È generalmente accettato che la presenza di un pianeta gigante è fortemente dipendente dalla composizione chimica della stella che lo ospita. Gli astronomi stanno studiando nuovi modelli matematici per stabilire con quale probabilità è possibile scoprire giganti gassosi orbitanti attorno a stelle con metallicità alta.
Gli scienziati sono sempre alla ricerca di nuovi modelli e nuove formule matematiche per capire la formazione degli esopianeti, materia che riserva ancora qualche mistero per gli esperti.
Si cerca di capire come può variare la frequenza di formazione di nuovi pianeti in base alla metallicità delle stelle che li ospitano e se i pianeti giganti nascono più di frequente vicino a stelle massicce. Per metallicità si intende la quantità di elementi chimici più pesanti dell’elio e dell’idrogeno.
Un team di astronomi guidati da Annelies Mortier e Nuno C. Santos hanno cercato quale potesse essere la funzione matematica alla base della formazione di pianeti attorno a stelle ricche di elementi più pesanti dell’elio e quelle con metallicità più bassa. I pianeti giganti (o giganti gassosi) vengono avvistati spesso orbitanti attorno a stelle con un tasso di metallicità alto, quindi stelle più giovani: i dati degli scienziati confermato che circa il 25% delle stelle con il doppio di metalli del Sole ospitano dei giganti gassosi. I risultati dello studio sono legati alle osservazioni acquisite tramite lo strumento HARPS (High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher) installato al telescopio da 3,6 metri dell’osservatorio La Silla dell’ESO in Cile.
Nello studio, pubblicato su Astronomy & Astrophysics e disponibile anche su arXiv, gli esperti suggeriscono che un alto tasso di metallicità contribuisce alla formazione di pianeti con un nucleo roccioso o ricco di ghiaccio. I risultati sono meno chiari e precisi per le stelle con un basso tasso di metallicità, che sarebbero quelle di prima generazione. Il dibattito scientifico sarebbe orientato nel sostenere che esisterebbero meccanismi separati responsabili della formazione dei pianeti giganti.
«Si dovrebbero portare avanti studi sulle stelle con metallicità bassa, dato che molti pianeti simili alla Terra si formano proprio attorno a questo tipo di stelle», ha sottolineato Mortier del Centro de Astrofisica, Universidade do Porto.
Gli esperti non hanno ancora trovato delle differenze statistiche tra i due modelli e sono concordi che sarebbe necessaria una quantità più vasta di dati e campioni da studiare.
A cura di Redazione MediaINAF
Fonte
http://www.media.inaf.it/2013/02/20/giganti-golosi-di-metallo/
Gli scienziati sono sempre alla ricerca di nuovi modelli e nuove formule matematiche per capire la formazione degli esopianeti, materia che riserva ancora qualche mistero per gli esperti.
Si cerca di capire come può variare la frequenza di formazione di nuovi pianeti in base alla metallicità delle stelle che li ospitano e se i pianeti giganti nascono più di frequente vicino a stelle massicce. Per metallicità si intende la quantità di elementi chimici più pesanti dell’elio e dell’idrogeno.
Un team di astronomi guidati da Annelies Mortier e Nuno C. Santos hanno cercato quale potesse essere la funzione matematica alla base della formazione di pianeti attorno a stelle ricche di elementi più pesanti dell’elio e quelle con metallicità più bassa. I pianeti giganti (o giganti gassosi) vengono avvistati spesso orbitanti attorno a stelle con un tasso di metallicità alto, quindi stelle più giovani: i dati degli scienziati confermato che circa il 25% delle stelle con il doppio di metalli del Sole ospitano dei giganti gassosi. I risultati dello studio sono legati alle osservazioni acquisite tramite lo strumento HARPS (High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher) installato al telescopio da 3,6 metri dell’osservatorio La Silla dell’ESO in Cile.
Nello studio, pubblicato su Astronomy & Astrophysics e disponibile anche su arXiv, gli esperti suggeriscono che un alto tasso di metallicità contribuisce alla formazione di pianeti con un nucleo roccioso o ricco di ghiaccio. I risultati sono meno chiari e precisi per le stelle con un basso tasso di metallicità, che sarebbero quelle di prima generazione. Il dibattito scientifico sarebbe orientato nel sostenere che esisterebbero meccanismi separati responsabili della formazione dei pianeti giganti.
«Si dovrebbero portare avanti studi sulle stelle con metallicità bassa, dato che molti pianeti simili alla Terra si formano proprio attorno a questo tipo di stelle», ha sottolineato Mortier del Centro de Astrofisica, Universidade do Porto.
Gli esperti non hanno ancora trovato delle differenze statistiche tra i due modelli e sono concordi che sarebbe necessaria una quantità più vasta di dati e campioni da studiare.
A cura di Redazione MediaINAF
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http://www.media.inaf.it/2013/02/20/giganti-golosi-di-metallo/
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