giovedì 22 aprile 2010

Il “Raggio a Patata” definirà un Pianeta Nano


Gli astronomi hanno proposto la prima definizione oggettiva di un pianeta, che separa gli oggetti simili a patate, da quelli sferici. Decidere cosa è e cosa non è un pianeta è un problema su cui la International Astronomical Union ha generato tantissimo dibattito. La sfida è trovare un modo per definire un pianeta che non dipende da regole arbitrarie. Per esempio dire che gli oggetti più grandi di una certa grandezza sono pianeti ma quelli più piccoli non lo sono. Il problema è che le regole non arbitrarie sono molti difficili da trovare.

Nel 2006, la IAU, scateno un putiferio cambiando la definizione di pianeta,rimuovendo Plutone dal grado di pianeta, e facendolo diventare un membro di seconda classe del Sistema Solare. Plutone non è più un pianeta, ma un pianeta nano, insieme ad un altro mucchio di oggetti che orbitano il Sole.

La nuova definizione della IAU, di che cos’è un pianeta si basa su tre criteri: Deve orbitare intorno al Sole, Deve avere sufficiente massa da essersi formato in una forma quasi sferica per la gravità, e Deve aver liberato la sua orbita da altri oggetti.
Plutone soddisfa i primi due criteri, ma non il terzo, perché passa nell’orbita di Nettuno.(Anche se, stranamente, Nettuno passa)
Questi tipi di oggetti sono ufficialmente chiamati pianeti nani e la loro definizione e molto arbitraria. Nella sua infinita saggezza, la IAU ha dichiarato che i pianeti nano sono tutti gli oggetti trans-Nettuniani con un magnitudo assoluto di meno di +1(un raggio di almeno 420 km).
Oggi,Charles Lineweaver e Marc Norman della Australian National University in Canberra, si sono concentrati su un nuovo modo per definire i pianeti nano che cambierebbe drammaticamente il modo in cui pensiamo a questi oggetti. 

Alla fine, si parla di separare gli oggetti di forma a “patata”, nel Sistema Solare, da quelli di forma sferica. Quello che Lineweaver e Norman hanno fatto è mostrare a partire dai principi primi,come questa linea divisoria cade naturalmente tra gli oggetti che sono più grandi o più piccoli di 200 km in raggio.
Il loro approccio è stato quello di guardare ai oggetti a patata o sferici nelle immagini dei corpi del Sistema Solare. Le prove empiriche suggeriscono che la linea di demarcazione cade sui 200 km.
Lineaweaver e Norman in seguito hanno calcolato la forza dei materiali di questi oggetti nei primi anni della loro vita quando la loro forma è stata determinata. Hanno cosi calcolato le altre forze al lavoro in questi oggetti, come le forze gravitazionali e le forze associate ai rapidi movimenti di rotazione.


E’ venuto fuori che, visto da questo punto di vista, il limite di 200 km, ci sta molto bene. Qualsiasi cosa più piccola, quasi sicuramente non sarebbe stata spremuta abbastanza da forze abbastanza grandi da farla diventare una sfera. D’altro canto, qualsiasi cosa più grande è diventata una sfera.
Lineweaver e Norman sono quindi arrivati alla conclusione che i pianeti nani sono essenzialmente qualsiasi corpo che è più di 200 km in raggio che non ha liberato la sua orbita da altri corpi. Questa definizione sta bene per la maggior parte dei oggetti del Sistema Solare, ma ci sono uno o due casi particolari. L’asteroide Vesta, per esempio, è sia a forma di patata, sia più grande di 200 km di diametro. Lineweaver e Norman hanno spiegato questo suggerendo che potrebbe essersi deformato per via di una collisione,relativamente tardi nella sua storia.

[Cerere e Vesta, sono parte della Cintura di Asteroidi, che sta tra Marte e Giove. Cerere è considerato un pianeta nano, mentre npn lo è Vesta]

Il limite dei 200 km quindi sembra essere un buon criterio per la comunità astronomica, su cui basarsi insomma. Il problema è che questo aumenterebbe drammaticamente il numero di oggetti che vengono classificati come pianeti nano, e forse questo non piacerà a tutti, specialmente a quelli che ancora sperano in un posto speciale per Plutone.
D’altra parte, Plutone diventerebbe il principale rappresentante della famiglia di pianeti nano, un sotto-gruppo importante ma poco studiato, del Sistema Solare.
Eppoi, come gli astronomi sanno bene, l’interesse è più o meno sinonimo di finanziamento. E, ovviamente, questo è un particolare non detto, che è al cuore del dibattito su cos’è e cosa non è un pianeta.

a cura di Adrian

1 commento:

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