Gli scienziati della University's Space Research Centre, presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia, hanno analizzato cinque campioni di meteoriti tra cui uno di essi ritrovato un secolo fa, scoprendo che che l'acqua scorreva sulla superficie di Marte.
Gli scienziati della University's Space Research Centre, presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia, hanno analizzato cinque campioni di meteoriti tra cui uno di essi ritrovato un secolo fa.
I Nakhliti sono delle meteoriti che in orgine erano parte della roccia presente su Marte ma che in seguito ad un forte impatto meteoritico sarebbero schizzate nello spazio per poi ricadere sul pianeta Terra. Tra le diverse migliaia di meteoriti recuperati solo 74 sono state identificate come provenienti da Marte e la maggior parte di esse sono state trovate solo a partire dal 2000. Esse prendono il nome dal villaggio di El-Nachla in Egitto, dove fu trovato il primo nel 1911.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Meteoritics and Planetary Science. La ricerca è stata finanziata dalla Science and Technology Facilities Council (STFC).
Hitesh Changela e il dottor John Bridges hanno utilizzato i microscopi elettronici presso l'Università di Il Centro di Microscopia Avanzata per lo studio della struttura e dellla composizione di cinque nakhliti, tra cui il campione del 1911, che fa parte delle collezioni del Museo di Storia Naturale di Londra. Lo spessore della roccia fresato per la ricerca è di 0,1 micron.
Confrontando i cinque meteoriti, alcuni hanno mostrato la presenza di venature create durante l'impatto su Marte. Essi suggeriscono che tale impatto è stato associato a un cratere di 10 km di diametro. Il frammento, sepolto dal ghiaccio fuso durante L'impatto, presenta anche una parte di carbonato nelle venature.
(Lunghezze nanometrica del reticolo atomico (misurata dalla risoluzione TEM di altezza) nella serpentina. Credito: Università di Leicester)
Questo lavoro si lega strettamente alle recenti scoperte geologiche di argilla e carbonato sulla superficie di Marte effettuate dalle sonde NASA ed ESA, e mostra come alcune delle quali si sarebbero probabilmente formate. La mineralizzazione delle serpentine è associato alla produzione di metano. Lo scopo della missione Trace Gas Orbiter del 2016 sarà proprio cercare e capire l'origine del metano nell'atmosfera di Marte, perchè potrebbe essere un biomarcatore. Questo lavoro mostra uno dei modi in cui è stato probabilmente prodotto il metano.
Il Dr Bridges, che è supervisore nel dottorato di ricerca, ha dichiarato: "Stiamo iniziando a costruire un modello realistico di come l'acqua fu depositata nei minerali formatisi su Marte, dimostrando che il riscaldamento da impatto è stato un processo importante. Gli studi sulla temperatura, sul pH e sulla durata dell'azione idrotermale ci aiuteranno a capire meglio l'evoluzione della superficie di Marte. Questa ricerca si lega direttamente le attuali attività di selezione dei siti di atterraggio per i rover su Marte della missione Mars Sample Return. Con modelli come questo si potranno meglio individuare le aree in cui riteniamo che l'acqua un tempo era presente su Marte".
Foto di apertura: Immagine che mostra una vena attraverso cui l'acqua è fluita. (Credit: University of Leicester)
Adattamento cura di Arthur McPaul
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