Lo scorso gennaio lo sguardo del telescopio spaziale Hubble si è soffermato su uno strano oggetto: una specie di X, seguita da una lunga scia di polvere. Qualcosa che assomiglia a a una cometa, ma con la testa formata da due bracci incrociati. Secondo gli astronomi, si tratta del primo caso di collisione fra due asteroidi finora osservato. L’annuncio della ricerca è arrivato sulle pagine della rivista Nature.
Per cinque mesi, Hubble ha seguito l’evoluzione di questo oggetto, lungo l’orbita intorno al Sole. Un’occasione unica, per il momento, per vedere che cosa succede dopo lo scontro celeste tra asteroidi. Si pensa che il fenomeno sia piuttosto comune, anche se le collisioni tra corpi di medie dimensioni avvengono di rado, circa una volta all’anno. Tuttavia è difficile fare stime precise sulla frequenza di questi episodi e sulla quantità di polveri che generano, per il semplice fatto che è stato sempre impossibile osservarli.
“Quando ho visto l’immagine di Hubble, sapevo che aveva qualcosa di speciale”, ha detto Jessica Agarwal, ricercatrice dell’ESA in Olanda. “Il nucleo sembrava staccato dalla nuvola di polvere e s’intravedevano intricate strutture”. Dal monitoraggio è emerso che probabilmente l’impatto è avvenuto un anno prima rispetto al rilevamento di Hubble. “Pensavamo fosse appena successo”, ha specificato David Jewitt della University of California di Los Angeles, a capo delle osservazioni di Hubble e primo autore della ricerca. “Ci aspettavamo che i detriti si espandessero in modo drammatico, come le schegge che volano dopo il lancio di una bomba a mano. Ma è andata diversamente. Abbiamo visto che l’oggetto si espande molto lentamente”.
Secondo i calcoli, lo scontro risalirebbe a febbraio o marzo 2009. L’asteroide P/2010 A2 sarebbe andato a sbattere con un altro corpo di qualche metro di diametro, alla velocità di 18 mila chilometri orari. Secondo Jewitt, la violenza dello schianto è paragonabile alla denotazione di una piccola bomba atomica. Dalle immagini di Hubble, riprese con la Wide Field Camera 3, si vede un oggetto simile a un puntino, largo circa 120 metri, con una lunga coda di 50 mila chilometri (che a maggio erano diventati 85 mila), dietro una forma a X. I frammenti in cui si sono disintegrati i due asteroidi variano da un millimetro a 2 centimetri e mezzo di diametro. Solo nella coda ci sarebbe abbastanza polvere per riempire un pallone con un diametro di venti metri.
Per la forma a X, gli astronomi non hanno trovato una buona spiegazione. Forse dipende dal fatto che la collisione non è stata perfettamente simmetrica. “Queste osservazioni sono importanti perché ci aiutano a sapere da dove viene tutta la polvere che pervade il Sistema Solare e quanta parte di questa è da imputare all’impatto di asteroidi”, ha spiegato Jewitt. “Catturare le collisioni di asteroidi è difficile perché gli impatti maggiori sono rari, mentre quelli più piccoli sono quasi invisibili” . Ma sono in arrivo i rinforzi. I telescopi del futuro, come il Large Synoptic Survey Telescope (LSST), dovrebbero riuscire a riprendere questi fenomeni molto più facilmente.
A cura di Daniela Cipolloni
Fonte:
"http://www.media.inaf.it/2010/10/13/asteroidi-in-mille-pezzi/"
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