lunedì 19 aprile 2010

Anche l'Hekla sta eruttando!!! E se eruttasse anche il Katla? il punto della situazione 19 aprire ore 19:00


Fonti ANSA di pochi minuti fa (18:30 ora locale) affermano che anche l'Hekla, vulcano limitrofo è in eruzione. Ma Non tutti sanno che vicino al vulcano Eyjafjallajökull che in questi giorni sta gettando nel panico tutta l'Europa, esiste un secondo vulcano, chiamato Katla, la cui attività è strettamente correlata al primo.
Le ultime tre volte che l'Eyjafjallajökull ha eruttato (nel 920, nel 1612 e nel 1823), ha puntualmente messo in moto anche il vulcano Katla, ben più grande e insidioso. L'eruzione del 1755 ad esempio, fece sciogliere il ghiacciaio che lo ricopriva, gettando in mare una quantità impressionante di acqua.
«Il vulcano Katla è tenuto sotto controllo dai nostri sistemi di monitoraggio», assicura Magnus Tumi Gudmundsson, professore di geofisica all'Università di Reykjavik. «Al momento, non ci sono segnali che l'eruzione in corso stia avendo effetti sul vulcano Katla». Secondo le autorità islandesi, nonostante stia crescendo la fuoriuscita di lava, i crateri dell'Eyjafjallajökull non si stanno allargando. «L'anidride solforosa può avere effetti devastanti sul clima – ammette Thor Thordarson, un esperto di vulcani islandesi che lavora all'Università di Edinburgo – ma al momento non pare che si possano avere effetti climatici significativi da questa eruzione. Se il fenomeno si arresterà presto, non avrà impatti rilevanti sull'atmosfera». Resta il fatto che nessuno è in grado di predire con certezza cosa accadrà. L'ultima volta che l'Eyjafjallajökull ha eruttato, è andato avanti per mesi.

Questi vulcani fanno parte del sistema vulcanico del Laki.

L’eruzione ebbe inizio l’8 giugno 1783, quando avvenne l’apertura di una faglia con 130 crateri a causa di esplosioni freatomagmatiche provocate dal contatto tra il magma e l’acqua del sottosuolo. Iniziata con esplosioni di tipo pliniano, l’eruzione si fece meno violenta nel corso dei giorni seguenti, assumendo caratteristiche prima stromboliane e poi hawaiiane. Enormi fontane di lava cominciarono ad espellere enormi quantità di basalto. L’eruzione è stata classificata al sesto livello nell’Indice di Esplosività Vulcanica (VEI). Le emissioni di aerosol di acido solforico avvenute negli otto mesi successivi comportarono rilevanti effetti nel clima e nella società dell’intero emisfero boreale.

Durante l’eruzione, conosciuta in Islanda anche come Skaftáreldar ("fuochi del fiume Skaftá") o Siðueldur, vennero espulsi, secondo alcune stime, 14 chilometri cubi di basalto, mentre il volume totale del tephra emesso fu pari a 0,91 chilometri cubi.. Altre stime affermano che le fontane di lava raggiunsero un’altezza compresa tra 800 e 1.400 metri. La colonna di gas, polveri e cenere raggiunse un’altitudine di circa 15 chilometri, oltrepassando dunque il limite della troposfera, e gli aerosol solforici furono dispersi nell’atmosfera di tutto l’emisfero settentrionale. La foschia e la ricaduta di polveri sulla Gran Bretagna valsero all’estate del 1783 il nome di “sand-summer”-

L’eruzione continuò fino al 7 febbraio 1784, sebbene la maggior parte del basalto fu emesso nei primi cinque mesi dall’inizio dell’evento. Il Grímsvötn continuò ad eruttare fino al 1785. Le 8 milioni di tonnellate stimate di fluoro gassoso e le 120 milioni di diossido di zolfo emesse nel corso del fenomeno andarono a costituire sull’Europa quella che fu chiamata “la foschia di Laki”.

L’eruzione ebbe effetti catastrofici in Islanda. Il fluoro contaminò i pascoli, causando fluorosi ossea e dentale negli animali che uccise più del 50% del bestiame dell’isola. Anche alcuni abitanti furono avvelentati dal fluoro, ma la maggior parte delle vittime tra la popolazione, che fu ridotta del 25%, fu dovuta alla grave carestia che seguì alla morte del bestiame.

Secondo le stime, 120 milioni di tonnellate di diossido di zolfo furono emesse dall’eruzione nell’atmosfera: quantità equivalente a tre volte le emissioni industriali europee del 2006 o ai gas emessi da un’eruzione come quella del Pinatubo nel 1991 che si ripetesse ogni tre giorni. I gas vulcanici causarono una serie di anomalie meteorologiche su tutto il continente, oltre a creare una densa foschia su tutta l’Europa occidentale, che provocò molte migliaia di morti tra il 1783 e l’inverno del 1784.

L’estate del 1783 fu la più rovente mai registrata fino ad allora su gran parte del continente: un’inusuale area di alta pressione si stabilì sull’Islanda, facendo sì che i venti trasportassero la nube venefica verso sud-est. Questa si diresse dapprima verso la Norvegia; poi si estese sui cieli dell’Europa centrale. Praga e la Boemia furono raggiunte il 17 giugno, Berlino il 18, Parigi il 20, Le Havre il 22 e la Gran Bretagna il 23. La nebbia era così fitta che le navi furono bloccate nei porti, e il Sole acquistò una tonalità rosso sangue.

Il diossido di zolfo non mancò di causare vittime tra la popolazione inglese. La città di Chartres registrò 40 morti tra agosto e settembre. Le vittime furono soprattutto tra coloro che lavoravano all’aperto. Nel Bedfordshire, nel Lincolnshire e lungo la costa orientale dell’isola si ebbe un tasso di mortalità 2-3 volte più alto del normale. Le vittime totali causate dall’aerosol vulcanico furono, secondo alcune stime, 23.000.
L’aerosol di diossido di zolfo causò un incremento del calore estivo su tutto il continente; violenti temporali e grandinate si abbatterono sulla Gran Bretagna fino all’autunno. In alcuni casi la grandine uccise capi di bestiame. L’inverno che seguì fu uno dei più rigidi nella storia del Paese: la città di Selborne, nell’Hampshire, visse 28 giorni di gelo consecutivi, e 8.000 furono i morti causati dal freddo in tutta la nazione. La Germania e il resto dell’Europa centrale ricevettero abbondanti nevicate, che causarono disastrose inondazioni nel periodo del disgelo.
Gli effetti dell’eruzione del Laki sul clima europeo si fecero sentire anche negli anni successivi. In Francia si ebbe un surplus di raccolto nel 1785, con conseguente caduta dei prezzi dei raccolti, che impoverì i contadini; seguirono poi siccità, rigidi inverni ed estati pessime. Nel 1788 si verificò una violenta grandinata che devastò le messi. Questa successione di anni con avverse condizioni meteorologiche contribuì ad espandere la povertà e la carestia causate dallo scoppio della Rivoluzione Francese nel 1789. Alcuni studiosi aggiungono a tutto ciò la presenza, tra il 1789 e il 1793, di un intenso episodio di El Niño, che avrebbe amplificato le anomalie climatiche in corso.

L’inverno del 1784 risultò uno dei più rigidi per il continente, e il più lungo. Il New England visse il suo periodo più lungo di temperature sotto zero; il New Jersey registrò l’accumulo nevoso più consistente mai rilevato fino ad allora e la Baia di Chesapeake rimase gelata per molto tempo. Fu allestita una pista di pattinaggio sul ghiaccio a Charleston Harbor, una violenta tormenta colpì gli Stati più meridionali e addirittura il Mississippi gelò a New Orleans, portando alla comparsa di ghiaccio nel Golfo del Messico.

Sembra che l’eruzione del Laki influì anche sul clima africano ed asiatico: la circolazione monsonica indiana fu indebolita, e questo portò ad anomalie negative nelle precipitazioni sull’area del Sahel. Il fiume Nilo ridusse drasticamente la sua portata. Le anomalie climatiche potrebbero aver acuito la carestia dell’epoca Temnei in Giappo.

Il Mýrdalsjökullsopra al vulcano Katla

Le notizie più pessimistiche che giugono dgli osservatori in Islanda affermano che il vulcano Katla in islanda vicino all'Eyjafjallajokull erutterà nel giro di 7 giorni. L'eruzione e le turbolenze del vulcano Eyjafjallajokull potrebbero svegliare il suo vicino Katla. Se così fosse, le conseguenze a livello globale potrebbero essere devastanti. L'attività del Katla è aumentata del 200% negli ultimi 2 giorni.
I terremoti avvenuti dall'inizio dell'anno e la seguente eruzione dell'Eyjafjallajokull sembra stiano scatenando il ben più grande vicino Katla. In questi ultimi 2 giorni, il Katla ha palesato un drammatico aumento del 200% di attività.i Geofisici dell'Iceland’s Institute of Earth Sciences definiscono il Katla un vulcano pericoloso e disastroso a livello sia locale che globale.

L 'ultima eruzione del katla avvenne nel 1821 subito dopo un eruzione del Eyjafjallajokull. il Katla ha un collegamento in sequenza dal punto di vista eruttivo con il Eyjafjallajokull. Comunque il Katla è diverso, esso è molto più grande e farebbe sembrare l'eruzione attualmente in corso una bazzecola a confronto.Gli scienziati dicono che sebbene le eruzione dell'Eyjafjallajokull siano meno frequenti, le eruzioni del Katla sono decisamente peggiori e più grandi. Storicamente il Katla si è svegliato ogni volta che lo ha fatto l'Eyjafjallajokull, e a volte per conto suo. E' per questo che si crede che il Katla erutterà e lo farà molto presto. A causa dell'aumento di attività, i locali dicono che il Katla erutterà approssimativamente nell'arco di 7 giorni.

Se questo accadesse, probabilmente bisognerà dar credito ai catastrofisti e risvolperare un pò le antiche profezie.

(arrivano le polveri in Toscana... fonte ANSA - Saranno così anche in Italia?)

Ed ora le news ANSA:

Dai primi dati modellistici la nube proveniente dall'Islanda e' presente gia' da oggi nei cieli italiani. Lo afferma il Cnr.Il picco e' previsto sulla penisola e fino alla Grecia tra martedi' notte e mercoledi' mattina. Uno strato e' stato gia' individuato tra i 1.700 e i 3.400 metri di quota sulla Toscana.Secondo l'Istituto di Metodologie per l'Analisi Ambientale del Cnr i dati riguardano lo spostamento della nube ma non ancora la quantita' e la concentrazione delle particelle.


ROMA - Il presidente dell'Enac, Vito Riggio, ha annunciato che dalle 9.00 di questa mattina i cieli del Nord Italia tornano a essere chiusi. Parlando a Rtl, Riggio ha spiegato: "Purtroppo gli ultimi due bollettini meteo hanno ribaltato le buone notizie di ieri sera, costringendoci a ordinare la chiusura immediata dei cieli del nord del nostro Paese dalle 9.00".
Lo stop agli scali del Nord Italia - ha spiegato successivamente una nota dell'Enac - resterà in vigore fino 8.00 di domani mattina. "A causa di un peggioramento registrato nel corso della notte dal Bollettino MetOffice sul movimento delle ceneri trasportate dall'eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull - si legge nel comunicato - l'Enac comunica di aver disposto nuovamente e con urgenza la chiusura dello spazio aereo del Nord Italia, da quota 0 a quota 22.000 piedi, dalle 9:00 antimeridiane odierne alle ore 8:00 antimeridiane (ora italiana) di domani martedì 20 aprile. Il provvedimento dell'Enac, analogamente a quanto disposto dalle altre autorità dell'aviazione civile dei partner europei - prosegue la nota - é stato assunto in base alle norme internazionali vigenti per la sicurezza del trasporto aereo e delle più recenti disposizioni aeronautiche adottate per fronteggiare l'emergenza determinata dall'attività vulcanica in Islanda, in particolare il 'contingency plan' disposto dall'ICAO".

PROBABILE STOP VOLI ANCHE DOMANI
- Se le previsioni resteranno quelle attuali neanche domani sara' possibile volare sul nord Italia e dunque gli aeroporti resteranno chiusi. Lo ha detto il direttore generale dell'Enac, Alesessio Quaranta, nel corso del comitato operativo della Protezione Civile, convocato per fare il punto della situazione dopo i disagi provocati al trasporto aereo dall'eruzione del vulcano islandese. Una decisione definitiva per quanto riguarda la giornata di domani verra' presa comunque nella serata di oggi. ''Secondo le previsioni attuali non abbiamo possibilita' di riaprire - dice Quaranta - ma entro le 21 di oggi avremo notizie piu' dettagliate e valuteremo il da farsi, comunicando tempestivamente tutte le informazioni necessarie''. A chi gli chiedeva se le misure fossero eccessive, anche in relazione alle polemiche sorte sulle valutazioni effettuate dalle autorita' londinesi, Quaranta ha risposto sottolineando che ''di fronte alla garanzia di sicurezza dei passeggeri tutto passa in secondo piano''. ''Tutti i Paesi europei - ha aggiunto - hanno adottato i provvedimenti sulla base dei bollettini provenienti dal Met Office di Londra. Lo ha fatto la Francia, la Germania, e lo abbiamo fatto anche noi''.

CACCIA NATO COLPITO DA EFFETTI NUBE
Un caccia F-16 della Nato ha subito gli effetti della nube di cenere vulcanica islandese durante un volo in Europa. Lo indica un responsabile militare Usa. In uno dei motori dell'F-16 sono state trovate tracce di polvere vetrificata proveniente dalla nube di cenere sprigionata dal vulcano in Islanda. Il ritrovamento sottolinea i timori legati alle possibili conseguenze per i velivoli che attraversano la nube, ha notato ancora il responsabile militare Usa. "F-16 dell'alleanza erano in volo e hanno trovato tracce di polvere vetrificata nel motore", ha riferito la stessa fonte, "si tyratta di un velivolo".

ALITALIA SOSPENDE VOLI DA E PER NORD ITALIA - A seguito di quanto comunicato dall' Enac sulla nuova chiusura dello spazio aereo del Nord Italia, Alitalia informa che fino alle ore 08.00 di domani martedì 20 aprile sono cancellati i voli da e per Milano Linate, Milano Malpensa, Bergamo, Torino, Genova, Verona, Venezia, Trieste, Firenze, Ancona e Bologna. Restano sospesi anche i collegamenti con le città di Londra, Amsterdam, Parigi e Bruxelles fino alla riapertura dei rispettivi aeroporti. Alitalia ribadisce che a tutti i passeggeri coinvolti dalle cancellazioni dovute all'eruzione vulcanica viene garantito il rimborso integrale del biglietto in caso di rinuncia a voli alternativi o la possibilità di riprogrammare il volo, senza alcuna penale, entro il 31 maggio.
Ai passeggeri con biglietto da o per altre destinazioni dell'Europa centrale o del Nord, Alitalia suggerisce di controllare lo stato del proprio volo prima di recarsi in aeroporto, collegandosi al sito Internet www.alitalia.it o chiamando il numero verde 800.650055. Al fine di mitigare i disagi per i passeggeri Alitalia ha potenziato le strutture dei Call Center e aumentato il personale dedicato all'assistenza presso gli scali di Roma e Milano.

IN MATTINATA I PRIMI VOLI, POI NUOVO STOP - Nelle due ore di apertura dello spazio aereo nel nord Italia, stamani dalle 7 alle 9, negli aeroporti milanesi di Malpensa e Linate sono riusciti ad atterrare o decollare solo 32 velivoli. Secondo i dati della Sea, società di gestione degli scali di Milano, sono stati in particolare 6 i voli arrivati e 12 quelli partiti da Malpensa: l'ultimo ad atterrare è stato un aereo Iberia da Madrid alle 9.30, ultimo a partire un Alitalia per Roma Fiumicino alle 8.50. A Linate invece sono state 7 le partenze e 7 gli arrivi, ultimo ad atterrare un volo Alitalia da Fiumicino alle 9.24 e ultimo a partire un Meridiana Fly per Catania alle 9.07.
Anche all'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova è stata interrotta l'operatività dei voli. Stamani dal capoluogo ligure, tra le 7 e le 9, sono partiti in tutto cinque aerei, quattro per Roma e uno diretto a Napoli e ne sono arrivati due, uno dalla capitale e uno dal capoluogo campano.
Un unico volo è partito stamani da Bolzano nella breve finestra di riapertura dello spazio aereo. Poco dopo le 6.35 è decollato un volo Air Alps per Roma. Una volta che l'aeromobile è giunto a Fiumicino e imbarcati i passeggeri per il ritorno a Bolzano, ai piloti è stata comunicata la nuova chiusura dello spazio aereo. Il velivolo è stato così deviato a Innsbruck in Austria.
Tre voli partiti prima del nuovo stop: è la situazione dello scalo di Capodichino, dove al momento, in seguito alla nuova chiusura disposta dall'Enac degli aeroporti del Nord, risultano cancellati 31 voli in partenza e 27 in arrivo. Si registrano file di viaggiatori che, dopo le notizie sulla riapertura degli scali, erano giunti a Capodichino contando di poter partire.
Tra le 7 e le 9 di stamane all'aeroporto Marco Polo di Tessera, terzo scalo italiano per traffico, sono partiti quattro aerei e atterrato uno solo sui 192 collegamenti operati normalmente nell'arco della giornata. A decollare sono stati due voli di Alitalia per Roma e Palermo, un volo su Madrid di Iberia e un WinJet su Catania. Al Valerio Catullo di Verona la chiusura dello scalo è stata programmata a partire dalle 11.
Sei voli atterrati e quattro previsti in arrivo cancellati, 12 decollati e cinque in partenza cancellati. E' il bilancio dell'attività operativa delle prime ore del giorno dell'aeroporto di Catania prima della decisione dell'Enac di tornare a chiudere gli scali del nord Italia per l'emergenza cenere lavica emessa dal vulcano islandese. Tra i voli rimasti a terra anche il Catania-Monaco KM01308 il cui embargo annunciato è stato annullato. A Fontanarossa i primi voli a partire erano stati quelli per Forlì, Venezia e Verona di Windjet, la compagnia aerea siciliana che ha base d'armamento nello scalo etneo. Da Catania sono partiti anche voli per Torino e Bologna di Meridiana e Alitalia prima dell'ultimo stop imposto dall'Enac. Confermate le rotte internazionali su Colonia, in Germania, e su Tel Aviv, in Israele. Sul fronte degli arrivi stamani sono atterrati a Catania i voli da Napoli, Cagliari e, fino alle 8.47, anche da Milano Linate. Cancellate, come anticipato ieri sera, le destinazioni su Londra di British Airways e su Zurigo della Edelweiss. In linea teorica sono 79 le partenze che erano previste da Fontanarossa, e 78 gli arrivi.

CAOS A FIUMICINO - Un'altra giornata caotica all'aeroporto di Fiumicino: file ai banchi internazionali di Alitalia e delle altre compagnie aeree costrette a cancellare per il quarto giorno consecutivo i collegamenti con il Nord Europa, ma una lunghissima coda anche alla stazione ferroviaria, dove si accalcano i passeggeri giunti oggi a Roma e diretti nelle città della penisola non raggiungibili via aereo. Qui gli annunci dagli altoparlanti della hall e alcuni cartelli che informano che "fino al 23 aprile tutti i collegamenti ferroviari dall'Italia al Nord Europa sono pieni", non dissuadono i viaggiatori in attesa. Anche la speranza di raggiungere gli scali di Milano o Torino o Venezia è durata non più di due ore: chi è rimasto di nuovo a terra ha cercato in qualche modo una soluzione alternativa. Diversa la situazione nella hall dei voli internazionali, dove si ripetono scene ormai usuali: bivacchi, bambini che si riposano sulle valigie, gente che sosta davanti ai monitor nella illusione che dal volo per la propria destinazione scompaia la scritta in rosso "cancelled". A dare una mano ai viaggiatori in difficoltà, oltre a personale aeroportuale e hostess dell'Alitalia, volontari della Protezione Civile che a più riprese distribuiscono bevande fresche e generi di conforto. Restano allineate, nel terminal 2, le brandine mentre all'esterno sostano alcuni mezzi della colonna mobile della Protezione Civile, oltre a un'ambulanza dei volontari del gruppo Misericordia.

BRITANNICI BLOCCATI, REGNO UNITO METTE IN CAMPO MARINA
La Gran Bretagna ha cominciato a impegnare navi della Marina per soccorrere i britannici bloccati sul continente a causa della paralisi del traffico aereo data dall'eruzione vulcanica in Islanda. Tre unità della Royal Navy verranno utilizzate per riportare a casa cittadini britannici bloccati dalla nube di cenere che ha chiuso lo spazio aereo nazionale e quello di gran parte d'Europa. Si tratta della Ark Royal, della Ocean e della Albion, tutte già partite da porti non specificati sulla Manica e dirette in Spagna. La decisione è stata presa dopo una riunione del Cobra, il comitato per le emergenze nazionali. Brown ha confermato di aver avuto conversazioni con il premier spagnolo José Luis Zapatero sulla possibilità di usare Madrid - il cui aeroporto è aperto - come 'hub' per i voli britannici bloccati in paesi terzi, soprattutto in Asia ed Africa. Questi viaggiatori potrebbero raggiungere la Spagna in aereo e poi essere riportati a casa con le navi militari. La Albion dovrebbe far rientrare un reggimento che è rimasto bloccato in Afghanistan, dove aveva finito i suoi mesi di servizio. "Credo si tratti del più grande sconvolgimento dei trasporti che abbiamo mai affrontato - ha affermato Brown - Ha conseguenze finanziarie, oltre che umane, e faremo tutto ciò che è in nostro potere per aiutare le persone a tornare a casa, ovunque sia possibile".

(fuoco e fulmini nella bocca del vulcano islandese - fonte ANSA)

2 commenti:

  1. Ho sentito in Tv su astudio Aperto che si è da poco aperta un'altra caldera vicino. Qualcuno sa dire qualcosa in più?

    Enzo

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  2. mala tempora currunt et peiora securruntur...purtroppo essendo ciclico questo tipo di eventi ci sono generazioni più sfigate di altre...figurarsi se non toccava a noi che tra vulcani meteore in arrivo ribaltamento dei poli ghiacciai che spariranno ed altre amene cose stiamo facendo bingo. E' la natura la padrona del mondo noi siamo solo ospiti su un sasso vivente e spesso non ne siamo degni
    Beatrice

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