martedì 31 luglio 2018

TERRAFORMARE MARTE E' ATTUALMENTE IMPOSSIBILE



Bruce Jakosky dell'Università del Colorado, autrice principale dello studio comparso su Nature Astronomy il 30 luglio, ha dichiarato che su Marte non è possibile, allo stato attuale, effettuare un'operazione di terraforming globale. Il risultato dell'analisi nasce dai dati di fatto che non c'è abbastanza CO2 residua  per fornire un significativo riscaldamento a effetto serra. 
Sebbene Marte abbia notevoli quantità di acqua ghiacciata che potrebbero essere utilizzate per creare vapore acqueo, analisi precedenti mostrano che non basterebbero; Le temperature non permettono che l'acqua duri a lungo come vapore senza prima avere un riscaldamento significativo dalla CO2. Inoltre, pur ipotizzando l'introduzione di altri gas come i cloroflorocarburi o altri composti a base di fluoro, essendo di breve durata, richiederebbero processi di produzione su larga scala.
La pressione atmosferica è pari a circa lo 0,6% di quella terrestre. Essendo Marte più lontano dal Sole, i ricercatori stimano che sarebbe necessaria una pressione di CO2 simile alla pressione atmosferica totale della Terra per innalzare le temperature in modo sufficiente a consentire all'acqua liquida di persistere in modo stabile. La fonte più accessibile è la CO2 nelle calotte polari; pur ipotizzando di essere completamente vaporizzato, contribuirebbe a raddoppiare la pressione atmosferica soltanto fino all'1,2% di quella terrestre.

Un'altra fonte è la CO2 attaccata alle particelle di polvere nel suolo marziano, potrebbe essere riscaldata per rilasciare il gas. I ricercatori stimano che il riscaldamento del suolo possa fornire fino al 4% della pressione necessaria. Una terza fonte è rilasciabile dal carbonio nei depositi di minerali. Usando le recenti osservazioni della nave spaziale della NASA sui depositi di minerali, il team stima che la quantità più plausibile produrrebbe meno del 5% della pressione richiesta. Anche la CO2 intrappolata nelle molecole di ghiaccio d'acqua, contribuirebbero meno del 5% della pressione richiesta.

I minerali ricchi di carbonio sepolti nelle profondità nella crosta marziana potrebbero contenere abbastanza CO2 per raggiungere la pressione richiesta, ma l'estensione di questi depositi è sconosciuta, non evidenziata dai dati orbitali e recuperarli con la tecnologia attuale è estremamente dispendioso e richiederebbe temperature superiore a 300 gradi Celsius (oltre 572 gradi Fahrenheit). I minerali poco ricchi di carbonio non sono sufficientemente abbondanti da contribuire in modo significativo al riscaldamento e richiederebbero la stessa intensa lavorazione.

Sebbene la superficie di Marte sia inospitale per le forme di vita conosciute oggi, le caratteristiche che assomigliano a letti dei fiumi asciutti e ai depositi minerali che si formano solo in presenza di acqua liquida dimostrano che, nel lontano passato, il clima marziano sosteneva l'acqua liquida in superficie. Ma la radiazione solare e il vento solare hanno rimosso sia il vapore acqueo che la CO2 dall'atmosfera marziana. Sia MAVEN che le missioni Mars Express dell'Agenzia spaziale europea indicano che la maggior parte dell'antica atmosfera di Marte, potenzialmente abitabile, è stata dispersa nello spazio, privando il Pianeta Rosso dell'acqua e della CO2 per sempre. Anche se questa perdita è stata in qualche modo prevenuta, permettendo all'atmosfera di accumularsi lentamente dal degassamento causato dall'attività geologica, la degenerazione attuale è estremamente bassa; ci vorrebbero circa 10 milioni di anni per raddoppiare l'atmosfera attuale di Marte e forse miliardi di anni per arrivare una atmosfera paragonabile a quella del passato.

Un'altra idea potrebbe essere quella di importare i volatili bombardando il pianeta con comete e asteroidi ma l'uomo non dispone di questo tipo di tecnologia. Presi insieme, i risultati indicano che il terraforming di Marte non può essere fatto con la tecnologia attualmente disponibile. 

Vito Di Paola

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