Anche se in queste ultime settimane l'Europa è gli USA sono in ginocchio a causa di freddo e neve, la tendenza al riscaldamento globale della temperatura superficiale globale media è aumentata di 0,5 ° C e 1,0 ° C rispetto alla fine del XIX secolo.
Mentre molti ricercatori, dopo lo scandalo Climate Gate, continuano a sostenere in modo efferato che il riscaldamento totale sia terminato, imputando le cause delle variazioni climatiche alla bassa attività solare o aill'influenza dei raggi cosmici, non dobbiamo dimenticare che gli anni più caldi mai registrati dalle moderne rivelazioni sono stati proprio quelli che ci anno appena abbandonato e in particolare gli ultimi 15 anni del XX secolo.
Mentre molti ricercatori, dopo lo scandalo Climate Gate, continuano a sostenere in modo efferato che il riscaldamento totale sia terminato, imputando le cause delle variazioni climatiche alla bassa attività solare o aill'influenza dei raggi cosmici, non dobbiamo dimenticare che gli anni più caldi mai registrati dalle moderne rivelazioni sono stati proprio quelli che ci anno appena abbandonato e in particolare gli ultimi 15 anni del XX secolo.
Nel 2000, una relazione scientifica propose che i raggi cosmici che arrivano sulla Terra influiscano significativamente sul livello di copertura nuvolosa terrestre. A sua volta il flusso di particelle cosmiche che giungono sulla Terra varierebbe con il variare dell’attività solare. Quando l'attività solare aumenta, aumenterebbe anche il vento solare, un flusso di particelle cariche che si propaga nello spazio insieme al suo forte campo magnetico. Ma tale campo magnetico posto tra il Sole e la Terra deflette i raggi cosmici, velocissime particelle cariche provenienti dal Sole e dallo spazio intergalattico. I raggi cosmici, altamente energetici, ionizzerebbero l’atmosfera, favorendo in tal modo la formazione di nubi nella bassa atmosfera. A loro volta, le nubi basse raffredderebbero la Terra. Quindi ad un’attività solare più intensa corrisponde rebbe un'inferiore copertura nuvolosa e di conseguenza maggiore energia che giunge fino alla superficie terrestre (contribuendo così al riscaldamento climatico). Tale teoria è attualmente al vaglio attraverso il progetto CLOUD presso i laboratori di fisica delle particelle del CERN di Ginevra.
Altri studi del 2009 prodotti da scienziati statunitensi e tedeschi del National Center for Atmospheric Research (NCAR) a Boulder, Colorado, basati su oltre un secolo di osservazioni meteorologiche, hanno proposto un profondo legame tra attività solare e fluttuazioni del clima terrestre, spiegando in dettaglio la complessa interazione tra la radiazione solare, l’atmosfera e l’oceano. Gli studi, pubblicati sul Journal of Climate e su Science, sostengono che un piccolo aumento di attività solare influenzi in maniera determinante l'area tropicale e le precipitazioni di tutto il globo terrestre. In particolare una maggiore attività solare produrrebbe un riscaldamento della troposfera tropicale (dove aumenta la quantità di ozono prodotta dai raggi UV-A), un aumento della forza dei venti alisei, un aumento dell'evaporazione nella zona equatoriale e dell'annuvolamento e delle precipitazioni. Lo studio propone una associazione fra il periodico picco dell'attività solare e lo schema delle precipitazioni e della temperatura superficiale delle acque del Pacifico. Il modello messo a punto dai ricercatori mostra anche le influenze che i picchi solari hanno su due importanti fenomeni collegati al clima: La Niña e El Niño, eventi associati ai cambiamenti nella temperatura delle acque superficiali del Pacifico orientale. In particolare l'attività solare risulterebbe influire su La Niña e El Niño, rafforzandoli o contrastandoli.
Nonostante questi nuovi studi che devono ancora trovare conferme, a causa di alcune dichiarazioni prive di fondamento scientifico, si è andato diffondedo, soprattutto in internet in concomitanza dell'evento mediatico 2012, la leggenda metropolitana che siamo prossimi ad un nuova Piccola Era Glaciale. Erroneamente in passato, questo stesso blog, ha riportato alcuni articoli che sostenevano tale teoria, senza tuttavia mai essere pienamente convinto della veridicità dell'ipotesi.
A sostenere l'ipotesi fantasiosa di una Nuova Era Glaciale ha contribuito in maniera pesante lo scandalo "Climate Gate". Il 20 novembre 2009 molti siti in internet, tra cui nostro blog, pubblicarono scambi di mail e modelli climatici provenienti dai server del Centro per la Ricerca Climatica (CRU) dell'Università dell'East Anglia, trafugati da un attacco hacker informatico. Questo centro di ricerca è uno dei più influenti tra quelli che studiano i cambiamenti climatici naturali e antropici e molti dei corrispondenti succitati fanno parte del Gruppo intergovernativo sul mutamento climatico).
In particolare fece rimanere tutti noi allibili che il CRU, guidato da Phil Jones, si accordò con l'editor di una nota rivista, per bloccare per circa un anno la pubblicazione di un articolo che denunciava l'inadeguatezza degli attuali modelli climatici nello spiegare la discrepanza tra la temperatura registrata al suolo e quella registrata nella bassa troposfera. Il ritardo era funzionale a permettere la contemporanea pubblicazione di un corposo controarticolo della CRU cui era stata offerta dall'editor una corsia preferenziale.
Inoltre il CRU avrebbe ostacolato la circolazione dei dati su cui costruivano i propri modelli. Pur esistendo un dispositivo normativo che li obbligava a fornirli a chi ne avesse fatto richiesta (FOIA), i ricercatori inglesi li hanno forniti solo a scienziati allineati, negandoli in modo sistematico ai loro avversari, i critici verso il riscaldamento antropico. In ultimo il codice del software rinvenuto appariva al di sotto degli standard e presentava interventi e note in cui erano presenti evidenti manipolazioni ed aggiustamenti dei dati.La successiva inchiesta del governo inglese sull'affidabilità delle ricerche effettuate dagli scienziati della CRU hanno assolto gli scienziati coinvolti dall'accusa di aver alterato i dati o di aver esagerato la minaccia del cambiamento climatico. Diversi scienziati e gli stessi dirigenti dell'IPCC sono stati accusati di conflitti di interesse in quanto collegati a movimenti o aziende che potrebbero beneficiare di incentivi economici o ricadute di immagine positive grazie all'imposizione di restrizioni alle emissioni di CO2.
Di certo la questione Global Warming presenta dei lati oscuri.
Marketing e riscaldamento globale
Come tutti noi ben sappiamo, viviamo in una società basata sul modello capitalista. Ogni situazione che porta alla diffusione di notizie commercializzabili, siano esse di natura pubblica o privata, spinge gli addetti ai lavori a lucrare. Basti pensare all'editoria, dove il gossip la dice lunga in fatto di audience rispetto a notizie scientifiche o di cronaca, spesso ben più importanti e utili alla comunità. Oppure rimanendo in ambito climatico, possiamo immaginare quante aziende abbiano cercato di produrre, vendere ed installare pannelli solari per sfruttare la tecnologia fotovoltaica.
Un clima che va surriscaldandosi, come hanno predetto modelli climatici da oltre 30 anni, ha fatto gola alle industrie dell'energia, che ne hanno approfittato per iniziare timidamente a vendere i nuovi prodotti, ma ha fatto ancor più gola agli Enti statali e parastatali per chiedere finaziamenti pubblici per attuare lavori di bonifica in campo energetico da cui poi lucrare abbondandemente per fini personali. Si parla di mafia ma soprattutto di "ecomafia".
E' difficile districarsi in campi minati come quelli dominati dalle multinazionali, spesso legate alle banche internazionali che a loro volta sono gli strumenti del potere di coloro che alcuni chiamano "pazzi illuminati". E' difficile in questo periodo di crisi globale e di globalizzazione discernere il vero dal falso. In questo scenario lo scandalo "Climate Gate" ha messo la ciliegina sulla torta per coloro che a causa della scarsa attività solare, hanno iniziato a sospettare in una "inversione di tendenza climatica".
Come abbiamo esposto poc'anzi, tra macchie solari che scarseggiano rispetto agli anni passati, raggi cosmici in aumento, ecomafia e scandali climatici, è ovvio pensare alla truffa anche in fatto di Globa Warming.
Altri studi del 2009 prodotti da scienziati statunitensi e tedeschi del National Center for Atmospheric Research (NCAR) a Boulder, Colorado, basati su oltre un secolo di osservazioni meteorologiche, hanno proposto un profondo legame tra attività solare e fluttuazioni del clima terrestre, spiegando in dettaglio la complessa interazione tra la radiazione solare, l’atmosfera e l’oceano. Gli studi, pubblicati sul Journal of Climate e su Science, sostengono che un piccolo aumento di attività solare influenzi in maniera determinante l'area tropicale e le precipitazioni di tutto il globo terrestre. In particolare una maggiore attività solare produrrebbe un riscaldamento della troposfera tropicale (dove aumenta la quantità di ozono prodotta dai raggi UV-A), un aumento della forza dei venti alisei, un aumento dell'evaporazione nella zona equatoriale e dell'annuvolamento e delle precipitazioni. Lo studio propone una associazione fra il periodico picco dell'attività solare e lo schema delle precipitazioni e della temperatura superficiale delle acque del Pacifico. Il modello messo a punto dai ricercatori mostra anche le influenze che i picchi solari hanno su due importanti fenomeni collegati al clima: La Niña e El Niño, eventi associati ai cambiamenti nella temperatura delle acque superficiali del Pacifico orientale. In particolare l'attività solare risulterebbe influire su La Niña e El Niño, rafforzandoli o contrastandoli.
Nonostante questi nuovi studi che devono ancora trovare conferme, a causa di alcune dichiarazioni prive di fondamento scientifico, si è andato diffondedo, soprattutto in internet in concomitanza dell'evento mediatico 2012, la leggenda metropolitana che siamo prossimi ad un nuova Piccola Era Glaciale. Erroneamente in passato, questo stesso blog, ha riportato alcuni articoli che sostenevano tale teoria, senza tuttavia mai essere pienamente convinto della veridicità dell'ipotesi.
A sostenere l'ipotesi fantasiosa di una Nuova Era Glaciale ha contribuito in maniera pesante lo scandalo "Climate Gate". Il 20 novembre 2009 molti siti in internet, tra cui nostro blog, pubblicarono scambi di mail e modelli climatici provenienti dai server del Centro per la Ricerca Climatica (CRU) dell'Università dell'East Anglia, trafugati da un attacco hacker informatico. Questo centro di ricerca è uno dei più influenti tra quelli che studiano i cambiamenti climatici naturali e antropici e molti dei corrispondenti succitati fanno parte del Gruppo intergovernativo sul mutamento climatico).
In particolare fece rimanere tutti noi allibili che il CRU, guidato da Phil Jones, si accordò con l'editor di una nota rivista, per bloccare per circa un anno la pubblicazione di un articolo che denunciava l'inadeguatezza degli attuali modelli climatici nello spiegare la discrepanza tra la temperatura registrata al suolo e quella registrata nella bassa troposfera. Il ritardo era funzionale a permettere la contemporanea pubblicazione di un corposo controarticolo della CRU cui era stata offerta dall'editor una corsia preferenziale.
Inoltre il CRU avrebbe ostacolato la circolazione dei dati su cui costruivano i propri modelli. Pur esistendo un dispositivo normativo che li obbligava a fornirli a chi ne avesse fatto richiesta (FOIA), i ricercatori inglesi li hanno forniti solo a scienziati allineati, negandoli in modo sistematico ai loro avversari, i critici verso il riscaldamento antropico. In ultimo il codice del software rinvenuto appariva al di sotto degli standard e presentava interventi e note in cui erano presenti evidenti manipolazioni ed aggiustamenti dei dati.La successiva inchiesta del governo inglese sull'affidabilità delle ricerche effettuate dagli scienziati della CRU hanno assolto gli scienziati coinvolti dall'accusa di aver alterato i dati o di aver esagerato la minaccia del cambiamento climatico. Diversi scienziati e gli stessi dirigenti dell'IPCC sono stati accusati di conflitti di interesse in quanto collegati a movimenti o aziende che potrebbero beneficiare di incentivi economici o ricadute di immagine positive grazie all'imposizione di restrizioni alle emissioni di CO2.
Di certo la questione Global Warming presenta dei lati oscuri.
Marketing e riscaldamento globale
Come tutti noi ben sappiamo, viviamo in una società basata sul modello capitalista. Ogni situazione che porta alla diffusione di notizie commercializzabili, siano esse di natura pubblica o privata, spinge gli addetti ai lavori a lucrare. Basti pensare all'editoria, dove il gossip la dice lunga in fatto di audience rispetto a notizie scientifiche o di cronaca, spesso ben più importanti e utili alla comunità. Oppure rimanendo in ambito climatico, possiamo immaginare quante aziende abbiano cercato di produrre, vendere ed installare pannelli solari per sfruttare la tecnologia fotovoltaica.
Un clima che va surriscaldandosi, come hanno predetto modelli climatici da oltre 30 anni, ha fatto gola alle industrie dell'energia, che ne hanno approfittato per iniziare timidamente a vendere i nuovi prodotti, ma ha fatto ancor più gola agli Enti statali e parastatali per chiedere finaziamenti pubblici per attuare lavori di bonifica in campo energetico da cui poi lucrare abbondandemente per fini personali. Si parla di mafia ma soprattutto di "ecomafia".
E' difficile districarsi in campi minati come quelli dominati dalle multinazionali, spesso legate alle banche internazionali che a loro volta sono gli strumenti del potere di coloro che alcuni chiamano "pazzi illuminati". E' difficile in questo periodo di crisi globale e di globalizzazione discernere il vero dal falso. In questo scenario lo scandalo "Climate Gate" ha messo la ciliegina sulla torta per coloro che a causa della scarsa attività solare, hanno iniziato a sospettare in una "inversione di tendenza climatica".
Come abbiamo esposto poc'anzi, tra macchie solari che scarseggiano rispetto agli anni passati, raggi cosmici in aumento, ecomafia e scandali climatici, è ovvio pensare alla truffa anche in fatto di Globa Warming.
(Foto della disastrosa alluvione che ha colpito la bassa padovana in Veneto nel Novembre del 2010. Come facciamo a spiegare a questa gente che il Global Warming è una bufala inventata per vendere pannelli solari? Purtroppo la bufala è proprio il contrario. Nessua Era glaciale, ma alluvioni e freddo intenso di questi ultimi due inverni sono effetti del Global Warming, previsti dalla scienza oltre un trentennio or sono)
La cruda realtà
Purtroppo la realtà dei fatti è ben diversa e i dati, fortunatamente sono a disposizione di tutti e sono monitorati da diverse agenzie spaziali come la NASA, l'ESA e liberamente dai satelliti metereologici di tutti i paesi che li possono mandare in orbita.
Gli ultimi anni sono stati devastanti in fatto di surriscaldamento globale. Il 1998, in particolare, è stato l'anno più caldo dall'inizio delle rilevazioni con le moderne strumentazioni. Non dimentichiamo anche cone globalmente, il livello del mare è salito di 4-8 centimetri durante il secolo scorso e che le precipitazioni in tutto il mondo via terra sono aumentate di circa l'1% con una frequenza inaudita. Questo ultimo dato lo abbiamo percepito tutti nel novembre 2010 appena trascorso, che è già considerato dagli scienziati uno dei mesi più piovosi della storia per l'Europa intera. Alluvioni, frane, esondazioni e crolli sono proprio sintomi gravi e ampiamente previsti dagli scienziati, già da decenni, causati indirettamente dal surriscaldamento del pianeta.
Le regioni polari rivelano la realtà del riscaldamento globale, esse sono infatti il più utile laboratorio del cambiamento climatico e il campanello di allarme per il mondo intero. Dagli studi effettuati dalla NASA in tutto il 2009 nella regione artica, è risultato che la sua estensione sta diminuendo a un tasso del 9% per decennio e che nel 2002 il ghiaccio marino estivo era ai più bassi livelli record. I primi risultati indicarono che i bassi livelli persisterono anche nel 2003.
I climatologi predissero oltre 30 anni fa che il riscaldamento della Terra sarebbe stato più evidente ai Poli. Le loro analisi si sono dimostrate corrette, con prove convincenti di rapidi cambiamenti che stanno accadendo adesso.
In questo video, sono raccolti mese per mese, dal 1978 al 2009, i livelli di estensione della calotta polare Artica. Come si può notare, nei mesi estivi l'estensione diminuisce per poi aumentare in quelli invernali. Guardando velocemente il video, la calotta polare artica, assume quasi la forma di un cuore pulsante. Il guaio non è rappresentato dal suo "pulsare" e quindi dallo scioglimento e riconsolidamento dei ghiacci, ma dalla variazione di estensione tra estate ed estate o inverno ed inverno di anni o decennio differenti.
Diffidate da coloro che vi mostrano mare aperto e ghiaccio serrato per mostrare un devastante "global warming" e diffidate da coloro che vi mostrano un Artico /Antartide in piena salute confrontato con foto di una stagione differente. I confronti in alto sono per l'Artico di tipo trentennale, e pressappoco nello stesso mese di giugno. Si nota ad occhio nudo un vistoso calo dell'estensione dei ghiacci.
In queste due foto invece abbiamo un confronto in stagione estive di anni differenti. Si nota un leggerissimo aumento dell'estensione dei ghiacci, che è tuttavia inferiore ai valori di crollo registrati negli anni '73-'77. In basso vediamo il video del "pulsare" del Polo Sud, con la variazione dei ghiacci stagionali nell'ultimo trentennio.
Il cambiamento nel ghiaccio polare può alterare la chimica oceanica, i modelli di circolazione nell'atmosfera e negli oceani e i sistemi meteorologici mondiali.
Le regioni polari sono il termostato del mondo. Le distese di ghiaccio spesso svolgono un ruolo nella regolazione della temperatura globale della Terra, ma questo equilibrio puó essere modificato.
Una diminuzione complessiva dei ghiacci marini in Antartide nel corso degli ultimi tre decenni, non è stato livellato con gli aumenti dal 1970 in ritardo che ha fatto seguito una forte riduzione.
La più notevole è la tendenza al riscaldamento nel Mare di Ross, dove si sono staccati enormi iceberg dal Ross Ice Shelf. Il cambiamento climatico è più complesso in Antartide.
E' noto dall'analisi di bolle d'aria intrappolate nelle carote di ghiaccio dell'Antartide, che ora è presente più anidride carbonica in atmosfera che, in qualsiasi momento nel corso degli ultimi 40.000 anni.
Il massiccio iceberg antartico B15A antartico (foto in alto) di oltre 100 miglia che ha bloccato le vie marittime di McMurdo Station, apparso in una immagine NASA, intatto il 7 ottobre 2003, e spezzato in due il 9 ottobre. La sezione più grande è di circa 75 miglia di lunghezza e il pezzo più corto è di 25 miglia di lunghezza.
L'iceberg B15A ha rotto il Ross Ice Shelf nel 2000 ed è andato alla deriva nella sua posizione attuale. E' stato uno dei più grandi iceberg mai osservati. Un seconda grande iceberg, C19, si è staccato in mare nel 2002.
Il Ross Ice Shelf è un vasto campo di neve e ghiaccio che si estende dal continente nel Mare di Ross, sulla costa occidentale del Pacifico Antartide. Quando i ghiacciai si allontanano dai poli i bordi esterni si frantumano in una miriade di iceberg.
L'antartide e il ghiaccio del mare Artico stanno cambiando in modo diverso.
I dati dai satelliti degli ultimi 30 anni sul ghiaccio marino nelle due regioni polari rivelano che mentre il ghiaccio artico si è sciolto, il ghiaccio antartico è aumentato. Tuttavia, a causa di perdite drammatiche del ghiaccio marino antartico tra il 1973 e il 1977, il ghiaccio totale medio del mare in entrambi gli emisferi si è ridotto negli ultimi 30 anni. Il tasso di perdita nell'Artico negli ultimi due decenni, è del 20% superiore al tasso di perdita negli ultimi tre decenni.
Dal 1972 al 2002, il ghiaccio marino artico è diminuito ogni decennio di 300.000 Km quadrati (116.000 miglia quadrate), approssimativamente le dimensioni dello Stato dell'Arizona.
Tuttavia, tra il 1979 e il 2002 l'area ghiaccio marino si è ridota di oltre 360.000 chilometri quadrati (139.000 miglia quadrate) ogni decennio. Il maggior tasso di perdita di ghiaccio marino nell'Artico può essere dovuto a una tendenza al riscaldamento generale, così come l'influenza delle oscillazioni a lungo termine o di altri cambiamenti nei sistemi di pressione atmosferica, che potrebbero attirare aria più calda da sud.
I dati dai satelliti degli ultimi 30 anni sul ghiaccio marino nelle due regioni polari rivelano che mentre il ghiaccio artico si è sciolto, il ghiaccio antartico è aumentato. Tuttavia, a causa di perdite drammatiche del ghiaccio marino antartico tra il 1973 e il 1977, il ghiaccio totale medio del mare in entrambi gli emisferi si è ridotto negli ultimi 30 anni. Il tasso di perdita nell'Artico negli ultimi due decenni, è del 20% superiore al tasso di perdita negli ultimi tre decenni.
Dal 1972 al 2002, il ghiaccio marino artico è diminuito ogni decennio di 300.000 Km quadrati (116.000 miglia quadrate), approssimativamente le dimensioni dello Stato dell'Arizona.
Tuttavia, tra il 1979 e il 2002 l'area ghiaccio marino si è ridota di oltre 360.000 chilometri quadrati (139.000 miglia quadrate) ogni decennio. Il maggior tasso di perdita di ghiaccio marino nell'Artico può essere dovuto a una tendenza al riscaldamento generale, così come l'influenza delle oscillazioni a lungo termine o di altri cambiamenti nei sistemi di pressione atmosferica, che potrebbero attirare aria più calda da sud.
Al contrario, c'è stata una drammatica perdita di ghiaccio marino antartico nel periodo 1973-1977, ma da allora è gradualmente diffuso in zona. Complessivamente, dal 1972 al 2002, il ghiaccio antartico è diminuito in media da 150.000 chilometri quadrati ogni dieci anni (quasi 58.000 miglia quadrate).
L'avanzamento graduale del ghiaccio antartico dalla fine del 1970 può essere collegato al oscillazioni atmosferiche a lungo termine nell'emisfero meridionale causato dai forti venti da ovest e temperature più fresche.
Lo studio del riscaldamento dell'Artico, che appare nel numero di novembre dell'American Meteorological Society's Journal of Climate mostra che rispetto al 1980, la maggior parte dell'Artico si è riscaldato in modo significativo negli ultimi dieci anni, con aumenti più rilevanti nel Nord America.
"Il nuovo studio è unico in quanto, in precedenza, studi analoghi avevano fatto uso di dati provenienti da pochi punti sparsi in varie parti della regione artica", ha detto l'autore, il dottor Josefino Comiso, ricercatore senior presso il NASA Goddard Space Flight Center, Greenbelt, nel Maryland.
"Questi risultati mostrano la grande variabilità territoriale nella tendenza che solo i dati satellitari possono offrire". Comiso ha usato temperature superficiali prese dai satelliti tra il 1981 e il 2001 nel suo studio.
I ricercatori hanno sospettato che la perdita di ghiaccio marino artico deriva dal cambiamento dei modelli di pressione atmosferica sopra l'Artico a causa dal riscaldamento dovuto ad un accumulo di gas serra nell'atmosfera. "Le tendenze al riscaldamento come quelli trovati in questi studi potrebbero influenzare notevolmente i processi climatici degli oceani che a loro volta darebbero un devastante impatto al clima globale" ha dichiarato Michael Steele, oceanografo senior presso l'University of Washington a Seattle.
Nell'ultimo decennio, gli oceani e il terreno circostante all'Oceano Artico si sono scaldati di 1 C (2 F).
L'acqua assorbe l'energia del Sole piuttosto che rifletterlo in atmosfera coma fa invece il ghiaccio. Mentre si assottiglia il ghiaccio e si scaldano gli oceani, viene a verificarsi che più energia solare viene assorbita dall'acqua, creando feedback positivi che portano ad una ulteriore fusione del ghiaccio. Queste dinamiche di modificazione della temperatura degli strati dell'oceano, della circolazione oceanica della salinità, cambiano in modo drastico gli habitat marini.
Nella ricerca NASA che osserva le tendenze d ghiaccio marino perenne, Mark Serreze, uno scienziato dell'Università del Colorado, ha scoperto che nel 2002 l'estensione della banchisa artica ha raggiunto il livello record più basso, suggerendo che faccia parte di una tendenza.
Secondo lo studio di Comiso, il tasso di riscaldamento nell'Artico negli ultimi 20 anni è otto volte maggiore al tasso di riscaldamento negli ultimi 100 anni.
Lo studio di Comiso analizza anche le tendenze di variazione delle temperature da regione e stagione. Mentre il riscaldamento è prevalente su gran parte della regione artica, alcune aree, come la Groenlandia, sembrano essere in fase di raffreddamento. La Primavera arriva prima e sono più calde, come più caldi sono autunni e durava di più a lungo.
Ma soprattutto, le temperature sono aumentate in media di 1,22 ° C per decennio, durante l'estate artica. Il riscaldamento estivo ha prolungato la fusione stagione intaccando l'estensione dei ghiacci permanenti.
Il trend annuale, che non era così forte, variava da un riscaldamento di 1,06 C sul Nord America ad un raffreddamento di 0,09 C in Groenlandia.
"Se il mare declina l'estensione del ghiaccio, lo scongelamento dell'Artico potrebbe rilasciare notevoli quantità di anidride carbonica e metano intrappolato nel permafrost e l'acqua dell'oceano leggermente più calda potrebbe rilasciare gas naturale congelati nel fondo marino, i quali fungono da effetto serra gas nell'atmosfera" ha detto David Rind, ricercatore senior presso il NASA Goddard Institute of Space Studies, New York.
L'avanzamento graduale del ghiaccio antartico dalla fine del 1970 può essere collegato al oscillazioni atmosferiche a lungo termine nell'emisfero meridionale causato dai forti venti da ovest e temperature più fresche.
Lo studio del riscaldamento dell'Artico, che appare nel numero di novembre dell'American Meteorological Society's Journal of Climate mostra che rispetto al 1980, la maggior parte dell'Artico si è riscaldato in modo significativo negli ultimi dieci anni, con aumenti più rilevanti nel Nord America.
"Il nuovo studio è unico in quanto, in precedenza, studi analoghi avevano fatto uso di dati provenienti da pochi punti sparsi in varie parti della regione artica", ha detto l'autore, il dottor Josefino Comiso, ricercatore senior presso il NASA Goddard Space Flight Center, Greenbelt, nel Maryland.
"Questi risultati mostrano la grande variabilità territoriale nella tendenza che solo i dati satellitari possono offrire". Comiso ha usato temperature superficiali prese dai satelliti tra il 1981 e il 2001 nel suo studio.
I ricercatori hanno sospettato che la perdita di ghiaccio marino artico deriva dal cambiamento dei modelli di pressione atmosferica sopra l'Artico a causa dal riscaldamento dovuto ad un accumulo di gas serra nell'atmosfera. "Le tendenze al riscaldamento come quelli trovati in questi studi potrebbero influenzare notevolmente i processi climatici degli oceani che a loro volta darebbero un devastante impatto al clima globale" ha dichiarato Michael Steele, oceanografo senior presso l'University of Washington a Seattle.
Nell'ultimo decennio, gli oceani e il terreno circostante all'Oceano Artico si sono scaldati di 1 C (2 F).
L'acqua assorbe l'energia del Sole piuttosto che rifletterlo in atmosfera coma fa invece il ghiaccio. Mentre si assottiglia il ghiaccio e si scaldano gli oceani, viene a verificarsi che più energia solare viene assorbita dall'acqua, creando feedback positivi che portano ad una ulteriore fusione del ghiaccio. Queste dinamiche di modificazione della temperatura degli strati dell'oceano, della circolazione oceanica della salinità, cambiano in modo drastico gli habitat marini.
Nella ricerca NASA che osserva le tendenze d ghiaccio marino perenne, Mark Serreze, uno scienziato dell'Università del Colorado, ha scoperto che nel 2002 l'estensione della banchisa artica ha raggiunto il livello record più basso, suggerendo che faccia parte di una tendenza.
Secondo lo studio di Comiso, il tasso di riscaldamento nell'Artico negli ultimi 20 anni è otto volte maggiore al tasso di riscaldamento negli ultimi 100 anni.
Lo studio di Comiso analizza anche le tendenze di variazione delle temperature da regione e stagione. Mentre il riscaldamento è prevalente su gran parte della regione artica, alcune aree, come la Groenlandia, sembrano essere in fase di raffreddamento. La Primavera arriva prima e sono più calde, come più caldi sono autunni e durava di più a lungo.
Ma soprattutto, le temperature sono aumentate in media di 1,22 ° C per decennio, durante l'estate artica. Il riscaldamento estivo ha prolungato la fusione stagione intaccando l'estensione dei ghiacci permanenti.
Il trend annuale, che non era così forte, variava da un riscaldamento di 1,06 C sul Nord America ad un raffreddamento di 0,09 C in Groenlandia.
"Se il mare declina l'estensione del ghiaccio, lo scongelamento dell'Artico potrebbe rilasciare notevoli quantità di anidride carbonica e metano intrappolato nel permafrost e l'acqua dell'oceano leggermente più calda potrebbe rilasciare gas naturale congelati nel fondo marino, i quali fungono da effetto serra gas nell'atmosfera" ha detto David Rind, ricercatore senior presso il NASA Goddard Institute of Space Studies, New York.
Conclusioni
E' facile sbandierare l'arrivo di una Era Glaciale anche quando dei modelli scientifici sono palesemente contrari all'evidenza dei fatti. E' soprendente confondere abbondanti nevicate e gelate con gli effetti di periodi di freddo, quando invece si tratta di bruschi e violenti cambi climatici che sono ampiamente previsti dal riscaldamento globale del pianeta. Un abbassamento dei livelli di ghiaccio Artico, porterà altre grosse conseguenze se non sarà rallentato grazie ad una sana politica industriale delle attività umane. Avremo dislivelli climatici sempre più violenti, con inverni brevi e rigidissimi e lunghe primavere piovose con estati roventi. Quando l'effetto mitigatore dell'Artico terminerà e la sua estensione sarà ai minimi termini anche in inverno, tra pochi anni, il caldo rovente potrebbe creare danni grossissimi alla stessa esistenza umana nell'emisfero settentrionale e sconvolgere tutti i modelli climatici, la migrazione degli animali, la fauna e la flora di tutto il pianeta, con effetti devastanti.
Fonti:
http://en.wikipedia.org/wiki/Global_warming
A cura di Arthur McPaul
Ti sei bevuto il cervello oppure ti hanno pagato profumatamente per scrivere l'esatto contrario di cio' che pensi realmente?
RispondiEliminaNo... perche'... forse... sarebbe il caso che ricontrollassi a fondo tutto il contesto del tuo articolo. Perche' le conclusioni sono palesemente sbagliate!
Caro anonimo firmati e poi ne riparliamo.
RispondiEliminaIl discorso della Peg non mi ha mai palesemente convinto e sinceramente chiedo scusa a tutti i lettori per aver in passato sostenuto idee infondate e prive di prove scientifiche.
La Terra è sull'orlo di gravi danni causati dal surriscaldamento della Terra.
Arthur, con tutto il rispetto che posso avere per te e per il tuo lavoro, ti dico semplicemente che stai sbagliando di grosso (sempre che sia ancora tu a scrivere, cosa di cui inizio a dubitare) a lasciarti influenzare dalle stupidaggini pro-AGW.
RispondiEliminaAvrai notato, spero (perche' altrimenti significa che stavi dormendo), che ormai viene attribuito qualsiasi evento all'aumento della CO2. Aumento che negli ultimi anni e' fortemente diminuito e non certo grazie all'influenza umana.
Affermare scientificamente che la CO2, un gas presente in minima concrentrazione nell'atmosfera terrestre, possa sconvolgere da solo tutto il sistema climatico terrestre come sta accadendo oggi, e' assai poco scientifico.... visto che non ci sono prove, dati e teorie che ne spiegano il funzionamento.
Quello che sta avvenendo nel mondo, grazie alla favola del Global Warming, e' l'ignorantizzazione del genere umano. E chi si allinea all'idea che tutto dipende dalla sola CO2 non fa che contribuire a questo imbarbarimento che ci portera' al collasso.
L'umanita', semplicemente, NON deve sapere che sta per estinguersi... e che i potenti sapevano tutto da anni. Non deve saperlo e non deve avere le conoscenze necessarie per poter correre ai ripari.
Ti invito comunque a continuare il tuo lavoro, in un modo o nell'altro, ricordandoti che la Teoria del Global Warming, mai verificata scientificamente, prevedeva un'innalzamento delle temperature globali di 4° C (+/- 2°C) e che fino a 2 anni fa circa non prendeva minimamente in considerazione la possibilita' che ci potessero essere inverni piu' rigidi rispetto a quello del 2006. Oggi invece ci ritroviamo con qualcosa come il 75% dell'emisfero boreale coperto dalla neve e con estati quasi assenti nell'emisfero australe.
Continuare ad affermare che tutto questo ci portera' ad un riscladamento globale e che la causa e' solo la CO2 e', a mio avviso, solo un grande e spudorato ELOGIO ALL'IGNORANZA.
L'umanità sta distruggendo la propria Terra, sia sociologicamente che ecologicamente. Un ammasso di invertebravi eseguono gli ordini e dall'alto i soliti ignoti ordinano.
RispondiEliminaLe multinazionali stanno sfruttando la Terra fino a distruggerla, inquinando senza ritegno per le specie viventi.
Mi sono stancato di sentir dire da due anni a questa parte che l'uomo non c'entra nulla, buttando nel cesso anni e annio di educazione all'ambiente e all'ecologia.
Da un punto di vista scientifico, coloro che prefessano la nuova era glaciale non sono esperti di clima, sono per lo piu scienziati o ricecatori indipendenti come me e molti altri che non hanno le basi accademiche per poter parlare di nuove ere di freddo, non applicano il metodo sperimentale nei loro modelli e si basano spesso su dati statistici (vedi Timo Niroma).
Il 97% degli scienziati che studiano il climna sanno che la Terra si sta riscaldando, ma basta vedere il telegiornale e capire che ogni giorno una nuona sciagura, una inondazione, una siccità, un incendio, stanno distruggendo il pianeta come mai era accaduto cosi frequentemente in precedenza.
Periodi di breve freddo intenso come escalation dell'inasprimento climatico sono previsti dalle teorie sul globa warming da almeno un trentennio.
La Teoria del Globa Warming è provata sperimentalmente da centinaia di osservatori in tutto il mondo, dai satelliti orbitali, dalle cause effetto dei danni che il pianeta subisce ogni giorno, dai carotaggi nei ghiacci sui livelli di Co2 precedenti e da modelli sperimentali di grande spessore che ne stanno azzeccando ogni minima previsione
Arthur,
RispondiEliminami spiace doverterlo ripetere, ma il tuo e' un continuo Eliogio all'Ignoranza. Piu' totale aggiungerei.
Quella che tu chiami "teoria del global warming" e' solo una delle tante ipotesi. E non e' una teoria. Non e' scientificamente plausibile e non e' affatto provata sperimentalmente.
Dietro la pagliacciata sull'AGW ci sono solo miliardi di dollari di finanziamento per ricerche e certificati verdi... basati sull'ignoranza della gente e sulla mania di persone come te che accettano per oro colato tutto cio' che viene detto loro dagli pseudo-esperti del settore.
Basta leggere la tua ultima frase "...e da modelli sperimentali di grande spessore che ne stanno azzeccando ogni minima previsione." per capire che tu di questo argomento non ne sai assolutamente niente.
Non saro' certo io a farti cambiare idea. Se fino a qualche settimana fa eri convinto di una cosa ed ora hai fatto una vera e propria inversione ad U, senza motivo, qualcosa e' accaduto e non mi importa neanche saperlo.
Se sei convinto che cio' che stai scrivendo in queste pagine e' scritto con il cuore, allora continua. Altrimenti fatti un bell'esame di coscienza e ripensaci.
La scienza non è esame di coscienza ma conoscenza. La mia coscienza è per la verità, bella o brutta che sia.
RispondiEliminaIl pianeta si sta riscaldando che ti piaccia o no, l'Artico si sta sciogliendo che ti piaccia o no. Il clima si sta surriscaldando che ti piaccia o no. L'inquinamento dell'aria sta avvelenado il nostro habitat e sta riempiendo di CO2 l'atmosfera, che ti piaccia o no.
Mi sono stancato di leggere stronzate relative ad allinemaneti planetari, ere glaciali, macchie solari e altre menate simili.
Che ti piaccia o no la fantasia resta tale e la scienza dice la verità, soprattutto quando sono centinai di studi indipendenti a dire la stessa cosa in tutto il mondo, come per il riscaldamento antropico a causa delle porcherie che l'uomo sta combinando al nostro pianeta.
A breve la terra finirà, se non facciamo qualcosa.
RispondiEliminaOppure se non interviene Dio.
Sono pienamente daccordo che ci vuole un intervento superiore per uscirne fuori, l'uomo non è più capace di gestire il suo luogo di dimora!
RispondiEliminaDobbiamo ricominciare tutto dall'inizio ma con un governo superiore all'uomo il quale possa gestire tutto con giustizia
e sapienza.
Non finirà la Terra, lei continuerà ad esistere.
RispondiEliminaÈ l'uomo a dover capire un concetto, sarà lui a sparire se continua a danneggiare il proprio habitat - ormai - a livello globale.
Quando avrà capito questo, forse riuscirà a sopravvivere a se stesso.
Anche io spero in un intervento superiore, di Dio? Da parte di alieni?
Sinceramente non mi interessa (visto che sono dubbie anche le nostre origini), purché attui un etica morale e legale in grado di insegnarci qualcosa, e non di farci regredire ulteriormente come razza senziente (se lo siamo ancora).
Cordialmente :)