Un nuovo studio sullo spettro delle nane bianche presenti nella nostra galassia, indica che la presenza di pianeti rocciosi con acqua e vita, sono assai comuni.
Le nane bianche sono il punto finale dell'evoluzione stellare per la stragrande maggioranza (> 90%) di tutte le stelle della Via Lattea, tra cui il nostro Sole. Composte essenzialmente di idrogeno puro e elio, il ritrovamento persistente di elementi più pesanti (in astronomia descritto come 'metalli', esempi tra cui calcio, magnesio e ferro) era stato per decenni descritto come parte del gas e dei detriti di polveri del mezzo interstellare.
Farihi e il suo team utilizzando i dati della Sloan Digital Sky Survey (SDSS), un progetto che propone di visionare il cielo agli infrarossi, ha scandagliato più di 100 milioni di oggetti ottenendo da 1 milione di questi il loro spettro. Esaminando le posizioni, le mozioni e gli spettri delle nane bianche individuate nella SDSS, Farihi e il suo team hanno dimostrato che questa non è più una teoria valida. Pertanto l'inquinamento stellare non deriva dal gas e dai detriti del mezzo interstellare ma dai detriti di rocce di orginine planetaria almeno nella stragrande maggioranza dei casi.
Il nuovo lavoro indica che almeno il 3% e forse persino del 20% di tutte le nane bianche sono contaminate dai detriti di tipo asteroidale o rocciosi con una massa totale di un diametro di circa 140 km.
Ciò implica che una proporzione simile di stelle al nostro Sole, o leggermente più massiccie come Vega e Fomalhaut, avrebbero dei veri e propri sistemi planetari di tipo roccioso.
Gli astronomi stanno pertanto svolgendo il ruolo di archeologi celesti studiando i "resti" di pianeti rocciosi o i loro elementi costitutivi.
Gli scienziati hanno anche misurato la composizione dei detriti planetari contaminanti attraverso l'analisi chimica che inquina l'atrimenti pura atmosfera stellare delle nane bianche.
Una frazione significativa di queste stelle sarebbero quindi con materiale che contenente acqua, con importanti implicazioni per la frequenza dei pianeti abitabili attorno ad altre stelle. Se l'acqua è dunque presente in una parte sostanziale di asteroidi attorno ad altre stelle, come le nane bianche, è ipotizzabile che almeno la vita semplice, può essere comune in tutta la Galassia.
Dr Farihi ha detto quindi che nel nostro Sistema Solare è presente un pianeta abitabile, la nostra Terra, e sono presenti diverse cionture di asteroidi come nei sistemi scandagliati. Dallo studio emerge chiaramente che le nane bianche abbiano sostanziali similitudini nell'analisi degli oggetti di tipo asteroidali ed è quindi probabile che tali stelle ospitavano (o ospitano tutt'ora) pianeti di tipo acquoso, e forse anche la vita ".
Il 13 aprile 2010 il dottor Farihi ha presentato i suoi risultati al National Astronomy Meeting RAS (NAM 2010) a Glasgow.
a cura di Arthur Mcpaul
Fonte: Science Daily
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