lunedì 10 agosto 2009

DOSSIER: LA COLOMBA ANNUNCIA LA PICCOLA ERA GLACIALE?


Svelato il misterioso fenomeno chiamato “colomba spaziale”, resta da capire quali sono le implicazioni reali che stanno dietro a questo aumento di raggi cosmici.

Secondo i dati che vengono raccolti giornalmente dalla sonda SOHO, il Sole sta attraversando una fase anomala, che viene definita “minimo solare”. Ormai sono 27 i giorni senza macchie solari, e un anno e mezzo in cui sta perdurando l'inattività solare, un record che rimanda la memoria ad oltre 100 anni fa.

Il "minimo solare" è il periodo di minore attività del Sole nel ciclo solare; durante questo periodo, l'attività delle macchie solari e dei flare tende a diminuire, fino a diventare quasi assente per diversi giorni consecutivi. La data precisa del minimo si ricava misurando per dodici mesi l'attività delle macchie solari in un periodo di apparente minore attività, quindi l'identificazione precisa della data può avvenire solamente sei mesi dopo la data reale del minimo.

Il ciclo solare si divide infatti in due fasi: una fase di massimo, in cui l'attività della stella si presenta più frenetica, e una fase di minimo, in cui l'attività è meno intensa. L'attività solare durante il minimo coincide spesso con temperature più fredde rispetto alla media sulla Terra, mentre le fasi di massimo più ravvicinate tendono ad essere correlate a temperature più alte rispetto alla media.
Al minimo solare si contrappone il massimo solare, durante la quale compaiono sulla fotosfera della stella centinaia di macchie solari.

Quello che sta accadendo ora, presuppone che il massimo solare che si dovrebbe concludere nel 2013 sarà uno dei più deboli della storia dell’osservazione moderna, tanto da equiparare il celebre “Minimo di Maunder” cosi chiamato dall’astronomo omonimo che lo studio postumo e che avvenne dal 1645 al 1715.
Il minimo di Maunder coincise con la parte centrale e più fredda della cosiddetta piccola era glaciale, durante la quale l'Europa e il Nord America, e forse anche il resto del mondo (per il quale non ci sono dati certi) subirono inverni estremamente freddi[.
La minore attività durante il minimo di Maunder influenzò inoltre l'ammontare di radiazione cosmica che raggiunge la Terra. Il risultato fu un cambiamento nella produzione di carbonio-14, il che produsse un errore sistematico nella datazione a radiocarbonio di reperti archeologici finché questo effetto non fu scoperto.
L’aumento infatti di raggi cosmici, (nel caso anche della “colomba”) è un segnale indiretto che si è di fronte ad un minimo solare.

http://it.wikipedia.org/wiki/Minimo_solare
http://daltonsminima.wordpress.com/2009/05/05/i-raggi-cosmici-hanno-raggiunto-un-picco-record-minimo-solare-ancora-lontano/


Le ripercussione che il minimo solare ha sul clima terrestre si nota in genere diversi mesi dopo almeno 24 o36. Le variazioni dei raggi UV modificano l'assetto chimico della stratosfera e vanno di seguito a modificare anche la posizione degli anticicloni subtropicali. In fasi di minimo la circolazione legata alla cella di Hadley si contrae e con essa anche la banda degli anticicloni subtropicali i quali arretrano permettendo l'ingresso delle perturbazioni atlantiche. In sostanza di fatto si abbassa la linea delle correnti occidentali delle medie latitudini nota agli addetti ai lavori come "storm tracks".
Per chi non lo sapesse, La Cella di Hadley è un tipo di circolazione che coinvolge l'atmosfera tropicale generando un'ascesa di aria calda nei pressi dell'equatore che, dopo essere risalita fino ad un'altezza di circa 10-15 km, si sposta verso i tropici dove ridiscende verso la superficie e si dirige nuovamente verso l'equatore. Questa circolazione è strettamente collegata alla presenza degli alisei, delle piogge tropicali, dei deserti subtropicali e delle correnti a getto.

http://meteolive.leonardo.it/meteo-notizia.php?id=26673
http://it.wikipedia.org/wiki/Cella_di_Hadley

Tradotto in termini più semplici, già nell’immediato le temperature potrebbero avere, se la situazione permane, un brusco calo e nel lungo termine portare il nostro pianeta ad una nuova piccola era glaciale.
In attesa di seguire gli sviluppi della situazione, che viene monitorata costantemente anche dall’ottimo sito http://daltonsminima.wordpress.com/ cui vi rimando, molti di noi si staranno chiedendo come mai, ciclicamente si verifica questa situazione.



Il Sole è costituito essenzialmente da idrogeno (circa il 74% della sua massa, il 92% del suo volume) ed elio (circa il 24-25% della massa, il 7% del volume), cui si aggiungono altri elementi più pesanti presenti in tracce. È classificata come una nana gialla di tipo spettrale G2 V: G2 indica che la stella ha una temperatura superficiale di circa 5 780 K, caratteristica che le conferisce un colore bianco, che però appare giallo a causa dello scattering dell'atmosfera terrestre.
Poiché si trova allo stato di plasma non possiede una superficie solida, quindi presenta una rotazione differenziale e ruota in maniera diversa a seconda della latitudine: più velocemente all'equatore che non ai poli ed il periodo di rotazione varia tra i 25 giorni dell'equatore e i 35 dei poli.
Il Sole, come altre stelle, emette un flusso di particelle dall'atmosfera superiore chiamato vento solare. Il vento solare è formato da plasma e la sua composizione chimica è identica a quella della corona: 73% idrogeno e 25% elio, con il restante 2% formato da elementi in tracce.
Il vento solare svolge un'importante funzione protettiva nei confronti dei pianeti, in quanto "schermerebbe" i raggi cosmici grazie alla sua natura ionizzata.



 Il moto turbolento del plasma e delle particelle cariche della zona convettiva generano un potente campo magnetico, caratterizzato da poli appaiati (nord e sud) disposti lungo tutta la superficie solare. Il campo inverte il proprio verso ogni undici anni, in corrispondenza del massimo del ciclo solare.
Il campo magnetico solare è all'origine di diversi fenomeni come le macchie fotosferiche, i flare (o brillamenti) e le variazioni nell'intensità del vento solare, che diffonde materia attraverso il sistema solare.
La rotazione differenziale causa una forte deformazione delle linee del campo magnetico, e su di esse si dispone il plasma delle eruzioni solari, che formano vasti anelli di materia incandescente, noti come anelli coronali. Le deformazioni delle linee di campo danno luogo alla dinamo e al ciclo undecennale dell'attività solare, durante il quale l'intensità del campo magnetico subisce delle variazioni.
Il plasma solare dunque è fortemente sensibile ai campi magnetici, anche a quelli interni, in base alla distanza in cui si vengono a trovare le entità che interagiscono tra loro.
I corpi che influiscono maggiormente sul campo elettromagnetico del Sole e quindi sul suo plasma sono i giganti gassosi Giove, Saturno e Urano. Una delle piu’ celebri teorie in merito a questo fenomeno è stata proposta da Timo Niroma (studioso finlandese) che ritiene l’influenza gravitazionale di Giove capace di ridurre la nascita di macchie solare e allungare i cicli solari man mano che si avvicina alla stella.
Nell’anno 2010, tra giugno e agosto, si verrà a realizzare un situazione molto particolare sull’Eclittica: i tre Giganti Gassosi (Giove, Saturno e Urano) saranno perfettamente allineati e il Sole sarà tra Giove e Saturno. Giove sarà quasi al perielio con una distanza dal Sole di 4.966 UA, mentre Saturno con 9.53 UA.



Numerosi allineamenti planetari sono avvenuti anche durante i minimi del millennio passato. Nel 1653, all’inizio del Minimo di Maunder:



e nel grafico si evince come ci sia stata assenza di macchie:


Qualcosa di analogo sembra essere avvenuto anche nel 1913:



Sembra dunque che gli allineamenti del Sole con i giganti gassosi, sono una delle cause primarie che inducono alla minima attività, inibendo la formazione di macchie a causa di quanto detto in precedenza.
Ma se osserviamo il grafico precedente sulle superminime del millennio passato, si può osservare una ciclicità impressionante del fenomeno, che si attua mediante una sorta di supercicli, con una curva ondulatoria che in ogni caso appare correlata ma non perfettamente, con gli allineamenti dei super gassosi e inoltre, suggerisce, visti alcuni strani fenomeni, come l’aumento di raggi cosmici causati da una fonte misteriosa, la presenza di qualcos’altro.
Già da alcuni anni e in particolare nel novembre 2008, John Wefel della “Louisiana State University” e gli studiosi della NASA hanno rilevato la presenza di una forte emissione energetica, la cui origine è sconosciuta.

http://science.nasa.gov/headlines/y2008/19nov_cosmicrays.htm


ATIC, acronimo di Calorimetro di Ionizzazione Sottile Avanzato, ha rilevato in 5 settimane di analisi con i palloni nel 2002 e nel 2003, 70 elettroni in eccesso nella scala energetica 300-800 GeV (“eccesso” vuol dire oltre e al di sopra il numero usuale atteso dallo sfondo galattico).
“La fonte di questi elettroni esotici dovrebbe trovarsi relativamente vicino al sistema solare – non più di un kiloparsec di distanza,” commenta il co-autore Jim Adams del NASA Marshall Space Flight Center.
Kiloparsec, significa "parallasse di un secondo d'arco" ed è definito come la distanza dalla Terra (o dal Sole) di una stella che ha una parallasse annua di 1 secondo d'arco.

Se la stima è esatta, un Kiliparsec (1 kpc = 1,000 parsecs = 3,259 light-years) e 1 anno luce ≈ 63 241 UA, si vede come questa fonte non possa essere nemmeno tanto vicino.
“Questa incertezza lascia campo libero all'immaginazione. Le possibilità includono, per esempio, un pulsar nelle vicinanze, un “microquasar” o un buco nero di massa stellare – tutti possono accelerare gli elettroni a queste energie. E' possibile che una tale fonte si nasconda non troppo lontano.” conclude infine l’autore.
Quindi si tratta di energia cosmica, non lontana, ma nemmeno ai confini del Sistema Solare. Probabilmente allora, questa soluzione per giustificare le minime solari, non è certamente la causa primaria e bisogna andare oltre nella ricerca.

Una interessante teoria, nota da anni grazie agli studi scientifici del dott. Richard A. Muller (fisico statunitense che attualmente insegna alla University of California, Berkeley e presso il Lawrence Berkeley National Laboratory, e che lavora per il Governo statunitense come ricercatore e scienziato) pubblicata nei volumi “Nemesis: The Death Star (Weidenfeld & Nicolson, 1988)” e “Ice Ages and Astronomical Causes: data, spectral analysis, and mechanisms (with coauthor Gordon MacDonald, 2002)” sostiene che il Sole abbia una stella gemella, una nana bruna, che vi orbita intorno con un periodo di ritorno di circa 26 milioni di anni.
Questa teoria è stata realizzata per giustificare le estinzioni di massa rilevate dall’analisi geologica archeologica dei reperti:



Secondo lo studioso, Nemesis è una nana bruna, con magnitudo variabile dal 7 al 12, che potrebbe già essere stata catalogata ma non si conosce la distanza reale, cosa che in genere è normale per questi oggetti cosi numerosi e distanti. Il suo periodico avvicinarsi alla Terra smuove dalle fascia di Oort numerose comete e asteroidi che poi alcune possono colpirla. La Luna, a suo avviso è la prova evidente dei periodici massicci bombardamenti avvenuti nel corso dei millenni e dei milioni di anni. L’orbita di questo corpo, dovrebbe essere assestata con i semi assi maggiori di 1,5 anni luce.

http://muller.lbl.gov
http://muller.lbl.gov/pages/lbl-nem.htm
http://www.space.com/scienceastronomy/solarsystem/nemesis_010320-1.html

Ma volendo supporre che questa teoria sia veritiera, almeno in parte, è lecito porsi una domanda, visto che il satellite IRAS che ha scandagliato il cielo nell’infrarosso dopo il suo lancio avvenuto nel 1983, non ha rilevato nessuna presenza di Nemesis.
Esiste, osservando il cielo, nella nostra Galassia un sistema binario che possa essere simile al presunto sistema Sole-Nemesis? E quale dovrebbe essere l’identikit di questa stella mancata per poter mantenere in vita la teoria di Muller?
Un team internazionale, guidato dagli astronomi dell’Università di Hertfordshire in Gran Bretagna, ha scoperto uno dei più freddi corpi “sub stellari” mai trovati al di fuori del sistema solare. Il corpo orbita intorno alla stella nana rossa Wolf 940, a circa 40 anni luce dalla Terra.
«Benché abbia una temperatura di 300 gradi Celsius, cioè abbastanza calda da fondere il piombo, la temperatura è relativa quando si studia questo tipo di oggetti, e questo è davvero molto freddo per gli standard stellari. In effetti, è la prima volta che siamo in grado di studiare con un simile dettaglio un oggetto così freddo», dice il dr. Ben Burningham, dell’Università di Hertfordshire: «Il fatto che orbiti intorno a una stella lo rende molto, molto speciale».



La comparazione dello spettro luminoso di Giove e di Wolf 940B mostra una somiglianza sorprendente.
Si pensa che l’oggetto si sia formato come una stella, ma che abbia finito per somigliare più a Giove. Ha infatti più o meno le stesse dimensioni, a dispetto del fatto che è tra le 20 e le 30 volte più pesante. Quando le “impronte” dello spettro nell’infrarosso dei due oggetti vengono comparate, la loro somiglianza è sorprendente.
Il nuovo oggetto orbita intorno alla sua stella a una distanza che è circa 440 volte maggiore di quella che separa la Terra dal Sole. Posto a una distanza così grande, impiega circa 18.000 anni terrestri per compiere una singola orbita.
Troppo piccole per essere stelle, le cosiddette “nane brune” hanno masse minori di quelle delle stelle, ma maggiori di quelle di pianeti gassosi giganti come Giove. A causa della loro bassa temperatura, questi corpi sono molto fiochi nella luce visibile, mentre possono essere rivelati dalla luce che emettono nelle frequenze dell’infrarosso.



Wolf 940A, la stella nana rossa e Wolf 940B, la nana bruna che le orbita intorno. Credit: UKIRT/JAC.
Realizzare modelli delle atmosfere delle nane brune è un compito complesso, ma è d’importanza cruciale per comprendere cosa vediamo quando cerchiamo pianeti che orbitano intorno ad altre stelle. I modelli della luce emessa da tali oggetti, che sono dominati dall’assorbimento dovuto all’acqua o al gas metano, sono sensibili ad assunzioni relative alla loro età e alla struttura chimica..
«La cosa eccitante, in questo caso, è che possiamo usare ciò che sappiamo della stella primaria per determinare le proprietà della nana bruna, ed è perciò che si tratta di una scoperta estremamente utile», spiega il dr. Burningham. «La possiamo paragonare a una specie di Stele di Rosetta, che ci permette di decrittare quello che la luce di questo oggetto freddo ci sta dicendo».
L’oggetto è stato chiamato Wolf 940B, seguendo la nomenclatura della stella nana rossa intorno alla quale orbita, già catalogata novanta anni fa dal lavoro pioneristico dell’astronomo tedesco Max Wolf.
«Le nane rosse sono le stelle più abbondanti nella Galassia, e sistemi come questo possono essere più comuni di quel che sappiamo», dice il dr. David Pinfield dell’Università di Hertfordshire. «Nel prosieguo delle attuali esplorazioni su vasta scala del cielo, è possibile che si scopra una gran quantità di oggetti simili a Wolf 940B nelle immediate vicinanze del nostro sistema solare».
La distanza angolare tra la stella rossa e la nana bruna è di 32 arcosecondi, cioè poco più di 2 milioni di UA, in base ai dati ricavati dal database UKIDSS (in cui Wolf 940B è identificata come ULAS 2146).
Wolf 940B è stata osservata la prima volta nel corso di una grande esplorazione del cielo nell’infrarosso, la UKIRT Infrared Deep Sky Survey (UKIDSS), condotta usando lo United Kingdom Infrared Telescope (UKIRT) presso Mauna Kea nelle Hawaii. L’oggetto è stato individuato come parte di un più ampio sforzo di trovare i corpi più freddi e meno luminosi nelle nostre vicinanze galattiche. Si è poi compreso che si trattava di un compagno della vicina stella rossa Wolf 940, a causa del loro moto comune attraverso il cielo. I dati usati per confermare la scoperta sono stati ottenuti da telescopi in Cile, nelle Isole Canarie e nelle Hawaii.
Dice il dr. Sandy Leggett dell’Osservatorio Gemini. «La sua scoperta è stata solo il primo passo».

http://www.protoni.it/betelgeuse/2009/04/wolf-940b-una-gelida-nana-bruna-scoperta-quasi-nel-giardino-di-casa/

Alcune nane brune possono addirittura emettere getti di materia, come nel caso di 2MASS1207-3932, che ha una massa pari a cinque volte quella di Giove, è stato il primo pianeta extrasolare la cui esistenza sia stata confermata grazie a immagini.
La massa di 2MASS1207-3932 è pari ad appena 24 volte quella di Giove, e ciò fa di essa il più piccolo corpo celeste per il quale si siano mai osservati getti di materia.
Questi getti è stato possibile rilevarli con le tecniche spettro-astrometriche realizzabili grazie alla elevatissima risoluzione spettrale consentita dall'UVES del VLT, laddove per le stelle giovani normali - note come stelle di tipo T-Tauri, il prototipo di questa classe di stelle - i getti di materia sono sufficientemente grandi e brillanti da poter essere osservati direttamente. I getti rilevati hanno proiettato materia a una distanza di un miliardo di chilometri a una velocità di alcuni chilometri al secondo.
Ma le curiosità sui pianeti mancati non scarseggiano:
Dei circa 200 esopianeti noti, XO-3b, ha spiegato Peter McCullough, direttore dell’XO Project e astronomo dello “Space Telescope Science Institute” di Baltimora è bizzarro sotto molti punti di vista. In primo luogo si tratta del più massiccio pianeta mai trovato in un’orbita così piccola; data la vicinanza alla stella, la sorpresa è venuta anche dal fatto che l’orbita stessa non è circolare ma significativamente ellittica."
Le nuove osservazioni non mancheranno di far discutere astronomi e planetologi, soprattutto sui possibili meccanismi di formazione planetaria.

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1304065

Osservazioni con Chandra di un gruppo di Nane Brune con età, temperatura e luminosità ben determinate sono state completate nel 2004. La prima delle osservazioni ha portato alla rivelazione in raggi X di Gl569Bab, una doppia Nana Bruna con tipo spettrale M8.5/M9 ed età di circa 300Myr (Stelzer 2004, ApJL 615, L153). Questo oggetto sembra essere la prima Nana Bruna evoluta per la quale emissioni in raggi X è stata osservata sia durante un brillamento, sia durante la fase quiescente. In precedenza, una sola Nana Bruna di età avanzata era stata rivelata in raggi X e soltanto durante un brillamento. Il campione di Nane Brune osservate con Chandra nell'ambito di questo progetto, insieme a dati X di altre Nane Brune raccolti dalla letteratura, ha permesso di vincolare i parametri stellari necessari per mantenere una corona. Soprattutto, le osservazioni suggeriscono un ruolo determinante della temperatura efficace per l'emissione X (Stelzer et al., 2006, A&A 448, 293).
In un'osservazione di XMM-Newton eseguita per determinare meglio le caratteristiche delle nane ultrafredde è stato identificato un brillamento gigantesco su LP412-31, una stella evoluta di tipo spettrale M8. Ciò che rende quest'osservazione unica è che, mentre l'evento è stato osservato in raggi X con XMM-Newton/EPIC, la controparte ottica è stata registrata con l'Optical Monitor dello stesso satellite. L'osservazione simultanea dei brillamenti in lunghezze d'onda diverse è essenziale per determinare il ruolo dei diversi strati dell'atmosfera nel creare il fenomeno. L'evento su LP41231 è stato di tipo impulsivo, cioè con un rilascio rapido di energia. Il decadimento indica che il raffreddamento dopo l'eruzione avveniva in modo radiativo, e senza ulteriore riscaldamento dopo l'innesco. L'analisi con i modelli descritti in Sect.2.2 suggerisce che l'emissione ottica viene da una piccola frazione della superficie della stella, ma i raggi X venivano prodotti in un'area dell'ordine di grandezza del raggio della stella. Una spiegazione naturale consiste nell'associare l'emissione ottica ai piedi di un'arco magnetico che si estende in alto, mentre la parte coronale dell'arco racchiude il plasma caldo che emette in raggi X (Stelzer et al., 2006, A&A 460, L35).
L'attivitá in raggi X é stata studiata anche per la nana bruna 2M1101-7732 nella regione di formazione stellare CamaleonteI. Si tratta di una tra le pochissime nane brune doppie a larga separazione ( AU) conosciute, [come potrebbe essere per il nostro Sole con la binaria Nemesis, ndr] mentre la grande separazione delle due componenti é in contrasto con predizioni teoriche, essa é favorevole per lo studio dei raggi X in quanto rende le due componenti spazialmente separabili con Chandra.
Cosí 2M1101-7732 rappresenta un'unica opportunitá di studiare le corone di due nane brune coeve. L'immagine ottenuta con Chandra rivela chiaramente che la maggior parte dell'emissione X proviene dalla componenteB, cioé quella con la fotosfera piú fredda e con luminositá bolometrica piú bassa, al contrario delle aspettative della relazione tra luminositá X e bolometrica accennate sopra. Un'osservazione X della stessa 2M1101-7732 con XMM-Newton non aveva permesso di risolvere la binaria, ma l'assorbimento misurato in quell'osservazione suggeriva che l'emissione X provenisse dalla componenteA, cioé quella piú luminosa. I risultati contradittori di Chandra e XMM-Newton possono essere riconciliati solo se tutte e due le nane brune nella binaria sono variabili in raggi X di almeno un fattore .

http://www.astropa.unipa.it/Rapporto_Annuale/DOCOSS2008/HTML/node37.html

Da questi pochi esempi e dagli studi che ci sono in corso di svolgimento da parte della NASA, quindi almeno scientificamente la teoria di Muller circa l’esistenza di Nemesis è più che possibile, perché nella nostra Galassia, ad una distanza anche relativamente vicina esistono già i termini di paragone, per giustificare la non visibilità dell’oggetto e l’esistenz di binarie simili al suo modello.
Dalle ultime scoperte, si evince chiaramente che se Nemesis fosse una Nana Bruna, è possibile che abbia una forte emissione di raggi X che potrebbero giungere fortemente carichi al Sole e irradiare tutti i corpi del nostro Sistema Solare interno, riuscendo quindi ad interferire in maniera proporzionale alla distanza orbitale con il Sole, sulla sua attività.
Pur rimanendo, in questa ultima analisi, nel campo scientifico delle ipotesi, dopo questi numerosi esempi, partendo da quell’affascinante luminescenza solare, chiamata dai webnauti, “Colomba Spaziale”, siamo giunti lontano, fin’oltre i confini della Nube di Oort, cercando di capire quanto possa essere vera la controversa questione Nemesis.
Il nostro Sole, è il cuore del Sistema Solare, da lui dipende la nostra vita. In questi ultimi mesi, dopo fasi alterne del ciclo 23, sembra dunque che abbia deciso di stare tranquillo, di non produrre da circa un mese più macchie, con 27 giorni consecutivi di spotless.
Su Giove qualche settimana fa, una misteriosa cometa ha colliso, creando una macchia scura che sarà probabilmente visibile per anni, come accadde per la Shoumaker-Levi9. E’ lecito chiedersi, come se lo saranno chiesto anche alla Nasa, come ha deviato il corpo dalla sua orbita a soli 15 anni dal precedente impatto? Cosa sta scaldando il nostro Sistema Solare in maniera piu che proporzionale rispetto al massimo (tra l’altro basso) del Sole?
E’ l’influenza dunque del prossimo allineamento planetario del 2010, con conseguente inizio di una nuova piccola era glaciale, oppure c’è sotto l’ombra distruttiva di un immenso corpo, che vagando a 150 UA dalla stella, sta iniziando a ricordare che egli è il “pianeta del passaggio”, come qualche antica civiltà sostenne?
Fine Seconda Parte.

A cura di Arthur McPaul

sabato 8 agosto 2009

Missioni Spaziali

In questi giorni c'è molta preoccupazione per le dimensioni della popolazione umana che sta raggiungendo quota 7 miliardi di persone. Il tema è tornato in voga correlato all cambiamento climatico in cui il pianeta sta andando incontro. In un articolo della National Academy of Sciences, i ricercatori guidati dal National Center for...



Nuovi obiettivi per l'Agenzia Spaziale Russa 
La Russia sta avviando in questi mesi alcuni ambiziosi progetti, tra cui un nuovo sistema per proteggere i veicoli spaziali dalla spazzatura spaziale e un potente motore a combustione nucleare per alimentare la propulsione delle astronavi del futuro.



Progetti per un'astronave in stile "Star Trek"
Il direttore del Centro Ames della NASA, Pete Worden ha annunciato il 16 ottobre 2010, un'iniziativa chiamata "Hundred Year Starship", che ha ricevuto 100 mila dollari dalla NASA e $ 1 milione dalla Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA).



Altri articoli:

DOSSIER: SVELATO IL MISTERO DELLA COLOMBA DI SOHO

di Arthur McPaul
 Da tempo attorno al Sole, grazie alle immagini di SOHO, si continua ininterrottamente ad osservare il particolarissimo fenomeno soprannominato “colomba spaziale” che ritrae una vaga stilizzazione di un’aquila o a detta di molti una fenice o un colibrì.

Con i sensori telescopici LASCO2 e LASCO3 della sonda SOHO, il fenomeno è stato ripreso in decine di fotogrammi inviati a terra e pubblicati di volta in volta nella sezione “Space Weather” presente qui:
In concomitanza dell’eclisse di Sole totale del 22 luglio, assieme alle tante profezie e ipotesi, la “colomba” di SOHO è finita sulla home page dei più celebri blog di astronomia e ufologia d’Italia e il sito nibiru2012.it è addirittura apparso in un servizio su Studio Aperto, il telegiornale di Italia Uno:
Il mese di luglio è stato infatti denso di avvenimenti astronomici. Un astrofilo australiano ha infatti scoperto col suo dobsoniano di 37 cm, l’impatto di una presunta cometa su Giove, bruciando sul tempo persino la Nasa. E’ di queste ore la notizia che un fenomeno simile sia stato osservato anche su Venere, ridestando ancora una volta la paura che un immenso corpo ai confini del Sistema Solare stia spostando oggetti pericolosi verso l’interno a causa dei suoi violenti influssi gravitazionali.
Poco prima che accadevano questi avvenimenti, uno dietro l’altro, dal 12 luglio alle 03:42 fino al 15 luglio ore 21:38, dal sito di SOHO non giungono più immagini. L’altra sonda solare chiamata dalla Nasa STEREO, riprende invece un corpo in avvicinamento:
I misteri cominciano ad infittirsi sempre più. Dopo il ripristino delle immagini di SOHO, iniziano ad apparire numerosi tagli temporali, scatenando l’ipotesi che ci sia in atto un vero e proprio cover-up.
Eppure la colomba spaziale appare e riappare a piacimento, nonostante queste presunte censure!Un utente di un blog invia una richiesta di delucidazioni sull’argomento, ricevendo una brevissima risposta, che accenna alla vera natura della colomba:

“Ho scritto alla NASA!

Ho segnalato loro le immagini incriminate dicendo che ho costantemente controllato i loro siti per quanto riguarda corpi cometari, asteroidi ecc e non ho ancora trovato nessuna spiegazione a riguardo.

Questa la loro risposta:

These are caused by cosmic rays hitting the CCD. They are NOT planet X,
as some whacko websites claim.

Kind regards,

==================================================================
Dr. Bernhard Fleck
SOHO Project Scientist, European Space Agency
c/o NASA/GSFC Mailcode 671.1
Greenbelt, MD 20771, USA
bfleck@esa.nascom.nasa.gov
Tel: +1-301-286-4098
Fax: +1-301-286-0264
==================================================================


Dunque per chi non mastica l'inglese, l'anomalia è da attribuirsi ai raggi cosmici.... insomma, nulla a che vedere con il palesarsi di Nibiru o del Pianeta X.
Registriamo la mail, e rimaniamo in attesa di ulteriori sviluppi.”

La risposta, fa capire che la Nasa è a conoscenza del fenomeno e chiede di non dare ascolto a quello che alcuni siti affermano.
Eppure, la colomba svolazza iniziando a creare dubbi:


Seguendo la scienza e il suggerimento offerto dalla Nasa, il fenomeno potrebbe essere classificato soltanto come “raggio cosmico”. Ma cosa sono effettivamente?
I Raggi Cosmici sono particelle e nuclei atomici di alta energia che, muovendosi quasi alla velocità della luce, colpiscono la terra da ogni direzione. Come dice il nome stesso, provengono dal Cosmo, cioè dallo spazio che ci circonda. La loro origine e’ sia galattica che extragalattica.
Eppure i raggi cosmici possono provenire anche dallo stesso Sole, chiamati appunto “Raggi Cosmici Solari”:
I raggi cosmici provenienti dal Sole, sono formati dalle particelle ionizzate che si trovano nella parte più esterna della corona solare ed hanno velocità sufficienti per sfuggire all’attrazione gravitazionale del sole, disperdendosi nello spazio come “vento solare”.
Volendo ammettere che i brillamenti detti “colomba” attorno al Sole siano in effetti raggi cosmici esterni o raggi cosmici provenienti dallo stesso Sole, è assai strano che si siano mostrati solo da maggio e a rigor di logica, quindi, si è avuto un aumento di questo fenomeno. In effetti, la spiegazione era stata data già stata nel maggio del 2009, riportata dal "Nia" al link:
“Come potete vedere da una delle stazioni di rilevamento più importanti del pianeta, ossia quella di Oulu, la concentrazione dei raggi cosmici sta continuando ad aumentare costantemente, ed oramai è ad un livello record da quando si misurano tali particelle (1966 circa) sia per quantità che per durata della crescita, testimoniando ancora una volta la forza di tale minimo solare.

Secondo molti studiosi, oltre al numero medio di sunspots ed al solar flux, anche i raggi cosmici che investono l’atmosfera terrestre sono buoni predittori dell’attività solare, e secondo alcuni in particolare fintanto che essi continuano ad aumentare, il minimo è destinato a perdurare ancora, solo quindi quando questi inziano il loro calo, ci si può aspettare dopo un relativo lasso di tempo, il raggiungimento del minimo e quindi la ripartenza dell’attività solare.”
I raggi cosmici da maggio ad oggi non sono calati di intensità ma sono aumentati, testimoniando che gli aumenti della “colomba” sono andati di pari passo.
Questa situazione dipende come dunque da un’attività solare ai minimi storici. Ma di cosa si tratta in realtà?
Il Sole sta attraversando un periodo di assenza di macchie solari e una fase di relativa quiete:
“David Hathaway della NASA ha modificato le sue previsioni sul ciclo solare 24 verso il basso. Egli è citato sul New York Times dove nello specifico ha affermato:
“Tuttavia, qualcosa di molto simile al Minimo di Dalton – due cicli solari nei primi anni del 1800 che hanno avuto un picco massimo di circa 50 SSN - si trova oggi come oggi nel campo delle possibilità.”
La NASA ha fatto sua la mia previsione (parla il dottor Archibald), che già feci ad inizio 2006, che un nuovo minimo di Dalton possa ripetersi, quindi, per un periodo di tre anni, ho avuto una migliore performance di previsione solare della NASA.

Nel grafico sopra sono raffigurate tutte le previsioni del ciclo 24 dei principali esperti mondiali eseguite nel 2006, compresa quella di Archibald ovviamente.
Passiamo ora ad esaminare un altro successo delle mie previsioni (a parlare è sempre Archibald).
Nel mese di marzo 2008 in occasione della prima conferenza sul clima “Heartland” a New York, avevo previsto che il ciclo solare 24 avrebbe significato che non sarebbe stato un buon momento per essere un agricoltore di grano in Canada. Ed ecco infatti che il raccolto di grano canadese è calato del 20% questo anno a causa di una primavera fredda e dei campi di coltivazione aridi.
Gli oceani stanno perdendo calore, provocando un clima canadese freddo e asciutto in modo direttamente proprozionale alla progressione del ciclo solare 24. Come ha recentemente affermato Mark Steyn, nessun giovane di età inferiore a 29 anni ha esperienza riguardo il riscaldamento globale. Se si verificasse un nuovo Minimo di Dalton, vorrà dire che dovranno aspettare l’età di 54 anni prima di risperimentare una tendenza al riscaldamento.
Dove siamo diretti ora?
Il flusso solare continua ad oscillare. Noi non possiamo sapere per quanto tempo durerà questo periodo di quiete prima che l’attività solare salirà di nuovo. Quindi, decidere quale sia il mese del minimo, sarebbe come tirare ad indovinare.
Il Dr. Hathaway dice che non siamo in un minimo di Maunder, e io sono d’accordo con lui. Recentemente sono stato contattato da un signore che ha un ottimo modello di previsione dell’ attività solare. Esso ha “indovinato” il 20 ° secolo quasi alla perfezione, così anch’io ho un sacco di fede per quella che è la previsione per il 21 ° secolo, che sarà dato da un paio di cicli molto deboli e poi si ritornerà alla normalità. Ritengo che il suo modello sia un importante passo avanti nella scienza solare.
Per finire, quello che sto esaminando ultimamente, è la possibilità che non vi sia un inversione magnetica dei poli durante il massimo del ciclo 24.
David Archibald
Fonti:


In effetti la colomba, sta annunciando davvero un fenomeno millenario di cui c’è da preoccuparsi, cioè il Sole è in una possibile fase "Minimo di Dalton" come riporta la notizia flash del meteogiornale su

http://www.3bmeteo.com/giornale/notizia_flash.php?art=4224
"In soli tre anni la NASA ha completamente stravolto le previsioni sul ciclo solare 24, passando da picchi quasi secolari (140-150 macchie giornaliere) ad un possibile Minimo di Dalton. Secondo David Hathaway, uno dei maggiori esperti mondiali del sole, la profonda fase di quiete che sta attraversando la nostra stella potrebbe condurre ad un nuovo minimo di Dalton. Il minimo in questione venne osservato tra il 1790 e il 1830, periodo in cui ben due cicli consecutivi non superarono la soglia delle 50 macchie giornaliere. La dinamica attuale ricorda molto da vicino quell'evento, sebbene i dubbi da sciogliere rimangano ancora molti. Secondo alcuni scienziati un nuovo Minimo di Dalton potrebbe avere conseguenze importanti sull'andamento climatico terrestre, calmierando non poco il riscaldamento globale. Non solo, alcuni si spingono a dire che l'aumento dei raggi cosmici, unito alla diminuzione di 0.3 punti della radiazione solare, potrebbe far scendere la temperatura terrestre ai livelli di fine ottocento. Speculazioni a parte, l'attuale quiete solare finalmente svelare l'autentico peso dell'uomo del cambiamento climatico."

http://www.3bmeteo.com/giornale/notizia_flash.php?art=4251
"La media giornaliera di macchie solari nel mese di Luglio è stata pari a 3.3; pur trattandosi del valore più alto da inizio anno (G 1.5/ F 1.4/ M 0.7/ A 1.2/ M 2.9/ G 2.9/ L 3.3) il dato sottolinea come il Sole riversi ancora in stato di profonda quiete. Ne sono prova i 23 spotless days osservati e le 8 macchie generate da una regione riconducibile al 23° ciclo. Se dovessimo conteggiare solo i sunspots 'buoni' la normale scenderebbe 3.1. Ad una così misera produzione di macchie ha fatto da sfondo un flusso solare estremanente basso, capace di toccare addirittura la soglia dei 66.
Con lo spotless day odierno l'attendibilità delle previsioni NASA, NOAA e SIDC scende ulteriormente: -1.2, -1.5 e -4.7. Solo gli Austrialiani dell'IPS si sono avvicinati con una media attesa di 2.4, ma in questo caso sono stati favorito dall'aver cambiato la proiezione lo scorso 22 Luglio. Intanto la radiazione solare è scesa a 1360.82W/m2 (LASP), toccando uno dei minimi degli ultimi 3 mesi. Un'ultima nota sul 2008, il quarto anno meno attivo dal 1849; nei primi 7 mesi la media di macchie fu pari a 3.57, quest'anno è ferma a 1.9. Ogni commento è superfluo..."

La colomba dunque, sembra che stia per annunciare l’inizio di una imminente nuova Piccola Era Glaciale grazie alle conferme della Nasa, proprio come avevano previsto i Maya in concomitanza con il 2012 e l’inizio della Nuova Era.
Ma queste nuove certezze portano altri dubbi. Come mai la temperatura del Sistema Solare e in crescente aumento? Cosa sta modificando l’attività solare in procinto di tornare a quella dell’800? Potrebbe una lontana nana bruna in avvicinamento interferire con l’attività del Sole?
Fine prima parte.


sabato 1 agosto 2009

Sole

Risolto l’enigma della Corona 
E’ stato uno dei misteri più duraturi nell’ambito della fisica solare quello che riguarda la corona del Sole, o meglio perché questa sia milioni di gradi più calda che la superficie stessa della nostra stella madre. Un mistero che, secondo quanto pubblicato da Science, non è dunque più.



I ricercatori dell'Istituto per la Fisica Corpuscolare (IFIC) e di altri gruppi europei hanno studiato gli effetti della presenza di materia oscura sul Sole. Secondo i loro calcoli, le particelle di materia oscura con poca massa potrebbero causare il trasferimento di energia dal nucleo alle parti esterne della nostra stella eche potrebbero a loro volta pregiudicare la quantità di neutrini che raggiungono la Terra.


La Terra colpita dal flare solare di classe C4 - nessun danno - 
Le macchie solari attive della regione 1121 (foto in alto) hanno scatenato uno dei più violenti brillamenti a raggi solari x deegli ultimi anni, una eruzione di classe M5.4 alle 15:36 UT del 6 novembre 2010.




Gli scienziati svelano i segreti delle nubi di plasma sul Sole 
Il Sole espelle sporadicamente migliaia di miliardi di tonnellate di gas idrogeno in esplosioni chiamate "Espulsioni di Massa Coronali" (CME). Tali nubi sono enormi in termini di dimensioni (si parla di milioni di chilometri) e sono costituite da gas e plasma magnetizzati, così caldo che gli atomi di idrogeno vengono ionizzati. 



L'interazione del vento solare con i corpi minori
Gli scienziati hanno scoperto un nuovo tipo di interazione del vento solare con alcuni corpi del nostro Sistema Solare.
Le regioni magnetizzate chiamate anomalie magnetiche, per lo più sul lato nascosto della Luna, si è scoperto che hanno la capacità di deviare il vento solare, proteggendo la superficie della Luna.


Nel 2016 potrebbe splendere sulla Terra un Sole senza macchie? La previsione arriva da un gruppo di ricercatori del National Solar Observatory di Tucson, in Arizona. L’attività magnetica solare, da cui dipendono i cosiddetti “sunspots”, ovvero le macchie solari, è in costante calo dal 1990 a oggi,



Le macchie solari vanno e vengono, ma recentemente per lo più se ne sono andate. Per secoli, gli astronomi hanno registrato l´emergere di queste macchie scure sulla superficie solare, solo per vederle scomparire nuovamente dopo pochi giorni, settimane o mesi.


Sole di ghiaccio 
Ormai è accertato che il Sole si stà avviando verso una fase di Minimo della quale, dovuto all'allineamento dei pianeti giganti Giove Saturno e Urano, subendo una drastica diminuzione della sua attività con conseguente raffreddamento del clima terrestre.


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Terra e Luna

Anno Domini 536: i cieli si oscurarono e... scese il gelo
Nel 536 d.C. un evento misterioso ha oscurato il cielo portando il mondo un lungo periodo di gelo.



La Terra colpita dal flare solare di classe C4 - nessun danno - 
Le macchie solari attive della regione 1121 (foto in alto) hanno scatenato uno dei più violenti brillamenti a raggi solari x deegli ultimi anni, una eruzione di classe M5.4 alle 15:36 UT del 6 novembre 2010.




Chang’e-2 riprende la Luna. La Cina sogna la Luna.
Per la prima volta nella sua storia la Cina può vantare di aver fotografato la Luna da vicino. Le prime foto scattate dalla sonda Chang’e-2 sono già diventate il simbolo della conquista spaziale del Dragone. A renderle pubbliche il premier cinese, Wen Jiabao, durante una cerimonia ufficiale in pompa magna presso l’Amministrazione Statale per la Scienza, la Tecnologia e l’Industria per la Difesa nazionale.


Lanciato in orbita nel 2007 per sondare i fenomeni più violenti dell’universo remoto, il satellite AGILE – piccolo gioiello tutto italiano dell’ASI, realizzato in collaborazione con l’INAF e l’INFN – raccoglie risultati sorprendenti anche quando gli cade l’occhio verso terra.




LRO ci mostra il violento passato della giovane Luna
Secondo i nuovi risultati dal NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO). la Luna fu bombardata da due distinte popolazioni di asteroidi o comete nella sua giovinezza e la sua superficie è più complessa di quanto si pensasse, secondo i nuovi risultati dalla NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO)


Individuati ponti sulla Luna
Analizzando le immagini della missione lunare LRO, i tecnici della NASA hanno individuato due ponti naturali sulla faccia nascosta della Luna. Le misure del ponte più lungo sono di 20x7 metri di larghezza, mentre il suo vicino più piccolo è di circa la metà.


La rotazione del Gondwana 
La Gondwana è stato un supercontinente generatosi durante il Neoproterozoico dall'aggregazione dei frammenti della Pangea, un supercontinente preesistentee e scomparso nel Mesozoico. Dalla sua frammentazione sono nati gli attuali continenti dell'emisfero meridionale (Sudamerica, Africa, India, Antartide, Australia).


Scoperta eccezionale! La luna si sta contraendo! 
La recente scoperta tra le rocce della crosta lunare indica che è il suo diametro si è ridotto a livello globale nel recente passato geologico e che potrebbe essere ancora oggi contrazione. Queste sono le drammatiche conclusioni cui è giunto un team di analisi del NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO). I risultati forniscono importanti indizi per la recente era geologica della Luna e della sua evoluzione tettonica.


Immaginate di galleggiare a circa 35.000 miglia al di sopra del lato soleggiato della Terra. Il nostro pianeta brilla sotto in una maestosa spirale di colore e forme. Tutto sembra tranquillo, senza satelliti o detriti spaziali da schivare e ci si potrebbe semplicemente rilassare e godersi il vuoto nero dello spazio.


Il nucleo terrestre non è una bella sfera compatta tutta d’un pezzo. Oltre al fatto che è composto da un nucleo interno solido circondato da un nucleo esterno liquido, gli scienziati della Terra hanno da tempo osservato che le onde sismiche si trasmettono più velocemente se si propagano attraverso il nucleo nella direzione nord-sud rispetto a quelle che viaggiano nella direzione est-ovest.


Fonte sconosciuta di raggi cosmici rilevata nell'emisfero sud 
Anche se ancora in costruzione, l'osservatorio IceCube Neutrini Observer al Polo Sud ha già rilasciato interessanti dati scientifici, tra cui un accertamento precoce di un fenomeno per cui non era nemmeno stato concepito per studiare.


L’idea di un ascensore spaziale circola sin dalla fine dell’800, ma nonostante i grandi sogni e anni di ricerca, le promesse per un ascensore che permetta un accesso all’orbita, a basso costo e veloce, è rimasto solo fantascienza.


I ricercatori della NASA stanno monitorando un grande evento nel pianeta, la nostra atmosfera. In particolare uno strato di gas rarefatto chiamato "termosfera" recentemente crollato e ora è in ripresa.





Gli scienziati stanno ancora tentando di decifrare come e perché la Terra sia riuscita a riemergere dalla sua ultima era glaciale, un evento che ha aperto le porte ad un clima più caldo che ha favorito la nascita della civiltà umana. 


Lo strumento Mini-RF (synthetic aperture radar) a bordo della sonda americana Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) ha recentemente analizzato un cratere che risulta essere potenzialmente ricco di ghiaccio d'acqua vicino al Polo Nord lunare.


Gli scienziati hanno individuato il sito ideale per la prima esplorazione di un lago antartico sub-glaciale, che potrà fornire ricerche rivoluzionarie sui cambiamenti climatici e che porterà alla scoperta di forme di vita tagliate fuori dalla linea evolutiva per milioni di anni.


Gli astronomi, hanno teorizzato che il pianeta Terra e la Luna sarebbero stati creati come risultato di una collisione tra due pianeti giganti delle dimensioni di Marte e Venere. Fino ad oggi, si pensava che questa collisione sarebbe avenuta circa 30 milioni di anni dopo la nascita del Sistema Solare, circa 4.537 milioni di anni fa. Ma la nuova ricerca dimostra che la Terra e la Luna devono essersi formati molto più tardi, forse fino a 150 milioni di anni dopo la formazione del Sistema Solare.


Sono una manna caduta dal cielo i due frammenti fossili del Sistema Solare primordiale riemersi dai ghiacci dell’Antartide. Per miliardi di anni, sin da quando il disco protostellare da cui hanno avuto origine i pianeti vorticava intorno al Sole, quel meteorite da cui arrivano i granuli ha vagato nel cosmo.


La missione AGILE ha misurato dei “super-lampi” che emettono una forte radiazione gamma di alta energia e che sono prodotti da fenomeni atmosferici rivelati soprattutto nella fascia tropicale. AGILE, una missione dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) con partecipazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare(INFN), è dedicata allo studio del cosmo, ma grazie ai suoi strumenti molto sofisticati può cogliere fenomeni impulsivi prodotti anche dalla Terra, simili a quelli che si osservano nelle profondità delle galassie.


Acceleratori con la testa fra le nuvole
Potenti scariche di fulmini durante un temporale e raggi cosmici provenienti dall’universo. Questi gli ingredienti. Quando i due fenomeni si sovrappongono, abbiamo le condizioni ideali per l’innesco di un super-acceleratore di particelle naturale al di sopra delle nubi, a 40 chilometri dalla superficie terrestre. È quanto ha appena scoperto un esperto di fulmini, Martin Fullekrug, ricercatore all’Università di Bath. Il suo studio è stato presentati ieri a Glasgow, durante il National Astronomy Meeting della Royal Astronomical Society.


Per la prima volta è stata fotografata la “miccia” che accende le aurore, gli spettacolari bagliori luminosi osservabili dalle regioni polari. Grazie ai quattro satelliti della missione CLUSTER, lanciati nel 2000 da Esa e Nasa, i ricercatori sono riusciti a immortalare l’attimo in cui le particelle cariche di energia intrappolate nella bolla magnetica della Terra subiscono un’accelerazione che qualche attimo dopo provocherà una brillante aurora.

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