sabato 1 agosto 2009

Cosmologia

Un ammasso di galassie anomalo 
"Abbiamo  misurato la distanza del più lontano cluster di galassie mai  trovato", dice l'autore principale dello studio Raffaello Gobat (CEA, Parigi).   
"La cosa sorprendente è che quando si guarda da vicino questo ammasso  di galassie non sembra giovane.




Potrebbero essere stelle che precipitano nel buco nero gigante, situato al centro della nostra galassia, a provocare le due enormi bolle di raggi gamma scoperte per la prima volta dal satellite spaziale FERMI pochi mesi fa. Gli scienziati erano rimasti di stucco di fronte a questa struttura, mai osservata prima, che emette radiazione gamma e si estende per 25.000 anni luce sopra e 25.000 anni luce sotto il disco galattico.


Solo 300 miliardi di masse solari. Questo l’alone di materia oscura sufficiente a innescare il processo di formazione stellare in galassie massiccie. La stima emerge dalla più accurata ricognizione del cielo infrarosso effettuata con SPIRE, strumento realizzato con un importante contributo italiano a bordo del telescopio dell’ESA. La ricerca su Nature.




Un team di astronomi provenienti dal Regno Unito, Stati Uniti ed Europa hanno individuato per la prima volta un disco stellare denso nella vicina galassia di Andromeda. La scoperta e la proprietà del disco saranno rilevanti per comprendere i processi fisici coinvolti nella formazione e nell'evoluzione delle galassie a spirale di grandi dimensioni come la nostra Via Lattea.


La galassia luminosa NGC 3.621 è stata catturata in una nuova immagine usando il Wide Field Imager sul telescopio di 2,2 metri dell'ESO presso La Silla in Cile. All'apparenza sembra essere un buon esempio di galassia a spirale ma  in realtà è piuttosto insolita: non ha un rigonfiamento centrale ed è quindi descritta come una galassia di puro disco.


Un team internazionale di astronomi guidato da Mary Williams dell'Istituto Astrofisico di Potsdam (AIP) ha scoperto un nuovo flusso di stelle nella nostra Via Lattea chiamato "Aquarius Stream", dal nome della costellazione dell'Acquario.
Questo flusso di stelle è il residuo di una galassia più piccola del nostro vicinato cosmico, che fu fagocitata e smembrata dall'attrazione gravitazionale della Via Lattea circa 700 milioni di anni fa.


Gli astronomi della NASA hanno spinto il telescopio spaziale Hubble oltre i suoi limiti scovando quello che riteniamo essere l'oggetto più distante mai visto nell'universo ad distanza di 13,2 miliardi di anni luce, cioè circa il 3% di l'età dell'Universo. Questo pone l'oggetto a circa 150 milioni di anni luce più lontano rispetto al precedente detentore del record. Le osservazioni forniscono le migliori intuizioni sulla nascita delle prime stelle e galassie e sull'evoluzione dell'Universo.


Lo Sloan Digital Sky Survey-III (SDSS-III) ha rilasciato la più grande immagine digitale a colori del cielo mai fatta, realizzata da milioni foto degli ultimi dieci anni di 2,8 megapixel, che ha dato vita ad una unica a colori di oltre un trilione di pixel.
Questa immagine terapixel è così grande e dettagliata che per vederla a piena risoluzione sarebbero necessari almeno 500 mila televisori ad alta definizione.


Osservato ai raggi X, tutto il cielo appare illuminato. Sebbene lontano da fonti di luce, i raggi X provenienti da oltre la nostra galassia forniscono una luce costante in ogni direzione. Per gli astronomi esiste il sospetto che i principali fautori di questo background cosmico nei raggi X siano i buchi neri avvolti nella polvere al centro di galassie attive. Ma il numero di quelli rilevati non è tale da poterlo comprovare.

Alla ricerca di...galaxy X
Un fantasma s’aggira intorno alla Via Lattea. Si chiama “Galassia X”. Sfugge ai telescopi perché è composta quasi prevalentemente di materia oscura, misteriosa componente che pervade circa il 30 per cento dell’Universo ma non intergisce con la luce. La Galassia X, quindi, come del resto tutto ciò che è fatto di materia oscura, non può essere rilevata. Eppure c’è. Lo dicono i modelli teorici.


Quando la gravità ci mette lo zampino 
Almeno il 20 per cento delle galassie più lontane, sorte nella notte dei tempi, ci appaiono più grandi o più luminose di quanto siano realmente a causa di un effetto chiamato “lente gravitazionale forte”.



Planck, universo a ingresso libero 
Gli astrofisici di tutto il mondo lo attendevano con impazienza. Oggi, finalmente, il momento è arrivato. Con una conferenza stampa in contemporanea a Parigi, a Seattle e, per l’Italia, a Roma, presso la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana, la Planck Collaboration ha reso pubblico il primo catalogo di sorgenti compatte...



Nuovo colpo del satellite italiano AGILE che scopre una forte e improvvisa emissione di raggi gamma proveniente dalla famosa Nebulosa del Granchio.  Il sorprendente risultato, confermato dalla missione Fermi, riscrive capitoli interi dei testi di astrofisica.


Nascita e morte in Andromeda
Hanno unito le loro forze i due telescopi spaziali dell’ESA, Herschel e XMM-Newton (entrambi con un significativo contributo italiano) per fornirci una immagine totalmente nuova della galassia Andromeda, la galassia più grande nostra vicina.


Questa nuova immagine della Nebulosa Laguna a raggi infrarossi proviene da uno studio quinquennale di osservazione della Via Lattea, realizzato con il telescopio VISTA dell'ESO installato presso l'Osservatorio del Paranal in Cile.



Le esplosioni di Raggi Gamma sono tra gli eventi più energetici dell'Universo, ma alcuni appaiono stranamente deboli nella luce visibile. Il più grande studio fino ad oggi di questi lampi oscuri cosiddetti raggi gamma, usando il MPG di...


Perché andare sempre più lontano
Ecco dunque rivelato l’ultimo record astronomico: è JKCS041 il più lontano ammasso di galassie scoperto finora, a quasi 11 miliardi di anni luce. Una distanza smisurata,  ottenuta portando al limite estremo la strumentazione scientifica e  sfruttando le tecniche più avanzate disponibili oggi per lo studio dell’Universo.



La nube a bolla
Nuova spettacolare immagine ottenuta dall’intramontabile telescopio spaziale Hubble. Questa volta protagonista è una gigantesca nube di gas, la cui forma ricorda quella di una bolla di sapone. La nube dista 160 mila anni luce dalla Terra e si trova nella Grande Nube di Magellano, una delle galassie satelliti della nostra galassia, la Via Lattea.



“Universi ciclici?... Nessuna prova”???
Mr. Penrose si sbaglia. A due settimane dallo studio che accreditava l’ipotesi di universi precedenti al nostro, arriva su ArXiv una replica corale, firmata da tre ricerche indipendenti dell’Università di Oslo, l’Università della British Columbia e l’Istituto canadese per l’astrofisica teorica di Toronto.



La gravità quantistica a loop: l'universo come un tessuto
Come è stato il Big Bang e cosa è successo prima? Gli scienziati della Facoltà di Fisica dell'Università di Varsavia hanno tentato di rispondere alla domanda con un nuovo modello nell'ambito della gravità quantistica a loop. Il loro modello è uno dei pochi che descrive in pieno i primordi dell'Universo con la fisica di Einstein della relatività generale.


Questa potrebbe essere una di quelle scoperte che se confermata cambierebbe per sempre la nostra limitata visione dell'Universo, frantumando ogni idea inflazionistica standard e mettendo in crisi anni di ricerca.



I fisici Hooman Davoudiasl del Brookhaven National Laboratory di New York, con David Morrissey e Sean Tulin del TRIUMFfisici dell'UBC e del TRIUMF hanno proposto una spiegazione unificata per la materia oscura e l'asimmetria barionica cioé


Un modello per le onde gravitazionali
In teoria, una coppia di stelle di neutroni legate da un'orbita a spirale che conduce allo scontro, dovrebbe produrre onde gravitazionali rilevabili. E a questa rilevazione che gli scienziati stanno concentrando le loro energie, con nuovi modelli e simulazioni.


Gli astronomi osservano una galassia nei fili intergalattici
Gli astronomi hanno scoperto un insolito "banco di sabbia" che collega due galassie. La ricerca è stata condotta in parte con il NASA Spitzer Space Telescope.


Antimateria in trappola
E’ una quantità irrisoria, 38 atomi appena, ma finalmente l’impresa è riuscita: gli scienziati del CERN di Ginevra, nel corso dell’esperimento ALPHA, hanno dimostrato che è possibile intrappolare l’antimateria.



Le fontane di gas caldo della Via Lattea
Osservando l'alone di gas brillante della Via Lattea ai raggi X, il telescopio spaziale XMM-Newton dell'ESA ha raccolto nuovi dati  sul processo che...



Svelato il mistero delle stelle mancanti
Nel Gruppo Locale di galassie che comprendono anche la Nebulosa di Andromeda e la nostra Via Lattea, ci sono circa 100 miliardi di stelle. Secondo i calcoli degli astronomi, tuttavia ce ne dovrebbero essere molte di più. Ora, i fisici dell'Università di Bonn e l'Università di St. Andrews in Scozia potrebbero aver trovato una spiegazione a questa discrepanza.





La NASA svela il mistero di CHANDRA: è un buco nero neonato
In una conferenza in diretta mondiale sul sito della NASA, l'Agenzia Spaziale Americana ha annunciato dopo una lunga attesa una delle più sorprendendi scoperte nel campo dell'astrofisica mai compiute dall'uomo. .



Mappa dettagliata della materia oscura da un ammasso
Gli astronomi della NASA usando il telescopio spaziale Hubble hanno realizzato una delle mappe più acute e dettagliate della materia oscura nell'Universo. La materia oscura, si crede che sia una sostanza invisibile e sconosciuta che pernea la maggior parte della massa dell'Universo.




Atomi per la pace:una collisione galattica in azione
Gli astronomi dello European Southern Observatory hanno ottenuto una spettacolare nuova immagine della famosa galassia Atomi per la Pace (NGC 7252). Questo tamponamento galattico determinato dallo scontro di due galassie, fornisce agli astronomi la possibilità di studiare come le fusioni tra galassie influenzino l'evoluzione dell'Universo. Atomi per la pace è il curioso nome dato ad una coppia di galassie in interazione che si trova a circa 220 milioni di anni luce di distanza da noi, nella costellazione dell'Acquario. 



Il NASA "Fermi Gamma-ray Space Telescope" ha rivelato un invisibile struttura nel centro della Via Lattea che si estende per 50.000 anni luce e che potrebbe essere il residuo di una eruzione da un super buco nero al centro della nostra galassia.


Dieci ”nuovi” ammassi di galassie massicce quelli scoperti da un gruppo internazionale di astrofisici facenti capo alla Rutgers University e pubblicata sul numero di novembre della rivista The Astrophisucal Journal. La scoperta è stata possibile grazie ad una ampia e uniforme osservazione del cielo dall’emisfero meridionale. L’osservazione è stata condotta usando una particolare tecnica che mira a rilevare le “ombre” degli ammassi di galassie proiettate sulla radiazione cosmica di fondo nelle microonde, una “reliquia” del Big Bang che ha dato i natali all’Universo.



Tracce di una particella leggera di materia oscura sono state trovate nel bagliore dei raggi gamma nel cuore della Via Lattea.



Nel corso dell'ultimo anno, due gruppi di ricerca guidati da Stelios Kazantzidis, del Centro per la cosmologia e Astro-Particle Physics (ccApp) presso la Ohio State University, hanno utilizzato una media di quasi 1.000 ore di elaborazione giornaliere sui sistemi di calcolo ad alte prestazioni della Ohio Supercomputer Center (OSC).



WISE ci mostra lo Scultore
Questa volta il team di WISE ci mostra la galassia dello Scultore in diverse tonalità a raggi infrarossi. L'immagine e composta da un mosaico di foto a luce infrarossa catturata con tutti e quattro i rilevatori ad infrarossi del telescopio spaziale.


Galassie primordiali ingrassate dall'idrogeno
L’idrogeno è l’elemento chimico più leggero presente in natura, composto solo da un protone e un elettrone. Ma se assunto in grandi dosi, anzi in dosi smisuratamente grandi, può creare problemi di “linea” anche alle galassie.



Nubi molecolari: scoperto il "coreshine"
La scienza brancola letteralmente nel buio quando si tratta di studiare la nascita delle stelle, che si verifica dentro le nubi di gas e polveri.


Hubble scruta a fondo la nebulosa Laguna
Gli occhi del telescopio spaziale Hubble della NASA e dell’ESA sono entrati nel cuore della nebulosa Laguna, una sconfinata nube di polvere e gas che sembra scolpita.


Nuove importanti scoperte arrivano da Planck, il satellite dell’Agenzia Spaziale Europea dedicato allo studio dell’Universo primordiale.


Un team di ricerca presso la University of New South Wales, Swinburne University of Technology e l'Università di Cambridge, ha presentato una versione preliminare del documento è attualmente in fase di revisione per la pubblicazione sulla rivista Physical Review Letters.



Sette anni fa il fisico della Northwestern University, Adilson E. Motter, ipotizzò che l'espansione dell'Universo al momento del Big Bang, fu molto caotica. Grazie alla collaborazione di alcuni colleghi, egli ha adesso dimostrato questa ipotesi in un rigoroso modello matematico.


Buco nero ad altissima emissione di raggi x
È stata una caccia serrata, ma alla fine lo hanno stanato. Stiamo parlando del buco nero più estremo che c’è. Non per le sue dimensioni, che non sono niente di eccezionale rispetto ad altri oggetti simili, anzi è di media grandezza (pari a circa 500 masse solari), ma per la sua fortissima luminosità nei raggi X.


Una galassia a spirale modello
L’ESO pubblica una nuova spettacolare immagine di NGC 300, una galassia a spirale simile alla Via Lattea, che fa parte del Gruppo di galassie dello Scultore, nel nostro vicinato cosmico. Questa foto, che è stata ottenuta con 50 ore di posa dalla camera WFI dell’Osservatorio di La Silla in Cile...



Cosa succede nello spazio quando una stella esplode? Per la prima volta dopo 400 anni gli scienziati hanno l’occasione di osservare in diretta, a distanza mai così ravvicinata, gli effetti di una di queste bombe cosmiche.



Guardate la galassia che troneggia al centro di questa nuova immagine dell’ESO. Ha qualcosa di spettacolare, ma è invisibile ai nostri occhi.


Super Vulcano galattico in M87
C’è un ’super-vulcano galattico’ nella galassia M87, nell’ammasso della Vergine, a 50 milioni di distanza dalla Terra, che sta eruttando gas a raffica e che per certi versi somiglia al vulcano islandese Eyjafjallajokull che nella primavera scorsa ha paralizzato il traffico aereo europeo.


Scoperta l'origine delle onde radio galattiche
Le emissioni radio provenienti dagli ammassi di galassie non sono altro che le “eco” delle gigantesche collisioni tra ammassi che portano alla formazione degli ammassi stessi. E’ quanto provato da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge (USA).



Un importante passo in avanti per risolvere l’enigma dell’energia oscura, che compone il 73% dell’Universo. Utilizzando il telescopio Hubble e soprattutto della “lente gravitazionale”, cioè un effetto previsto dalla teoria della relatività di Albert Einstein...



Hubble scruta l'anomala galassia NGC 4696
Si arriccia su se stessa come a formare un punto interrogativo.


In attesa di mantenere la promessa dell’energia pulita, l’idrogeno rischia di aiutarci a risolvere il mistero dell’energia oscura. È quanto spera un team di astronomi guidato da Tzu-Ching Chang, dell’Academia Sinica di Taiwan e dell’Università di Toronto, in un articolo pubblicato oggi su Nature.



Gli elettroni sono particelle elementari negativamente cariche e orbitano intorno al nucleo atomico. Questo o qualcosa di simile è quello che troverete nei libri di testo. Ben presto, però, queste informazioni potranno subire delle variazioni.


C’è una profonda differenza fra le galassie a spirale, che attualmente stanno formando nuove stelle, e le galassie ellittiche, in cui sono presenti solo stelle di più antica formazione.


L'Hubble Space Telescope ha ripreso la coloratissima regione di formazione stellare NGC 2467 in questa meravigliosa nuova immagine, in cui normi nubi di gas e polveri sono cosparse di giovani stelle calde dal blu brillante.


Un microquasar nel cuore della bolla. Il materiale proveniente dalla stella compagna, in giallo, viene risucchiato dal buco nero e forma un disco di accrescimento intorno a esso da cui partono due potenti getti di materia in direzione opposta. Rappresentazione artistica Crediti: ESO/L. Calçada.


Quest'immagine multi-frequenza dell'intero cielo a microonde è ottenuta usando dati di Planck, che coprono lo spettro elettromagnetico da 30 GHz a 857 GHz. Il disegno a chiazze della CMBR, la radiazione cosmica di fondo a microonde, le cui microscopiche fluttuazioni riflettono le variazioni primordiali di densità dalle qualli si sono originate le strutture cosmiche odierne, si può vedere chiaramente nelle regioni ad alta latitudine della mappa.


Nella Via Lattea conserviamo i resti di gigantesche estinzioni di massa avvenute nell’Universo primordiale, quando intere galassie si disintegravano in violente collisioni. L’alone che circonda la nostra galassia – ha scoperto una ricerca pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society  è  una sorta di Jurassic Park popolato di resti dei dinosauri dell’Universo. 


E’ una magnifica vista quella che si presenta osservando la regione circostante la stella R Coronae Australis. L’immagine, realizzata con il Wide Field Imager (WFI) dell‘ ESO sito a La Silla in Cile, mette in evidenza come R Coronae Australis si trovi nel cuore di una vicina regione di stelle in formazione e sia circondata dal delicato riflesso bluastro di una nebulosa immersa in un’enorme nuvola di polvere.


Uno degli argomenti chiave della ricerca scientifica è la comprensione dell'origine del tutto. Quando si va a ritroso nel tempo, inevitabilmente si giunge ai primi istanti dell'Universo, a quello che i cosmologi definiscono tempo zero.




Quanto “pesa” la Via Lattea? Per esser precisi, qual è la massa complessiva delle centinaia di miliardi di stelle e sistemi stellari che brillano nella nostra galassia in compagnia del Sole? Se lo è chiesto un gruppo di astronomi dell’Osservatorio di Bamberg e dell’Istituto di Astrofisica di Potsdam...


«It takes two to tango», recita un vecchio adagio. Ebbene, pare che occorra essere in due anche per dar vita a un AGN, ovvero a un nucleo galattico attivo. A premere l’interruttore che accende il buco nero supermassiccio al suo interno, infatti, potrebbe essere una collisione fra galassie. Questa la conclusione, pubblicata su The Astrophysical Journal, alla quale è giunto il team internazionale di astrofisici guidato da Nico Cappelluti, del Max-Planck-Institut für extraterrestrische Physik (Garching, Germania).


Uno studio della Durham University (UK), in uscita su Monthly Notices, pone interrogativi sulle misure del satellite WMAP. Se fosse confermato un errore nella calibrazione del beam, l’energia oscura e la materia oscura non sarebbero così necessarie. Conferma, o smentita, che Planck potrebbe fornire. «Per ora andiamoci cauti», raccomanda Mandolesi


Gli astronomi che studiano la Via Lattea hanno scoperto un gran numero di regioni che erano in precedenza sconosciute in cui si formano le stelle massiccie. La loro scoperta fornirà nuovi importanti indizi sulla struttura e sulla composizione chimica della Galassia.


Man mano che i nostri telescopi diventano sempre più potenti, siamo anche capaci di vedere più oggetti cosmici molto esotici. Eventualmente potremmo essere in grado di ottenere immagini del buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, ma cosa vedremmo esattamente ? Secondo due ricercatori giapponesi, saremmo in grado di osservare “l’aurora” del buco nero. Ma non sarà un aurora cosi come la conosciamo noi.


Proprio come le increspature nell'acqua in uno stagno, le onde si spostano allungando il tessuto dello stesso spazio, al loro passaggio. Se rilevate, queste deboli e sfuggenti onde potrebbero fornire una visione senza precedenti dei primi momenti della formazione del nostro Universo. In un articolo apparso nel numero del 21 maggio su Science, il fisico teorico e cosmologo Lawrence Krauss dell'Arizona State University e i ricercatori dell'Università di Chicago e del Fermi National Laboratory hanno esplorato la maggior parte di queste onde, con l'esame della radiazione cosmica a microonde ( CMB).


Il NASA Spitzer Space Telescope, guidato dagli astronomi della Texas A & M University, ha scoperto quello che potrebbe essere definito il più distante ammasso di galassie mai rilevato. Il gruppo osservato, conta circa 60 galassie, ed è stato chiamato CLG J02182-05.102, posto a circa 10 miliardi di anni, e si è formato solo 4 miliardi di anni dopo il Big Bang. Tuttavia, non è la dimensione né l'età del cluster che sorprende la squadra di ricercatori guidata dal dottor Casey Papovich, piuttosto, il suo aspetto sorprendentemente moderno.


I Buchi neri supermassicci, con una massa di molti milioni di stelle, sono stati rilevati al centro di molte galassie di grandi dimensioni. Un buco nero super-massiccio è in agguato come un "mostro" al centro della galassia e divora il materiale circostante attraverso l'intensità della sua attrazione gravitazionale.


Pochi giorni dopo averci mostrato il subbuglio di stelle e di nuovi mondi che agitano la periferia della Via Lattea e ne stanno ridisegnando i connotati, il satellite spaziale a infrarossi dell’ESA, Herschel, ha spostato gli occhi su un altro punto dello spazio. E ha visto nero. E quando Herchel vede nero, c’è qualcosa di strano.


Uno dei più incredibili e controversi fenomeni celesti, teorizzati dai cosmologi negli anni passati, è sicuramente il fenomeno delle stringhe cosmiche. L'osservazione del profondo cielo mostra delle aree densamente popolate da ammassi e super ammassi stellari, a discapito di altre, estremamente spopolate e spoglie.


Una nuova immagine rilasciata dall'ESO mostra molte migliaia di galassie lontane, e in particolare un grande gruppo appartenente al massiccio ammasso di galassie denominato Abell 315. Questo ammasso è solo la "punta di un iceberg proverbiale", dominato dalla materia oscura. La massa enorme di questo cluster devia luce proveniente dalle galassie di sfondo, distorcendo leggermente le forme osservate. Quando si osserva il cielo ad occhio nudo, si riescono a vedere soltanto le stelle della Via Lattea e alcuni dei suoi vicini più prossimi. Le galassie più lontane sono troppo deboli per essere percepite dall'occhio umano, che se potessimo vedere, avrebbero letteralmente coperto il cielo.


Una registrazione da Guiness dei primati. È quella ottenuta da una rete di radiotelescopi europei che ha sintonizzato tutte le sue antenne sulle frequenze radio di sei pulsar. Il ventaglio dei segnali radio raccolto è stato amplissimo: dalle lunghezze d’onda di 3,5 centimetri fino a 7 metri. Il risultato è stato ottenuto grazie alla combinazione del nuovissimo network di radiotelescopi LOFAR insieme alle stazioni di Effelsberg, in Germania, e Lowell, nel Regno Unito.


E’ una vera e propria culla di nuove stelle la nebulosa NGC6334, detta Zampa di Gatto per la particolare conformazione della polvere stellare apparsa in un’immagine ottica ripresa dal telescopio dell’ESO, il Wide Field Image, dell’Osservatorio di Paranal in Cile. Polvere e gas che, nonostante l’ardente attività di queste giovani stelle, alcune con massa fino a dieci volte quella del sole, impediscono la loro osservazione in questo momento così particolare com’è appunto l’accensione della fusione nucleare seguita dai vacillanti momenti di vita dei loro primi milioni di anni.  Ma ora 


Nuove immagini del Planck Space Observatory dell'ESA rivelano le forze motrici della formazione stellare e danno agli astronomi un nuovo indizio per comprendere la complessa fisica che forma la polvere e i gas nella nostra Galassia.La formazione stellare avviene ben nascosta dietro i veli di polvere, ma questo non significa che non possiamo vederli ugualmente. Di fatto, dove i telescopi ottici vedeno solo nero, gli occhi a mocroonde di Planck rivelano una miriade di strutture ardenti di gas e polveri. Planck ha utilizzato questa sua capacità per osservare due regioni relativamente vicine nella nostra Galassia dove è presente una intensa formazione stellare.


Gli scienziati del Naval Research Laboratory hanno risolto un vecchio dilemma riguardante la massa dei raggi infrarossi di galassie brillanti.
Il Large Binocular Telescope (LBT), realizzato da Germania, Stati Uniti e Italia ha messo a punto la prima delle due nuove innovative telecamere/spettografi nel vicino infrarosso per l'LBT ed è adesso disponibile per gli astronomi sul monte Graham situato nel sud-est dell'Arizona.


Gli scienziati del Naval Research Laboratory hanno risolto un vecchio dilemma riguardante la massa dei raggi infrarossi di galassie brillanti.


La città di Sant’Antonio spalanca una finestra sull’Universo primordiale e lo fa dedicando la terza edizione della manifestazione Padova Città delle Stelle al satellite Planck, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea, con una forte partecipazione nazionale, mandata in orbita lo scorso anno per lo studio della radiazione cosmica di fondo, i resti del fuoco primordiale esploso dopo il Big Bang.

Altri articoli:

Nessun commento:

Posta un commento