Un nuovo studio pubblicato da ricercatori dell'Università di Chicago rivoluziona la teoria sulla nascota del nostro Sistema Solare.
In questo studio, pubblicato online il mese scorso in Earth and Planetary Science Letters, gli autori Haolan Tang e Nicolas Dauphas hanno trovato l'isotopo radioattivo di Ferro 60 (il segno rivelatore di una stella esplosa) in abbondanza e ben miscelata nel materiale Sistema Solare.
I cosmochimici, cercano i resti di esplosioni stellari nei meteoriti per aiutare a determinare le condizioni esistenti quando si formó il Sistema Solare.
Alcuni resti sono isotopi radioattivi: gli atomi instabili altamente energetici che decadono nel corso del tempo.
Gli scienziati negli ultimi dieci anni hanno trovato elevate quantità di isotopi radioattivi di Ferro 60 nei primi materiali del Sistema Solare. "Se vi era abbondanza di Ferro 60 nel Sistema Solare, è la prova della presenza di una supernova", ha detto Dauphas, professore di scienze geofisiche.
Il Ferro 60 non può che provenire che da una supernova secondo gli scienziati che hanno cercato di spiegare questa apparente abbondanza.
L'esplosione di una supernova si verificó nei pressi del Sistema Solare, diffondendo l'isotopo nel materiale che lo costituì.
Ma i risultati di Tang e Dauphas erano diversi dal lavoro precedenti: I ricercatori hanno scoperto che i livelli di Ferro 60 erano uniformi e bassi nei primi mesi della formazione. Sono arrivati a queste conclusioni analizzando i campioni di meteoriti.
Per misurare l'abbondanza di Ferro 60, hanno osservato gli stessi materiali su cui i ricercatori avevano precedentemente lavorato, ma hanno utilizzato un approccio diverso e più preciso.
I metodi precedenti avevano tenuto i campioni di meteoriti intatti senza rimuovere del tutto le impurità, portando a maggiori errori di misura. Tang e Dauphas tuttavia, hanno rimosso a fondo le impurità.
Questo processo ha infine prodotto i risultati con errori molto più piccoli. "Haolan ha dedicato cinque anni di duro lavoro per raggiungere queste conclusioni. Siamo stati molto attenti a raggiungere un esito che possa essere accettato con certezza", ha detto Dauphas.
Per far fronte alla presenza del Ferro 60, Tang e Dauphas hanno osservato un altro isotopo del ferro, il Ferro 58.
Le supernove producono entrambi gli isotopi dai processi stessi, quindi erano in grado di rintracciare la distribuzione di ferro 60 misurando la distribuzione di ferro 58.
"I due isotopi si comportano come due gemelli inseparabili: una volta sapevamo dov'era presente il Ferro 58 e sapevamo che il Ferro 60 non poteva essere molto lontano", ha spiegato Dauphas.
Hanno trovato una piccola variazione di ferro 58 nelle loro misurazioni di vari campioni di meteoriti, che hanno confermato la loro conclusione che il ferro 60 è stato distribuito in modo uniforme. Per spiegare i loro risultati senza precedenti, Tang e Dauphas suggeriscono che i bassi livelli di Ferro 60, probabilmente provenivano dal suo accumulo a lungo termine nel mezzo interstellare dalle ceneri di innumerevoli stelle, invece che da un evento catastrofico di una vicina supernova.
Se questo fosse vero, Dauphas ha detto che non "c'è bisogno di invocare una stella vicina per giustificarne la presenza di Ferro 60".
Tuttavia è più difficile spiegare l'abbondanza di alluminio 26, che comporta la presenza di una stella vicina.
Invece di spiegare questa abbondanza di supernova, Tang e Dauphas propongono che una stella massiccia (forse più di 20 volte la massa del Sole) perde i suoi strati gassosi esterni attraverso i venti, diffondendo l'alluminio 26 e contaminando il materiale che avrebbe poi formano il Sistema Solare, mentre il Ferro 60 è rimasto chiuso dentro l'interno della stella massiccia. Se il Sistema Solare si è realmente formato da questo materiale, questo scenario alternativo spiegherebbe le abbondanze di entrambi gli isotopi.
"In futuro, questo studio dovrà essere considerato quando i teorici ricostruiranno la storia sulle origini del Sistema Solare e sulla sua formazione", ha detto Tang.
Traduzione a cura di Arthur McPaul
Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/12/121217091017.htm
In questo studio, pubblicato online il mese scorso in Earth and Planetary Science Letters, gli autori Haolan Tang e Nicolas Dauphas hanno trovato l'isotopo radioattivo di Ferro 60 (il segno rivelatore di una stella esplosa) in abbondanza e ben miscelata nel materiale Sistema Solare.
I cosmochimici, cercano i resti di esplosioni stellari nei meteoriti per aiutare a determinare le condizioni esistenti quando si formó il Sistema Solare.
Alcuni resti sono isotopi radioattivi: gli atomi instabili altamente energetici che decadono nel corso del tempo.
Gli scienziati negli ultimi dieci anni hanno trovato elevate quantità di isotopi radioattivi di Ferro 60 nei primi materiali del Sistema Solare. "Se vi era abbondanza di Ferro 60 nel Sistema Solare, è la prova della presenza di una supernova", ha detto Dauphas, professore di scienze geofisiche.
Il Ferro 60 non può che provenire che da una supernova secondo gli scienziati che hanno cercato di spiegare questa apparente abbondanza.
L'esplosione di una supernova si verificó nei pressi del Sistema Solare, diffondendo l'isotopo nel materiale che lo costituì.
Ma i risultati di Tang e Dauphas erano diversi dal lavoro precedenti: I ricercatori hanno scoperto che i livelli di Ferro 60 erano uniformi e bassi nei primi mesi della formazione. Sono arrivati a queste conclusioni analizzando i campioni di meteoriti.
Per misurare l'abbondanza di Ferro 60, hanno osservato gli stessi materiali su cui i ricercatori avevano precedentemente lavorato, ma hanno utilizzato un approccio diverso e più preciso.
I metodi precedenti avevano tenuto i campioni di meteoriti intatti senza rimuovere del tutto le impurità, portando a maggiori errori di misura. Tang e Dauphas tuttavia, hanno rimosso a fondo le impurità.
Questo processo ha infine prodotto i risultati con errori molto più piccoli. "Haolan ha dedicato cinque anni di duro lavoro per raggiungere queste conclusioni. Siamo stati molto attenti a raggiungere un esito che possa essere accettato con certezza", ha detto Dauphas.
Per far fronte alla presenza del Ferro 60, Tang e Dauphas hanno osservato un altro isotopo del ferro, il Ferro 58.
Le supernove producono entrambi gli isotopi dai processi stessi, quindi erano in grado di rintracciare la distribuzione di ferro 60 misurando la distribuzione di ferro 58.
"I due isotopi si comportano come due gemelli inseparabili: una volta sapevamo dov'era presente il Ferro 58 e sapevamo che il Ferro 60 non poteva essere molto lontano", ha spiegato Dauphas.
Hanno trovato una piccola variazione di ferro 58 nelle loro misurazioni di vari campioni di meteoriti, che hanno confermato la loro conclusione che il ferro 60 è stato distribuito in modo uniforme. Per spiegare i loro risultati senza precedenti, Tang e Dauphas suggeriscono che i bassi livelli di Ferro 60, probabilmente provenivano dal suo accumulo a lungo termine nel mezzo interstellare dalle ceneri di innumerevoli stelle, invece che da un evento catastrofico di una vicina supernova.
Se questo fosse vero, Dauphas ha detto che non "c'è bisogno di invocare una stella vicina per giustificarne la presenza di Ferro 60".
Tuttavia è più difficile spiegare l'abbondanza di alluminio 26, che comporta la presenza di una stella vicina.
Invece di spiegare questa abbondanza di supernova, Tang e Dauphas propongono che una stella massiccia (forse più di 20 volte la massa del Sole) perde i suoi strati gassosi esterni attraverso i venti, diffondendo l'alluminio 26 e contaminando il materiale che avrebbe poi formano il Sistema Solare, mentre il Ferro 60 è rimasto chiuso dentro l'interno della stella massiccia. Se il Sistema Solare si è realmente formato da questo materiale, questo scenario alternativo spiegherebbe le abbondanze di entrambi gli isotopi.
"In futuro, questo studio dovrà essere considerato quando i teorici ricostruiranno la storia sulle origini del Sistema Solare e sulla sua formazione", ha detto Tang.
Traduzione a cura di Arthur McPaul
Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/12/121217091017.htm
Nessun commento:
Posta un commento