Contrariamente a quanto annunciato in precedenza l'attivita' eruttiva del vulcano islandese Eyjafjallajoekull e' aumentata. Dopo 5 giorni dal cratere e' stata emessa una nuova grande nube di cenere che si dirige verso il Regno Unito. Lo riferiscono le autorita' aeree britanniche . Fonte
Nella foto in alto, vediamo il pennacchio di fumo del vulcano Eyjafjallajökli ripresa dal satellite della NASA Dundee ieri 19 aprile alle ore 12:52.
Ma ripercorriamo tutto dall'inizo:
Già da tempo i geologi avevano ripreso numerose colate laviche dalle crepe. Questa foto è del 1 aprile 2010
In questa splendida veduta, la cima del vulcano islandese, che da qui a poco esploderà con tutta la sua devastante potenza. Era appena il 7 aprile 2010. Tutto sembrava ancora tranquillo anche se i sismografi registravano già le prime anomalie.
Solo sette giorni. Quello che poteva essere un remoto incubo, un'ipotesi statisticamente lontana, si materializza con devastante potenza. Nella foto in alto del 14 aprile, una delle prime riprese aeree dell'imponente pennacchio di fumo che si alza dalla cima del vulcano islandese. Inizia lo spettacolo.
Ed ecco che il pennacchio si inizia ad alzare nell'atmosfera assumendo i tratti di un grandioso fuoco d'artificio. Ma in molti già iniziano a temere che possa trattarsi anche dell'inizio di una devastante sciagura. Per fortuna, la zona adiacente allo scoppio della caldera è poco popolata ed era già stata evacuata per tempo.
Quel fiume bianco che vedete, è la neve sciolta a pressioni e temperature elevatissime, che dal ghiacciaio che copriva la caldera dell'Eyjafjallajökli scende a valle, trascinando strade, ponti e case. Una alluvione vulcanica è un fenomeno rarissimo che abbiamo avuto la fortuna di vedere, nonostante sia pur sempre una grande sciagura naturale.
In questa foto scende fino a mare il fiume di fango, cenere e silicio, che scendendo vertiginosamente dal monte vulcanico, giunge nelle acque gelide dell'oceano. Uno spettacolo nello spettacolo.
Ecco un'altra immagine del vulcano, ripresa sempre il 14 aprile. Il pennacchio bianco sia alza fino circa 8 km da terra. Inizia fin da subito l'incubo per le ceneri. Londra trema.
Il 15 aprile, tutti i media iniziano ad interesarsi all'eruzione. I satelliti metereologici e climatici iniziano a puntare i loro occhi sul vulcano irruente. In questa foto, ripresa dal satellite TerraSAR-X, vediamo dallo spazio il pennacchio di fumo spostarsi verso sud-est, in direzione verso l'Europa continentale.
16 aprile 2010, ore 23:00 locali. Il mondo intero guarda allibito le spettacolari immagini del maestoso vulcano Eyjafjallajökli. Fuoco, fiamme, ceneri, ghiaccio e fulmini. La forte presenza di cariche elettrostatiche nelle nubi cariche di vapore acqueo e silicio, generano fulmini che si schiantano sulla bocca del vulcano. Il buio facilita l'osservazione. E' uno spettacolo rarissimo e di recente studio. Il pennacchio di fumo lambisce l'Inghilterra e da li a poco tutta l'Europa dei trasporti aerei sarà paralizzata dalle ceneri.
16 aprile 2010. Il fiume di detriti, acqua e fango che si riversa in mare dalla cima del vulcano.
Il giorno 17, non si attenua l'eruzione. L'Europa ha paura. I voli vengono sospesi. Alcuni climatologi iniziano a temere che il clima possa raffreddarsi a causa delle ceneri che depositandosi nell'alta atmosfera potrebbero bloccare i raggi solari. Il pennacchio si dirige anche verso l'Italia.
In questa immagine si può chiaramente vedere il pennacchio di fumo che ancora si alza violentemente dalla bocca vulcanica. L'eruzione è ancora nella sua fase viva e non accenna a fermarsi. La Terra sembra voler sprigionare tutta l'energia che ha accumualto in 200 anni di pausa.
Foto aerea della bocca del vulcano e del maestoso pennacchio che arriva a 10 km di altezza.
19 Aprile. L'eruzione sembra calare leggermente di intensità. Le cenri hanno coperto l'Europa e arrivano anche in Italia, lambendo la Toscana. Ghiacchio e fumi incandescenti in queste spettacolari foto aeree.
Si inizia ad intravedere una tregua nella violenza delle eruzioni. I geologi parlano di lava liquida e meno pennacchi. Ma a pochi km di distanza, numerosi sismi annunciano che forse l'intera area si sta risvegliando. Alcuni climatologi danno la colpa dell'eruzione al Global Warming. In molti temono che le antiche profezie sul 2012 in fondo siano vere. Statistiche, casualità, natura che si ribella. Il dio islandese adesso sta sprigionando la sua energia ed è giusto che sia così, come è sempre stato fin dagli inizi dei tempi per qualsiasi vulcano della Terra.
a cura di Arthur McPaul
Fonte: North Volcanological Center
complimenti per l'articolo
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