La sismologia stellare come nuovo traguardo per l'astrofisica
Le tecniche usate nella Sismologia solare e stellare sono esattamente le stesse, ma se applicate alle altre stelle si incontrano molte difficoltà a causa dell'elevata distanza. Questo accade perchè arrivando poca luce, diventa difficoltoso osservare i cambiamenti delle oscillazioni e delle fluttuazioni di queste stelle lontane. Queste variazioni non sono facili da osservare nemmeno sul Sole, ma ci aiutano a focalizzare la sua luce su un'altra stella e grazie alla sua vicinanza attenere immagini ad alta risoluzione della sua sfera e di come le onde si agitano su di essa.
William Chaplin, dell'University of Birmingham parlando al "IV International HELAS Conference" sulla sismologia stellare, ha richiesto nuovi strumenti da installare sui satelliti in orbita terrestre, per osservare questi fenomeni sulle stelle in modo continuativo e in alta qualità. Egli ha poi detto che non siamo ancora in grado di ottenere un'immagine di un disco stellare in alta risoluzione, ma possiamo analizzare la stella in modo indiretto grazie alle sue onde luminose che giungono sulla Terra. La massa, la radio frequenza e l'età erano pertanto ottenuti usando altre tecniche, con un margine di imprecisione assai cospicuo. E' adesso possibile ottenere immagini della superfice di grandi stelle a noi vicine e tra 20 o 30 anni sarà possibile osservarle con la stessa risoluzione con cui oggi osserviamo il Sole.
Come tutti gli oggetti, le stelle possono essere classificate in migliaia di modi differenti, in base alla temperatura, al volume, all'età, alla frequenza; la sismologia stellare le classifica in base alle pulsazioni e può essere utilizzata su una vasta gamma di stelle: da quelle molto più piccole e fredde del Sole con oscillazioni molto difficili da osservare, fino a stelle della stessa massa o molto più grandi e calde, che sono molto piu facili da osservare e le loro oscillazioni sono molto frequenti.
L'ammontare di informazioni che noi possiamo ottenere dalla sismologia stellare, deriva dalla capacità di rilevare le pulsazioni. Tutte le stelle oscillano ma il problema è capire come individuare le pulsazioni. Le missioni spaziali come CoRoT (COnvection ROtation and planetary Transits), Keplero o PLATO (PLAnetary Transits and Oscillations of stars), faranno un grande passo in avanti per individuare queste vibrazioni stellari. CoRoT ha già scoperto sette pianeti extrasolari di cui con possibili caratteristiche simili alla Terra e il suo studio ci indica che la conoscenza della stella di appartenenza è importante per la comprensione di entrambi e del lpro processo di formazione. Keplero, telescopio spaziale designato alla ricerca di esopianeti, ha assunto anch'esso un ruolo nella sismologia stellare, i cui risultati sono stati presentati all'HELAS meeting in Lanzarote (Canary Islands).
Conny Aerts, ricercatore alla Catholic University di Leuven, ha detto che grazie a Keplero è stato possibile studiare la sismogia stellare con pianeti e da ciò determinare la loro composizione e la loro età. CoRoT ci ha dimostrato che esistono molti pianeti oltre il Sistema Solare che sono differenti a quelli del Sole, mentre Keplero ci ha insegnato che è possibile applicare la sismologia stellare alle stelle per scoprire la presenza di esopianeti. PLATO, una missione dell'ESA (European Space Agency) che fa parte del "Cosmic Vision programme" programmana per il 2015-2025, sarà il primo a vedere direttamente l'oscillazione delle stelle con nebulose planetarie per studiarne le caratteristiche, supportato anche da telescopi terrestri come l'E-ELT (European Extremely Large Telescope). PLATO, migliorerà la ricerca di CoRoT e Keplero cercando pianeti delle dimensioni terrestri, permettendoci di scoprire dove esse sono situate in altri sistemi planetari.
La rete di telescopi come GONG (Global Oscillation Network Group), utilizzato per osservare il Sole dalla Terra costantemente, sarà utilizzato anche per le altre stelle.
La rete di telescopi SONG (Stellar Observations Network Group) osserverà le oscillazioni stellari costantemente per mesi e il primo telescopio è già stato costruito alle Tenerife.
Joergen Christensen-Dalsgaard che opera all'University of Aarhus e i suoi membri del KASC (Kepler Astroseismic Science Consortium), sono un gruppo di trecento scienziati che analizzano l'Astrosismologia dai dati della missione Keplero. Secondo le loro stime con il SONG sarà possibile utilizzare i dati del Keplero per osservare le stelle in alta risoluzione. Keplero infatti utilizza le variazioni di intensità della stella, mentre il SONG utilizzerà le variazioni nella velocità radiale. I due programmi si completeranno uno con l'altro.
Grazie ai dati di Keplero si potranno programmare le future ricerche di astrosismologia e comprendere meglio la formazione e le origini di tutto l'universo. Rafael Garcia, scienziato del CEA (Commissariat à l'Énergie Atomique) ha infine detto che la sismologia stellare del Sole è importantissima, perchè rappresenta un modello da applicare a tutte le altre stelle, che ci permetterà di scoprire i meccanismi e anche l'evoluzione delle galassie e sarà da base alla moderna astrofisica.
William Chaplin, dell'University of Birmingham parlando al "IV International HELAS Conference" sulla sismologia stellare, ha richiesto nuovi strumenti da installare sui satelliti in orbita terrestre, per osservare questi fenomeni sulle stelle in modo continuativo e in alta qualità. Egli ha poi detto che non siamo ancora in grado di ottenere un'immagine di un disco stellare in alta risoluzione, ma possiamo analizzare la stella in modo indiretto grazie alle sue onde luminose che giungono sulla Terra. La massa, la radio frequenza e l'età erano pertanto ottenuti usando altre tecniche, con un margine di imprecisione assai cospicuo. E' adesso possibile ottenere immagini della superfice di grandi stelle a noi vicine e tra 20 o 30 anni sarà possibile osservarle con la stessa risoluzione con cui oggi osserviamo il Sole.
Come tutti gli oggetti, le stelle possono essere classificate in migliaia di modi differenti, in base alla temperatura, al volume, all'età, alla frequenza; la sismologia stellare le classifica in base alle pulsazioni e può essere utilizzata su una vasta gamma di stelle: da quelle molto più piccole e fredde del Sole con oscillazioni molto difficili da osservare, fino a stelle della stessa massa o molto più grandi e calde, che sono molto piu facili da osservare e le loro oscillazioni sono molto frequenti.
L'ammontare di informazioni che noi possiamo ottenere dalla sismologia stellare, deriva dalla capacità di rilevare le pulsazioni. Tutte le stelle oscillano ma il problema è capire come individuare le pulsazioni. Le missioni spaziali come CoRoT (COnvection ROtation and planetary Transits), Keplero o PLATO (PLAnetary Transits and Oscillations of stars), faranno un grande passo in avanti per individuare queste vibrazioni stellari. CoRoT ha già scoperto sette pianeti extrasolari di cui con possibili caratteristiche simili alla Terra e il suo studio ci indica che la conoscenza della stella di appartenenza è importante per la comprensione di entrambi e del lpro processo di formazione. Keplero, telescopio spaziale designato alla ricerca di esopianeti, ha assunto anch'esso un ruolo nella sismologia stellare, i cui risultati sono stati presentati all'HELAS meeting in Lanzarote (Canary Islands).
Conny Aerts, ricercatore alla Catholic University di Leuven, ha detto che grazie a Keplero è stato possibile studiare la sismogia stellare con pianeti e da ciò determinare la loro composizione e la loro età. CoRoT ci ha dimostrato che esistono molti pianeti oltre il Sistema Solare che sono differenti a quelli del Sole, mentre Keplero ci ha insegnato che è possibile applicare la sismologia stellare alle stelle per scoprire la presenza di esopianeti. PLATO, una missione dell'ESA (European Space Agency) che fa parte del "Cosmic Vision programme" programmana per il 2015-2025, sarà il primo a vedere direttamente l'oscillazione delle stelle con nebulose planetarie per studiarne le caratteristiche, supportato anche da telescopi terrestri come l'E-ELT (European Extremely Large Telescope). PLATO, migliorerà la ricerca di CoRoT e Keplero cercando pianeti delle dimensioni terrestri, permettendoci di scoprire dove esse sono situate in altri sistemi planetari.
La rete di telescopi come GONG (Global Oscillation Network Group), utilizzato per osservare il Sole dalla Terra costantemente, sarà utilizzato anche per le altre stelle.
La rete di telescopi SONG (Stellar Observations Network Group) osserverà le oscillazioni stellari costantemente per mesi e il primo telescopio è già stato costruito alle Tenerife.
Joergen Christensen-Dalsgaard che opera all'University of Aarhus e i suoi membri del KASC (Kepler Astroseismic Science Consortium), sono un gruppo di trecento scienziati che analizzano l'Astrosismologia dai dati della missione Keplero. Secondo le loro stime con il SONG sarà possibile utilizzare i dati del Keplero per osservare le stelle in alta risoluzione. Keplero infatti utilizza le variazioni di intensità della stella, mentre il SONG utilizzerà le variazioni nella velocità radiale. I due programmi si completeranno uno con l'altro.
Grazie ai dati di Keplero si potranno programmare le future ricerche di astrosismologia e comprendere meglio la formazione e le origini di tutto l'universo. Rafael Garcia, scienziato del CEA (Commissariat à l'Énergie Atomique) ha infine detto che la sismologia stellare del Sole è importantissima, perchè rappresenta un modello da applicare a tutte le altre stelle, che ci permetterà di scoprire i meccanismi e anche l'evoluzione delle galassie e sarà da base alla moderna astrofisica.
Adattamento a cura di Arthur McPaul
English:
The techniques used in Solar and Stellar Seismology are exactly the same, but applying them to other stars presents a greater challenge than the Sun because they are much farther away. This means that less light reaches us from them, making it more difficult to observe the slight changes in their oscillations that cause fluctuations in the brightness we can see. These changes are not easy to observe in the Sun either, although it helps that we can focus its light onto a point (like a star) and, because the Sun is close, we can obtain high resolution images of its sphere and see how waves spread from one zone to another.
The jump to Asteroseismology
William Chaplin, of the University of Birmingham spoke at the 4th International HELAS Conference about how stellar seismology is demanding new instruments to observe these effects in stars, which need to be mounted on satellites to take continuous, high quality readings from above the Earth's atmosphere. Despite advances in technology, he said, "it is still not possible to obtain a high resolution image of a star's disc. This means that we can only see waves that are propagated across the whole of the star (in contrast to what we can see on the Sun)."
Until recently the mass, radio signature and age of stars were determined using non-seismological techniques and the results were very inaccurate. Seismology is delivering great improvements. According to Chaplin, "it is now becoming possible to obtain images of the surface of large relatively near stars. In 20 or 30 years the technology will make it possible to observe these stars in as much detail as we can observe our Sun today. Whether this will happen during my working life is unclear."
Like all objects, stars can be classified in a thousand different ways, such as by temperature, volume, radio signature or age. Seismologists rank them according to their pulsations. Seismology can be used on many different kinds of stars: from stars smaller than our Sun (between 30% to 40% its size), which are colder and have weaker oscillations that are difficult to detect; to stars of a similar size and others that are larger and hotter than the Sun. The technique can also be used on stars that were once like the Sun but have now reached the end of their lifecycle and expanded to become red giants. These are much easier to observe as their oscillations are very pronounced.
The journey into space
The amount of information that we can obtain with seismology is determined by how easy or difficult it is to identify seismological signatures, or pulsations. All stars oscillate. The question is whether these oscillations can be detected. Space missions like CoRoT (COnvection ROtation and planetary Transits), Kepler and soon, perhaps, PLATO (PLAnetary Transits and Oscillations of stars) will be a big step forward for work on the vibration of stars.
CoRoT, a mission that looked for exoplanets, led to the discovery of seven planets of which one is the most Earth-like found to date in terms of its mass and radio signatures. Initial results from the mission showed that knowledge about star formation is vital to our understanding of planetary evolution because both of these processes occur together. They also led to the inclusion of a seismological option on Kepler, a mission that was initially designed to discover planets orbiting around other stars. The first results from Kepler were presented to the scientific community at the HELAS meeting in Lanzarote (Canary Islands).
Conny Aerts, researcher at the Catholic University of Leuven, says that "initial data from Kepler confirm that it is possible to understand the seismology of a star with planets, and from this to determine its age and composition." Aerts laments the fact that we still do not understand the relation between stars and planets very well, and asks whether the fact that the Solar System seems different to other planetary systems is due to a lack information or whether it really is unique.
CoRoT shows that there are planets out there, not just in the Solar System, and Kepler that the characteristics of stars with planets can be uncovered using seismological techniques. PLATO, a European Space Agency (ESA) mission that is part of the Cosmic Vision programme planned for 2015-2025, will provide further advances in work on star oscillations. PLATO will be the first mission to take a proper look at very bright stars within clouds of stars, which can also be observed using Earth telescopes like the forthcoming E-ELT (European Extremely Large Telescope). It is an important mission that will provide information about the way stars and planets are formed.
Aerts believes that the first results from Kepler prove that the aims of the PLATO mission are achievable. It has recently been confirmed that it is possible to determine the age of a star with a neighbouring planet the size of Jupiter accurately. PLATO aims to do exactly this, but for planets the size of the Earth. The mission will help us to understand where the Earth sits in the wide variety of planetary systems.
Asteroseismology on Earth
Networks of telescopes like GONG (Global Oscillation Network Group) have been continuously observing the Sun from Earth for some thirty years and they are now starting to be used on other stars. The planned SONG (Stellar Observations Network Group) network, which it is hoped will contain eight telescopes, will observe stars continuously for months at a time. The first telescope is already being built, and it is located in Tenerife.
Joergen Christensen-Dalsgaard works at the University of Aarhus and is member of KASC (Kepler Astroseismic Science Consortium), a group of three hundred scientists working to analyse Astroseismological data from the Kepler mission. He is clear that Earth and space missions need not be exclusive. Comparing the results from Kepler with potential future results from SONG, Christensen-Dalsgaard is certain that "many stars were observed by Kepler, but in less detail; with SONG there will be fewer stars but they will be seen in higher quality. The two programmes complement one another very well. The difference is that whilst Kepler looks at variations in a star's intensity, SONG will look at variations in its radial speed. It is very difficult to see oscillations if you observe intensity rather than speed." He is also enthusiastic about the results from Kepler. "We have waited decades for data like that coming from Kepler. I think that we are about to see a revolution in our understanding of Asteroseismology and the structure and evolution of stars."
Participants at the latest HELAS meeting are convinced that seismology of the Sun and other stars can make a major contribution to our understanding of the Universe. Rafael Garcia is a scientist at the CEA (Commissariat à l'Énergie Atomique) and he gives this very graphic explanation amidst the volcanic landscapes of Lanzarote, where solar and stellar seismologists are meeting: "The Sun, through seismology, is the foundation stone on which most of the models of star evolution are based. The advance in the theories of the stellar evolution will certainly affect our understanding of the galaxy evolution and will have a clear influence in other many fields of the modern Astrophysics. The Sun is the foundation stone of a huge building."
Link: http://www.sciencedaily.com/releases/2010/02/100215100611.htm
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