Mentre un infinito sciame sismico sembra scatenare periodicamente devastanti terremoti in tutto il mondo, il celebre e contestato ricercatore aquilano Giampaolo Giuliani, parla di cause di tipo astronomico. Di seguito la sua carriera e una recente interivsta.
Giampaolo Giuliani, ricercatore aquilano che attraverso gli studi di precursori sismici (gas sotterranei) come il Radon, è stato in grado di prevedere attraverso le sue stazioni di rilevamento, il terremoto che colpì L’Aquila lo scorso 6 aprile 2009. Percorriamo brevemente la sua carriera ufficiale come ricercatore.
Dal 1971  al 1984 è  stato tecnico di ricerca in astrofisica presso l'Osservatorio di Campo  Imperatore, dipendente IAS (Istituto Astrofisica di Frascati); dal 1984  al 1990 responsabile dell'Osservatorio astronomico di Campo Imperatore (AQ).
Ha lavorato presso i Laboratori  Nazionali del Gran Sasso dell'Istituto  Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) come collaboratore tecnico non  laureato dell'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario  di Torino,  una delle venti strutture dell'Istituto Nazionale di  Astrofisica (INAF). Ha partecipato prima all'esperimento EAS-TOP  e poi all'esperimento Large Volume Detector (LVD)  per la rivelazione di neutrini prodotti da collasso gravitazionale stellare. Attualmente è in pensione.
Prima di Giuliani, vennero condotti alcuni studi sulle radiazioni  naturali presso i Laboratori  Nazionali del Gran Sasso da parte dell'Istituto  Nazionale di Fisica Nucleare nell'ambito del progetto ERMES (Environmental  Radioactivity Monitoring for Earth Sciences).  Avente tra gli oggetti della ricerca vi era quello di analizzare le  correlazioni tra le variazioni di emissioni di gas radon dal  sottosuolo e i processi di deformazione entro le rocce;  in particolare, dal marzo 1998 al giugno 1999 venne eseguito da alcuni ricercatori del  Dipartimento di Fisica dell'Università di Roma 3 un monitoraggio  continuo delle emissioni, che sembrarono evidenziare una correlazione  fra sismicità locale e variazioni nel flusso del radon dal  sottosuolo.  Successive ricerche, sempre per valutare possibili correlazioni fra radon e  sismicità furono espletate da ricercatori del Dipartimento di Fisica  dell'Università di Bologna assieme a ricercatori del gruppo ENI.  La ricerca in questa direzione, e più in generale tra la correlazione  tra spettrometria nucleare e fenomeni geofisici, continua ancora oggi  all'interno del laboratorio del Gran Sasso.
Indipendentemente da questi progetti, Giampaolo Giuliani, con i suoi  collaboratori, per comune interesse e curiosità scientifica, proseguì le  ricerche sulla correlazione fra il rilascio di radon dalla crosta terrestre ed il verificarsi di terremoti.  Gli studi del gruppo, iniziati nel 2000 dopo un terremoto  in Turchia  (1999), realizzando un rivelatore gamma di sua invenzione,  sono sostanzialmente basati sulla misurazione in un locale sotterraneo,  non areato, dei raggi gamma prodotti dal decadimento beta del 222Rn in 214Pb e 214Bi.
Giuliani nei giorni 29 e 30  ottobre 2002  misurò valori eccezionalmente alti e anomali, e allertò l'assessore  abruzzese alla Protezione Civile dell'imminenza di un forte sisma.  Non fu tuttavia in grado di fornire indicazioni sul luogo in cui tale  scossa si sarebbe verificata, perché con un unico rivelatore è possibile  individuare un evento solo entro il raggio di azione dello strumento.  Il 31  ottobre un terremoto di magnitudo 5.4 colpì il Molise con  epicentro a San Giuliano di Puglia, causando 30 morti.
L'Onorevole Zamberletti propose un test di funzionamento presso la  ISPRO, consistente in invio in automatico di allarmi sismici rilevati  dal detector della SCS, per essere poi correlati da ISPRO con gli eventi  sismici registrati dalla sala sismica di Roma dell'INGV. La autenticità  dell'esperimento dal 20/12/2003 al'8/01/2004 venne notarizzata presso  un notaio.
Dopo studi, test ed esperimenti realizzati a L'Aquila, Giuliani,  indipendentemente dalla scienza ufficiale e dai geofisici  di tutto il mondo (varie fonti hanno sostenuto che sia stato  "snobbato",  nonostante non risulti che lui stesso abbia mai tentato di far  pubblicare articoli nelle riviste scientifiche attinenti) riesce a  realizzare un completo sistema di monitoraggio che a suo giudizio è in  grado di prevedere i terremoti;  il sistema è stato collaudato dal Dipartimento di Ingegneria delle  strutture, delle acque e del terreno (Disat) dell'Università dell'Aquila,  dall'11 al 19 Aprile 2008 durante l'attività di campo per la  mitigazione e previsione del rischio sismico( Piazza del Teatro- Scuola  "De Amicis-L'Aquila). Questa personale ricerca si è potuta attuare solo  grazie al finanziamento privato.
Nel maggio del 2006, sostenendo l'importanza del "sistema", era stata  fatta esplicita richiesta di finanziamento per l'espansione e il  potenziamento della rete di rilevamento per la previsione dei terremoti  al direttore della Protezione Civile Italiana Guido Bertolaso, senza esito positivo.  Giampaolo Giuliani ed alcuni collaboratori si ritrovano così a lavorare  nella loro sala sismica allestita nei sotterranei della scuola  elementare "De Amicis", a San Bernardino, per la raccolta dei dati dei  suoi rivelatori di radon, gli MP4 ed MP2,  fin dall'agosto del 2008, studiando le emissioni di radon in  occasione di più di 4500 scosse, con epicentro dalla Valle d'Aosta fino a Pantelleria.  I dati raccolti da questo monitoraggio hanno portato lui e i suoi  assistenti ad una conclusione statistica del tutto particolare:
"Abbiamo notato che la maggior parte dei terremoti si verificano durante i mesi invernali, o meglio, quando il sistema terra-luna è nel perielio, quindi più vicino al sole. In inverno, quando la terra subisce uno stress gravitazionale maggiore, si registrano più eventi sismici (60-70%) che in estate. La percentuale si mantiene ancora più alta quando c'è la luna nuova. Il magma che scorre sotto la crosta terrestre risente delle attrazioni gravitazionali, come accade per gli oceani"
Tuttavia, la sua affermazione riguardante l'influenza delle stagioni  sull'incidenza dei terremoti è in contrasto con i dati del più  importante database storico di terremoti al mondo, quello del National  Geophysical Data Center,  nonché con l'opinione dell'U.S. Geological Survey Earthquake Hazards  Program.
Giuliani sostiene che il suo sistema di rivelatori-analizzatori di radon da  lui chiamati "precursori sismici", le cui informazioni vengono  raccolte ed analizzate nella sala sismica, sia in grado di percepire  l'energia che si addensa su una faglia e, tramite la triangolazione dei  dati prelevati dalle diverse postazioni, di permettere di prevedere con  un buon margine di approssimazione l'epicentro dell'evento macrosismico e  l'intensità del medesimo, 6-24 ore prima che esso si verifichi.  Questo stesso sistema di previsione permette di mandare in tempo utile,  in automatico, email d'avviso agli addetti ai lavori.
Va in ogni caso sottolineato che le ricerche di Giuliani sono  condotte a carattere personale, ed, al momento in cui scriviamo, non  sono ancora state documentate da pubblicazioni su riviste scientifiche.
Dopo il terremoto dell'Aquila del 6 aprile  2009 ha  chiesto le scuse di Guido Bertolaso e del presidente dell'Istituto  Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Enzo  Boschi per non averlo ascoltato e per averlo insultato.
Critiche ricevute:
Le prese di posizione di Giuliani dopo il terremoto hanno suscitato  forti polemiche ed hanno indotto lo stesso INAF ad esprimersi in modo  ufficiale con la seguente dichiarazione: "le attività del signor  Giuliani rispetto la presunta possibilità di previsione di terremoti non  sono una ricerca INAF, ma vengono svolte dal Giuliani stesso per scopi  personali al di fuori dell'orario di servizio per l'Istituto".
Enzo Boschi ha criticato Giuliani e il suo sistema di  monitoraggio dicendo: "perché chi sostiene di avere scoperto questo  metodo di previsione dei terremoti non lo pubblica su una rivista  scientifica? ... Alla stampa ci si rivolge di regola solo dopo una  pubblicazione".
Anche il professore Robert Holdsworth, direttore del Consiglio di  Studi e docente di Geologia Strutturale al Dipartimento di Scienze della  Terra dell'Università di Durham in Inghilterra, dopo aver rilevato che "Giuliani  ha sbagliato nel predire sia il punto esatto del terremoto, sia il  momento in cui si sarebbe scatenato", ha criticato il metodo  suggerito da Giuliani sottolineando il fatto che "il radon si  manifesta ma non può essere un fattore di previsione attendibile".
In un articolo sul New York Times, Susan Hough, geofisica  dell'United States Geological Survey  spiega le sue preoccupazioni riguardo la metodica di Giuliani e tutte  le tecniche basate su cosiddetti "segnali sporchi" (noisy signal).  Ciò non significa però che il mondo scientifico neghi a prescindere  l'interesse nel radon ed in generale nello studio dei possibili  precursori sismici: Pier Francesco Biagi, docente di Fisica  all'Università di Bari, nel 2005 ha presentato un progetto alla Regione  per l'installazione di 25 centraline per il rilevamento di radon, che  non è stato approvato, mentre addirittura Calvino Gasparini,  dell'Istituto nazionale di geofisica, ritiene che oggi sia più  attendibile per la previsione dei terremoti l'analisi  storico-statistica.
Carlo Gorgoni, ordinario di geofisica applicata all Università di  Modena-Reggio, sostiene di avere utilizzato il metodo del radon nella  previsione di ben quattro terremoti fra gli anni ottanta e il 2000, in  concomitanza con l'aumento in faglia del gas, e sostiene che con il  radon è possibile "riuscire ad evidenziare delle anomalie più o meno  grandi che siano la spia del verificarsi di un terremoto più o meno  grande". Il monitoraggio è avvenuto nell'ambito delle Salse di  Nirano (Gorgoni sostiene che l'ambiente molto particolare è stato un  elemento chiave nei suoi esperimenti), con un sistema di apparecchiature  finanziato dalla provincia. Gorgoni resta ad ogni modo scettico sulla  previsione fatta di Gianpaolo Giuliani riguardo al terremoto dell'Aquila del 6 aprile  2009, ma  condivide parzialmente le sue teorie dicendo che "aveva visto giusto".
Si sono invece schierati nettamente contro le rivendicazioni di  Giuliani sulla possibilità di prevedere terremoti Hiroshi Wakita,  nipponico, che studia il problema da oltre 30 anni, e Ralph J.  Archuleta, direttore dell'Earth Scienze Department dell'Università della  California a Santa Barbara; quest'ultimo ha dichiarato:
« quella del rapporto tra il Radon e i terremoti è una teoria di cui si discute da anni [...] Se ci trovassimo di fronte ad una legge universale si dovrebbe verificare un sisma ogni volta che aumentano le concentrazioni di Radon, e invece è vero il contrario: nella maggioranza dei casi non succede nulla » 
L'intervento  di Science Nel numero del 17 aprile 2009 dell'importante rivista Science è uscito un breve  articolo di Richard A. Kerr in cui si riassume l'intera vicenda  esprimendo un punto di vista molto critico su Giuliani ed attribuendogli  le previsioni errate che il tecnico sostiene invece di non avere mai  effettuato. Kerr riporta poi alcune affermazioni di Warner Marzocchi,  dell'Istituto  Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (autore tra l'altro di uno  studio riguardante la possibilità di predizione dei terremoti con metodi  statistici, pubblicato nel giugno 2008 dalla rivista Annals of  Geophysics),  il quale, pur tentando di stemperare la polemica, si esprime in maniera  altrettanto critica: 
« Io  penso che Giuliani parli in buona fede, ma posso dire che tutte le cose  che ha presentato sono ad un livello bassissimo da un punto di vista  scientifico. Questo non significa che il radon non sia un potenziale  precursore, [ma] non ho visto nessuna prova che questo metodo possa  funzionare. »Riferendosi più specificamente a due dei documenti messi a disposizione online da Giuliani, Marzocchi dice inoltre: « È difficile trovare qualcosa di buono nel suo lavoro »
La mappa delle zone sismiche in  Italia, in cui si nota come l'Aquila e gran parte dell'Abruzzo sono nella zona viola, una  delle più pericolose.
L'intervista: 
Boicottato dalla comunità scientifica nazionale, ha trovato immediatamente credito presso gli studiosi sismologi e geologi esteri, i quali non solo lo hanno accreditato ma si sono anche complimentati con lui per la ricerca che sta conducendo. Giuliani inoltre nello scorso dicembre 2009, è stato relatore a S. Francisco presso il convegno internazionale di sismologia dell’AGU FALL, occasione in cui ha potuto presentare i suoi studi davanti ad una platea di eminenti studiosi mondiali che lo hanno acclamato.
In una recente intervista Giampaolo Giuliani dichiarò che i terremoti che stanno avvenendo da un anno a questa parte in tutto il globo terrestre, a seconda dei suoi studi, hanno tutti una stretta correlazione. Dichiarò inoltre che la fascia planetaria interessata è quella legata al Tropico del Cancro. Nelle seguente intervista gli abbiamo rivolto domande su questo specifico argomento. 
INTERVISTA A CURA DI: Carla Liberatore e Marco Francesco Fabbri per MondoRaro Magazine 
CL. MF. – Giuliani, lei ritiene che gli eventi sismici che si stanno susseguendo a livello globale siano tutti interdipendenti? 
Giampaolo GIULIANI –  La sequenza sismica mondiale che perdura ormai da più di un anno, non può essere considerata nella norma. L’alto numero di eventi settimanali, con grado sismico rilevante rispetto alle medie annuali precedenti, mostra per certo un incremento sul pianeta, raffrontabile solo alla crisi sismica, più vicina a noi, verificatasi tra gli anni del 1960 ed il 1962 
CL. MF. – State conducendo col suo staff delle ricerche i merito? Cosa ne risulta fino ad oggi? 
Giampaolo GIULIANI – Le nostre ricerche sono orientate principalmente al monitoraggio del territorio dove effettuano misure e controlli le nostre stazioni. I dati ottenuti e le analisi mirano alla realizzazione di un sistema che potrà permettere, a livello planetario, di disporre di un allarme preventivo sui terremoti, in una finestra temporale utile, indicazione della zona epicentrale dell’evento e relativo grado sismico 
CL. MF. – Quali potrebbero essere i motivi di questa sequenza sismica mondiale? E’ solo la fascia del Tropico del Cancro ad esserne interessata? 
Giampaolo GIULIANI–  I motivi di questa crisi planetaria, vanno ricercati nelle cause che producono i terremoti. Le analisi relative ai nostri dati, lasciano pensare che attualmente il mantello, quella parte del pianeta dove galleggia la crosta terrestre, sviluppi una energia maggiore rispetto ai periodi in cui la sismogeneticità planetaria, risulta più attenuata.
 CL. MF. – Il sisma avvenuto a L’Aquila il 6 aprile 2009, denota caratteristiche inconsuete, potrebbe dirci quali sono queste peculiarità che lo rendono così anomalo? 
Giampaolo GIULIANI –  Sono diverse le concause che hanno reso l’evento del 6 aprile diverso da eventi che normalmente si sviluppano sul nostro pianeta. La superficialità degli ipocentri degli eventi sul nostro territorio, il fatto che l’evento delle 03:32 del 6 aprile 2009, in realtà siano stati 2 eventi che si sono prodotti a 5 secondi di distanza l’uno dall’altro e ad una distanza di 2000 metri l’uno dall’altro. La natura caratteristica del territorio del bacino aquilano, che presenta zone in cui l’onda sismica viene amplificata, anziché attenuata, (vedi terre di riporto, terreni costituiti da sedimenti alluvionali, sabbie, ciottoli) cavità a ridosso di zone argillose e rocciose, non ultima la particolare rete di faglie distribuita intorno ai monti che circondano tutto il bacino e sotto il bacino stesso. Tutto ciò ha confluito a rendere inconsueto lo sviluppo dell’evento sviluppatosi sotto la crosta terrestre su cui noi viviamo 
CL. MF. – I terremoti che si stanno verificando sul nostro pianeta potrebbero avere delle cause interplanetarie? E quali potrebbero essere queste cause? 
Giampaolo GIULIANI – Come già detto anche in precedenza, dall’ osservazione decennale dei dati ottenuti dalla nostra ricerca sperimentale, emerge una stretta correlazione tra l’azione planetaria indotta sul nostro pianeta, dalla Luna e dal Sole. Tra queste ne citiamo qualcuna tra le più evidenti: l’effetto mareale prodotto dal ciclo anomalistico astronomico della Luna, variazioni gravitazionali indotte dalla nostra stella e dal satellite nell’orbita di rivoluzione che il pianeta compie intorno al Sole 
CL. MF. –  Secondo lei, a cosa è dovuto l’intensificarsi dell’attività sismica planetaria? 
Giampaolo GIULIANI –  All’evoluzione cui la Terra naturalmente è sottoposta, come qualsiasi elemento appartenente al nostro sistema universale. Ciò che si sta verificando in questo momento è già accaduto in passato e si ripeterà ancora in futuro. Questi episodi  appartengono a cicli molto più lunghi di quelli umani. I nostri antenati ci hanno lasciato memoria storica degli stessi avvenimenti, così come noi la lasceremo per i nostri posteri 
CL. MF. –  La teoria dello slittamento crostale di C. Hapegood è coerente con quello che sta accadendo? 
Giampaolo GIULIANI – Certo! Appartiene a quell’evoluzione di cui parlavamo prima. Le Placche continentali sono in continuo movimento. Migrano. Sono destinate a continui urti e modificazioni, che poi rappresentano una delle risposte alle cause che producono i terremoti 
CL. MF. –  E’ possibile che ci sia una correlazione tra l’irregolarità del ciclo delle macchie solari e l’intensificarsi dell’attività sismica sul pianeta? 
Giampaolo GIULIANI – E’ possibile. Tutte le attività della nostra Stella, regolano meticolosamente anche l’equilibrio endogeno del nostro pianeta 
CL. MF. – Lo spostamento dell’asse terrestre avvenuto con i recenti terremoti ( dal terremoto in Indonesia a quello del Cile) , può incidere nel movimento di rotazione del pianeta, tenendo conto che non è una sfera perfetta ma un geoide? 
Giampaolo GIULIANI –  A questa domanda non posso dare una risposta onesta, dato che non rientra nell’ambito delle mie conoscenze 
CL. MF. – Per tornare più vicino a noi, quanto potrebbe costare una rete di monitoraggio e allarme sismico in Italia?
Giampaolo GIULIANI –  Sicuramente molto meno del costo di una vita umana. Di certo ancora meno di scelte scientifiche e politiche sbagliate 
CL. MF. – In base a quanto lei ha dichiarato rispetto alla portata del fenomeno che stiamo vivendo, che cosa ci dobbiamo aspettare per i prossimi mesi ed anni? 
Giampaolo GIULIANI –  Tutti i fenomeni naturali, tutto ciò che ci circonda dell’universo che conosciamo, mostra di avere un inizio, una vita ed una fine, per poi ricominciare.
Fonti: 
 





 
 
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