martedì 16 marzo 2021

FENOMENOLOGIA E BUSINESS DI UNA FINTA PANDEMiA


In questo triste momento per la società italiana, in bilico tra (finto) Lockdown e Pandemia (simulata) non é certamente dignitoso lucrare giornalisticamente su alcuni seppur gravi casi di disfunzione vaccinale. Con i vaccini non si scherza, hanno salvato l’umanità da gravi infezioni batteriche e virali. Tuttavia, mi preme far notare che esiste un sottile filo logico in cui si finisce per inciampare. La questione è puramente sociologica e scientifica.
Una società chiamata a fronteggiare una VERA pandemia, attuerebbe molto più rispetto a quanto è stato attuato fino ad ora e lo farebbe con una forza devastante, bloccando realmente ogni attività produttiva, affidando all’esercito i rifornimenti di acqua e cibo a tutta la popolazione e per un lasso di tempo utile a completare la quarantena. 
L’opinione pubblica, impressionata dalle migliaia di morti visti cadere per strada e non dai costrutti televisivi o dei Social, applicherebbe - con scrupolo - ogni direttiva. 
I politici si rintanerebbero in un bunker, assieme ai garanti della democrazia, difesi dall’esercito contro ogni possibile atto sovversivo di qualsiasi forza ostile e criminale, pronta ad approfittartene. 
Le forze di polizia indosserebbero tute antivirali e sorveglierebbero le strade per evitare sciacallaggi e defezioni. Le televisioni trasmetterebbero i comunicati del Governo dal bunker, i politici invierebbero messaggi rassicuranti e di speranza e contemporaneamente laborerebbero assiduamente per garantire l’operatività degli organi preposti. 
Una vera quarantena inizierebbe presto a produrre immunità di gregge tra la popolazione, in poche settimane il virus verrebbe debellato, contagi e vittime crollerebbero, la vita timidamente riprenderebbe e nel giro di pochissimo tempo dintornerebbe alla normalità produttiva e sociale, in attesa di un vaccino. 

I vaccini richiedono, secondo la scienza e i protocolli internazionali, una rigida e lunga sperimentazione e nel caso di virus come il CoVId, noti per le loro capacità infettive da sempre, nessuna casa farmaceutica perderebbe il suo tempo a produrli, sapendo che hanno bassissima mortalità. 
Lanciare sul mercato sei o sette vaccini, senza rispettare le normali procedure di sperimentazione, significa porre a grave rischio la popolazione per i possibili effetti collaterali, a maggior ragione ne caso di una nuova tecnologia genetica come per  il COVID-19.

Probabilmente tutto è nato per caso, qualcuno ha fiutato l’affare, qualcun altro ha pensato che potrebbe rappresentare un ottimo escamotage per testare alcune fenomenologie sociali, fino ad ora lette soltanto nei testi teorici e mai viste nella realtà. 

Per altri, rappresenta la sperimentazione di una economia di guerra come durante un attacco batteriologico su larga scala o persino durante un olocausto nucleare.

Per i Governi, una ghiotta occasione per far passare alcune leggi restrittive che in tempi normali scatenerebbero folle oceaniche in piazza.

Per l’UE, è lo scenario ideale per gli Stati più colpiti come l’Italia ad una presa di responsabilità verso l’indispensabile necessità di arginare sentimenti anti Euro o un’ulteriore cessione di sovranità in cambio di denaro a prestiti con tassi super convenienti.

Per i media, il CoVid rappresenta il format ideale per mantenere incollati gli spettatori ai TG, ai Talk Show e alla normale programmazione, sfruttando il tempo libero di milioni di inoccupati e nuovi disoccupati durante i lunghi e ripetuti Lockdown. 
Il tutto, ovviamente, si traduce in incassi stratosferici dagli sponsor. 
Essi, inoltre, hanno sfruttato i fatti circostanziali al virus per intingere di retorica ed ideologia politica di parte, Talk Show, dirette, speciali e telegiornali. 
Persino per i media digitali, il fenomeno rappresenta una grande opportunità. 
I Social sono lo scenario virtuale in cui milioni di utenti si azzuffano per difendere le loro opinioni e tra un post e l’altro, tra un lettura e un video, si finisce per acquistare sulle piattaforme e-commerce. 
Indirettamente, Amazon, Ebay, AliExpress e tantissime altre App stanno vivendo una nuova età dell’oro, con incrementi delle vendite mastodontiche che hanno rimesso in moto l’economia dei trasporti per le consegne dei pacchi, grazie anche alle imposizioni di chiusura dei negozi tradizionali.

COVID-19 è anche un’opportunità irripetibile per testare aree speciali in cui possono essere applicate deroghe alla normale circolazione delle persone. La Sardegna, ad esempio e presto molte altre regioni italiane o Stati esteri (come per Israele), stanno sperimentando quello che abbiamo definite COVID FREE AREA, in cui possono accedere soltanto i cittadini vaccinati. 
Quali saranno le implicazioni per i residenti e per l’opinione pubblica? Quale sarà lo sviluppo e la ripresa economica che si avrà? Soprattutto, il virus, cesserà davvero di diffondersi in tali aree? Lo stanno verificando, per la gioia di sociologi e psicologi di stato che raccoglieranno trilioni di dati ad uso e consumo dei governi e dei dipartimenti ministeriali interessati.

COVID-19 è tutto questo tranne che una reale pandemia. Oltre al business dei vaccini, si è già da tempo affermato il commercio di mascherine chirurgiche e filtranti, guanti, camici, termometri digitali, tamponi, fiale, vetro per le provette dei vaccini, tappi in alluminio per la sigillatura delle medesime, dispositivi informatici e App per il telelavoro e le videochiamate, nuove professioni e personale straordinario per l’istruzione, la sanità  e molti altri ambiti della pubblica amministrazione. 
Un volume di affari miliardario che sta rimpinguando le cassa di coloro hanno avuto la prontezza di approfittarne o le agevolazioni politiche per sviluppare prodotti e merchandising inerente, senza reali benefici per il cittadino.

È molto probabile che grazie ai meccanismi sociali, economici e politici messi in atto, la finta pandemia non cesserà molto presto.

Lettura suggerita: https://www.ibs.it/business-of-pandemics-covid-19-libro-inglese-vari/e/9780367557423


 

1 commento:

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