La sonda Cassini ha realizzato il 19 luglio un'immagine del nostro pianeta vista dal sistema di Saturno. Per ora ancora grezza, verrà elaborata nei prossimi mesi, e continuerà la tradizione di immagini della Terra dai confini del Sistema solare iniziata dal famoso "pale blue dot" ripreso da Voyager nel 1990.
Speriamo che il 19 luglio, alle ore 23:30 circa, non abbiate dimenticato di fermarvi, di smettere di rimuginare i soliti pensieri quotidiani, di guardare verso l’alto e sorridere. E che quel sorriso fosse degno di superare alla velocità della luce l’orbita di Marte, attraversare indenne la fascia degli asteroidi, lambire Saturno e dopo un viaggio di 80 minuti circa imprimersi nella CCD della camera di Cassini, insieme a miliardi di altri sorrisi. In un segno di poco più di un pixel.
Quella di oggi potrebbe sembrare solo un’altra “semplice” fotografia della Terra scattata dallo spazio, un’immagine raw (grezza) e bisognerà aspettare i prossimi mesi per vederla pulita, sistemata e rimontata in un ritratto inedito del sistema di Saturno comprensivo della Terra. Il clamore mediatico che l’ha preceduta e l’invito della NASA rivolto a tutti i terrestri di partecipare all’evento spaziale (realizzando anche un gruppo Flicker di proprie immagini del momento) sembrano in contraddizione con i pochi sgranati pixel che dovrebbero rappresentare la Terra ripresa dall’orbita di Saturno.
Speriamo che il 19 luglio, alle ore 23:30 circa, non abbiate dimenticato di fermarvi, di smettere di rimuginare i soliti pensieri quotidiani, di guardare verso l’alto e sorridere. E che quel sorriso fosse degno di superare alla velocità della luce l’orbita di Marte, attraversare indenne la fascia degli asteroidi, lambire Saturno e dopo un viaggio di 80 minuti circa imprimersi nella CCD della camera di Cassini, insieme a miliardi di altri sorrisi. In un segno di poco più di un pixel.
Quella di oggi potrebbe sembrare solo un’altra “semplice” fotografia della Terra scattata dallo spazio, un’immagine raw (grezza) e bisognerà aspettare i prossimi mesi per vederla pulita, sistemata e rimontata in un ritratto inedito del sistema di Saturno comprensivo della Terra. Il clamore mediatico che l’ha preceduta e l’invito della NASA rivolto a tutti i terrestri di partecipare all’evento spaziale (realizzando anche un gruppo Flicker di proprie immagini del momento) sembrano in contraddizione con i pochi sgranati pixel che dovrebbero rappresentare la Terra ripresa dall’orbita di Saturno.
La Terra vista da Cassini a Saturno nel 2006. Crediti: NASA/JPL/Space Science Institute
In realtà l’immagine di oggi va vista come il frutto di un progetto iniziato decine di anni fa, agli albori dell’esplorazione spaziale e che ha un obiettivo semplice e geniale: scattarci una foto dai confini del Sistema Solare. Realizzare una immagine dalla quale risulti chiaro come l’Essere umano sia piccolo (parlando di mere dimensioni fisiche) e contemporaneamente, come sia incredibilmente grande (in termini di ambizione scientifica e umana).
Tracciando a ritroso la storia di questo progetto torniamo al 15 settembre 2006, quando Cassini già realizzò un’impresa simile da una distanza dalla Terra di 1,5 miliardi di km. Questa volta il ritratto era in colori naturali e la Terra compariva con un accenno di Luna, tra gli anelli del sistema di Saturno (nel box dell’immagine originale), in controluce rispetto alla luce del Sole. La scelta di inquadrare la Terra con questa particolare illuminazione è stata fatta dal team di Cassini per non rischiare di rovinare la CCD della sonda con la luce diretta della nostra stella.
A onor di cronaca, Cassini non è stata la prima a tentare l’impresa. Era il 14 febbraio 1990 quando la sonda Voyager 1 dall’orbita di Nettuno a circa sei miliardi di chilometri di distanza dalla Terra, scattò una fotografia del pianeta Terra, un minuscolo, quasi indistinguibile puntino. L’idea di girare la fotocamera della sonda e scattare quella foto così assurda e così preziosa è stata del geniale astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan. A prima vista, la Terra appariva in quell’immagine come un puntino di 0,12 pixel quasi indistinguibile nella luce verde del Sole (inevitabile nel realizzare un’immagine di una zona così vicina al Sole).
In realtà l’immagine di oggi va vista come il frutto di un progetto iniziato decine di anni fa, agli albori dell’esplorazione spaziale e che ha un obiettivo semplice e geniale: scattarci una foto dai confini del Sistema Solare. Realizzare una immagine dalla quale risulti chiaro come l’Essere umano sia piccolo (parlando di mere dimensioni fisiche) e contemporaneamente, come sia incredibilmente grande (in termini di ambizione scientifica e umana).
Tracciando a ritroso la storia di questo progetto torniamo al 15 settembre 2006, quando Cassini già realizzò un’impresa simile da una distanza dalla Terra di 1,5 miliardi di km. Questa volta il ritratto era in colori naturali e la Terra compariva con un accenno di Luna, tra gli anelli del sistema di Saturno (nel box dell’immagine originale), in controluce rispetto alla luce del Sole. La scelta di inquadrare la Terra con questa particolare illuminazione è stata fatta dal team di Cassini per non rischiare di rovinare la CCD della sonda con la luce diretta della nostra stella.
A onor di cronaca, Cassini non è stata la prima a tentare l’impresa. Era il 14 febbraio 1990 quando la sonda Voyager 1 dall’orbita di Nettuno a circa sei miliardi di chilometri di distanza dalla Terra, scattò una fotografia del pianeta Terra, un minuscolo, quasi indistinguibile puntino. L’idea di girare la fotocamera della sonda e scattare quella foto così assurda e così preziosa è stata del geniale astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan. A prima vista, la Terra appariva in quell’immagine come un puntino di 0,12 pixel quasi indistinguibile nella luce verde del Sole (inevitabile nel realizzare un’immagine di una zona così vicina al Sole).
La Terra ripresa dalla sonda Voyager 1 il 14 febbraio 1990
E se siete scettici e faticate a distinguere in quei pochi pixels una delle immagini spaziali più famose ed evocative, nota al mondo come il “pale blue dot”, fermatevi un attimo. Come scrisse Sagan (che cito per intero), considerate ancora quel puntino.
“Quel puntino è qui. Quel puntino è casa. Quel puntino è noi. Su di esso, tutti coloro che ami, tutte le persone che conosci, tutti quelli di cui hai mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, ha vissuto qui la propria vita. L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni “superstar”, ogni “comandante supremo”, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì. Su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di Sole.”
A cura di Livia Giacomini
Fonte:
http://www.media.inaf.it/2013/07/22/quel-puntino-siamo-noi/
Foto di apertura:
Una delle immagini raw della Terra realizzate dalla Cassini il 19 Luglio 2013. Crediti: NASA/JPL/Space Science Institute
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E se siete scettici e faticate a distinguere in quei pochi pixels una delle immagini spaziali più famose ed evocative, nota al mondo come il “pale blue dot”, fermatevi un attimo. Come scrisse Sagan (che cito per intero), considerate ancora quel puntino.
“Quel puntino è qui. Quel puntino è casa. Quel puntino è noi. Su di esso, tutti coloro che ami, tutte le persone che conosci, tutti quelli di cui hai mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, ha vissuto qui la propria vita. L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni “superstar”, ogni “comandante supremo”, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì. Su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di Sole.”
A cura di Livia Giacomini
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http://www.media.inaf.it/2013/07/22/quel-puntino-siamo-noi/
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