All'inizio della formazione della Terra, alcune forme rare di cromo si separarono e scomparvero in profondità nel nucleo del pianeta, secondo quanto ha dimostrato un nuovo studio dei geologi della UC Davis.
La scoperta, pubblicata online dalla rivista Science il 24 febbraio, "aiuterà gli scienziati a capire le prime fasi di formazione dei pianeti" ha detto Zhu Qing-Yin, professore di geologia presso la UC Davis e coautore dello studio.
Yin, Frederic Moynier e Edwin Schauble del Dipartimento e Scienze della Terra e dello spazio all'UCLA hanno utilizzato attrezzature specialistiche presso la UC Davis per effettuare misurazioni molto precise degli isotopi di cromo nei meteoriti, rispetto alle rocce dalla crosta terrestre, e hanno simulato il primo ambiente terrestre con delle simulazioni al computer.
Hanno studiato una classe di meteoriti chiamati condriti, che sono gli avanzi della formazione del Sistema Solare di oltre quattro miliardi e mezzo di anni fa.
L'aggiunta di cromo alle superfici lucide a prova di ruggine di metallo, conferisce il colore agli smeraldi e ai rubini. Esso esiste in quattro isotopi stabili (non radioattivi) con massa atomica del 50, 52, 53 e 54.
"E' noto da decenni che gli isotopi di cromo sono relativamente sottorappresentati nel mantello e nella crosta terrestre", ha detto Yin.
Questo perché o erano volatili e sono evaporati nello spazio, o perché sono stati risucchiati nel nucleo profondo della Terra.
Effettuando misurazioni molto accurate degli isotopi di cromo nelle meteoriti rispetto alle rocce terrestri e confrontandole con le previsioni teoriche, i ricercatori sono stati in grado di mostrare per la prima volta che gli isotopi più leggeri preferenzialmente entrarono nel nucleo. Da ciò il team ne ha dedotto che circa il 65% del cromo mancante è probabilmente presente nel nucleo terrestre.
Inoltre, la separazione deve essere avvenuta nelle prime fasi del processo di formazione del pianeta, probabilmente nei corpi più piccoli che si assemblarono con la Terra o quando la Terra era ancora fusa, ma più piccola di quello attuale.
Il lavoro è stato finanziato da contributi della NASA e la National Science Foundation.
Traduzione a cura di Arthur McPaul
Fonte
Yin, Frederic Moynier e Edwin Schauble del Dipartimento e Scienze della Terra e dello spazio all'UCLA hanno utilizzato attrezzature specialistiche presso la UC Davis per effettuare misurazioni molto precise degli isotopi di cromo nei meteoriti, rispetto alle rocce dalla crosta terrestre, e hanno simulato il primo ambiente terrestre con delle simulazioni al computer.
Hanno studiato una classe di meteoriti chiamati condriti, che sono gli avanzi della formazione del Sistema Solare di oltre quattro miliardi e mezzo di anni fa.
L'aggiunta di cromo alle superfici lucide a prova di ruggine di metallo, conferisce il colore agli smeraldi e ai rubini. Esso esiste in quattro isotopi stabili (non radioattivi) con massa atomica del 50, 52, 53 e 54.
"E' noto da decenni che gli isotopi di cromo sono relativamente sottorappresentati nel mantello e nella crosta terrestre", ha detto Yin.
Questo perché o erano volatili e sono evaporati nello spazio, o perché sono stati risucchiati nel nucleo profondo della Terra.
Effettuando misurazioni molto accurate degli isotopi di cromo nelle meteoriti rispetto alle rocce terrestri e confrontandole con le previsioni teoriche, i ricercatori sono stati in grado di mostrare per la prima volta che gli isotopi più leggeri preferenzialmente entrarono nel nucleo. Da ciò il team ne ha dedotto che circa il 65% del cromo mancante è probabilmente presente nel nucleo terrestre.
Inoltre, la separazione deve essere avvenuta nelle prime fasi del processo di formazione del pianeta, probabilmente nei corpi più piccoli che si assemblarono con la Terra o quando la Terra era ancora fusa, ma più piccola di quello attuale.
Il lavoro è stato finanziato da contributi della NASA e la National Science Foundation.
Traduzione a cura di Arthur McPaul
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