sabato 27 novembre 2010

Scoperta la vita anche nelle profondità inospitali dell'Oceano


Un team di scienziati è giunta nel più profondo strato di crosta oceanica mai esaminato fino ad ora, portando alla luce l'incredibile presenza di batteri con una notevole gamma di funzionalità, come la digestione di idrocarburi, gas naturali e capaci di "fissare" il carbonio.
La ricerca, appena pubblicata sulla rivista PLoS ONE, ha dimostrato che un significativo numero di forme batteriche erano presenti, anche a temperature vicino al punto di ebollizione dell'acqua. Lo studio fornisce nuove informazioni sui meccanismi evolutivi e dei limiti della vita sulla Terra. Questo può aiutare  gli astrobiologi ad indiviuare ambienti su altri mondi che potrebbero essere abitabili per la vita come noi la conosciamo.

"Questo è un nuovo ecosistema che quasi nessuno ha mai esplorato" ha dichiarato Martin Fisk, un professore del College of Oceanic and Atmospheric Sciences della Oregon State University. "Ci aspettavamo alcune forme batteriche, ma il lungo elenco di funzioni biologiche che svolgono così in profondità sotto la Terra è sorprendente".

La crosta oceanica copre circa il 70% della superficie della Terra e la sua geologia è stata esplorata solo in minima parte, ma quasi nulla si sa circa la sua biologia, perché di difficile esplorazione, assai costoso e in parte perché la maggior parte dei ricercatori avevano ritenuto vana la ricerca di vita a tali profondità.

La temperatura dei sedimenti e rocce aumenta con la profondità e ora gli scienziati ritengono che la temperatura massima alla quale la vita può esistere è di circa 250 gradi. Il fondo marino è generalmente composto da tre livelli, compreso uno strato superficiale di sedimenti; basalto formato da magma solidificato e un livello ancora più profondo di basalto che si è raffreddato più lentamente e viene chiamato il livello "gabbro", che costituisce la maggior parte della crosta oceanica.

Potenziali fonti dei pozzi di metano su Marte. Credito: Atreya, Mahaffy and Wong, Planetary Space Science, 55 (2007) 358–369.
 Lo strato di gabbro non si avvicina alla superficie nemmeno quando la crosta è solo circa due miglia di spessore. Ma in un sito nell'Oceano Atlantico nei pressi di un montagna sottomarina, la Atlantis Massif, sono stati ottenuti carotaggi da formazioni rocciose gabbre che erano più vicine alla superficie rispetto al solito, perché sollevate ed esposte dal movimento delle faglie. Questo ha permesso ai ricercatori di indagare per la prima volta sulla microbiologia di queste rocce.
 La spedizione ha perforato per più di 4.600 piedi in questa roccia che era molto profonda e molto antica, trovando una vasta gamma di attività biologica. I microbi degradavano gli idrocarburi, alcuni sembravano essere in grado di ossidare il metano e ci sono stati dei geni attivi nel processo di fissazione, con la conversione dei gas, sia azoto che carbonio.

I risultati sono di grandissimo interesse perché poco si sa circa il ruolo che la crosta oceanica profonda può giocare nello stoccaggio e nella fissazione del carbonio. L'aumento dei livelli di biossido di carbonio, un gas serra resente nell'atmosfera, a sua volta aumenta i livelli di biossido di carbonio negli oceani.

  I processi microbici nel fondo marino potrebbero svolgere un ruolo nel ciclo del carbonio sulla Terra. Credit: PLoS One; E15399 
Da questa ricerca appare chiaro che i microbi della crosta oceanica profonda hanno almeno un potenziale genetico di archiviazione del carbonio, dando credito ad un concetto di riduzione delle emissioni di carbonio nell'atmosfera, pompando anidride carbonica negli strati profondi del sottosuolo in cui potrebbe essere trattenuto in modo permanente.

I ricercatori hanno anche osservato che il metano trovato su Marte potrebbero essere ricavato da fonti geologiche e hanno concluso che i suoi ambienti sotterranei, dove è prodotto il metano, potrebbero sostenere i batteri come quelli trovati in questo studio.

"Questi risultati non offrono soluzioni facili o semplici ad alcuni dei problemi ambientali che sono di interesse cruciale per noi sulla Terra, come il riscaldamento a effetto serra o la fuoriuscita di inquinamento da idrocarburi", ha detto Fisk. "Tuttavia, essi indicano che c'è un mondo intero di attività biologica in profondità sotto l'oceano che non conosciamo e che abbiamo bisogno di studiare".

I processi microbici in questo ambiente subacqueo "hanno il potenziale per influenzare in modo significativo la biogeochimica dell'oceano e dell'atmosfera ", hanno scritto i ricercatori nella loro relazione.

Questo studio dimostra come la vita possa esistere ed evolversi anche in ambienti inospitali, dove le condizioni sono estreme e praticamente prive di risorse. Grossi dubbi sorgono a questo punto.
Potrebbe essere realmente sopravvissuta nelle profondità umide di Marte una vita batterica, se mai fosse sorta in passato? E' plausibile ritenere che possa esistere anche in altri ambienti come le presunte profondità oceaniche di Europa, o nei laghi di idrocarburi di Titano? Interrogativi in attesa di risposta che le future missioni interplanetarie cercheranno di risolvere.
Sta di fatto, che le profondità oceaniche, inospitali e desnude, assomigliano molto a quegli ambienti extraterrestri che i ricercatori sempre più spesso indicano come luoghi in cui possa essere presente la vita. Tutte le antiche credenze scientifiche sulla rarità della vita si vanno giorno dopo giorno sgretolando a favore di un Universo pieno di vita, ovunque.

Traduzione a cura di Arthur McPaul (collaboratore Centro Ufologico Ionico)

Fonte: Astrobio.net

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