lunedì 6 giugno 2011

Giove Privó Marte Dei Planetesimi Di Accrescimento

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Gli scienziati planetari si sono chiesti a lungo perché Marte è solo circa la metà e un decimo della massa della Terra. Come i nostri pianeti vicini del Sistema s
Solare interno, si è formato probabilmente all'incirca nello stesso tempo, peró non è simile alla Terra o Venere in termini di dimensioni e massa.

Un articolo pubblicato sulla rivista Nature offre la prima spiegazione coerente al dilemma e così facendo, rivela una piega inaspettata nella vita precoce di Giove e Saturno.

Il Dr. Kevin Walsh, ricercatore presso il Southwest Research Institute ® (SwRI ®), ha guidato un team internazionale ad eseguire delle simulazioni del Sistema Solare, dimostrando come il proto-Giove potrebbe essere migrato a meno di 1,5 unità astronomiche (UA, la distanza dalla Sole alla Terra) dal Sole, mettendo a nudo tantissimo materiale della regione che ha privato Marte del materiale di formazione planetario.

"Se Giove si è trasferito verso l'interno, dal suo luogo di nascita fino a 1,5 UA dal Sole e poi si stabilizzó quando Saturno si formó come gli altri modelli suggeriscono, la migrazione verso l'esterno verso la sua posizione attuale, avrebbe troncato la distribuzione dei planetesimi solidi del Sistema Solare interno a circa 1 UA, spiegando quindi la piccola massa di Marte ", spiega Walsh. "Il problema era se la migrazione verso l'interno e verso l'esterno di Giove attraverso la regione a 2-4 AU poteva essere compatibile con l'esistenza della cintura di asteroidi che esiste oggi, in questa stessa regione. Così, abbiamo iniziato a fare un enorme numero di simulazioni e il risultato è stato fantastico", dice Walsh. "Le nostre simulazioni non solo hanno dimostrato che la migrazione di Giove era coerente con l'esistenza della cintura degli asteroidi, ma hanno anche illustrato le proprietà della Fascia  mai compresa in precedenza".

La fascia degli asteroidi è popolata da due tipi molto diversi di frammenti: corpi molto asciutti e altri ricchi d'acqua simili a comete. 
Walsh e i suoi collaboratori hanno dimostrato che il passaggio di Giove ha impoverito e poi ripopolato la regione asteroidale con gli organismi interni originari tra 1 e 3 UA, nonché con quelli esterni originari tra e oltre i pianeti giganti, producendo le significative differenze di composizione oggi esistenti in tutta la cintura.

I collaboratori hanno chiamato la loro simulazione "Tack Grand Scenary", dal brusco cambiamento nel moto di Giove a 1,5 UA, come quella di una barca a vela virata intorno a una boa. 
La migrazione dei giganti gassosi è supportata anche da osservazioni di molti pianeti extra-solari trovati in svariati parti dalla loro stella madre, il che implica migrazioni di pianeti in altre parti dell'universo.
Il documento, pubblicato sul numero 5 di giugno della rivista Nature, è stato scritto da Walsh; Alessandro Morbidelli dell'Université de Nice, Francia; Sean Raymond N. di Université de Bordeaux, Francia; David P. O'Brien del Planetary Science Institute a Tucson, in Arizona, e Avi M. Mandell del Centro Goddard Space Flight della Nasa. La ricerca è stata finanziata dal Helmholtz Alliance, il Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica e la NASA.

Adattamento e traduzione per l'Italiano a cura di Arthur McPaul

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