giovedì 18 febbraio 2010

SETI: utlizzare le lenti gravitazionali per intercettare gli extraterrestri


In questi giorni, si fa molta fatica a distogliere l'attenzione da argomenti inerenti alla vita extraterrestre. Dopo le ultime ricerche dell'esobiologia nel Sistema Solare e le illazioni degli ufologi, che vedrebbero gli alieni già tra di noi, arriva l'ennesima proposta del SETI per intercettare i segnali intelligenti dallo spazio.

Frank Drake, il fondatore di Search for Extraterrestrial Intelligence (SETI), vorrebbe dar vita ad una nuova ricerca di ulteriori forme di vita extraterrestre a circa 82 milioni di chilometri di distanza.
A questa distanza nello spazio, i segnali elettromagnetici dai pianeti che orbitano attorno a stelle lontane sarebbero concentrati per effetto delle "Gravitational Lensing" (lenti gravitazionali) del nostro Sole, che li rende, in teoria, più facilmente individuabili. Drake vorrebbe inviare una sonda nel tentativo di udire le comunicazioni aliene, che sarebbero troppo deboli da scoprire per i telescopi sulla Terra.

Non si tratta né di una nuova, né di un'idea originale, ma non è mai stata realizzata a causa delle distanze. Con le attuali tecnologie di propulsione, i veicoli spaziali richiederebbero centinaia di anni per fare questo viaggio nel cosmo che è circa di 550 volte la distanza dalla Terra al Sole. Le lenti gravitazionali potrebbero essere utilizzate per trasmettere i segnali, che li amplificherebbero in modo da poter viaggiare fino alle civiltà lontane. E' anche possibile, ha detto Drake, che le civiltà intelligenti abbiano costruito un "internet intergalattico" e con tali tecniche sarebbe possibile accedervi.
Un viaggio interstellare per visitare un'altra civiltà in un mondo distante, almeno per adesso, è oltre le possibilità tecnologiche della civiltà umana. Siamo però in grado di utilizzare ricevitori molto sensibili per cercare nel cielo eventuali segnali radio di origine artificiale, generati da civiltà non umane.

L'ottantenne astrofisico Frank Drake, padre del progetto SETI e ideatore dell'omonima equazione, ha dunque affermato che potrebbe esistere un "internet" intergalattico, in cui potremmo "connetterci" per comunicare con gli extraterrestri, magari sfruttando il sistema delle lenti gravitazionali.
La lente gravitazionale è un fenomeno fisico previsto dalla teoria della relatività generale: poiché la forza gravitazionale è in grado di deflettere i raggi di luce, è possibile che quando un corpo di grande massa viene a trovarsi fra una sorgente di luce e l'osservatore, i raggi di luce provenienti dalla sorgente vengano deviati in modo tale da provocare un'amplificazione del segnale luminoso simile a quella causata da una lente.
In altri termini, secondo la teoria di Drake, nei pressi del Sole potremmo "udire" segnali emessio da civiltà estraterrestri, in modo molto più amplificato, rispettoa come li intercettiamo dalla Terra.

Il progetto SETI, diventato ufficialmente no-profit nel 1984 per volere stesso Drake, è il frutto di una sua idea che affonda le lontani radici già negli anni '60.
Fin dalla nascita, il progetto SETI scandaglia il cielo, con un occhio di riguardo alla banda stretta, perché meno dispendiosa in termini di energia. In ogni punto del cielo occorre provare a captare tutte le possibili frequenze che arrivano ai nostri ricevitori.
In generale si sta cercando un tipo di segnale candidato, a banda stretta molto più forte del rumore di fondo e di intensità costante che mostri uno schema regolare e complesso di impulsi, anche se in pratica decifrare un segnale reale potrebbe essere molto difficile.


Secondo due ideatori storici del progetto, gli scienziati Cocconi e Morrison, particolarmente interessante risulterebbe la frequenza di 1,420 gigahertz. È la frequenza emessa dall'idrogeno neutro. Spesso i radioastronomi cercano segnali di questa frequenza per poter mappare le nubi di idrogeno interstellare della nostra galassia; quindi la trasmissione di un segnale di frequenza simile a quella dell'idrogeno aumenta le probabilità che esso possa venire captato per caso.

Fu proprio sulla frequenza vicina agli 1,420 gigahertz, che il 15 agosto 1977 lavorando al progetto SETI con il radiotelescopio Big Ear dell'Università dello Stato di Ohio, venne rilevato il celebre "segnale WOW!" l'unico di presunta origine extraterrestre ascoltato. Durato 72 secondi, tuttavia, non fu mai più ricevuto nelle successive sessioni di ascolto e nemmeno negli anni successivi.
Frank Drake, per spiegare la non continuità temporale del segnale, suppose che esso fosse stato inviato da una civiltà tecnologicamente avanzata che intendeva comunicare con altre civiltà del cosmo. Per farlo avrebbe potuto inviare un segnale in tutte le direzioni, ma questo avrebbe comportato spendere una gran quantità di energia per creare un segnale relativamente debole e non rilevabile a grandi distanze. Focalizzando la stessa quantità di energia in un fascio più stretto, avrebbero potuto invece illuminare il proprio obiettivo con un segnale molto più intenso e captabile da grandi distanze. Ciò avrebbe fatto sì che gli eventuali ascoltatori ricevessero il segnale solamente per pochi minuti. In realtà. anche se questo tabulato mostrasse la comunicazione di civiltà extraterrestri, non essendo mai stato più recepito, risulta assai difficile da decifrare e interpretare. Alcuni scienziati hanno invece supposto che fosse la deviazione di un segnale terrestre o che fosse stato deviato da altre fonti di origine naturale. Il mistero probabilmente non sarà mai svelato e per il SETI, resta l'unico ricevuto nella sua lunga storia.


2 commenti:

  1. incredibile la storia del WOW!

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  2. N.B. 550 volte la distanza tra Terra e Sole sono circa 82 miliardi (non milioni) di chilometri. Infatti 550*150.000.000=82.500.000.000.

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