanda è sempre la stessa: come potrebbe vivere a quelle temperature e soprattutto di cosa si tratta?

A meno che qualcuno possa smentirmi, non ho mai visto astronauti russi o americani sulla ISS schiacciare mosche o cimici durante la loro permanenza nello spazio.

Vista la fonte certa e non manomessa di questo video, potremmo dunque appena aver visto la prima creatura aliena vivente della storia spaziale dell'umanità, minuscola e insettivora, ma pur sempre aliena!!!

A cura di Arthur McPaul


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Le Lampade di Dendera


Le lampade di Dendera sono quello che si possono definire veri e propri OOPArt, e cioè uno o più oggetti storici, archeologici o paleontologici trovati in un contesto molto strano o totalmente estraneo rispetto al periodo storico degli oggetti stessi. Il termine fu coniato dal criptozoologo Ivan T. Sanderson e da allora è spesso usato da chi tenta di dare una spiegazione alle teorie storiche ufficiali.

Le lampade di Dendera, sono oggetti simili appunto a delle lampade, ma raffigurate in un bassorilievo nel tempio di Hator a Dendera (Egitto), risalente alla IV dinastia e cioè oltre 4500 anni fa. Nella raffigurazione sono rappresentati alcuni sacerdoti intenti ad officiare un rito attorno a degli oggetti che dall’archeologia ufficiale sono stati definiti fiori di loto con al centro un serpente che nasce per rappresentare un antico mito egizio legato al dio Osiride. Ma come possiamo vedere nella foto sotto questo disegno si presta a numerose interpretazioni.

Teorie alternative propongono tutt’altra interpretazione per il bassorilievo, che è diventato famoso appunto come il disegno delle “Lampade di Dendera”.

Ma cosa ha portato a pensare a questo?
I sostenitori della teoria alternativa credono che il gambo del fiore di loto potrebbe essere una sorta di cavo elettrico, quella specie di sostegno che dovrebbe essere una rappresentazione della colonna dorsale del dio Osiride sarebbe invece la prima raffigurazione di un isolatore elettrico, mentre quell’oggetto ondulato che si vede all’interno, sarebbe una sorta di filo di un metallo conduttore simile a quello che si trova oggi nelle moderne lampadine, con attorno un vetro. Qui di seguito il bassorilievo portato su carta che ci consente di osservare meglio i vari elementi.



Effettivamente se ci soffermiamo bene ad osservare il disegno nell’insieme, sembrano essere raffigurati due strumenti adibiti a qualche genere di funzione. Molte congetture sono state fatte sulla tecnologia degli antichi egizi, ma che avessero scoperto anche la corrente elettrica? Soffermiamoci sui particolari; Il supporto che come abbiamo detto sarebbe la rappresentazione della colonna dorsale del dio Osiride, somiglia molto agli isolatori elettrici che possiamo osservare tutti i giorni sopra le nostre teste nelle linee elettriche, e che servono ad isolare le colonne dai cavi dell’alta tensione, nella foto sotto vediamo il confronto e come potete ben notare sono molto simili.



Questo insieme al filo-serpente all’interno della presunta lampadina è forse il particolare che da più nell’occhio, ma se volessimo veramente credere all’ipostesi della lampada, nel disegno si possono trovare altri particolari riconducibili ad un vero e proprio impianto elettrico con segnali di pericolo e schemi annessi.



1 Sacerdote
2 vapori ionizzati
3 scarico elettrico (serpente)
4 Zoccolo della lampada (fiore di loto)
5 Cavo (gambo del fiore di loto)
6 Dio dell'aria
7 isolatore
8 Simbolo del pericolo [Thoth con i coltelli]
9 Simbolo della corrente
10 Simbolo della polarità inversa
11 Strumento per la conservazione dell'energia (batteria?)

Alcuni studiosi convinti da questa ipotesi, fanno notare inoltre che Il gambo di un fiore di loto non si sviluppa orizzontalmente lungo la terra come nel rilievo, ma nella maggior parte dei casi e delle rappresentazioni egizie il gambo del fiore di loto non è visibile affatto, poiché fiore acquatico e quindi sommerso. In più il fiore di loto non è mai stato rappresentato con quella specie di sfera di vetro, e che anche se il disegno rappresentasse il serpente che nasce dal loto non avrebbe avuto senso disegnare una cosa simile.
Un’altra cosa che ha fatto molto discutere è il fatto della presenza del dio Toth con i coltelli in mano, che gli egizi erano soliti usare come simbolo di un grande pericolo.

Un semplice fiore di loto che pericolo poteva mai generare?
Ma le coincidenze non sono finite qui; Poco tempo dopo la scoperta del tempio di Dendera (avvenuta nel 1857), lo scienziato inglese sir William Crookes costruì una lampada in grado di emettere raggi x chiamata “tubo di Crookes” nel quale possiamo vedere molte similitudini con la lampada di Dendera in questi schemi:



Un cavo che parte dall’estremità del tubo di Crookes arriva fino all’isolatore ad alto voltaggio; nell’antico Egitto il presunto isolatore veniva rappresentato con un simbolo chiamato ZED. Stesso oggetto che possiamo ritrovare all’interno della piramide di Giza, da sempre presunto catalizzatore di energia, e schematizzato in molte altre rappresentazioni sparse qua e la per tutto l’Egitto. Nella foto di seguito possiamo osservare lo ZED all'interno della piramide.


All'interno del tubo di Crookes la luce viene diffusa tramite una serpentina luminosa che ritroviamo, guarda caso, anche nel bassorilievo di Dendera. Sappiamo che gli antichi Egizi chiamavano il serpente nato dal loto con il nome “SEREF”, che significa “illuminare”, solo un caso?
Forse il mito del serpente nato dal fiore di loto può essere ricondotto in senso figurato alla luce che nasce da una lampadina.

Ma quindi gli egizi avevano veramente scoperto l’uso della corrente elettrica 4000 anni prima di Benjamin Franklin? Su questo sono stati fatti molti studi e scoperte; Si sa che il fenomeno dell’elettricità fu studiato anche dagli antichi greci e dai babilonesi, e che quindi questi antichi popoli erano per lo meno a conoscenza della possibilità di sfruttare questo elemento naturale. Se ci siano veramente riusciti resta ancora un mistero o una semplice ipotesi, ma come tutti sappiamo che il grande antico popolo egizio fu capace di creare cose sorprendenti.

Fonte :
http://www.misteridelmondo.com/articolo-30-lampade_di_dendera


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Presto saranno coltivate piante su Marte o sulla Luna


Presto sarà preparata una misione di sola andata per coltivare piante sulla Luna o su Marte. A sostenerlo è lo scienziato Wieger Wamelink, presso l'Alterra Wageningen UR

Soopravviveranno le piante, nel suolo marziano o tra la polvere di luna? Questa domanda è stata inizialmente posta dagli scienziati olandesi per stabilire una colonia su Marte. Poiché il piano non prevede un viaggio di ritorno, le necessità della base dovrebbero essere soddisfatte in loco. "Marte è ancora molto lontano", ha detto Wieger Wamelink, spiegando i suoi piani. "Ma la Luna è più vicina, quindi sarebbe più realistico fissare là la prima colonia. Inoltre sappiamo già la sua composizione minerale e la polvere presente sul suo suolo. Quindi l'obiettivo sarà quello di scoprire se la vegetazione possa crescere nel sottofondo della Luna e l'eventuale mancanza di elementi utili a tale scopo.
Questo non è mai stato fatto prima.
Stiamo gradualmente scoprendo di più su Marte, motivo per cui anche questo pianeta è stato incluso nella ricerca".

La ricerca di Wamelink sarà quella di confrontare i requisiti di alcune specie di piante con la composizione minerale del suolo lunare e marziano. Alterra possiede un database in grado di analizzare 25 precondizioni abiotiche per le specie e calcolare se una specie vegetale sopravviverà o meno.
Il database memorizzerà anche le informazioni riguardo ai metalli pesanti e ai minerali, anche se ancora, non vi sono condizioni fisse per questi elementi.

Utilizzando questi dati, sarà in grado di determinare quali specie di piante sarebbero teoricamente in grado di crescere su Marte e sulla Luna.
Wieger Wamelink ha detto: "Cercheremo di capire se alcune specie di piante selvatiche e di colture agricole possano germogliare nei vasi di artificiali forniti dalla NASA. La crescita di queste piante saranno confrontate con quelle della stessa specie presenti nel terreno comune della Terra.
I valori dei metalli pesanti e dei minerali presenti deriveranno dalle nostre scoperte. La nostra ricerca si basa sul presupposto che un'atmosfera per la colonia sarà disponibile in cupole o edifici. Si ipotizza anche la presenza di acqua, sia sulla Luna che su Marte o trasportata dalla Terra. Gli impianti produrrebbero ossigeno e anidride carbonica in riciclo, fino a creare una sorta di ecosistema".

Wamelink vuole anche esaminare la sicurezza alimentare delle produzioni agricole coltivate in condizioni create dall'uomo sul suolo lunare. Le prime colture di prova saranno piantate in serre sulla Terr a partire dal 2 aprile.

A cura di Arthur McPaul

Fonte :
http://www.sciencedaily.com/releases/2013/03/130328075708.htm

La Tisana Buddista

Ho perso kg in modo naturale con questa tisana e ora sto meglio con me stessa!

sabato 30 marzo 2013

Il Golpe dei Saggi


Per qualche giorno abbiamo assistito all'estenuante tentativo di Bersani di creare una maggioranza, pur sapendo che non era una cosa possibile.

Il PD e la sua coalizione, pur avendo i numeri alla Camera Dei Deputati, non avevano il numero sufficente al Senato.
Ció ha portato a colloqui spesso inutili e ridicoli con le forze politiche e le rappresentenze della società civile, tra cui il WWF e il patronato di quartiere.
Ma scherzi a parte, venerdi scorso, Bersani ha ridato a Napolitano il mandato.

Sul web e in tv l'opinione pubblica si è divisa e le accuse spesso sono cadute ingiustamente sul MoVimento Cinque Stelle che non ha acconsentito a nessun appoggio con il PD.

In conclusione si tratta di un vigoroso colpo di spalla compiuto per bloccare la formazione del governo Bersani, sia da parte del MoVimento Cinque Stelle, sia da parte del PDL di Berlusconi e Alfano. Ma in realtà nessuno potreba sputtanarsi a vicenda in un mega inciucio, e a quanto pare ci ha pensato Napolitano.

Il Presidente Napolitano, infatti, nonostante ostinatamente abbia compreso questa situazione sin dal principio, non ha acconsentito a dare un nuovo incarico al MoVimento 5 Stelle, che lo aveva richiesto a più riprese, in tutti i colloqui precedenti. Grillo non gli sta simpatico, non gli stanno simpatici coloro che vogliono mandare a casa i farabutti.

Non potendo sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, essendo nel "semestre bianco" (ovvero al termine del suo mandato che scade il 15 maggio) ha optato per una soluzione di comodo, che anche se molti vedono come uno scatto d'orgoglio ("Re Giorgio non molla"...), è in realtà un ultimo disperato tentativo di far detenere il controllo del Paese alla combriccola dei soliti noti.

"L'illustrissimo" Napolitano, avrebbe dovuto rassegnare le sue dimissioni (tanto manca appena un mese e mezzo al termine del suo mandato) e consentire una rapida nomina di un sostituto e di tornare al voto, per il bene del Paese.

Ostinatamente, Napolitano, ha invece optato per lasciare il potere al Governo Monti e ha nominato una combriccola di "10 saggi".
Chi sono costoro, è perchè ha compiuto questa enorme panzana?

Innanzi tutto vi è la commissione istituzionale, di cui solo
Valerio Onida, costituzionalista di orientamento PD sembra il più "normale".
Ecco il nome dunque di Luciano Violante, simbolo della partitocratica vecchia, vecchissima repubblica.
Mario Mauro, vicino a Monti e Roberto Formigoni, che si commentano da soli.
Gaetano Quagliariello, ex vicecapogruppo del Pdl al Senato, uomo delle leggi ad personam di Silvio Berlusconi sulla giustizia.

L’altra commissione, chiamata a studiare le emergenze economiche e sociali del Paese è davvero disarmante e dechirichiana.
Enrico Giovannini è presidente dell’Istat, un nome una garanzia di inaffidabilità della realtà, Giovanni Pitruzzella, presidente del’autorità garante della concorrenza e del mercato, istituto inutile il cui lavoro svolto fin ora è stato pari allo zero.

Moavero Milanesi e il senatore Filippo Bubbico, Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca D’Italia, sono tre fedelissimi di Monti, pro-lobby, pro-banche, pro-inciucio.

Tutto questo, come ostinato tentativo di bloccare il nuovo che avanza, di bloccare la "Democrazia Diretta", di fermare i cittadini del MoVimento Cinque Stelle e per carità, tutte le facce nuove proposte dai PD-PDL per tener testa a Grillo e la sua armata di gente umile e illibata, come mai si era vista in Parlamento.

Napolitano si lava le mani come Ponzio Pilato e manda Gesù Cristo (la Repubblica d'Italia) a morire in croce, lapidato dai troll sul web reclutati dai distretti di propaganda dei partiti, da uomini ignoranti di politica e qualunquisti, dai corrotti con il culo che gli scotta, dai bonaccioni manipolati da giornalisti ignoranti e auto-corrotti dai loro padroni, che sono gli stessi che perdurano tra Parlamento e Lobby di potere.

Siamo alle solite, Italia vecchia e stravecchia, che cerca senza più nessuna maschera di soffocare come è di consuetudine, il nuovo, il modernismo della democrazia diretta, la sincerità e l'onestà.

La maggior parte dei cittadini credono che siano stanchi di questa gente, di questi falliti, che pur non ammettendo di aver sbagliato e di averci portano alla miseria, ostinatamente rimpastano e rifondano il loro lerciume, sperando, che ancora una volta abbagli i poveri italiani.

Ma stavolta non accadrà più. Che Napolitano faccia il suo inciucio, che allunghi il brodo, che inneschi il lavaggio del cervello.
Gli italiani non sbagliano mai, soprattutto quando vengono messi alle strette, si incazzano e stavolta, le parole di quel comico genovese, chiamato Beppe Grillo, risuonano sempre più forti e daranno una maggioranza ancor più alta, alle prossime elezioni.

Quanto accaduto oggi, sa di golpe, di offuscamento della realtà. La Democrazia italiana è una macchina complicata atta a mantenere in vita il vecchiume istituzionale, ma questo non potrà durare in eterno, perchè a golpe risponderà altro golpe, seppur con armi democratiche, almeno fino a quando non si procederà a prelievo coatti come per Cipro.

Italia ordunque, svegliatevi! Questo è un angosciante, flebile urlo di riscossa, da parte di un cittadino qualsiasi, cui solo un anno fà veniva accusato di farneticare su Lobby, Massoni e Illuminati e che ha previsto passo passo gli eventi contemporanei, perché semplicemente sono atti programmati di dittatura da parte di una combriccola di pazzi illuminati dittatori (in Europa) e poltronisti di professione (in Parlamento).

A cura di Arthur McPaul

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Nuovo Ritratto Di Messier 77


Il telescopio spaziale Hubble ha catturato un'immagine straordinariamente vivida della galassia a spirale Messier 77, una delle galassie più conosciute e studiate del cielo, scoperta nel 1780. L'immagine ci mostra la formazione di nuove stelle lungo i bracci della spirale.

Messier 77 è una galassia nella costellazione della Balena, circa 45 milioni di anni luce di distanza da noi. Conosciuta anche come NGC 1068, è una delle galassie più famosi e ben studiate. Si tratta di una vera e propria star tra le galassie, cui sono stati dedicati più articoli scientifici che non a molte altre galassie messe assieme.

Nonostante la sua fama attuale e il suggestivo aspetto vorticoso, la galassia è stata vittima di scambio di identità un paio di volte. Prima quando è stata inizialmente scoperta nel 1780, quando la distinzione tra nubi di gas e galassie non era nota, cosa che portò Pierre Méchain a etichettarla come una nebulosa. E poi ancora quando è stata elencata nel catalogo Messier come un ammasso stellare.

Ora, però, si è saldamente classificata come una galassia a spirale barrata, con le braccia avvolte attorno a un rigonfiamento centrale relativamente piccolo. E’ l’esempio più vicino e più brillante di una particolare classe di galassie note come galassie di Seyfert , piene di caldo gas altamente ionizzato che brilla e che emette radiazioni intense.

Questo tipo di forte radiazione proviene dal cuore di Messier 77. E’ causata da un buco nero molto attivo di circa 15 milioni di volte la massa del nostro sole. Il materiale viene trascinato verso questo buco nero formando cerchi incandescenti attorno ad esso. Questa regione, anche se relativamente piccola, può essere decine di migliaia di volte più brillante di una tipica galassia.

Anche i bracci a spirale di Messier 77 sono regioni molto luminose. Disseminati lungo ciascun braccio ci sono “ciuffi” rossi – un segnale della formazione di nuove stelle. Queste piccole stelle brillano con forza, a causa dei gas ionizzati presenti nelle vicinanze che si illuminano di un colore rosso intenso. Le strisce di polvere che si estendono attraverso questa immagine appaiono di color ruggine, marrone-rosso a causa di un fenomeno noto come arrossamento, per cui la polvere assorbe la luce blu più di quella rossa.

A cura di Antonio Marro

Fonte
http://www.media.inaf.it/2013/03/28/nuovo-ritratto-di-una-vecchia-conoscenza/

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La mini super-nova


Un team internazionale guidato da ricercatori dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics ha identificato un nuovo tipo di mini-supernova, denominato Iax, la cui esplosione spesso non porta alla completa disintegrazione della stella nana bianca da cui prende origine.

Le esplosioni stellari che prendono il nome di supernove hanno due principali meccanismi all’origine: il collasso del nucleo di una stella massiccia da 10 a 100 volte la massa del nostro Sole, oppure, per le supernove di tipo Ia, la disintegrazione di una nana bianca dovuta all’interazione catastrofica con un’altra stella in un sistema binario. Un gruppo di ricerca internazionale ha ora descritto una nuova classe di supernove denominate di tipo Iax, più deboli e meno energetiche del tipo Ia. La caratteristica di questa nuova classe è che l’esplosione di supernova può non distruggere completamente la stella nana bianca d’origine.

“Una supernova di tipo Iax è sostanzialmente una mini-supernova”, dice Ryan Foley dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (USA), primo autore della ricerca che ha identificato 25 esemplari di questi “cuccioli gracili” di supernova. Siccome nessuno di loro è stato rintracciato in una galassia ellittica, generalmente costituite da stelle più anziane, i ricercatori hanno dedotto che presumibilmente le supernove di tipo Iax si producono in sistemi stellari giovani. Sulla base di una molteplicità di dati osservativi, il gruppo di ricerca è riuscito poi a concludere che le supernove di tipo Iax prendono origine in un sistema stellare binario contenente una nana bianca che risucchia elio da una stella compagna già spoglia dallo strato esterno di idrogeno.

Sulle cause che innescano l’esplosione in questo nuovo tipo di supernova ci sono ancora dubbi, ma quello che appare rilevante è che nella maggioranza dei casi esaminati la stella nana bianca sembra sia sopravvissuta alla terribile deflagrazione, al contrario di quanto accade normalmente nelle supernove di tipo Ia. Inoltre, le mini-supernove non sarebbero affatto delle eccezioni: il gruppo guidato da Foley ha calcolato che dovrebbero essere diffuse circa un terzo di quanto lo sono le supernove Ia, e se sono difficili da osservare è semplicemente per il fatto che la loro luminosità è solo un centesimo di quella delle sorelle maggiori.

A cura di Stefano Parisini

Foto in alto:
Illustrazione del presunto progenitore del nuovo tipo di supernova Iax: la stella calda composta prevalentemente di elio sulla destra cede materia alla nana bianca che lo ingloba in un disco di accrescimento. In molti casi la nana bianca sopravvive alla successiva deflagrazione. Crediti: Christine Pulliam (CfA)

Fonte
http://www.media.inaf.it/2013/03/26/scoperto-nuovo-tipo-supernova/

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Maxi Bussola Per Marte


Programmata per il lancio a fine 2013, la missione MAVEN della NASA sarà la prima dedicata alla comprensione dell’atmosfera superiore marziana. La sonda studierà quel che resta del campo magnetico marziano, il cui indebolimento si pensa abbia causato l'inaridimento del pianeta.

Quando si naviga con una bussola è possibile orientarsi grazie al campo magnetico globale della Terra. Ma su Marte, se si dovesse andare in giro con una bussola sarebbe puntare a casaccio da una anomalia ad un altro, in quanto il pianeta rosso non possiede una magnetosfera globale. L’obiettivo di MAVEN, una missione della NASA il cui lancio si prepara per la fine del 2013, è studiare la storia della perdita di gas atmosferici dal pianeta rosso attraverso il tempo, dovuta secondo i ricercatori proprio a questa mancanza di un forte scudo magnetico. Misurando l’attuale tasso di fuga dei gas verso lo spazio, gli scienziati saranno in grado di dedurre come l’atmosfera del pianeta si è evoluta.

La missione Mars Atmosphere and Volatile Evolution (MAVEN), di cui la NASA illustra i dettagli in questi giorni, inizierà il suo viaggio verso il Pianeta Rosso alla fine di quest’anno. La missione avrà a bordo tra l’altro un sensibile strumento per la misurazione del campo magnetico costruito e testato da un team della NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland.

Il magnetometro di MAVEN servirà ad indagare ciò che resta dello scudo magnetico del pianeta rosso. Svolgerà un ruolo chiave nello studio l’atmosfera del pianeta e le interazioni con il vento solare, contribuendo così a chiarire perché un pianeta che una volta si pensava avere abbondanza di acqua allo stato liquido è diventato un deserto ghiacciato

“Il magnetometro Maven è la chiave per svelare la natura delle interazioni tra il vento solare e il pianeta”, ha spiegato il principal investigator di MAVEN Bruce Jakosky dell’Università del Colorado a Boulder.

Il magnetometro misurerà il campo magnetico del pianeta attraverso una serie di bobine, ciascuna contenente un anello magnetico avvolto intorno ad un nucleo di metallo. I sensori sono portati sopra e sotto il livello di saturazione dai campi magnetici che vengono loro applicati. Se non c’è campo magnetico ambientale, i sensori rimarranno bilanciati. Se invece è presente, i sensori andranno in saturazione più rapidamente in una direzione rispetto all’altra e lo squilibrio che rivelerà la presenza di un campo ambientale.

“Un magnetometro è come una bussola elettronica”, ha detto Jack Connerney, missione co-ricercatore a Goddard. “Ma si misura la forza, oltre che la direzione del campo magnetico.”

L’importanza di studiare il campo magnetico del pianeta ha le sue radici nella teoria che Marte abbia perso il suo campo magnetico globale molti anni fa, lasciando così indifesa l’atmosfera, e consentendo al vento solare di spazzarla via e inaridire il pianeta.

A differenza del campo magnetico globale terrestre, che circonda l’intero pianeta, Marte ha solo macchie di campo magnetico sparse sulla crosta. Questo può creare sacche di atmosfera che sono protette contro il vento solare. Misurando le sezioni del campo magnetico del pianeta, il magnetometro potrebbe aiutare gli scienziati a creare un quadro più ampio dell’atmosfera generale del pianeta.

“Il magnetometro ci aiuterà a vedere dove l’atmosfera è protetta da una mini-magnetosfera e dove è aperta al vento solare”, ha detto Connerney. “Siamo in grado di studiare l’impatto del vento solare“.

La sonda entrerà in orbita e passerà vicino alla superficie del pianeta per poi allontanarsi e studiare il vento solare al di là dell’influenza del pianeta.

Il magnetometro è uno strumento molto sensibile, quindi i tecnici devono lavorare per assicurare che lo strumento accidentalmente non misuri il campo magnetico della sonda al posto di quello del pianeta.

“Dobbiamo fare i salti mortali per essere sicuri che i campi magnetici del veicolo spaziale siano ridotti al minimo”, ha detto Jakosky. “Stiamo lavorando duramente per costruire una navicella spaziale molto ‘ pulita magneticamente ‘ in grado di soddisfare le nostre esigenze per quanto riguarda il magnetometro.”

Il viaggio di MAVEN verso Marte durerà 10 mesi, e la sonda andrà in orbita attorno al pianeta nel mese di settembre 2014.


A cura di Antonio Marro

Fonte
http://www.media.inaf.it/2013/03/28/una-maxi-bussola-per-marte/

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mercoledì 27 marzo 2013

Il Mistero Dei Condruli


Un gruppo di ricercatori statunitensi propone una spiegazione per la formazione degli inserti vetrosi che si trovano nei meteoriti più comuni. Sarebbero stati i campi magnetici prodotti nel disco protoplanetario a riscaldare i gas anche fino a grandi distanze dal Sole.

Come si formano i condruli, sferette vetrose che si trovano incastonate nelle meteoriti e che sono considerate tra le prime rocce solide a essersi formati nel Sistema Solare? Per chi studia le origini del nostro sistema è un vero enigma. I condruli paiono essersi formati lontano dal Sole, troppo lontano perché la luce solare riscaldasse i materiali di cui sono formati: ci vogliono circa 1600 gradi Celsius per spiegare quel tipo di formazione, infatti. Inoltre, la loro struttura fa pensare che si siano raffreddati in circa un’ora o due dopo la formazione, un tempo relativamente lungo rispetto a quello che ci si aspetterebbe nello spazio: cioè che cristallizzassero quasi istantaneamente.

“Era un vero enigma, anche perché questo processo deve avere riguardato grandi quantità di materiale” ha spiegato Mordecai-Mark Mac Low, che dirige il settore di astrofisica dell’American Museum of Natural History a New York, e coautore di uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.

Infatti i condruli costituiscono circa il 70-80 per cento di meteoriti tra i più diffusi nel sistema solare, le condriti.

La risposta sta, secondo i ricercatori, nei campi magnetici che percorrevano il sistema solare primordiale. I condruli si sarebbero formati pochi milioni di anni dopo la nascita del disco protoplanetario in rotazione attorno al Sole. Questo disco conteneva un’enorme quantità di energia cinetica, con le parti più interne che ruotavano più velocemente di quelle più esterne. In questo disco si produceva un meccanismo, chiamato di instabilità magnetorotazionale, dovuta al fatto che un debole campo magnetico attraversava gas in rotazione a velocità diverse.

Bene, questa turbolenza avrebbe “piegato” i campi magnetici nel disco protoplanetario, creando correnti elettriche che a loro volta attraversavano i gas riscaldandoli. In particolare, responsabile della formazione dei condruli sarebbe una sorta di reazione a catena provocata da queste correnti elettriche: un piccolo iniziale riscaldamento sarebbe bastato ad eccitare gli atomi più facili da ionizzare (potassio e sodio per esempio), aumentando così la corrente elettrica “in circolo” e riscaldando ulteriormente – ed esponenzialmente – i gas.

Resta da spiegare il lento raffreddamento. L’idea dei ricercatori è che, mentre la polvere si scioglieva a causa del calore formano i condruli, le temperature più alte davano luogo a una cavità trasparente, circondata da materiali opachi che trattenevano il calore legato alla radiazione proveniente dai gas più caldi. Insomma un “guscio” che tratteneva il calore attorno al condrulo vetroso appena formato. “Ciò che vale la pena notare è che, con le giuste condizioni nel disco protoplanetario, in queste regioni si possono raggiungere temperature oltre i 2000 gradi kelvin, abbastanza per sciogliere le rocce”.

A cura di Redazione MEDIAINAF

Foto In Alto:
Simulazione del meccanismo proposto dallo studio Colin McNally/Niels Bohr International Academy)

Fonte
http://www.media.inaf.it/2013/03/27/il-mistero-dei-condruli/


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Bombardamento a Tappeto Nel Sistema Solare


Nel giovane Sistema solare non fu solo la Luna a sperimentare un periodo di intenso bombardamento di meteoriti ma anche l'asteroide Vesta. Questi i risultati di uno studio apparso online sul sito di Nature Geoscience e guidato da Simone Marchi, ricercatore italiano che lavora negli USA e a cui ha partecipato Maria Cristina De Sanctis, dell'INAF-IAPS.

Circa quattro miliardi di anni fa la Luna attraversò un periodo non certo facile, subendo un vero e proprio bombardamento di meteoriti che ne scolpì la superficie dandole l’aspetto che oggi osserviamo. Questa epoca, così catastrofica e non a caso ribattezzata ‘cataclisma lunare’, si protrasse per parecchie decine di milioni di anni. Ma a quanto pare, in quel turbolento periodo della storia del Sistema solare non fu solo il nostro satellite a fare le spese di questa pioggia di proiettili cosmici. Anche l’asteroide Vesta, distante quasi 200 milioni di chilometri e forse anche altri asteroidi di grandi dimensioni hanno subito un trattamento simile a quello della Luna.

È questo lo scenario che emerge da uno studio pubblicato nell’ultimo numero della rivista Nature Geoscience e guidato dal ricercatore italiano Simone Marchi, in forza al Southwest Research Institute (SwRI) di Boulder, Colorado, e al Lunar and Planetary Institute della NASA a Houston, Texas. Il lavoro ha messo in relazione per la prima volta alcune proprietà delle rocce lunari portate a Terra dalle missioni Apollo con quelle di alcuni particolari tipi di meteoriti caduti sul nostro pianeta, ovvero le Howarditi e le Eucriti, che si sarebbero staccate proprio da Vesta. I risultati di questo studio portano alla luce alcune inattese somiglianze tra i campioni lunari e le meteoriti, come la distribuzione delle abbondanze degli isotopi dell’Argon, che sarebbero legate a un bombardamento di meteoriti ad alta velocità avvenuto nelle prime fasi di formazione del Sistema solare.

“Con il nostro lavoro abbiamo evidenziato che le meteoriti provenienti dagli asteroidi -ed in modo particolare da Vesta- mostrano segni dello spopolamento della fascia principale di asteroidi, avvenuto circa 4 miliardi di anni fa” dice Marchi. “Gli asteroidi rimossi hanno impattato a velocità elevata quelli rimasti nella fascia principale e la Luna, lasciando tracce inequivocabili dovute alle alte temperature prodotte nelle collisioni”.

I ricercatori sono giunti a queste conclusioni con il supporto di simulazioni al computer che hanno dimostrato come alcune proprietà chimico-fisiche dei meteoriti provenienti da Vesta possano essere state determinate da impatti primordiali subiti dall’asteroide con altri corpi minori. Impatti avvenuti con velocità relative molto elevate, dell’ordine dei 36.000 chilometri l’ora. Questi scontri si sarebbero prodotti proprio nell’epoca del cataclisma lunare e sarebbero stati causati dal riadattamento delle orbite dei pianeti giganti come Giove e Saturno, migrati dalle posizioni che avevano all’alba del Sistema solare con quelle che oggi possiedono. Questo riassestamento provocò una destabilizzazione delle traiettorie di molti corpi della fascia di asteroidi, innescando così questo bombardamento che ha investito non solo i pianeti e le lune del Sistema solare interno, ma anche i corpi maggiori della stessa cintura degli asteroidi.

Determinanti in questo studio multidisciplinare sono stati i dati e le osservazioni raccolti dalla missione Dawn della NASA, dedicata allo studio degli asteroidi Vesta e Cerere, come spiega ai nostri microfoni Maria Cristina De Sanctis, dell’INAF IAPS, team leader dello spettrometro VIR a bordo della sonda, tra i coautori dell’articolo: “Le osservazioni e le misure effettuate dagli strumenti della sonda Dawn, tra cui VIR, sono state fondamentali per confermare che le meteoriti cadute sulla terra e classificate come Howarditi ed Eucriti si sono staccate da Vesta. È un po’ come se Dawn si sia trasformata in una missione che ci ha permesso di raccogliere dei campioni dell’asteroide stesso, non già riportandoceli dallo spazio, ma che noi abbiamo già a disposizione sulla Terra sotto forma di meteoriti e che possiamo datare e analizzare in dettaglio per capire la loro storia evolutiva”.

A cura di Marco Galliani

Foto In Alto:
Rappresentazione artistica

Fonte
http://www.media.inaf.it/2013/03/25/bombardardamento-a-tappeto/


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Prima Foto di Tattoine


Fotografato grazie al VLT quello che sembra un grosso pianeta in orbita attorno a un sistema binario. Ma gli esperti non sono sicuri che non si tratti di una nana bruna nata assieme alle due stelle, e rimasta in orbita attorno ad esse.

Un pianeta in orbita attorno a due soli non sarebbe di per sé una novità. Ma quella ripresa grazie al Very Large Telescope dell’ESO (VLT) potrebbe essere la prima immagine diretta di un sistema di questo tipo, simile a quello in cui si trova l’immaginario pianeta Tatooine di Guerre stellari . Potrebbe, perché i ricercatori non sono sicuri che quello avvistato sia un pianeta e non una “stella mancata”, ovvero una nana bruna.

Il corpo celeste per adesso chiamato 2MASSo103(AB)b. L’immagine che vedete è stata scattata lo scorso novembre da Philippe Delorme, dell’Università Josoph Fourier di Grnoble (Francia), e dai suoi colleghi con il Very Large Telescope (VLT) dell’ESO in Cile. Spulciando nel database del telescopio sono stati trovati dati che hanno permesso di tracciare l’orbita e il movimento del pianeta/stella attorno al sistema binario, ricostruendo la sua posizione nel 2002 (indicata dalla freccia verde).

Gli astronomi chiamano colloquialmente i pianeti di questo tipo Tatooine, proprio pensando a Guerre stellari. 2M0103 è stato trovato a una distanza di circa 12,5 miliardi di chilometri dalle sue stelle, abbastanza vicino da essere nato dallo stesso disco di polveri e gas da cui è nato il sistema binario. Il pianeta è circa 12 o 14 volte più grande del nostro Giove e questo lo pone al bivio tra essere classificato un pianeta ed essere considerato una nana bruna. Delorme dice, infatti, che è “uno dei più grandi pianeti mai scoperti o una delle più piccole stelle mai avvistate”.

Gli esperti stanno percorrendo le due ipotesi. Studiando in modo più approfondito la struttura chimica del pianeta/stella potrebbe confermare, forse, l’ipotesi del pianeta gassoso, oppure potrebbe rivelare che si tratta di un raro tipo di nana bruna, una sorta di terza sorella “povera” nata assieme alle stelle del sistema binario.

Per saperne di più:
Leggi il paper Direct imaging discovery of 12-14 Jupiter mass object orbiting a young binary system of very low-mass stars

A cura di Eleonora Ferroni

Foto In Alto:

Il sistema binario 2M0103, con la coppia centrale di stelle e un terzo oggetto mistero in orbita attorno a loro. Questa immagine a infrarossi è stata prodotta dal Very Large Telescope dell’ESO-Paranal in Cile (Crediti: ESO 2013)

Fonte
http://www.media.inaf.it/2013/03/26/prima-foto-di-tatooine-o-forse-no/

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martedì 26 marzo 2013

La Pagliacciata Di Bersani Continua


Continua senza sosta l'inutile balletto di Bersani (PD) tra WWF, Chiesa e patronato per cercare l'appoggio di qualcunque cosa respiri per il suo Governo fantoccio, dimenticandosi piuttosto di valutare l'ipotesi più credibile, ridare il mandato a Napolitano.

Ha peró incontrato Alfano (PDL>, ricevendo un No "della (il)Liberbà", dopo avergli promesso "aria fritta". Il PDL di Berlusconi non offre fiducia senza poltrone. Sarà infatti una durissima lotta tra poltronieri per cercare di dividersi la torta in parti ineguali.

Bersani, oltre ad aver dimostrato anche ai sassi la sua miserrima personalità di fallito, sta offendendo persino i leader ombra del suo stesso partito (vedi D'alema) indignati dalla possibilità di stringere un'alleanza-inciucio proprio con il loro nemico storico Silvio Berlusconi.

E Crozza paragona Bersani a Carlo Verdone nel film "Un sacco bello" che chiama tutti i suoi amici in rubrica non volendo andare da solo Polonia. Ma tutti riattaccano...

C'è davvero da ridere. Un bel guaio.
Se avvenisse, l'inciucio con Berlusconi, una buona metà degli elettori, finalmente si pentirebbero di aver votato PD, altro che "Passo avanti!" Come ha definito alla stampa lo stesso Bersani.

Di figuraccia in figuraccia, oggi è stata anche la giornata di Monti, il mio omonimo Ministro della Difesa Di Paola che non si dimette gli da ogni colpa e il Ministro degli Interni Terzi che si dimette perché voleva che non tornassero, ma che tutti hanno lasciato andare i nostri maró nelle braccia "della morte" della giustizia indiana, dopo un tira e molla che sà di vergognoso.

Napolitano è indignato perché non sapeva nulla, Monti è amareggiaro perché non era stato informato, Di Paola non si era capito col collega Terzi che non voleva, ma che a sua volta ha agito in buona fede per il rispetto delle leggi, ma "non volevo che tornassero in India".
Un pandemonio.

Bhé, ha ragione il nostro Grillo quando parla di Morfeo Napolitano, Rigor Montis e ancor di più Battiato quando invece dice che il Parlamento è pieno di "troie ed è meglio che aprissero un bordello". Anzi, è troppo buono, riferendosi ai vendiculo che lo popolano.

Questa è la nostra Italia, ma non abbiamo ancora detto tutto.
.
In Piazza del Popolo, sabato scorso, centinaia di figuranti hanno tifato per Silvio, pagari 10 euro, con propaganda in stile Repubblicani made in USA e che puzza di fascismo della peggiore specie.
Il PD recluta "troll" per fare contro informazione di partito e attaccare il MoVimento Cinque Stelle.
C'è di tutto, uno scempio da film alla Lino Banfi e Alvaro Vitale.

Non contento il caro Presidente in carica del Consiglio Mario "Mortimer" Monti sta cercando in fretta e furia di varare una legge che regalerebbe alle Banche una quota relativa allo 0.5 per cento in percentuale del Pil, come ha denunciato in una relazione odierna, il capogruppo alla camera del MoVimento 5 Stelle Roberta Lombardi, con diversi punti nascosti, nei quali ci sarebbero attribuzioni di compiti a collaboratori dei parlamentari dei partiti dei quali non è dato modo di conoscere la ”provenienza” e l’identità.

Qui non ci sono gli Illuminati, c'è un gruppo di pagliacci che hanno paura di far scoprire quanto sono ebeti e inadatti a givernare.

Una vergogna indecente questo Paese.
E' davvero importante mandarli tutti a casa!

A cura di Arthur McPaul


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lunedì 25 marzo 2013

Ecco Come Berlusconi Riempie Piazza Del Popolo


Il look di Eleonora, sessant'anni o giù di lì, è quello delle trasmissioni del pomeriggio: golfini maculati, stivali sfrangiati da squaw, capelli cotonati biondo platino. È il look di una figurante, ovvero delle persone che riempiono gli studi di programmi Rai e Mediaset.

E che ieri si è trovata a piazza del Popolo in uno spettacolo a suo modo speciale. Starring: Silvio Berlusconi.

Ce ne sono tanti come lei all'una davanti al teatro Brancaccio di Roma. Gente del mestiere, che si saluta con affabilità e risponde prontamente agli ordini di Armando, il capo claque. Probabilmente contattato nei giorni in cui non era chiaro che in tanti avrebbero risposto all'appello del Cavaliere. Armando, in total black e cravatta rossa lucida, invece, lavora per "Abavideo provini tv", società che fa casting per film e pubblicità, e sceglie anche il pubblico per trasmissioni tv. Venire arruolati come fan a pagamento di Berlusconi non è difficile. Certo, non si diventa ricchi: 10 euro la paga per restare un paio d'ore davanti al palco. "Una miseria", si lascia scappare uno dei figuranti, "ma ho una pensione da schifo e devo arrotondare". Armando ha una lista con le presenze dentro una cartellina col logo del programma "Così è la vita". Ma basta dire "un'amica mi ha detto di venire al posto suo perché sta male", che subito lui ti accoglie a braccia aperte. Prende nome e cognome e via, "Sei dei nostri". Il lavoro da fare è semplice. "Hai mai partecipato a un programma? - chiede il capo claque - No? Vabbé, non ti preoccupare, oggi stai un po' lì in piazza in mezzo alla gente e poi te ne vai. Ma se hai voglia in futuro di partecipare a dei provini, cerca il sito e iscriviti". Lui, il "reclutatore", da Silvio non viene: "Non ci penso nemmeno". E quando il pullman arriva, saluta il "gruppo vacanze Piemonte" con un elegantissimo "Mi raccomando, non pomiciate!".

Sul bus l'atmosfera è quella delle gite di scuola ai tempi delle medie, anche se la comitiva è un po' agée. Una signora con i capelli rossi si mette il rossetto. "Attenzione che Berlusconi è sensibile alle donne", le fa il passeggero seduto al suo fianco. Risposta: "Vorrà dire che lo bacerò in bocca, chiaramente, dietro lauto compenso". Ilarità generale, commenti salaci. "Attenta però che quello c'ha la dentiera", grida uno dagli ultimi posti. Del resto, si sa, in fondo al pullman si siedono sempre quelli più indisciplinati. Nessuno però canta, come accade in ogni gita che si rispetti. E quando arriva la proposta "Ora tutti insieme intoniamo "E Silvio c'è"", si ride di nuovo.

Mancano dieci minuti alle tre. Il pullman, che si è unito ad altri tre bus al Circo Massimo con 150 persone a bordo raccolte a Testaccio, Tiburtina e piazza Bologna, scarica l'allegra brigata a un chilometro da piazzale Flaminio. "Ma che sono matti? C'è un sacco di strada da fare", grida una donna con le caviglie già gonfie. Qualcuno si mette ad aspettare l'autobus. "A furbi, non tornate a casa". Gli altri, accompagnati da un tutor in tuta azzurra della nazionale di calcio, conduce tutti a piazza del Popolo. Berlusconi ancora non c'è. La piazza è già gremita. E sulle note di "Azzurro" di Celentano stavolta anche le comparse cominciano a cantare.

Tratto da Repubblica.it

"Non commento"

A cura di Arthur McPaul

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domenica 24 marzo 2013

Vortici Caotici Sui Poli di Venere


Uno studio dettagliato del Vortice Polare Sud di Venere ci mostra un ciclone molto più caotico e imprevedibile di quanto si pensasse. L'analisi rivela che il centro di rotazione del vortice si aggira attorno al polo, in modo diverso a diversi livelli di altitudine tra le nuvole di Venere. Nella sua passeggiata intorno al Polo, in strati separati da 20 km, il vortice ha imprevedibili cambiamenti nella sua morfologia.

Lo studio, intitolato "La caotica vita del vortice al polo sud di Venere" ha utilizzato le immagini a infrarossi dallo strumento VIRTIS a bordo della sonda dell'Agenzia Spaziale Europea Venus Express. VIRTIS fornisce immagini spettrali nei diversi livelli dell'atmosfera e permette l'osservazione delle nubi inferiori e superiori di Venere.

I Vortici atmosferici sono comuni nelle atmosfere dei pianeti del Sistema Solare, anche se hanno comportamenti diversi. Venere è un pianeta simile alla Terra per dimensioni, ma molto differente in altri aspetti. Esso ruota lentamente attorno al proprio asse, con un giorno equivalente a 243 giorni terrestri e gira in direzione opposta alla Terra. La sua densa atmosfera di anidride carbonica, con pressioni di superficie di 90 volte quella della Terra, provoca un effetto serra galoppante che aumenta le temperature di superficie fino a 450 ºC. Tra i 45 e i 70 km sopra la superficie c'è uno strato denso di nuvole di acido solforico che copre completamente il pianeta e si muove a una velocità di 360 chilometri all'ora in un fenomeno denominato "super rotation", dove l'atmosfera ruota più velocemente rispetto alla superficie del pianeta.
L'origine di questo effetto è ancora sconosciuto.

Nei poli di Venere, la circolazione atmosferica forma vortici intensi e permanenti che cambiano forma e dimensione su una base quotidiana. Nella nuova analisi pubblicata, i ricercatori riferiscono che i venti del vortice, che sono stati monitorati attraverso lo studio di immagini ottenute dall'orbiter Venus Express, cambiano direzione caoticamente di giorno in giorno.
Questa natura imprevedibile dei vortici polari di Venere li rendono diversi dai vortici polari trovati su altri pianeti, come la Terra e Saturno, che sono molto più stabili e prevedibili.
Il grande ciclone si estende verticalmente nell'atmosfera di Venere di oltre 20 chilometri, attraverso una regione altamente turbolenta, le nuvole permanenti.

Tuttavia, i centri di rotazione sono su due livelli di altitudine differenti (42 e 62 km sopra la superficie) e non sono allineati, vagando attorno al polo sud del pianeta senza alcun modello stabilito a velocità fino a 55 chilometri all'ora.

Lo studio rileva inoltre che anche quando la media dei venti trasversali sono approssimativamente alla stessa ai due altitudini, c'è ancora un forte gradiente verticale, con venti crescenti di ben tre chilometri all'ora per ogni chilometro di altezza e con possibili instabilità atmosferici.
I vortici sono alimentati dalla super rotation atmosferica e sono intrappolati nelle regioni polari da un ampio e poco profondo collare di aria fredda a latitudini subpolari.

L'occhio al centro del vortice è su una superficie media di 2200 km per 1400 km. Nonostante anni di osservazioni, non è possibile spiegare perché il vortice è variabile sufficientemente ad alterare la sua forma in un solo giorno, o rimanere stabile per settimane.

Così, assieme all'origine della super rotation atmosferica, l'identificazione di una misteriosa fonte di assorbimento nell'ultravioletto fra le nuvole, i vortici polari di Venere sono uno dei grandi misteri del nostro pianeta gemello.

Questo studio contribuirà ad una spiegazione più precisa del vortice e il suo rapporto con la superrotation atmosferica.

Traduzione A cura di Arthur McPaul

Foto in alto:
Il Vortice Polare Sud di Venere cambia la sua forma giorno per giorno. I pannelli superiore della figura mostrano le nuvole superiori a 63 km dalla superficie ed i pannelli inferiori presentano il vortice come osservato nelle nuvole inferiori al livello di altitudine di 42 km. (Credit:. ESA / VIRTIS / INAF-IASF / Obs de Paris-LESIA/Universidad del País Vasco (I. Garate-Lopez))

Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2013/03/130324152140.htm

La Tisana Buddista

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sabato 23 marzo 2013

L'altro Lato Di Mercurio


La sonda spaziale della Nasa, lanciata nel 2011 e in orbita fino al 2015, ha fotografato crateri vulcanici su Mercurio, circondati da una superficie liscia e levigata molto diversa da quella butterata e "ruvida" che lo ricopre per la maggior parte. La causa è il raffreddamento di estese colate di lava fuoriuscite dalle crepe della superficie.

Sono due anni che la sonda Messenger scruta ogni angolo di Mercurio, il pianeta più recondito dell’Universo, e ha già inviato ai ricercatori circa 150mila immagini della superficie, che appare per lo più pieno di crateri e “ruvido”. Ma non tutte le zone del pianeta sono così: dietro a quel lato così aspro il pianeta ne nasconde un altro ”morbido” e liscio.

Le ultime immagini di Messenger, infatti, mostrano pareti e pianure lisce attorno a una depressione irregolare di Mercurio. Segno che quella formazione geologica non è un cratere da impatto, come quelli lunari e come molti dei crateri osservati sullo stesso Mercurio, ma il bordo di un camino vulcanico, che si trova a nord-est del bacino Rachmaninoff ed è largo circa 36 chilometri.


Il “cratere” è circondato da una distesa di materiale altamente riflettente, espulso durante un’eruzione vulcanica. Altri condotti vulcanici sono stati trovati su Mercurio, come quello a forma di cuore nel bacino Caloris. Il materiale in superficie e la forma frastagliata del cratere sono la prova tangibile di un’eruzione e del passaggio della lava.

La formazione di questi crateri vulcanici sembra risalire a circa 4 miliardi di anni fa, quando il pianeta era particolamente attivo da un punto di vista geologico e vulcanico.

A cura di Eleonora Ferroni

Foto in alto:

Criditi: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Fonte:
http://www.media.inaf.it/2013/03/22/laltro-lato-di-mercurio/
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La Grande Truffa Del Debito Sovrano


Ci dicono che lo Stato è indebitato, che c'è la crisi, che devono essere tagliati i servizi e che bisogna risparmiare. In questo video viene spiegato in modo chiaro e semplice che cos'é il debito sovrano, perché è nato e qual é il suo reale scopo.

La crisi che sta attanagliando l'Europa a partire dal 2009-2010 è comunemente definita "crisi del debito sovrano" e riguarda il debito che gli Stati hanno assunto verso le Banche centrali emissarie di moneta.

In generale, la nostra logica ci porta a pensare che lo Stato sia proprietario della carta moneta che emette.
Non è così, infatti lo Stato compra la moneta in circolazione da un altro ente, che nel caso dell'Italia e di tutti i paesi europei, si chiama BCE (Banca Centrale Europea).

Di fatto, i singoli stati possono battere cartamoneta solo dopo averla acquistata dalla BCE, cui dovranno pagare dei tassi di interesse elevati per il servizio offerto. Più l'economia di un Paese va male, meno moneta circolerà e più alto sarà il fabbisogno di cartamoneta per pagare i dipendenti pubblici e i servizi.

Lo Stato per restituire l'importo di moneta stampato e i relativi interessi e per mantenere le funzioni dell'apparato pubblico, emette titoli di credito.
Questo comporterà un ulteriore indebitamento con i finanziatori privati, in quanto anche i titoli di credito statali portano al pagamento di interessi.

Questo fenomeno, non fa altro che impoverire costantemente lo Stato portandolo in tempi brevissimi a quel fenomeno critico chiamato "default".

Perché questo fenomeno è stato accelerato con la venuta dell'Euro?
Prima della moneta comune, la situazione era diversa, perchè i singoli stati potevano autonomamente stampare cartamoneta, che comportava peró un aumento continuo di inflazione.

Anche se questa situazione era negativa per l'andamento dell'economia, perché comportava un forte svalutamento monetario facendo perdere potere d'acquisto, favoriva enormemente le esportazioni. In generale, in paesi come l'Italia, la Spagna, il Portogallo e altre economie più deboli, il tenore di vita della popolazione era mediamente migliore rispetto all'attuale situazione, così come il livello di povertà relativo, era meglio sostenibile.

Uno stato indebitato per restituire gli interessi, è costretto ad attuare manovre restrittive per rastrellare liquidità. La popolazione tartassata è a sua volta costretta a lavorare di più e ad accettare un lavoro precario e mal pagato, quello che vogliono i responsabili della Troika europea che ha creato il sistema di indebitamento.

Una popolazione a basso costo, costretta a lavorare per poche centinaia di euro al mese, puó dunque fare concorrenza alle economie del sud est asiatico che lavorano sfruttando centinaia di milioni di persone.
Purtroppo per noi, cittadini europei, questa situazione è insostenibile a causa degli alti costi della nostra economia.
I cittadini, non solo non possono più permettersi nessun agio, ma ormai, caduti nell'abisso della disoccupazione e stentano persino alla sussistenza minima.

Nel video, vengono riassunti tutti questi concetti, sperando che la grande truffa del debito sovrano sia compresa e possa spingere tutti noi al cambiamento con l'unico mezzo attualmente pacifico: la democrazia diretta.

A cura di Arthur McPaul


Fonte:
http://www.media.inaf.it/2013/03/22/laltro-lato-di-mercurio
E' arrivata l'ora di realizzare i tuoi sogni!!!
Offerte, offerte, offerte per te, per realizzare il viaggio dei tuoi sogni o semplicemente la gita fuori porta più romantica che ci sia!.

Casaleggio E Grillo: Progetto GAIA


Video contro il New World Order della Globalizzazione sfrenata e contro la politica corrotta delle Lobby.

Il breve filmato, è soprattutto una visione profetica sul futuro prossimo della Terra, in cui uno stato tecnocratico, basato sulla democrazia diretta dei cittadini, prende forma grazie ad internet.

Realizzato da Casaleggio e Beppe Grillo, pur essendo opera di pura fantasia, rappresenta l'incubo di una terza guerra mondiale, in cui i due blocchi si scontrano, ma anche il sogno, di superare gli ostacoli della politica, della religione, dei partiti, per approdare ad una democrazia diretta in cui grazie al web, ogni singolo cittadino, puó contare uno e far valere la sua idea.

E' la prefazione intellettuale di quello che poi sarà in concreto il MoVimento Cinque Stelle, una rivoluzione silente che rumoreggiando nel web, fuoriesce, grazie alla protesta di milioni di cittadini stanchi e delusi, approdando in Parlamento e nella stanza dei bottoni, per manometterne i perversi circuiti e attuare la democrazia diretta.

GAIA è il sogno futuribile di un'umanità che vive di altissima tecnologia nel pieno rispetto della natura, in cui il web è il mezzo gratuito e universale per rendere l'uomo colto e preparato alle nuove sfide, senza sottostare mai più al potere dei regimi politicizzati e alle religioni.

Da vedere senza pregiudizi, anche per la grande potenza espressiva che esso ha.

A cura di Arthur McPaul

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venerdì 22 marzo 2013

Una Banda Di Quasar In Azione


Uno studio basato su immagini del telescopio spaziale Hubble rivela come i quasar, che sono tra gli oggetti più luminosi dell'Universo, abbiano rallentato la formazione delle galassie nell'Universo primordiale. Strappando gli elettroni dagli atomi di elio e riscaldando il gas al punto da impedirgli di formare nuove stelle.

Una forma di groviera. Così descrive l’Universo primordiale Michael Shull dell’Università del Colorado a Boulder, autore di uno studio appena pubblicato su Astrophysical Journal. In cui, assieme ai suoi colleghi, parte dall’analisi di un quasar osservato grazie al telescopio spaziale Hubble per spiegare come questi oggetti, nelle prime fasi di vita dell’Universo, agissero insieme per “svuotare” intere zone del mezzo intergalattico producendo appunto una struttura a buchi, di cui ancora si osservano le tracce.

Protagonista dello studio è il quasar HS1700+6416, uno dei più brillanti dell’Universo. I quasar sono nuclei di galassie attive e sono tra gli oggetti più luminosi dell’Universo. Vengono usati dagli astrofisici come “fari” per illuminare le zone più antiche e remote dell’Universo, e in questo caso ha permesso agli astronomi di studiare il materiale gassoso posto fra noi e il quasar, grazie a uno spettrografo montato sul telescopio Hubble. E hanno usati i dati per fare ipotesi sul modo in cui quasar di quel tipo influenzano l’ambiente cosmico che li circonda.

In un periodo della storia dell’Universo chiamato “era della reionizzazione dell’elio”, avvenuto circa 11 miliardi di anni fa, si pensa che lampi di radiazione ionizzante provenienti dai buchi neri al centro dei quasar abbiano strappato via gli elettroni dagli atomi di elio. Nel caso di HS1700+6416, “crediamo che questo oggetto assieme ad altri quasar collaterali, posti fuori dalla vista del telescopio, abbiano reionizzato il gas provenienti da diverse direzioni, cosa che ha impedito al gas di collassare per effetto della gravità e formare nuove generazioni di stelle” siega Shull. Da qui l’effetto “groviera”, con i quasar che ripuliscono intere zone dal gas di elio neutrale creando così dei “buchi” in cui passa la radiazione utlravioletta raccolta dal telescopio spaziale Hubble. Questo processo, per altro, avrebbe rallentato la formazione delle galassie. Infatti la radzazione proveniente dai grandi quasar avrebbe riscaldato il gas ben oltre i 20.000 gradi Celsius, una temperatura a cui diventa più difficile per le protogalassie tenere insieme il gas di cui erano formate. “In un certo senso, era una specie di riscaldamento globale intergalattico” dice Shull.

Lo studio suggerisce peraltro che la reionizzazione dell’elio sia avvenuta più tardi di quanto si credeva. “Inizialmente credevamo che fosse avvenuta 12 miliardi di anni fa, ma gli ultimi dati dicono che è più probabilmente successo tra 10 e 11 miliardi di anni fa, cosa che ci ha sopreso” continua Shull.

A Cura Di Nicola Nosengo

Fonte:
http://www.media.inaf.it/2013/03/22/una-banda-di-quasar-in-azione/

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Fiducia A Bersani: l'Italia sul baratro dell'inciucio


Fiducia a Bersani. L'Italia nella tempesta in attesa della quiete.

A breve, il leader del PD, Pier Luigi Bersani si recherà dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La sua missione sarà ottenere la fiducia del Parlamento, che non possiede tuttavia i numeri sufficenti al Senato.

Questa situazione di altissima ingovernabilità pone come ultima soluzione per il PD, ottenere la fiducia da altre forze politiche.
Il PDL di Berlusconi, che ieri ha aperto a questa possibilità, potrebbe dare i voti mancanti a Bersani per ottenere in cambio delle poltrone.
Berlusconi in particolare, implicato come altri senatori e deputati del PD-PDL in guai giudiziari, hanno necessità dell'immunità parlamentare e c'è la palese necessità di fare l'inciucio, mettendo vergognosamente da parte tutte le offese reciproche fattesi in campagna elettorale.

Dalle notizie pervenute dai mass-media, appaiono fortemente contrari gli uomini della Lega Nord, che peró come spesso hanno fatto in passato, parlano tanto ma poi fanno l'esatto contrario di quanto detto.

Dura e serrata opposizione la faranno i cittadini del MoVimento Cinque Stelle, primo partito d'Italia, che fino ad ora non ha raccolto che briciole in Parlamento, a causa della strapotenza del PD, che ha ricoperto tutte le cariche istituzionali, sfruttando la vergognosa legge elettorale a suo favore.

A scendere a compromesi nell'inciucio saranno anche i montiani, che probabilmente otterranno in cambio almeno un importante ministero. Come noto, in campagna elettorale, ci fu un incontro riservato Bersani-Monti. Il quale propose probabilmente di dare appoggio al suo giverno in cambio del ministero dell'economia.

Questa sotuazione, di grande incertezza e stallo, porterà inevitabilmente ad un brevissimo governo, dalla quale uscirà un solo vincitore, Beppe Grillo.

Le inconcludenti settimane che seguiranno a questo periodo, dall'elezione del nuovo Capo dello Stato a maggio, alla non promulgazione di alcuna legge migliorativa per la situazione economica e sociale per il Paese, porteranno forse già a giugno a dare al MoVimento Cinque Stelle un consenso superiore al 40%, che secondo le stime attuali già ha abbondantemente superano il 33,5%.

Il dado è tratto, ma nel frattempo che questi poltronisti si levano dal posto fisso, ci sarà per noi cittadini fare la fame.

A Cura Di Arthur McPaul

giovedì 21 marzo 2013

Beppe Grillo al Quirinale


Questa mattina il leader del MoVimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, si è recato al Quirinale con i capigruppo alla Camera e al Senato, Roberta Lombardi e Vito Crimi, per l'atteso incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in merito alle consultazioni pre elezione del Presidente del Consiglio.

I rappresentati del MoVimento hanno ribadito di rappresentare una grossa porzione di elettori (il 25,5%) e quindi hanno chiesto ufficialmente un incarico di governo "per realizzare il suo programma, in particolare per realizzare le misure per il rilancio delle piccole e medie imprese, il reddito di cittadinanza e i tagli agli sprechi della politica".

Essi hanno ricordato che fino ad ora la coalizione del PD ha preso tutti i posti parlamentari di gestione senza tener conto del MoVimento, come "oggetto di contrattazione e mercanteggiamento tra i partiti e non espressione del riconoscimento del consenso elettorale del M5S.

l M5S ha chiesto ufficialmente "un mandato pieno dal presidente della Repubblica per potersi presentare in Parlamento, esporre il suo programma di Governo, per chiedere il voto di fiducia".

Il candidato premier non é stato enunciato e verrebbe divulgato solo dopo la nomina.
Purtroppo, nonostante sia uno scenario interessante, non crediamo nel modo più assoluto che Napolitano possa dare la fiducia a Grillo o a un eletto del MoVimento, corcolano invece voci che possa dar vita ad un Governo di coalizione a Bersani o a Grasso, Presidente del Senato.

Se questa richiesta non venisse accolta quindi, il MoVimento 5 Stelle, ha chiesto almeno la presidenza delle Commissioni del Copasir e della Vigilanza RAI e non accorderà alcuna fiducia ai governi politici o tecnici, votando invece ogni proposta di legge se parte del programma.

Purtroppo, visto l'andazzo, la paura di perdere la poltrona e di scoperchiare i materassi, c'è da temere che il MoVimento venga completamente tagliato fuori da tutto, sperando che si sciolga lentamente.

I calcoli della casta non credo che siano esatti, in quanto un atteggiamento del genere, certi della catastrofe che un nuovo governo di poltrona porterà, sorbirà l'effetto di far ingrossare il MoVimento per consentirli alle prossime votazioni di ottenere il pieno consenso.

Per il monento buon inciucio al PD-PDL, renderete conto alla gente incazzata tra qualche settimana.

A Cura Di Arthur McPaul

mercoledì 20 marzo 2013

Così Esplose la supernovae Keplero


Secondo il team che ha condotto un recente studio basandosi su dati del telescopio spaziale Chandra della NASA, la supernova del 1604 osservata da Keplero sarebbe esplosa in un sistema binario composto da una gigante rossa e una nana bianca. Eccezione o regola nelle esplosioni classificate come tipo Ia? La risposta definitiva non c'è ancora.

Sono passati più di quattro secoli da quando nel 1604 Keplero identificò un nuovo astro nel cielo, apparso all’improvviso e brillante più di tutte le altre stelle, scomparso poi alla vista dopo alcuni mesi. Quell’evento, inspiegabile all’epoca, era associato all’esplosione di una supernova, l’ultima che sia avvenuta nella nostra Galassia.

Un fenomeno che, grazie ai più avanzati strumenti a disposizione degli astrofisici, ha ancora oggi molto da rivelare. Gli ultimi studi condotti su quel che rimane di questa gigantesca esplosione, ovvero una nube di gas e polveri in espansione, condotti con le osservazioni nei raggi X del telescopio spaziale Chandra della NASA hanno INFATTI permesso di ricostruire come si sia prodotta la supernova di Keplero.

Secondo Mark Burkley, della North Carolina State University, che ha guidato il team coinvolto nello studio, l’esplosione è stata innescata in un sistema stellare binario in cui un astro era una nana bianca e l’altro una gigante rossa, dando vita a quella che viene chiamata una Supernova di tipo Ia. Viene così confermato uno dei due possibili scenari oggi più accreditati per l’innesco di questi fenomeni, scartando invece la possibilità che l’esplosione sia avvenuta in seguito alla fusione di due nane bianche. “Non possiamo certo dire che sia così per tutte le supernovae di tipo Ia, ma la nostra analisi per quella di Keplero ci fa ritenere che sia stata innescata da una nana bianca che ha strappato materia da una compagna” dice Burkley. “Capire come avvengano queste esplosioni è fondamentale per migliorare i processi per la misura delle distanze cosmiche in cui vengono utilizzati questi oggetti celesti”.

I ricercatori sono giunti a queste conclusioni analizzando le immagini nei raggi X di Chandra in cui si evidenzia una struttura discoidale in prossimità del centro del resto della supernova, interpretata come il risultato della collisione tra il materiale espulso dalla supernova e quello presente attorno alla gigante rossa prima dell’esplosione, anche se non viene esclusa la possibilità che quello osservato possa essere semplicemente il pulviscolo associato all’esplosione. A rafforzare però la convinzione che questo disco sia legato alla compagna della stella esplosa ci sono due ulteriori indizi: il primo è dato dalla presenza in esso di tracce significative di magnesio, elemento chimico che non viene prodotto in maniera così massiccia in un evento di tipo Ia. Il secondo è che una struttura molto simile per estensione e posizione e riconducibile a brandelli di stella espulsi da venti stellari piuttosto che veri e propri resti di supernova sia stata osservata da un altro telescopio spaziale, Spitzer, ma questa volta nell’infrarosso.

Foto In alto:
Il resto della supernova di Keplero apparsa nel 1604 e ripresa oggi dal telescopio spaziale chandra della NASA nei raggi X. L'area tratteggiata è la struttura a disco che sarebbe dovuta all'impatto del materiale esplulso dalla supernova con il disco di gas e polveri attorno alla gigante rossa prima dell'esplosione. Crediti: NASA/CXC/NCSU/M.Burkey et al

A Cura Di Antonio Marro

Fonte:
http://www.media.inaf.it/2013/03/18/mondi-a-confronto/

Un giovanissimo resto di supernova


Durante una survey a raggi X delle regioni centrali della nostra galassia, il satellite Swift della NASA ha scoperto i resti precedentemente sconosciuti di una stella in frantumi, esplosa circa 2500 anni fa. Si tratta di uno dei più giovani noti resti di supernova scoperti nella Via Lattea.

Per essere un resto di supernova, è praticamente un ragazzino. Appena 2500 anni. Si tratta di G306.3-0.9, l’oggetto appena individuato grazie al satellite della NASA Swift, che diventa uno dei più giovani “relitti” causati dall’esplosione di una supernova identificati nella nostra galassia.

Gli astronomi stimano che l’esplosione di una supernova si verifichi una o due volte in un secolo nella Via Lattea. L’espansione dell’onda d’urto e il caldo dei detriti stellare si disperdono lentamente nel corso di centinaia di migliaia di anni, per poi mescolarsi e fondersi con il gas stellare. I giovani resti di supernova sono quindi un’ottima occasione per studiare le caratteristiche della stella di partenza e la dinamica della sua esplosione, perché ne portano ancora i segni, presto destinati a disperdersi.

I resti di supernova emettono energia in tutto lo spettro elettromagnetico, dalle onde radio ai raggi gamma, e importanti indizi si possono trovare in ogni banda di energia. I raggi X rivelano il movimento dei detriti in espansione, il loro contenuto chimico, e la loro interazione con l’ambiente interstellare.

“Gli astronomi hanno già catalogato più di 300 resti di supernova nella galassia”, ha detto il ricercatore Mark Reynolds, post-dottorato presso l’Università del Michigan ad Ann Arbor. “La nostra analisi indica che G306.3-0.9 ha probabilmente un età di 2.500 anni, che lo rende uno dei 20 più giovani resti individuati.”

Reynolds conduce l’indagine Swift Galactic Plane Survey, che punta a mappare una striscia di cielo dell’ampiezza di due gradi lungo il piano centrale della Via Lattea, in raggi X e ultravioletti. La scansione è iniziata nel 2011 e si prevede di completarla entro questa estate.

“L’indagine Swift sfrutta le immagini a raggi infrarossi precedentemente compilate dal telescopio spaziale Spitzer della NASA e la estende alle energie più alte”, ha detto il membro del team Michael Siegel, ricercatore associato presso il Swift Mission Operations Center (MOC) a State College, Pennsylvania, che è gestito dalla Penn State University. “Le immagini ad infrarossi e raggi X si completano a vicenda, perché la luce a queste lunghezze d’onda penetra le nubi di polvere nel piano galattico, mentre i raggi ultravioletti vengono in gran parte assorbiti.”

Il 22 febbraio 2011, Swift si è concentrato su un settore di cielo vicino al confine meridionale della costellazione del Centauro. Anche se nulla di insolito è apparso nel esposizione ai raggi ultravioletti, l’indagine ai raggi X ha rivelato un corpo esteso, semi-circolare che ricordava un resto di supernova. Una ricerca sui dati d’archivio ha rivelato che nella stessa regione era stato avvistato qualcosa anche nelle immagini a infrarossi del telescopio spaziale Spitzer e nei dati radio dal Synthesis Telescope Molonglo Observatory in Australia.

Per approfondire, i ricercatori hanno allora eseguito una scansione di 83 minuti di con il NASA Chandra X-ray Observatory, arricchita dalle osservazioni radio aggiuntive dal Australia Telescope Compact Array (ATCA).

“La fantastica sensibilità di ATCA ci ha permesso di vedere quello che, a lunghezze d’onda radio, risulta essere il più debole resto di supernova che abbiamo mai visto nella nostra galassia”, ha detto Cleo Loi, uno studente universitario presso l’Università di Sydney che ha condotto le analisi delle osservazioni radio.

Utilizzando una distanza stimata di 26.000 anni-luce per G306.3-0.9, gli scienziati hanno stabilito che l’onda d’urto dell’esplosione è corsa attraverso lo spazio a circa 1,5 milioni mph (2,4 milioni di km / h). Le osservazioni di Chandra rivelano la presenza di ferro, neon, silicio e zolfo a temperature che superano i 50 milioni di gradi F (28 milioni C).

“Non abbiamo ancora informazioni sufficienti per determinare il tipo di supernova, ma abbiamo programmato una ulteriore osservazione Chandra per migliorare l’immagine”, ha detto il coautore Jamie Kennea, anche un ricercatore presso il Swift MOC. “Non vediamo nessuna prova convincente che l’esplosione abbia formato una stella di neutroni, ma ci auguriamo di capirlo in futuro.”

Foto In alto:
L’immagine di G306.3-0.9. CREDIT: X-ray: NASA/CXC/Univ. of Michigan/M. Reynolds et al; Infrared: NASA/JPL-Caltech; Radio: CSIRO/ATNF/ATCA

A Cura Di Antonio Marro

Fonte:
http://www.media.inaf.it/2013/03/18/mondi-a-confronto/

Mondi A Confronto!


I panorami di mondi diversi, distanti tra loro milioni di chilometri, messi a confronto in alcune immagini storiche dell'esplorazione del sistema solare.

Facciamo un gioco: trovare analogie e diversità tra rocce, crateri e altri dettagli di panorami apparentemente simili. In realtà, malgrado le similitudini, quelli che stiamo guardando sono mondi diversi, distanti tra loro milioni di chilometri.
L’immagine di oggi è un montaggio in cui sono state riportate in scala e assemblate le fotografie scattate su diverse superfici planetarie dalle missioni spaziali che le hanno visitate. Un simbolo della lunga collaborazione tra le varie agenzie spaziali e le comunità scientifiche che hanno permesso l’esplorazione contemporanea di corpi diversi del sistema solare. Ma anche una carrellata di mondi solo apparentemente simili ma con storie evolutive molto differenti, che hanno dato vita a condizioni di vita completamente diverse.

L’immagine è stata realizzata dal planetologo Mike Malaska, per conto della americana Planetary Society. Mike ha selezionato alcune immagini storiche dell’esplorazione spaziale, portandole in scala e ordinandole (da sinistra verso destra) per complessità geologica crescente, da un primordiale asteroide fino a uno dei tanti oceani che ricoprono la nostra Terra.

La prima è stata scattata sulla superficie di Itokawa, un piccolo Near Earth Asteroid dalla forma di una nocciolina lunga 600 m e del diametro medio di circa 300 m. Iotokawa ha ospitato la visita della sonda giapponese Hayabusa che lo ha raggiunto nel 2005 dopo un viaggio di oltre due anni, atterrando su di essa e prelevando dei campioni del suolo, successivamente riportati a Terra. Itokawa è il secondo asteroide su cui sia atterrata una sonda, dopo Eros visitato da NEAR nel 2001. Ed è in assoluto il primo da cui si siano riportati a terra dei campioni. La superficie, è quella di un corpo indifferenziato e senza atmosfera, craterizzato da impatti con altri corpi, ma privo degli effetti di fenomeni geologici che ne abbiano potuto modificare la superficie.

Nella seconda immagine, la Luna fotografata nel 1972 dagli astronauti dell’Apollo 17, l’ultima missione umana realizzata dalla NASA. L’Apollo 17 è allunata a Taurus-Littrow, una valle scelta proprio per analizzare l’altopiano lunare più antico, risalente all’impatto che ha formato il Mare Imbrium e valutare le possibilità di un’attività vulcanica nelle vicinanze. L’immagine racconta la storia di un corpo non modellato da agenti atmosferici e geologicamente poco attivo. Non agendo sulla Luna forze tettoniche, non si vedono tracce di eruzioni vulcaniche o fenomeni sismici ad averne modificato la superficie di recente.

Il terzo panorama è stato realizzato sul suolo di Venere ed è una immagine storica, realizzata dalla missione sovietica Venera 14. Insieme alla sua gemella Venera 13 questa sonda è stata lanciata nel 1981 per atterrare sulla superficie del pianeta e raccogliere dati e preziose immagini resistendo per qualche ora alle terribili condizioni venusiane. A differenza dei corpi precedenti, Venere ha una densissima atmosfera composta principalmente da anidride carbonica che genera una pressione al suolo di 90 volte quella terrestre e un effetto serra tale da comportare tempertaure medie di oltre 400 gradi su tutto il pianeta. Quella che vediamo nell’immagine è una superficie più giovane delle precedenti, figlia dall’intensissima attività vulcanica che ha rimodellato il suolo del pianeta in un passato relativamente recente.

A seguire, Marte, fotografato più recetemente da Spirit, il primo dei due rover gemelli della NASA che dal 2004 hanno inziato a esplorare il pianeta, funzionando contro ogni aspettativa fino al 2011. L’immagine sembrerebbe quella di un deserto di sabbia con rocce stratificate e dai bordi taglienti, dunque poco esposte a processi atomsferici. E se attualmente le condizioni sul pianeta rosso, la sua tenue atmosfera e le condizioni di pressione e temperatura al suolo, rendono impossibile l’esistenza di acqua liquida, gli scienziati sono sempre più convinti che in un passato più o meno lontano questa possa essere esistita ed aver modificato la superficie del pianeta, esattamente come succede oggi per la Terra. E proprio come succede per la Terra, anche Marte ha un clima che risente di stagioni periodiche, un’intensa attività vulcanica e alcuni indizi suggeriscono che nella sua storia sia esistita attivita tettonica.

La penultima immagine è l’orizzonte di Titano, fotografato dalla sonda europea Huygens nel 2005, alla fine della sua avventurosa discesa nell’atmosfera della Luna di Saturno. Qui, il panorama potrebbe sembrare terrestre, con rocce arrotondate, levigate da processi atmosferici simili a quelli del nostro pianeta. I dati raccolti dagli strumenti ancora funzionanti sulla Cassini-Huygens parlano di una luna con una atmosfera di azoto, metano e idrocarburi dove esiste un ciclo del metano che alimenta i laghi che si trovano sulla sua superficie, in tutto e per tutto simile a quello terrestre dell’acqua.

Acqua protagonista dell’ultima immagine, decisamente terrestre, uno dei tanti oceani che ricoprono oltre il 70% del nostro pianeta. Una delle possibili conclusioni di una serie di processi evolutivi, che in presenza di alcune fortuite e quasi miracolose condizioni (definite da quella che si chiama “zona abitabile” del pianeta) può portare, in alcuni rari casi, alla nascita della vita.

Foto In alto:
Una composizione di immagini da mondi diversi. Crediti composizione: Mike Malaska. mage Crediti immagini: Asteroide Itokawa [Hayabusa]: ISAS / JAXA / Gordan Ugarkovic; Luna [Apollo 17]: NASA; Venere [Venera 14]: IKI / Don Mitchell / Ted Stryk / Mike Malaska; Marte [Mars Exploration Rover Spirit]: NASA / JPL / Cornell / Mike Malaska; Titano [Cassini Huygens]: ESA / NASA / JPL / University of Arizona; Terra: Mike Malaska

Traduzione A Cura Di Livia Giacomini

Fonte:
http://www.media.inaf.it/2013/03/18/mondi-a-confronto/

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Voyager 1 è entrato nello spazio interstellare


Trentacinque anni dopo il suo lancio, Voyager 1 sembra aver viaggiato oltre l'influenza del Sole uscendo dall'eliosfera

L'eliosfera è una regione dello spazio dominato dal Sole dal suo vento di particelle energetiche, simile ad una bolla nel mezzo interstellare di gas e polveri che pervade la Via Lattea.

Il 25 agosto del 2012, il Voyager 1 aveva misurato drastici cambiamenti nei livelli di radiazione a più di 11 miliardi di km dal Sole. Gli anomali raggi cosmici, che sono i raggi cosmici intrappolati nella eliosfera esterna, crollarono a meno dell'1 per cento. Allo stesso tempo, i raggi cosmici galattici (la radiazione cosmica al di fuori del sistema solare) raggiungevano livelli elevati che non si erano mai visti dal lancio della Voyager, con intensità due volte maggiori.

I risultati sono stati accettati per la pubblicazione su Geophysical Research Letters, una rivista della American Geophysical Union.
"Nel giro di pochi giorni, l'intensità della radiazione eliosferica intrappolata era diminuita, e l'intensità dei raggi cosmici salita come ci si aspetterebbe se si stesse uscendo dall'eliosfera", ha detto Bill Webber, emerito professore di astronomia presso la New Mexico State University di Las Cruces. Egli chiama questo limite di transizione il "heliocliff".

Nell'articolo GRL, gli autori affermano: "Sembra che Voyager 1 sia uscito dalla principale regione di modulazione solare, rivelando i caratteristici spettri di l'idrogeno ed elio simili a quelli che si aspetterebbe nel mezzo interstellare locale".

Tuttavia, secondo Webber, gli scienziati continuano a discutere se Voyager 1 abbia raggiunto lo spazio interstellare o un'area non definita al di là del Sistema Solare.
"E' al di fuori della normale eliosfera, direi che," ha detto Webber. "Siamo in una nuova regione. E tutto quello che stiamo misurando ed è diverso ed emozionante."

Il lavoro è stato finanziato dalla NASA Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California
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Traduzione A Cura Di Arthur McPaul

Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2013/03/130320134256.htm