Programmata per il lancio a fine 2013, la missione MAVEN della NASA sarà la prima dedicata alla comprensione dell’atmosfera superiore marziana. La sonda studierà quel che resta del campo magnetico marziano, il cui indebolimento si pensa abbia causato l'inaridimento del pianeta.
Quando si naviga con una bussola è possibile orientarsi grazie al campo magnetico globale della Terra. Ma su Marte, se si dovesse andare in giro con una bussola sarebbe puntare a casaccio da una anomalia ad un altro, in quanto il pianeta rosso non possiede una magnetosfera globale. L’obiettivo di MAVEN, una missione della NASA il cui lancio si prepara per la fine del 2013, è studiare la storia della perdita di gas atmosferici dal pianeta rosso attraverso il tempo, dovuta secondo i ricercatori proprio a questa mancanza di un forte scudo magnetico. Misurando l’attuale tasso di fuga dei gas verso lo spazio, gli scienziati saranno in grado di dedurre come l’atmosfera del pianeta si è evoluta.
La missione Mars Atmosphere and Volatile Evolution (MAVEN), di cui la NASA illustra i dettagli in questi giorni, inizierà il suo viaggio verso il Pianeta Rosso alla fine di quest’anno. La missione avrà a bordo tra l’altro un sensibile strumento per la misurazione del campo magnetico costruito e testato da un team della NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland.
Il magnetometro di MAVEN servirà ad indagare ciò che resta dello scudo magnetico del pianeta rosso. Svolgerà un ruolo chiave nello studio l’atmosfera del pianeta e le interazioni con il vento solare, contribuendo così a chiarire perché un pianeta che una volta si pensava avere abbondanza di acqua allo stato liquido è diventato un deserto ghiacciato
“Il magnetometro Maven è la chiave per svelare la natura delle interazioni tra il vento solare e il pianeta”, ha spiegato il principal investigator di MAVEN Bruce Jakosky dell’Università del Colorado a Boulder.
Il magnetometro misurerà il campo magnetico del pianeta attraverso una serie di bobine, ciascuna contenente un anello magnetico avvolto intorno ad un nucleo di metallo. I sensori sono portati sopra e sotto il livello di saturazione dai campi magnetici che vengono loro applicati. Se non c’è campo magnetico ambientale, i sensori rimarranno bilanciati. Se invece è presente, i sensori andranno in saturazione più rapidamente in una direzione rispetto all’altra e lo squilibrio che rivelerà la presenza di un campo ambientale.
“Un magnetometro è come una bussola elettronica”, ha detto Jack Connerney, missione co-ricercatore a Goddard. “Ma si misura la forza, oltre che la direzione del campo magnetico.”
L’importanza di studiare il campo magnetico del pianeta ha le sue radici nella teoria che Marte abbia perso il suo campo magnetico globale molti anni fa, lasciando così indifesa l’atmosfera, e consentendo al vento solare di spazzarla via e inaridire il pianeta.
A differenza del campo magnetico globale terrestre, che circonda l’intero pianeta, Marte ha solo macchie di campo magnetico sparse sulla crosta. Questo può creare sacche di atmosfera che sono protette contro il vento solare. Misurando le sezioni del campo magnetico del pianeta, il magnetometro potrebbe aiutare gli scienziati a creare un quadro più ampio dell’atmosfera generale del pianeta.
“Il magnetometro ci aiuterà a vedere dove l’atmosfera è protetta da una mini-magnetosfera e dove è aperta al vento solare”, ha detto Connerney. “Siamo in grado di studiare l’impatto del vento solare“.
La sonda entrerà in orbita e passerà vicino alla superficie del pianeta per poi allontanarsi e studiare il vento solare al di là dell’influenza del pianeta.
Il magnetometro è uno strumento molto sensibile, quindi i tecnici devono lavorare per assicurare che lo strumento accidentalmente non misuri il campo magnetico della sonda al posto di quello del pianeta.
“Dobbiamo fare i salti mortali per essere sicuri che i campi magnetici del veicolo spaziale siano ridotti al minimo”, ha detto Jakosky. “Stiamo lavorando duramente per costruire una navicella spaziale molto ‘ pulita magneticamente ‘ in grado di soddisfare le nostre esigenze per quanto riguarda il magnetometro.”
Il viaggio di MAVEN verso Marte durerà 10 mesi, e la sonda andrà in orbita attorno al pianeta nel mese di settembre 2014.
Quando si naviga con una bussola è possibile orientarsi grazie al campo magnetico globale della Terra. Ma su Marte, se si dovesse andare in giro con una bussola sarebbe puntare a casaccio da una anomalia ad un altro, in quanto il pianeta rosso non possiede una magnetosfera globale. L’obiettivo di MAVEN, una missione della NASA il cui lancio si prepara per la fine del 2013, è studiare la storia della perdita di gas atmosferici dal pianeta rosso attraverso il tempo, dovuta secondo i ricercatori proprio a questa mancanza di un forte scudo magnetico. Misurando l’attuale tasso di fuga dei gas verso lo spazio, gli scienziati saranno in grado di dedurre come l’atmosfera del pianeta si è evoluta.
La missione Mars Atmosphere and Volatile Evolution (MAVEN), di cui la NASA illustra i dettagli in questi giorni, inizierà il suo viaggio verso il Pianeta Rosso alla fine di quest’anno. La missione avrà a bordo tra l’altro un sensibile strumento per la misurazione del campo magnetico costruito e testato da un team della NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland.
Il magnetometro di MAVEN servirà ad indagare ciò che resta dello scudo magnetico del pianeta rosso. Svolgerà un ruolo chiave nello studio l’atmosfera del pianeta e le interazioni con il vento solare, contribuendo così a chiarire perché un pianeta che una volta si pensava avere abbondanza di acqua allo stato liquido è diventato un deserto ghiacciato
“Il magnetometro Maven è la chiave per svelare la natura delle interazioni tra il vento solare e il pianeta”, ha spiegato il principal investigator di MAVEN Bruce Jakosky dell’Università del Colorado a Boulder.
Il magnetometro misurerà il campo magnetico del pianeta attraverso una serie di bobine, ciascuna contenente un anello magnetico avvolto intorno ad un nucleo di metallo. I sensori sono portati sopra e sotto il livello di saturazione dai campi magnetici che vengono loro applicati. Se non c’è campo magnetico ambientale, i sensori rimarranno bilanciati. Se invece è presente, i sensori andranno in saturazione più rapidamente in una direzione rispetto all’altra e lo squilibrio che rivelerà la presenza di un campo ambientale.
“Un magnetometro è come una bussola elettronica”, ha detto Jack Connerney, missione co-ricercatore a Goddard. “Ma si misura la forza, oltre che la direzione del campo magnetico.”
L’importanza di studiare il campo magnetico del pianeta ha le sue radici nella teoria che Marte abbia perso il suo campo magnetico globale molti anni fa, lasciando così indifesa l’atmosfera, e consentendo al vento solare di spazzarla via e inaridire il pianeta.
A differenza del campo magnetico globale terrestre, che circonda l’intero pianeta, Marte ha solo macchie di campo magnetico sparse sulla crosta. Questo può creare sacche di atmosfera che sono protette contro il vento solare. Misurando le sezioni del campo magnetico del pianeta, il magnetometro potrebbe aiutare gli scienziati a creare un quadro più ampio dell’atmosfera generale del pianeta.
“Il magnetometro ci aiuterà a vedere dove l’atmosfera è protetta da una mini-magnetosfera e dove è aperta al vento solare”, ha detto Connerney. “Siamo in grado di studiare l’impatto del vento solare“.
La sonda entrerà in orbita e passerà vicino alla superficie del pianeta per poi allontanarsi e studiare il vento solare al di là dell’influenza del pianeta.
Il magnetometro è uno strumento molto sensibile, quindi i tecnici devono lavorare per assicurare che lo strumento accidentalmente non misuri il campo magnetico della sonda al posto di quello del pianeta.
“Dobbiamo fare i salti mortali per essere sicuri che i campi magnetici del veicolo spaziale siano ridotti al minimo”, ha detto Jakosky. “Stiamo lavorando duramente per costruire una navicella spaziale molto ‘ pulita magneticamente ‘ in grado di soddisfare le nostre esigenze per quanto riguarda il magnetometro.”
Il viaggio di MAVEN verso Marte durerà 10 mesi, e la sonda andrà in orbita attorno al pianeta nel mese di settembre 2014.
A cura di Antonio Marro
Fonte
http://www.media.inaf.it/2013/03/28/una-maxi-bussola-per-marte/
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