lunedì 22 aprile 2013

Napolitano Bis: Funerali di Stato


Il malato moribondo, la Seconda Repubblica è in sala di rianimazione. Il primario che lo sta tenendo sotto controllo è Giorgio Napolitano, ancora per poco.

Mentre la magistratura intanto ha "casualmente", propio oggi cancellato ogni prova dei misfatti di Napolitano nell'inchiesta Stato-Mafia, con l'ex ministro Nicola Mancini, le Borse sembrano felici di questa rielezione e i valori dello Spread scendono a 280 punti, come se a qualcuno fregasse dei giochi finanziari.

Tutti felici in Parlamento, mentre per le strade c'è un grigiore e una tristezza terribile, con il lavoro esaurito come la pazienza della gente. A Roma piove e chissà che sia una metafora delle lacrime amare per la delusione di questa interminabile stagione d'inverno politico.

Era il consigliere economico di Bettino Craxi, Giuliano Amato, quando nel luglio del 1992 ordinó il prelievo forzoso sui conti correnti degli italiani del 6 per mille e sarà lui probabilmente il "nuovo che avanza", cui Napolitano affiderà il
compito di formare l'ennesimo governo flop e salva Repubblica.

Di fatto, il Presidente europeista e garantista del Palazzo, si è dimesso in mattinata grazie al si! dei costituzionalisti e nel pomeriggio è stato reinvestito, in una cerimonia fasulla che sembrano un funerale, piuttosto che una festa di Stato.
Tutti al Palazzo, stanno tirando un sospiro di sollievo, tranne che milioni di italiani, ma questo non importa, almeno a loro.

E i cittadini del MoVimento Cinque Stelle, prendono pugni in faccia da pochi padroni che alzano la voce.
Alemanno, il sindaco vigliacco di Roma, dopo aver fatto di tutto per boicottare nell'ombra le manifestazioni spontanee contro lo schifo che sta accadendo, ha dichiarato che in Piazza Santi Apostoli, ieri, c'erano solo due o trecento persone, quando invece erano migliaia. Ma sono solo numeri senza significato, perché se gli italiani avessero avuto soldi per spostarsi, sarebbero giunti a Roma in milioni e avrebbero anche dato fuoco a tutto.

Per fortuna dei soliti noti, i tempi sono cambiati e i cittadini hanno un minimo di rispetto e stanno tenendo i bastoni ancora chiusi nel cortile.

La situazione del nostro Paese è critica. Ci sono casi di povertà ovunque, le aziende chiudono e quattro pagliacci si permettono di fare inciuci. Alcuni senatori e deputati sabato hanno rischiato il linciaggio nelle piazze adiacenti a Montecitorio. Devono ringraziare davvero la buona sorte, se Berlusconi o Francescini (e soci) si sono presi sono insulti da bar e bottigliette vuote anziché calci nel sedere. Piazza Loreto è sempre li pronta per gli impostori che mandano lo stato allo sfacelo ed è bene che se lo ricordino.

Ma questa volta, non ci saranno altre lapidazioni di piazza, ma saranno mandati tutti via grazie alla complessa macchina della democrazia, perché i padri costituenti, non volevano questa Italia, non volevano questa Europa, non sognavano questa fine tragica.

Al muro Berlusconi, che in quasi vent'anni ha coltivato il disastro, intervallato dagli accordi di Prodi con la Troika e dal colpo di grazia di Monti. Truffe ai danni del cittadino, opere pubbliche e palazzi iniziati e mai terminati, con la complicità delle giunte regionali e della mafia.

Immigrati lasciati entrare a centinaia di migliaia per abbassare il costo del lavoro. Appalti e concussioni con la malavita in ogni situazione per le tangenti, come quelle con l'India o per il finto traforo della TAV.
Gente che fa crollare le banche, dilapida il risparmio pubblico e poi va a piangere da Napolitano.
Cittadino lasciati allo sbaraglio e tartassati fino al 60-70% drl loro misero reddito.
Aziende che sfruttano i pochi che ancora lavorano e nessuno dice niente, per paura che le multinazionali facciano la voce grossa.

Quei signori sopravvissuti in Parlamento ne sono tutti responsabili e lo sanno ma ora rantolano nel buio, si aggrappano a Napolitano, sperando che continui ad ignorare ad esempio il MoVimento Cinque Stelle.
Non sarà oggi né domani, ma i soldi non arriveranno e la gente non la si potrà più comprare.
Ció determinerà un collasso a breve, dei vecchi partiti e non rimarranno che briciole.

Ricordo ancora la Rivoluzione in diretta mondiale in Russia, nell'agosto del 1991, quando i golpisti uscivano dal Parlamento e i cecchini di Boris Eltsin li sparavano freddandoli a sangue. Era finito il comunismo e si era consumato nel sangue un'epoca di terrore.
Non si dovrà mai più arrivare a tanto e soprattutto ricordiamo la sempre storia e quello che ci insegna, prima di manipolare la tv e la mente dei cittadini ormai in mutande..

A cura di Arthur McPaul


Foto in Alto
La commedia e la tragedia. De Chirico

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