Un misterioso oggetto protoplanetario, ricco di isotopi disomogenei di ossigeni, è il progenitore di numerosi frammenti meteorici ritrovati in Sudan.
Doug Rumble della Carnegie Geophysical in collaborazione con Muawia Shaddad dell'Università di Khartoum, hanno esaminato un frammento di asteroide, chiamato 2008 TC3, determinando che deriva da una categoria molto rara di meteoriti chiamati "ureilites".
Gli ureilites hanno una composizione molto diversa dalla maggior parte dei meteoriti più comuni.
Si ritiene infatti che questa famiglia meteoritica possa aver avuto origine dallo stesso corpo genitore, presumibilmente un proto-pianeta.
Rumble ha ampliato il suo lavoro per esaminare altri 11 frammenti di meteorite, con particolare attenzione per la presenza di isotopi di ossigeno. Gli isotopi sono atomi dello stesso elemento che hanno neutroni in più nei loro nuclei.
Rumble ha spiegato: "Gli isotopi di ossigeno possono essere utilizzati per identificare il corpo padre del meteorite e determinare se tutti i frammenti provengano effettivamente dalla stessa fonte. Alcuni corpi del Sistema Solare come Vesta, la Luna, Marte e gli asteroidi di grandi dimensioni hanno una firma distintiva di isotopi di ossigeno che possono essere riconosciuti anche quando altri fattori, quali la composizione chimica e il tipo di roccia, si presentassero differeti tra loro".
Rumble e il suo team hanno predisposto questi 11 piccoli frammenti di meteorite in una camera di reazione in cui sono stati riscaldati con un laser per liberare l'ossigeno misurato con uno spettrometro di massa, al fine di stimare le concentrazioni di questi isotopi di ossigeno.
I risultati hanno mostrato che l'intera gamma di isotopi di ossigeno presenti nelle ureilites erano presenti anche nei frammenti studiati.
"Era già noto che i frammenti nel deserto nubiano provenissero dallo stesso asteroide, ma adesso sappiamo che l'asteroide originario aveva anche una diversità di isotopi di ossigeno", spiega Rumble.
Tale diversità degli isotopi di ossigeno deriva probabilmente dalle circostanze in cui si è originato il corpo del genitore. Rumble teorizza che i componenti di questa roccia madre siano stati riscaldati al punto di fusione e poi raffreddati così rapidamente in cristalli, che gli isotopi di ossigeno presenti non si sono potuti distribuire in modo uniforme.
Questo studio è stato sostenuto attraverso una sovvenzione dal programma Cosmochemistry della NASA, una borsa di studio dalla NASA nell'ambito del programma Planetario di Geologia e Geofisica e una borsa di studio del programma della NASA Planetary Astronomy. I campioni sono stati messi a disposizione dall'Università di Khartoum.
A questo punto le domande che sorgono sono innumerevoli. Qual è il diametro di questo oggetto? E' ancora in orbita nel Sistema Solare? Qual è la sua massa? Potrebbe essere parte del mitico oggetto che si schiantò contro la Terra oltre 4,5 miliardi di anni fa dando vita alla Luna? Si tratta forse di un asteroide non ancora noto di grande massa?
Speriamo presto che gli scienziati che si stanno occupando del caso possano presto rispondere a queste e ad altre interessanti domande in merito.
Doug Rumble della Carnegie Geophysical in collaborazione con Muawia Shaddad dell'Università di Khartoum, hanno esaminato un frammento di asteroide, chiamato 2008 TC3, determinando che deriva da una categoria molto rara di meteoriti chiamati "ureilites".
Gli ureilites hanno una composizione molto diversa dalla maggior parte dei meteoriti più comuni.
Si ritiene infatti che questa famiglia meteoritica possa aver avuto origine dallo stesso corpo genitore, presumibilmente un proto-pianeta.
Rumble ha ampliato il suo lavoro per esaminare altri 11 frammenti di meteorite, con particolare attenzione per la presenza di isotopi di ossigeno. Gli isotopi sono atomi dello stesso elemento che hanno neutroni in più nei loro nuclei.
Rumble ha spiegato: "Gli isotopi di ossigeno possono essere utilizzati per identificare il corpo padre del meteorite e determinare se tutti i frammenti provengano effettivamente dalla stessa fonte. Alcuni corpi del Sistema Solare come Vesta, la Luna, Marte e gli asteroidi di grandi dimensioni hanno una firma distintiva di isotopi di ossigeno che possono essere riconosciuti anche quando altri fattori, quali la composizione chimica e il tipo di roccia, si presentassero differeti tra loro".
Rumble e il suo team hanno predisposto questi 11 piccoli frammenti di meteorite in una camera di reazione in cui sono stati riscaldati con un laser per liberare l'ossigeno misurato con uno spettrometro di massa, al fine di stimare le concentrazioni di questi isotopi di ossigeno.
I risultati hanno mostrato che l'intera gamma di isotopi di ossigeno presenti nelle ureilites erano presenti anche nei frammenti studiati.
"Era già noto che i frammenti nel deserto nubiano provenissero dallo stesso asteroide, ma adesso sappiamo che l'asteroide originario aveva anche una diversità di isotopi di ossigeno", spiega Rumble.
Tale diversità degli isotopi di ossigeno deriva probabilmente dalle circostanze in cui si è originato il corpo del genitore. Rumble teorizza che i componenti di questa roccia madre siano stati riscaldati al punto di fusione e poi raffreddati così rapidamente in cristalli, che gli isotopi di ossigeno presenti non si sono potuti distribuire in modo uniforme.
Questo studio è stato sostenuto attraverso una sovvenzione dal programma Cosmochemistry della NASA, una borsa di studio dalla NASA nell'ambito del programma Planetario di Geologia e Geofisica e una borsa di studio del programma della NASA Planetary Astronomy. I campioni sono stati messi a disposizione dall'Università di Khartoum.
A questo punto le domande che sorgono sono innumerevoli. Qual è il diametro di questo oggetto? E' ancora in orbita nel Sistema Solare? Qual è la sua massa? Potrebbe essere parte del mitico oggetto che si schiantò contro la Terra oltre 4,5 miliardi di anni fa dando vita alla Luna? Si tratta forse di un asteroide non ancora noto di grande massa?
Speriamo presto che gli scienziati che si stanno occupando del caso possano presto rispondere a queste e ad altre interessanti domande in merito.
Traduzione a cura di Arthur McPaul
Fonte:
"http://www.sciencedaily.com/releases/2010/12/101215151305.htm"
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