Un nuovo studio indica che i minerali argillosi, le rocce che si formano quando l'acqua è presente per lunghi periodi di tempo, coprono una porzione di Marte maggiore di quanto si pensasse.
Lo studio è stato pubblicato online l'edizione di Geophysical Research Letters.
Il progetto, che è stato condotto da Eldar Noe Dobrea del Planetary Science Institute, ha individuato i minerali argillosi con un analisi spettroscopica dal Mars Reconnaissance Orbiter. La ricerca mostra che le argille sono presenti anche nella pianura Meridiani che Opportunity percorse verso la sua attuale posizione.
"Non è una sorpresa che Opportunity non ha trovato argille, mentre esplorava", ha detto Wray, membro di facoltà presso la Scuola di Scienze della Terra e atmosferica. "Non sapevamo che esistessero su Marte prima che arrivasse il rover. Opportunity non ha gli stessi strumenti che si sono rivelati così efficaci per la rilevazione di argille dall'orbita".
Le tracce di argilla vicino al cratere Eagle sono molto deboli, soprattutto rispetto a quelle lungo il bordo del cratere Endeavour e dentro. Wray ritiene che le argille avrebbero potuto essere più abbondanti in passato, ma la storia vulcanica di Marte ha eliminato parte di esse.
"E' stato anche sorprendente trovare la presenza di argilla nel terreno geologicamente più giovane dei solfati", ha detto Dobrea. Le attuali teorie della storia geologica di Marte suggeriscono che le argille, un prodotto derivante dall'alterazione acquosa, si fosse in realtà formato nella fase iniziale, quando le acque del pianeta erano più alcaline.
Quando l'acqua si acidificó a causa di vulcanesimo, la mineralogia fu alterata divenendo solfato. "Questo ci costringe a ripensare circa le nostre ipotesi correnti della storia dell'acqua su Marte", ha aggiunto.
Anche se Opportunity ha raggiunto un'area che si ritiene ricca di depositi argillosi, le probabilità di rilevarle sono ancora negative. Opportunity avrebbe dovuto sopravvivere per soli tre mesi ma è ancora operativo dopo nove anni, ma i due strumenti mineralogici non funzionano più.
Invece, Opportunity deve scattare foto di rocce con la sua macchina fotografica panoramica e analizzare gli obiettivi con uno spettrometro per cercare di determinare la composizione degli strati di roccia.
"Fino ad ora, siamo solo stati in grado di identificare le aree dei depositi di argilla dall'orbita", ha detto Wray. "Se Opportunity riuscisse a trovare un campione e ci desse uno sguardo più attento, dovremmo essere in grado di determinare come si formó la roccia, ad esempio in un profondo lago, uno stagno poco profondo o un sistema vulcanico".
Per quanto riguarda l'altro rover sul lato opposto di Marte, gli strumenti di Curiosity sono meglio attrezzati per la ricerca di segni di condizioni passate o attuali per la vita abitabile, grazie anche ad Opportunity. Wray è un membro del team scientifico di Curiosity.
Traduzione a cura di Arthur McPaul
Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/12/121220144201.htm
Lo studio è stato pubblicato online l'edizione di Geophysical Research Letters.
Il progetto, che è stato condotto da Eldar Noe Dobrea del Planetary Science Institute, ha individuato i minerali argillosi con un analisi spettroscopica dal Mars Reconnaissance Orbiter. La ricerca mostra che le argille sono presenti anche nella pianura Meridiani che Opportunity percorse verso la sua attuale posizione.
"Non è una sorpresa che Opportunity non ha trovato argille, mentre esplorava", ha detto Wray, membro di facoltà presso la Scuola di Scienze della Terra e atmosferica. "Non sapevamo che esistessero su Marte prima che arrivasse il rover. Opportunity non ha gli stessi strumenti che si sono rivelati così efficaci per la rilevazione di argille dall'orbita".
Le tracce di argilla vicino al cratere Eagle sono molto deboli, soprattutto rispetto a quelle lungo il bordo del cratere Endeavour e dentro. Wray ritiene che le argille avrebbero potuto essere più abbondanti in passato, ma la storia vulcanica di Marte ha eliminato parte di esse.
"E' stato anche sorprendente trovare la presenza di argilla nel terreno geologicamente più giovane dei solfati", ha detto Dobrea. Le attuali teorie della storia geologica di Marte suggeriscono che le argille, un prodotto derivante dall'alterazione acquosa, si fosse in realtà formato nella fase iniziale, quando le acque del pianeta erano più alcaline.
Quando l'acqua si acidificó a causa di vulcanesimo, la mineralogia fu alterata divenendo solfato. "Questo ci costringe a ripensare circa le nostre ipotesi correnti della storia dell'acqua su Marte", ha aggiunto.
Anche se Opportunity ha raggiunto un'area che si ritiene ricca di depositi argillosi, le probabilità di rilevarle sono ancora negative. Opportunity avrebbe dovuto sopravvivere per soli tre mesi ma è ancora operativo dopo nove anni, ma i due strumenti mineralogici non funzionano più.
Invece, Opportunity deve scattare foto di rocce con la sua macchina fotografica panoramica e analizzare gli obiettivi con uno spettrometro per cercare di determinare la composizione degli strati di roccia.
"Fino ad ora, siamo solo stati in grado di identificare le aree dei depositi di argilla dall'orbita", ha detto Wray. "Se Opportunity riuscisse a trovare un campione e ci desse uno sguardo più attento, dovremmo essere in grado di determinare come si formó la roccia, ad esempio in un profondo lago, uno stagno poco profondo o un sistema vulcanico".
Per quanto riguarda l'altro rover sul lato opposto di Marte, gli strumenti di Curiosity sono meglio attrezzati per la ricerca di segni di condizioni passate o attuali per la vita abitabile, grazie anche ad Opportunity. Wray è un membro del team scientifico di Curiosity.
Traduzione a cura di Arthur McPaul
Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/12/121220144201.htm
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