domenica 7 marzo 2010

La superficie di Marte è modellata dai venti.


PASADENA, California.
Nuovi studi sulle increspature e sulle dune modellate dal vento su Marte testimoniano la variabilità del pianeta. E' stato infatti identificato un luogo in cui sono attivamente migrate e un altro in cui le onde sono stazionarie da 100.000 anni o più. I modelli di dune e delle onde più piccole presenti in alcune delle formazioni più grandi sono state fotografate dalle telecamere orbitanti intorno a Marte. Le indagini in corso risalgono a più di un decennio.

Due relazioni presentate al 41 Lunar and Planetary Sciences Conference di Houston, mettono in chiaro che dipende da dove si guarda. Entrambe le relazioni utilizzano le immagini dalla High Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE) del Mars Reconnaissance Orbiter, che permette l'esame di caratteristiche più piccole di un metro.

Una relazione di Simone Silvestro della International Research School of Planetary Sciences in Italia e di G. d'Annunzio University e dei suoi collaboratori, ha studiato la migrazione delle increspature e altre caratteristiche sulle dune scure nella zona Nili Patera dell'emisfero settentrionale di Marte. Hanno confrontato un'immagine presa il 13 ottobre 2007, con un'altra delle dune stesse adottate il 30 giugno 2007. La maggior parte di esse, nell'area di studio sono centinaia di metri di lunghezza con le creste delle onde approssimativamente parallele e distanziate a pochi metri di distanza.


Un attento confronto tra le immagini ha rivelato i luoghi in cui le increspature sulla superficie delle dune sono emigrate di circa 2 metri (7 piedi), il movimento più grande mai misurato in una increspatura o duna di Marte. I ricercatori hanno anche visto cambiamenti nella forma delle dune e dei bordi e strisce delle dune. "Le dune scure in questa zona di Marte sono connesse alle condizioni atmosferiche," ha detto Silvestro. "E 'eccitante avere tali immagini ad alta risoluzione per il confronto, in quanto mostrano Marte come un mondo attivo".

L'altra relazione di Matthew Golombek del NASA's Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, e collaboratori hanno verificato se le increspature si sono spostate nella zona dell'emisfero meridionale di Marte 'Meridiani Planum" dove il Mars Exploration Rover Opportunity ha lavorato dal 2004. Hanno usato le osservazioni da Opportunity e da HiRISE, un rilevamento di un'area di circa 23 chilometri quadrati (9 miglia quadrate). L'esame delle increspature lungo i bordi dei crateri è in grado di dimostrare se le onde erano in movimento prima che cratere è stato scavato o spostato dopo la sua formazione


"Le imaggini di HiRISE sono così buone, che possiamo stabilire la fascia di età della migrazioni più recenti delle increspature in questo settore per più di 100.000 anni e probabilmente meno di 300.000 anni fa." ha detto Silvestro. I venti stanno ancora soffiando sabbia e polvere. L'Oppportunity ha ripreso i cambiamenti sulle orme della sua ruota, osservate alcuni mesi dopo.

Golombek ha una ipotesi per spiegare come mai le onde ai Meridiani sono statiche, malgrado i venti, mentre quelli altrove sembrano essere attivamente in movimento. Opportunity ha visto che le onde lunghe della regione sono coperte da ciottoli resistenti all'erosione, soprannominati "mirtilli", che il rover aveva osservato su rocce più morbide accanto al sito di atterraggio. Queste sferule, la maggior parte da 1 a 3 millimetri (0,04-0,12 pollici) di diametro, potrebbero essere troppo grandi per muoversi con il vento. "I mirtilli sembrano formare uno strato di armatura che protegge i più piccoli grani di sabbia sotto di loro dal vento", ha detto.


Il principale ricercatore di HiRISE, Alfred McEwen, della University of Arizona, Tucson, ha detto, "Più guardiamo Marte a livelli di dettaglio alti, più possiamo apprezzare quanto il pianeta differisca da un luogo all'altro".

adattamento a cura di Arthur McPaul

Link: http://www.nasa.gov/mission_pages/MRO/news/mro20100304.html

4 commenti:

  1. E' evidente che su Marte esistano delle correnti atmosferiche e dei venti che soffiano un po come sulla Terra. Interpretando l'articolo, credo che il mistero sia principalmente nel capire il perchè, in alcune zone le dune si modellano e in altre no. La spiegazione proposta dai ricercatori allude a dei detriti chiamati in gergo " mirtilli ", che a causa del loro diametro più grosso, rispetto ai comuni granelli di sabbia, non vengono smossi. Tuttavia è anche possibile che si trovino in zone non battute dai flebili venti marziani.
    Vorrei ricordare ciò però non combacia con quelle che su Marte sono le tempeste globali, le quali smuovono così granelli nella flebile atmosfera, da oscurare completamente l'intera superficie dallo spazio.
    Mi pare poi poi che esistano altri fenomeni collegati al vento, come le piccole trombe d'aria, chiamate "dust devil", riprese in fotogrammi a sequenza animata sia dallo Spirit che dal'orbiteer.

    Marte è tutt'altro che un pianeta morto anche se forse la vita non è mai riuscita a formarsi.

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  2. Alcune dune potrebbero essersi stratificate e quindi sono diventate roccia a forma di duna! Potrebbe essere realistica come ipotesi?

    Andrea B

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  3. Potrebbe essere un'ipotesi interessante, ma non capisco per quale motivo della sabbia dovrebbe solidificarsi e diventare roccia a forma di duna...
    Cmq bisognerebbe chiedere ad un geologo...

    JooWood

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  4. Credo che i ricercatori della NASA, planetologi professionisti, sono le persone più idonee ad esprimere pareri fondati sulle variazioni morfologiche del paesaggio marziano e pertanto, seppur si proceda a spizzichi e bocconi brancolando a volte nel buio, la spiegazione citata, resta la più attendibile.
    Io non ho mai sentito parlare di dune "solide" o solidificate, pertanto è possibile che questi ciotoli più spessi impediscano al vento di sollevare frammenti più piccoli.
    Mi ha laciato invece sorpreso l'articolo precedente in cui si fa un dietro front sostanziale verso la formazione dei letti fluviali per merito della lava.
    Si ritorna dovo 30 anni al punto di partenza.

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