Due ricercatori francesi hanno recentemente proposto il primo modello che spiega come mai la maggior parte dei satelliti regolari nel nostro Sistema Solare si sono formati sopra anelli del pianeta. Il modello, unico nel suo genere, è stato testato nel 2010 per le lune di Saturno. Sembrerebbe spiegare la distribuzione attuale dei pianeti "giganti" e spiega anche come i satelliti dei pianeti "terrestri", come la Terra o Plutone siano venuti in essere. Questi risultati rappresentano un importante passo avanti per spiegare la formazione dei sistemi planetari in tutto l'Universo.
C'è una differenza fondamentale tra sistemi planetari giganti, come Giove e Saturno e quelli terrestri come la Terra o Plutone. Considerando che i giganti sono circondati da anelli e da una miriade di piccoli satelliti naturali, i pianeti terrestri hanno poche lune, o una sola e sono senza anelli.
Fino ad ora, due modelli sono stati comunemente usati per spiegare la presenza dei satelliti regolari nel nostro sistema solare. Questi indicano che i satelliti dei pianeti terrestri come la Terra e Plutone si sono formati a seguito di una collisione. Essi indicano inoltre che i satelliti dei pianeti giganti si sono formati in una nebulosa che circondava il pianeta. Non riescono tuttavia a soiegare la distribuzione specifica e la composizione chimica dei satelliti in orbita dei pianeti giganti. Un'altra teoria quindi sembrava necessaria.
Nel 2010 e nel 2011, un gruppo di ricercatori francesi ha sviluppato un nuovo modello per descrivere come le lune di Saturno siano firmate sulla base di simulazioni numeriche e dati provenienti della sonda Cassini della NASA. I ricercatori hanno scoperto che gli anelli di Saturno, che sono costituiti da blocchi molto sottili di ghiaccio che circondano il pianeta, avrebbero a loro volta dato luce anche ai satelliti di ghiaccio. Ciò è dovuto al fatto che gli anelli scaglionati nel tempo, quando raggiungono una certa distanza dal pianeta (noto come limite di Roche o raggio Roche), si agglomerano e formano piccoli corpi che si staccano e si allontanano. Questo è il modo in cui nascono gli anelli e i satelliti in orbita intorno al pianeta.
In questo nuovo studio, il docente di ricerca, Aurélien Crida dall'Università di Nizza Sophia Antipolis e dell'Observatoire de la Côte d'Azur con il collega Sébastien Charnoz dalla Université Paris Diderot e il CEA, hanno messo alla prova il nuovo modello per scoprire se potesse essere esteso ad altri pianeti. I loro calcoli hanno portato alla luce molti fattori importanti. Questo modello di formazione dei satelliti e degli anelli del pianeta spiegherebbe infatti perché i satelliti più grandi si trovino più lontano dal pianeta rispetto a quelli più piccoli. Lo studio indicherebbe anche l'accumulo dei satelliti in prossimità del limite di Roche, il loro "luogo di nascita", sul bordo esterno degli anelli.
Questa distribuzione è in perfetto accordo con il sistema planetario di Saturno. Lo stesso modello può valere anche per i satelliti dei pianeti giganti, Urano e Nettuno, che sono organizzati secondo un sistema simile. Ciò suggerirebbe che questi pianeti un tempo avessero anelli enormi simili a Saturno, che poi sono stati persi per dare alla luce i loro satelliti. Infine, il modello può essere applicato anche alla formazione dei satelliti dei pianeti terrestri. Secondo i calcoli dei ricercatori, esistono casi particolari in cui un singolo satellite può essere formato dall'anello intorno al pianeta. Questo è il caso della Terra e della Luna o di Plutone e Caronte.
Così, questo meccanismo di diffusione planetario da solo potrebbe spiegare come la maggior parte dei satelliti regolari si sono formati nel nostro Sistema Solare.
I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati il 30 novembre 2012 su Science.
Traduzione a cura di Arthur McPaul
Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/12/121204112012.htm
C'è una differenza fondamentale tra sistemi planetari giganti, come Giove e Saturno e quelli terrestri come la Terra o Plutone. Considerando che i giganti sono circondati da anelli e da una miriade di piccoli satelliti naturali, i pianeti terrestri hanno poche lune, o una sola e sono senza anelli.
Fino ad ora, due modelli sono stati comunemente usati per spiegare la presenza dei satelliti regolari nel nostro sistema solare. Questi indicano che i satelliti dei pianeti terrestri come la Terra e Plutone si sono formati a seguito di una collisione. Essi indicano inoltre che i satelliti dei pianeti giganti si sono formati in una nebulosa che circondava il pianeta. Non riescono tuttavia a soiegare la distribuzione specifica e la composizione chimica dei satelliti in orbita dei pianeti giganti. Un'altra teoria quindi sembrava necessaria.
Nel 2010 e nel 2011, un gruppo di ricercatori francesi ha sviluppato un nuovo modello per descrivere come le lune di Saturno siano firmate sulla base di simulazioni numeriche e dati provenienti della sonda Cassini della NASA. I ricercatori hanno scoperto che gli anelli di Saturno, che sono costituiti da blocchi molto sottili di ghiaccio che circondano il pianeta, avrebbero a loro volta dato luce anche ai satelliti di ghiaccio. Ciò è dovuto al fatto che gli anelli scaglionati nel tempo, quando raggiungono una certa distanza dal pianeta (noto come limite di Roche o raggio Roche), si agglomerano e formano piccoli corpi che si staccano e si allontanano. Questo è il modo in cui nascono gli anelli e i satelliti in orbita intorno al pianeta.
In questo nuovo studio, il docente di ricerca, Aurélien Crida dall'Università di Nizza Sophia Antipolis e dell'Observatoire de la Côte d'Azur con il collega Sébastien Charnoz dalla Université Paris Diderot e il CEA, hanno messo alla prova il nuovo modello per scoprire se potesse essere esteso ad altri pianeti. I loro calcoli hanno portato alla luce molti fattori importanti. Questo modello di formazione dei satelliti e degli anelli del pianeta spiegherebbe infatti perché i satelliti più grandi si trovino più lontano dal pianeta rispetto a quelli più piccoli. Lo studio indicherebbe anche l'accumulo dei satelliti in prossimità del limite di Roche, il loro "luogo di nascita", sul bordo esterno degli anelli.
Questa distribuzione è in perfetto accordo con il sistema planetario di Saturno. Lo stesso modello può valere anche per i satelliti dei pianeti giganti, Urano e Nettuno, che sono organizzati secondo un sistema simile. Ciò suggerirebbe che questi pianeti un tempo avessero anelli enormi simili a Saturno, che poi sono stati persi per dare alla luce i loro satelliti. Infine, il modello può essere applicato anche alla formazione dei satelliti dei pianeti terrestri. Secondo i calcoli dei ricercatori, esistono casi particolari in cui un singolo satellite può essere formato dall'anello intorno al pianeta. Questo è il caso della Terra e della Luna o di Plutone e Caronte.
Così, questo meccanismo di diffusione planetario da solo potrebbe spiegare come la maggior parte dei satelliti regolari si sono formati nel nostro Sistema Solare.
I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati il 30 novembre 2012 su Science.
Traduzione a cura di Arthur McPaul
Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/12/121204112012.htm
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