giovedì 5 agosto 2010

Spiegato il mistero delle dune anomale di Titano


Un recente studio sembra finalmente risolvere il
mistero delle dune sabbiose su Titano, la grande luna di Saturno, orientate in senso opposto al modello metereologico dei venti.

Enormi dune di minuscole particelle di carbone coprono più del 20% della superficie di Titano. Una fascia particolare di queste dune, entro circa 30 gradi di latitudine dell'equatore, fanno da tempo discutere gli scienziati. Il loro verso suggerisce che si siano formate da venti da ovest verso est, ma i modelli climatici predicono che il vento dovrebbe soffiare quasi sempre nella direzione opposta. Foto in alto: Mappa globale dei venti su Titano, realizzata dai dati quadriennali raccolti dalla sonda Cassini. Crediti: JPL/NASA.

Un nuovo modello di Tetsuya Tokano presso l'Institut für Geophysik und Meteorologie in Germania potrebbe contribuire a risolvere il mistero. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Eolie Research.

Secondo il modello, i venti in quella regione in genere puntano verso ovest, ad eccezione di due volte all'anno, intorno a ogni equinozio, quando forti raffiche giungono verso est. Anche se questi venti di Titano sono molto meno frequenti, sembrano dominare la formazione di dune di sabbia sotto di loro.

"Ci vuole una soglia minima per la velocità del vento affinchè riesca a smiovere la sabbia, così, anche se i venti soffiano più frequentemente verso ovest, la sabbia risponderà solo ai venti più forti, quindi l'orientamento delle dune rifletterà quello dei più rari ma più veloci diretti verso Est", ha scritto Ralph Lorenz fisico della John Hopkins University in un articolo pubblicato sulla rivista Science.

Le dune di Titano, foto in alto, a confronto con dune desertiche terrestri. Credit NASA


Le dune con lo strano orientamento su Titano sono state osservate la prima volta dalla sonda Cassini della NASA nel 2005 e fu una sorpresa per i ricercatori che si aspettavano il contrario sulla base delle direzioni note dei venti nell'alta atmosfera.
Le dune che attraversano i vasti mari di sabbia su Titano sono larghe circa un chilometro e lunghe da decine a centinaia di chilometri. Alcune creste possono essere oltre 100 metri di altezza. Le sabbie che costituiscono le dune sembrano essere composte di materiale organico e particelle di idrocarburi.

I principi di base della fisica planetaria sostengono che i venti di qualsiasi pianeta o luna dovrebbero riflettere un equilibrio a livello globale, oppure provocare un cambiamento di rotazione, secondo Lorenz.

"Se ci fossero ovunque solo venti verso est, sarebbe come accelerare la rotazione di Titano infinitamente e rallentare il vento, ma questo non è il caso" ha detto Tokano.

Il modello dei venti di Tokano risolvere questo apparente squilibrio legando il vento opposto a periodi che sono molto brevi durante gli equinozi di primavera e autunno.

Anche se si verificano solo ogni 14,5 anni terrestri (un anno Titano dura infatti 29,5 anni), le inversioni di stagione sono così forti che i loro venti esercitano un influsso dominante sulla forma delle dune di sabbia.

"Le dune sembrano registrare l'esplosione dei (WE trend) venti durante equinozio. Anche se il vento è di solito EW, i consueti venti non bastano, a quanto pare, per spostare di molto la sabbia" secondo Lorenz.

Gli scienziati attribuiscono il miscuglio turbolento dei venti all'energia solare, che irradia eccessivamente la superficie quando il Sole lambisce Titano nel corso di ogni equinozio.


Adattamento a cura di Arthur McPaul

Link:
"http://www.sciencedaily.com/releases/2010/07/100729205552.htm"




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