sabato 31 dicembre 2011

Merkel Ordina A Napolitano La Fine Del Governo Berlusconi




Da quanto si è appreso in un articolo recente apparso sul NY Times, a favorire la nomina di Monti come nuovo Presidente Del Consiglio italiano, sarebbe stato un colloquio tra la Merkel (capo di stato tedesco) e il nostro Presidente Della Repubblica Giorgio Napolitano.

In particolare, nell'articolo dell'autorevole quotidiano statunitense si legge:
"Con la sua telefonata al palazzo del Quirinale, una volta residenza papale, oggi casa dell’ottuagenario capo dello Stato italiano, il presidente Giorgio Napolitano, Angela Merkel si mise su un terreno delicato. I leader europei hanno un patto non scritto: non intervenire nella politica interna l’uno dell’altro. Ma Angela Merkel stava gentilmente sollecitando l’Italia a cambiare il suo primo ministro, se l’attuale primo ministro – Silvio Berlusconi – non fosse riuscito a cambiare l’Italia.

Dietro la mossa [la telefonata] c’era la crescente impressione a Berlino che i paesi dell’eurozona non potessero fare tutto quello che volessero. Il premier italiano, Silvio Berlusconi, impantanato in scandali giudiziari e sessuali, imperturbabile nella sua fama di libertino, ha temperamento opposto a quello della sobria Angela Merkel, figlia di un pastore luterano.

Il fallimento di Berlusconi nel rianimare l’economia italiana stava mettendo in pericolo l’Europa. Così Merkel telefonò a Napolitano, l’uomo il cui incarico gli avrebbe conferito il potere di nominare un nuovo primo ministro, qualora Berlusconi avesse perso il suo sostegno parlamentare.

Merkel disse a Napolitano che gli sforzi dell’Italia per tagliare il deficit erano stati “apprezzati”, ma che l’Europa avrebbe davvero voluto vedere riforme più aggressive per far ripartire la crescita. Disse che era preoccupata che Berlusconi non fosse abbastanza forte da riuscirci.

Napolitano disse che il fatto che Berlusconi fosse recentemente sopravvissuto a un voto di fiducia per un solo voto “non era rassicurante”.

Merkel ringraziò il presidente in anticipo per il suo fare “quanto nei suoi poteri” per promuovere le riforme.

L'Italia e' "un Paese a sovranita' limitata", secondo il quotidiano "La Padania" della Lega Nord che commenta la vicenda della telefonata tra Angela Merkel e Giorgio Napolitano.

Ecco cosa ha risposto Berlusconi al TG5 in merito alla questione:
"Ho lasciato il governo senza mai essere sfiduciato in parlamento: l'ho fatto per evitare che la speculazione finanziaria si accanisse contro l'Italia e contro il risparmio delle famiglie. L'ho fatto per senso di responsabilita', per senso dello Stato. E' stato un sacrificio ma sapevo bene che la causa della crisi non era il nostro governo. La causa era ed e' ancora l'Euro". E poi: "Nonostante la manovra del governo dei professori lo spread rimane a livelli elevati e la crisi economica continua a mordere", ha aggiunto l'ex premier, "risulta sempre piu' evidente la vergogna di chi ha indicato il mio governo come l'unica causa di questa situazione". Quindi il leader del Pdl fa un appello all'ottimismo: "Anche questa volta ce la faremo, siamo un grande Paese e un grande popolo", ma sottolinea anche come l'Europa sia "divisa e incapace di decidere" e come "i mercati lo hanno capito..."

La Merkel, ha quindi chiesto, in nome e per conto del bene comune dell'Europa, di favorire il cambio di Presidente.
La salvaguardia dell'Euro e dell'economia europea è ovviamente imputabile come causa primaria e irrevocabile per giustificare una ingerenza nella politica italiana. La stessa Merkel, conscia di quello che stava per fare, non ha nient'altro che chiesto una elezione indiretta di un nuovo prestanome, per poter attuare delle riforme pesantissime, come quelle presenti nella manovra Monti di dicembre.

Monti è stato una pedina necessaria per questo subdolo gioco degli Illuminati, in quanto non potevano chiedere a Berlusconi di attuare una manovra così lesiva e impopolare, che sarebbe andata contro i suoi stessi elettori. Pertanto, la scusante di eleggere un team di tecnici, non è altro che un sistema di attuazione e di modifica di norme che nessun politico avrebbe il coraggio di varare in tempi di crisi.

Il gioco degli Illuminati viene quindi meschinamente attuato e basta una semplice lettura degli avvenimenti nei giusti termini per smascherarlo:

1) I bancheri Illuminati hanno ordinato nel corso del 2011 di scatenare una nuova crisi del debito sovrano, che ha colpito in particolare gli anelli deboli dell'Europa, come la Grecia, la Spagna e la stessa Italia.

La minaccia dei singoli paesi di non poter pagare i rendimenti sui titoli di stato, di non poter più pagare gli stipendi agli statali con la conseguente paralisi dello Stato, ha obbligato i governi di attuare una serie di manovre pesantissime che avrebbero poi piegato la liquidità e rosicato i risparmi dei cittadini.

Oltre a queste riforme, gli emissari degli Illuminati, hanno ordinato l'inserimento di insensate leggi restrittive sulla libertà di circolazione della moneta contante. In Italia, ad esempio, con la Manovra Monti, è stato vietato di pagare beni in contanti per un valore superiore a 1000 euro. Il vero scopo, oltre a quello di aumentare vertiginosamente le commissioni bancarie, è quello di procedere velocemente all'eliminazione della moneta contante, che nel giro di qualche anno sarà soltanto elettronica.

Cambiare il Prestanome
Quando il burattino non obbedisce più agli ordini impartiti dall'alto, o non è più efficace ad eseguirli, la parola d'ordine degli Illuminati è "sostituzione", sinonimo di "eliminazione",
Berlusconi andava in parte eliminato politicamente. A nulla sono serviti gli scandali a luci rosse o le tante mozioni di sfiducia. Il suo potere è stato in questo "quasi ventennio" molto solido nonostante gli alti e bassi. La sua figura faceva comodo a tutti, Illuminati compresi.
Ma di fronte ad un problema gravissimo, il prestanome diventa pedina di scambio per una pronta reazione: mettere un uomo nuovo, capace di fare meglio del suo predecessore e di essere "digeribile" al fine di proporre la soluzione al problema stesso. Berlusconi probabilmente non è stato propriamente eliminato, ma soltanto messo da parte. Farà ancora comodo per altri importanti ruoli nello scenario politico dell'imminente futuro.

L'equazione PROBLEMA-REAZIONE-SOLUZIONE di Icke, resta dunque la più coerente e longeva teoria per spiegare i misteriosi fenomeni economico-politici che subiamo da anni, apparentemente senza nessuna logica.

Articolo a cura di Arthur McPaul


Equazione Di Drake: Ne Parlano Gli Scienziati Italiani




Di alieni s’è parlato tanto, in questo 2011. Mondi alieni, come i 158 pianeti extrasolari confermati nel corso dell’anno, alcuni dei quali potenzialmente abitabili. Vite aliene, a partire dai discussi batteri all’arsenico che suscitarono numerose controversie sul finire del 2010, fino all’incessante susseguirsi d’ipotesi circa la presenza d’acqua liquida su Marte, o di ritrovamenti di molecole organiche complesse qua e là nel Sistema Solare. E, naturalmente, civiltà aliene: dal cinema (una volta tanto, anche quello italiano) alle interrogazioni alla Casa Bianca, il sogno di scoprire di non esser soli nell’Universo non vogliamo abbandonarlo. Come testimonia la ripresa del programma SETI, messo momentaneamente in forse nella primavera scorsa per motivi economici, e rifinanziato dopo pochi mesi grazie ai numerosi contributi subito giunti in risposta all’appello per mantenerlo attivo, fra i quali quello di Jodie Foster, indimenticabile protagonista di Contact.

E se n’è parlato anche fra scienziati, soprattutto l’estate scorsa, quando l’uscita d’un articolo smorza-entusiasmi degli astrofisici David Spiegel ed Edwin Turner e, in Italia, del libro altrettanto scettico del fisico Elio Sindoni hanno riattizzato il dibattito. Ma quanto è probabile che una forma di vita aliena, possibilmente abbastanza intelligente da poterci prima o poi scambiare quattro chiacchiere, esista là fuori nella nostra galassia? È da almeno mezzo secolo che ce lo domandiamo: da quando l’astronomo Frank Drake, già all’epoca impegnato, presso il National Radio Astronomy Observatory di Green Bank, a dar la caccia a segnali radio da civiltà extraterrestri, formulò la sua famosa equazione. Il numero N di civiltà aliene, diceva Drake, si può ottenere dal prodotto di sette fattori:

N = R* · fp · ne · fl · fi · fc · L

Dunque, tutto risolto? Mica tanto. Il problema è assegnare un numero sensato a ognuno di quei sette fattori: allo stato attuale delle conoscenze, una mission impossibile. Un po’ per scherzo un po’ per curiosità, abbiamo però deciso di provarci comunque. Così, nei mesi scorsi ci siamo rivolti a sette esperti provenienti da vari ambiti, non solo dell’astrofisica, chiedendo a ciascuno di farsi carico di uno dei fattori. Chi sbilanciandosi di più, chi di meno, sono stati tutti generosamente al gioco. Ecco dunque, fattore per fattore, le loro risposte a Media INAF.

Claudio Codella
Fattore R*: Qual è il tasso medio annuo con cui si formano nuove stelle nella Via Lattea? Lo abbiamo chiesto a Claudio Codella, ricercatore all’INAF Osservatorio Astrofisico di Arcetri

Le stelle come il Sole si formano in nubi di gas e polveri ad alta densità. L’alta densità delle nubi rende impossibile l’osservazione a lunghezze d’onda ottiche di un sistema protostellare. Le polveri assorbono i fotoni provenienti dalla protostella e riemettono l’energia a lunghezze d’onda infrarosse, che quindi è la finestra spettrale a cui, una volta avuto tecnologicamente accesso, ci si è rivolti per uno studio accurato del processo di formazione stellare. Contemporaneamente al processo di accrescimento, la protostella crea un vento che viene incanalato dove trova minor resistenza, e cioè presso i due poli. Si creano quindi jets ad altissima velocità che perturbano il materiale circostante, creando regioni ad altissima densità e temperatura, dove si attivano processi fisico-chimici (per esempio l’effetto maser) che permettono la localizzazione della protostella. Per le stelle più massicce del Sole il discorso è molto più complesso, ma si puo’ assumere uno scenario simile a quanto descritto.

È quindi molto complicato assegnare un numero a R*. Si stima che ogni anno una quantità di gas pari a circa 1-5 masse solari sia convertita in stelle. Se assumiamo che la massa delle nuove stelle sia una massa solare, allora si hanno 1-5 stelle all’anno. Se le stelle formatesi hanno masse minore o maggiore di quella del Sole, conseguentemente R* è più grande o più piccolo. Concludendo, possiamo stimare R* come un numero tra 1 e 10.


Silvano Desidera
Fattore fp: Quante di queste stelle hanno uno o più pianeti? Lo abbiamo chiesto a Silvano Desidera, ricercatore all’INAF Osservatorio Astronomico di Padova

La scoperta di oltre 500 pianeti extrasolari a partire dal 1992 ci consente di quantificare la frazione di stelle con pianeti che orbitano attorno ad esse. Inizialmente è stato possibile rivelare soprattutto pianeti giganti, come Giove. La frequenza di pianeti giganti entro 3 unità astronomiche attorno alle stelle di tipo solare risulta essere dell’ordine del 10%. Inoltre, la frequenza risulta funzione della composizione chimica e della massa della stella centrale e dell’eventuale presenza di compagni stellari.

Recenti sviluppi della strumentazione sia da terra che dallo spazio (come lo spettrografo HARPS all’ESO e i satelliti CoRot e Kepler) ci consentono la rivelazione di pianeti poco più grandi della Terra, molto probabilmente di natura rocciosa. Le prime stime suggeriscono una frequenza di questo tipo pianeti, con periodi orbitali inferiori a 50-100 giorni, dell’ordine del 15-30%. I modelli di formazione planetari più in voga prevedono la presenza di un gran numero di pianeti di dimensioni simili alla Terra e più piccoli, finora sfuggiti alla nostra rivelazione.

Considerando l’effettiva distribuzione delle proprietà stellari nella Galassia (le stelle di piccola massa sono le più numerose e i sistemi stellari multipli sono molto frequenti) e la scarsità di dati osservativi per i pianeti a grande separazione dalla stella, si può azzardare una frazione di stelle con pianeti tra il 20% e l’80%, con un valore più probabile intorno al 50%.


Giusi Micela
Fattore ne: Per ogni stella che abbia un sistema planetario, qual è il numero medio di pianeti (o satelliti) che presentano condizioni potenzialmente compatibili con la vita? Lo abbiamo chiesto a Giusi Micela, ricercatrice e neo-direttore dell’INAF Osservatorio astronomico di Palermo

Il numero medio dei pianeti abitabili attorno a stelle con pianeti è piuttosto difficile da determinare, principalmente perché la definizione di pianeta abitabile non è ancora abbastanza precisa. Nel nostro sistema solare, per esempio, è possibile che Marte sia stato “abitabile”. Anche Europa, uno dei satelliti di Giove, nonostante si trovi molto lontano dalla fascia di abitabilità del Sole, è considerato un possibile sito per la formazione di forme di vita. Qual è quindi il numero di pianeti abitabili nel nostro sistema solare? Oltre alla Terra dobbiamo contare anche Marte e Europa, o altro? Se non sappiamo rispondere a questa domanda sul nostro sistema, come possiamo stimare con accuratezza il numero medio attorno alle altre stelle che possono avere sistemi planetari molto differenti dal nostro?

Le stime attuali sono comprese da qualche frazione ad alcune unità. Per semplificare diciamo fra 0,5 e 5 pianeti abitabili per ogni stella con un sistema planetario, ma questo intervallo, ancora così ampio, dipende da molte grandezze poco conosciute. Un notevole passo avanti nella determinazione di questo parametro si otterrà con la rivelazione e la determinazione delle proprietà dei pianeti fino alla zona abitabile attorno a un grande campione di stelle, tale da poter essere considerato statisticamente significativo dell’intera popolazione stellare.


Amedeo Balbi
Fattore fl: Fra i pianeti potenzialmente in grado di ospitare forme di vita, in quanti la vita effettivamente si sviluppa? Lo abbiamo chiesto ad Amedeo Balbi, divulgatore, scrittore, blogger e ricercatore all’Università di Roma Tor Vergata

Purtroppo finora conosciamo un solo pianeta dove esiste la vita: il nostro. E quindi non abbiamo un campione statistico che ci permetta di trarre conclusioni generali sulla probabilità che la vita abbia origine. Inoltre, il tentativo di stimare questa probabilità è viziato dal fatto che noi dobbiamo necessariamente trovarci in un pianeta abitato, indipendentemente dal fatto che l’emergere della vita sia probabile o meno. Insomma, è un po’ come chiedersi se sia facile o no vincere la lotteria sapendo soltanto che il nostro biglietto è stato estratto.

Comunque, dallo studio dei fossili abbiamo capito che, sulla Terra, la vita è apparsa molto rapidamente. Perciò potremmo essere tentati di ritenere che il processo che ha portato alla formazione dei primi organismi viventi sia molto probabile, date le giuste condizioni. C’è chi ha addirittura ipotizzato che la probabilità sia il 100%. Altri, però, hanno dimostrato che la stessa osservazione è compatibile anche con una probabilità molto più bassa. Volendo azzardare una stima non particolarmente ottimistica o pessimistica, potremmo ipotizzare che su circa un pianeta ogni dieci, tra quelli potenzialmente abitabili, la vita possa effettivamente svilupparsi.


Stelio Montebugnoli
Fattore fi: In quanti dei pianeti con la vita potrebbero essersi evolute forme intelligenti? Lo abbiamo chiesto a Stelio Montebugnoli, dirigente dell’INAF IRA di Bologna presso la stazione radioastronomica di Medicina e da anni attivo nel programma SETI

La vita può anche svilupparsi, con molte varianti, su diversi pianeti della galassia. Però l’evoluzione in una forma intelligente è certamente più rara e complicata. L’unico caso che noi conosciamo è il nostro, dove la vita “intelligente” compare a 4.5 miliardi di anni dalla formazione della Terra: tempo comparabile con la vita della sole.

L’evoluzione in vita intelligente, per noi, ha portato via la quasi totalità del tempo di esistenza del pianeta, per cui questa evoluzione potrebbe essere molto rara. Il valore di questo fattore deve essere ragionevolmente molto piccolo.


Giorgio Vallortigara
Fattore fc: Quante, fra le eventuali civiltà intelligenti presenti in altri pianeti, potrebbero essere in grado di sviluppare tecnologie tali da poter tentare di comunicare, di lasciare un segno della loro presenza, nel cosmo? Lo abbiamo chiesto a Giorgio Vallortigara, divulgatore, scrittore, esperto in psicologia comparata e professore di neuroscienze al Centro Mente Cervello dell’Università di Trento.

Debbo rispondere prima sul fattore fi (la frazione dei pianeti su cui si sono evoluti esseri intelligenti), per motivare la mia risposta sul fattore fc (la frazione di civiltà extraterrestri in grado di comunicare). Mi spiego. Considerate le difficoltà che abbiamo incontrato a riconoscere l’intelligenza in creature molto diverse da noi qui sulla Terra (per esempio, gli insetti), non sarei così ottimista sulla possibilità di riconoscerla in creature aliene.

Circa il fatto, poi, che queste creature aliene siano in grado di comunicare, cosa che non saprei stimare, non scommetterei comunque sul fatto che noi saremmo così pronti a decifrarne l’eventuale linguaggio: da poco abbiamo appreso a comprendere il sistema comunicativo delle api, e poco comprendiamo di molti altri sistemi comunicativi animali… Che queste eventuali intelligenze extra-terrestri possano non essere afflitte dalle nostre stesse limitazioni è cosa che non possiamo discutere, trattandosi appunto delle nostre limitazioni.


Roberto Vacca
Fattore L: Quale potrebbe essere la durata media di una civiltà extraterrestre potenzialmente in grado di comunicare con altre civiltà presenti nel cosmo? Lo abbiamo chiesto a Roberto Vacca, scrittore, divulgatore, ingegnere esperto di sistemi complessi e futurologo.

Abbiamo esperienza di una sola civiltà che potrebbe comunicare con altre presenti nel cosmo. Dunque è insensato fare illazioni sulla durata media delle civiltà capaci di comunicare – forse non ce ne sono altre. L’equazione di Drake comprende 3 fattori variabili fra 0 e 100% : il che vuol dire che non possiamo fare nessun calcolo di probabilità.

A intuito dico che è ragionevole pensare all’esistenza di altre forme di vita intelligente, ma sono troppo lontane. Enrico Fermi disse: “Ci saranno, ma se potessero arrivare fino a noi lo avrebbero già fatto.” Nei mari abbiamo i delfini: intelligenti, comunicatori e con un cervello cinque volte più grosso del nostro, ma non comunichiamo quasi affatto.


Fonte:
http://www.media.inaf.it/2011/12/30/l’equazione-di-et/


venerdì 30 dicembre 2011

I GRAAL Sono In Prossimità Della Luna



Una nuova missione della NASA sarà a breve in orbita lunare per iniziare a mapparne la gravità.

Lanciati il 10 settembre del 2011, GRAAL-A e GRAAL-B stanno per eseguire l'inserimento in orbita lunare il giorno di Capodanno (1 gennaio) alle 2:05 pm PST (5:05 pm EST).

Quando saranno vicini alla Luna, gli orbiter si muoveranno da sud, volando quasi direttamente sul polo sud lunare. L'inserimento in orbita lunare per GRAAL-A impiegherà circa 40 minuti al fine di completare e modificare la velocità della sonda fino a circa 427 mph (687 kmh). L'inserimento GRAAL-B si verificherà circa 25 ore dopo e durerà circa 39 minuti alla sua velocità di 430 mph (692 kmh).

Le manovre di inserimento avranno luogo per ogni orbiter in un'orbita ellittica quasi polare, con un periodo di 11,5 ore. Nelle settimane successive, il team di controllo di GRAAL eseguirà una serie di manovre per ridurre la loro durata fino a poco meno di due ore. All'inizio della fase scientifica nel marzo 2012, i due GRAAL saranno in un'orbita quasi polare circolare, con un'altezza di circa 34 miglia (55 chilometri).

Durante tale fase la Luna ruoterà tre volte sotto l'orbita di GRAAL. La raccolta dei dati sulla gravità avverrà in una rotazione completa (27,3 giorni). Quando la raccolta dei dati scientifici sarà iniziata, la sonda trasmetterà segnali radio per definire con precisione la distanza tra loro. Le differenze regionali gravitazionali, si prevede che si espanderanno e si contrarranno in base alla distanza. Gli scienziati dei GRAAL useranno queste misure precise per definire il campo di gravità della Luna. I dati permetteranno agli scienziati di capire cosa succede sotto la superficie del nostro satellite. Queste informazioni ci aiuteranno a scoprire anche come la Luna, la Terra e altri pianeti terrestri si sono formati.

Maggiori informazioni sulla missione GRAAL sono online all'indirizzo: http://www.nasa.gov/grail e http://grail.nasa.gov.

Il kit stampa della missione GRAAL si puó trovare online all'indirizzo: http://www.jpl.nasa.gov/news/press_kits/graiLaunch.pdf

Fonte:

Traduzione a cura di Arthur McPaul

La Resistenza Al Governo Degli Illuminati


Uno degli scenari più catastrofici della politica mondiale degli anni a venire, potrebbe prevedere una guerra di tipo terroristico contro i governi affiliati ai potenti banchieri Illuminati.

Come ci insegna la storia, tutte le grandi dittature del passato, hanno avuto un inizio, un seguito ed una fine. La fine dei regimi, è sempre avvenuta grazie ad un moto di ribellione interno, che da solo o con l'appoggio di forze esterne ha sovvertito l'ordine costituito.

Nello stato di democrazia, almeno apparente, come quello che stiamo vivendo nei Paesi di tutto l'Occidente, non esiste un dittatore e nessun regime da sconfiggere o sovvertire e gli Illuminati sono ben consapevoli di essere totalmente invisibili al 99% della popolazione.

In realtà, all'interno delle democrazie più potenti del globo, esistono molti nemici comuni, molti avversari da battere, molti fattori di continuo dissesto sociale. Questi elementi conturbanti sono tuttavia rappresentati da: crisi economica e talvolta politica, disoccupazione, inquinamento, criminalità, terrorismo, ecc. Si tratta di figure astratte, che non risiedono quasi mai nella persona fisica di un dittatore e pertanto trovano con grande difficoltà una organizzata resistenza della popolazione.

Questi problemi, come vedremo in seguito, costituiscono un'arma molto efficace degli Illuminati per schiacciare ai loro subdoli voleri la popolazione.

Pertanto, senza un nemico da combattere, le democrazie contemporanee possono agire indisturbate per attuare i piani degli Illuminati.

Il meccanismo di controllo degli illuminati sui governi nazionali è di per sè molto semplice, soprattutto dopo che è stato ufficialmente creato il mercato economico comune in Europa.

IL MECCANSMO DI CONTROLLO
Ogni stato della Comunità Europea, secondo molti giornalisti del settore, tra cui il celebre David Icke, ha un governante che funge da prestanome per nome e per conto di essi.
Affinché le elezioni siano condotte in modo trasparente e democratico, il prestanome è giá indicato tra i candidati dei singoli partiti. Anche se per molti potrebbe sembrare un'eresia, un candidato premier democratico non ha alcuna differenza in questi termini da uno repubblicano, o se vogliamo fare un esempio pio consono ai paesi europei, non ha alcuna differenza un candidato di destra da uno di sinistra.

La creazione del sistema bipolare
è stato proprio uno degli strumenti per favorire le elezioni di candidati prestanomi, evitando eventuali outsider da altri partiti minori non affiliati agli Illuminati. Il bipolarismo, di fatto, ha ucciso la possibilità di avere premier al governo non facenti dell'influenza illuminata.

Con le elezioni di un premier prestanome, sia direttamente che indirettamente (tramite nomina del Capo dello Stato, come avviene ad esempio in Italia), gli Illuminati si assicurano di poter influire in modo determinante sulla popolazione. mediante le leggi e la politica economica dei singoli governi.

A confondere ulteriormente le acque per l'ignara popolazione, vi sono poi le bizzeffe di partito, che danno l'idea fittizia di una democrazia in fermento, viva e prolifica dal punto di vista politico.
Alla fine purtroppo, accade che i personaggi sono sempre gli stessi e i candidati sono fidati prestanome, facenti parte indistintamente di una o dell'altra fazione. In termini molto riduttivi, non è mai esistita alcuna differenza tra un Bush Senior e un Clinton, tra un Bush Jr. e un Obama, o in passato tra un Reagan e un Carter, e così via. Stessa cosa in Italia, non vi è mai stata alcuna differenza tra un Andreotti e un Craxi, o tra un Berlusconi e un Monti. Tutti questi prestanome, obbediscono alle direttive impartite dal governo ombra degli Illuminati in egual misura, in base alle circostanze imposte dal momento storico.

LA RESISTENZA
Come accennato, non essendoci un dittatore, un regime o un nemico da combattere reale, è difficile che esista un fronte di opposizione e/o resistenza ben definito.

Ai conclamati e onnipresenti problemi delle democrazie esistono dei gruppi di opposizione. Agli estremisti di destra ad esempio, sono contrapposti gli estremisti di sinistra, contro il terrorismo esistono corpi speciali dell'arma e della polizia con il supporto dell'intelligence, addestrati a combatterlo. All'inquinamento dilagante esistono i partiti e/oi movimenti ecologisti come ad esempio Greenpeace, contro la crisi economica esistono le manovre correttive, come quella del governo Monti, ecc...

Non c'è più un Hitler da combattere, uno Stalin o un Mussolini. Non ci sono pertanto più regimi nazionalsocialisti o nazionalcomunisti da contrastare con gruppi di rivolta interni quali erano ad esempio i Partigiani.

Nelle moderne democrazie, non sono classificabili come rivoltosi o "resistenti" nemmeno i movimenti regionali di opposizione, come ad esempio in Italia la Lega Nord o
i sostenitori del movimento di Beppe Grillo, che si sono spessissimo scagliati contro il signoraggio perpretrato dai banchieri.

Non è resistenza agli Illuminati nemmeno un gruppo internazionale che conta centinaia di migliaia di sostenitori, come lo Zeitgeist e non lo sono nemmeno i gruppi che hanno di recente protestato nelle piazze di Manhattan, Roma, Atene e Madrid, contro lo strapotere delle banche e della finanza e l'aumento indiscrminato delle tasse.
Non lo sono nemmeno i tanti siti internet che si prodicano a fare controinformazione sulle malefatte dei governi e della politica.

La resistenza contro il potere degli illuminati potrebbe essere qualcosa di molto molto più evoluto, che assomiglierebbe piuttosto alle società segrete dei moti di liberazione risorgimentali in Europa, ma con una struttura militare simile a quella dei partigiani antifascisti o dei rivoluzionari sudamericani. Non mancherebbe un leader carismatico capace di dare ordini da un luogo super segreto, un pó come faceva Osama Bin Laden dalle grotte nei monti desertici dell'Afghanistan e poi dalla sua villa quartier generale in Pakistan.

Una vera e propria resistenza nascerebbe tuttavia solo quando il governo ombra degli Illuminati prenderebbe pieno potere uscendo alla luce del Sole.

Quando questo potrebbe avvenire?

Il New World Order, il regime del governo mondiale degli Illuminati, potrebbe prendere ufficialmente potere anche in tempi abbastanza brevi.

In molte interviste televisive, facilmente reperibili su YouTube, l'ex ministro dell'Economia Giuliano Tremonti, ha spesso parlato di questo processo di globalizzazione in atto, che si sta vertiginosamente accelerando a causa dei "pazzi Illuminati", che vogliono ridurre il sistema ai loro comandi.

Affinché, un questo possa verificarsi, occorrebbe dapprima il raggiungimento di importanti obiettivi:

- Totale eliminazione della moneta cartacea in sostituzione di quella elettronica, dapprima in Europa e America

- Ogni cittadino dovrà essere depositario di un microchip identificativo, dapprima su tessera magnetica, poi sottocutaneo.

- Unione stabile dei paesi africani per un monopolio totale sul traffico del petrolio e del gas naturale;

- Unione completa dei paesi di Eurolandia con la Russia come possibile affiliata.

- Creazione di una Unione Asiatica con a capo una "nuova Cina", mite e mansueta, completamente occidentalizzata, magari dopo una ipotetica devastante crisi politica che ne abbia smembrato il regime comunista.



Un governo apertamente Illuminato, potrebbe salire al potere in uno degli stati dell'Europa, in Germania ad esempio, che ha l'economia più solida di Eurolandia e una popolazione assai incline ai governi autarchici, ma prima ancora potrebbe sorgere in un paese del sud/est asiatico, come ad esempio nell'ex Repubblica Sovietica del Kazakistan, la cui capitale Astana, fondata velocemente da zero dopo l'indipendenza del 1991, in pochi anni, è stata intrisa di simboli monumentali che richiamano il culto del Dio Sole e pare che sia per molti la futura capitale del New World Order degli Illuminati. Nella foto qui in alto vediamo una delle costruzioni monumentali più emblematiche, soprannominata "La Piramide della Pace", che richiama senza mezzi termini la piramide di Cheope in Egitto, simbolo principale degli Illuminati presente anche sul Dollaro americano.

Di certo, quando la popolazione mondiale verrebbe ridotta alla fame, con stipendi ancora più esigui e una libertà sempre più violata ai minimi termini, allora, in molte parti del mondo potrebbero sorgere delle cellule di prima resistenza al New World Order. Questi gruppi, potrebbero dapprima colpire alcuni centri del potere nevralgico della comunità in cui essi risiedono, come banche e filiali delle multinazionali, ma non sarebbero da escludere attentati in grande stile come quello che ha raso al suolo, l'11 settembre del 2001, le Torri Gemelle di Manhattan a New York. Personaggi celebri ritenuti affilitiati all'Ordine, potrebbero diventare i primi bersagli delle prime cellule organizzate anti-illuminati. I singoli governi metterebbero subito in atto dei severi controlli per scongiurare attentati e i dissidenti sarebbero immediatamente giudicati terroristi e diffamati con i mezzi di stampa all'intera popolazione.

I governi Illuminati metterebbero subito in atto falsi attentati per far ricadere la colpa sui dissidenti, in modo da screditarli e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla loro famelica ferocia.
Accadrebbe, ad esempio, quello che è avvenuto in Italia contro le Brigate Rosse, con lo Stato impegnato a scovare i terroristi. Ma potrebbero essere impegnati anche i militari come per le operazioni di cattura di Bin Laden e dei talebani, in altri stati, accusati di ospitarne gli adepti.

Un attacco al sistema di comando degli Illuminati potrebbe avvenire via internet, con degli hacker addestrati a minare la sicurezza informatica dei server, in cui sarebbe depositata la moneta elettronica e gli account di ogni singolo cittadino sul microchip sottocutaneo.
Nascerebbe anche un giro di microchip clonati per sfuggire ai controlli telematici delle autorità, da parte dei ribelli.



Uno dei primi ribelli Anti-NWO è stato sicuramente l'Hacker australiano Julian Assange, membro principale del sito WikiLeaks. A partite dagli anni '90 ha più volte violato i siti internet della Difesa americana e ha divulgato a partire dal 2010 documenti riservati sulle attività diplomatiche di molti paesi occidentali. Su di lui si diche è stato: "colui che ha illuminato con una luce abbagliante la verità delle relazioni internazionali, le vergogne degli onnipotenti Stati Uniti.

Volutamente sovversivo, il suo operato era mirato a rendere pubblica la verità su molti fatti di cronaca della scena politica internazionale. Il suo sito è stato chiuso ed egli ha ricevuto numerose condanne e accuse per spionaggio e alto tradimento dai governi australiani, inglesi e statunitensi.



Abbiamo già accennato a Osama Bin Laden, di cui molto è stato detto dalla stampa di tutto il mondo. Leader supremo del cosidetto movimento fondamentalista Islamico, è stato accusato dall'Intelligence USA di essere l'organizzatore del devastante attentato delle Twin Tower a New York, che ha portó alla morte di quasi 2000 persone e alla distruzione di parte del Pentagono, il palazzo della Difesa americano. A torto o a ragione, Bin Laden è stato uno dei massimi oppositori del New World Order, contro il panamericanismo e il "mercato globale". Si ritiene che il suo gruppo abbia organizzato altri numerosi attentati in tutto il mondo, da quello di Madrid e Londra, a quello a Giacarta. Egli, nato come creatura per liberare l'Afghanistan dall'influenza russa e comunista, è diventato poi attivista militare antiamericano, fino alla sua morte avvenuta in Pakistan nel maggio del 2011.
Spina nel fianco degli stessi USA, è servito anche da pretesto per dar vita, fin dal 2001, ad una serie di restrizioni sul traffico di persone in USA e per una spietata guerra al terrorismo internazionale, combattuta con l'intelligence e l'esercito in Iraq e Afghanistan.

I ribelli del NWO, dopo essere identificati e ricercati, inizierebbero a riunirsi segretamente in società segrete, di tipo loggisto e massonico. Nelle riunioni super segrete inizierebbero a pianificare la rivolta e a organizzare sempre più efferati attentati contro i centri del comando del NWO. Al loro leader carismatico, verrebbe emesso un bando di cattura internazionale e una taglia milionaria a suo carico.

I ribelli, cercherebbero sicuramente degli agganci molto importanti con fazioni avverse al governo NWO e personaggi abbienti, per ricevere fondi, strutture, armi. In sordina, gli adepti più audaci, procaccerebbero nuovi sostenitori. Con l'appoggio militare di una grossa nazione avulsa al NWO si creerebbero i presupposti anche per un attacco militare. La partita potrebbe coinvolgere le risorse petrolifere ed energetiche. La guerra al NWO potrebbe addirittura sfociare in un nuovo conflitto mondiale.

Si spera che sia solo fantapolitica, anche sé purtroppo i documenti filmati ci sono di eminenti perdonalità di Stato, le manovre restrittive anche e i nostri portafogli sono realmente vuoti.

Articolo a cura di Arthur McPaul

giovedì 29 dicembre 2011

Mercurio A Dinamo Spenta


Non attrae, non respinge. Come mai? Gli scienziati se lo domandano dal 1974, da quando la sonda Mariner 10 della NASA, passandogli accanto, rivelò per la prima volta l’inconsistenza del suo campo magnetico. Stiamo parlando di Mercurio, il pianeta più interno del Sistema solare. Il suo bollente cuore di ferro, agendo come una dinamo, dovrebbe garantirgli forze magnetiche d’intensità invidiabile.

Esattamente come accade all’interno della Terra, unico altro pianeta roccioso del Sistema solare a possedere un campo magnetico. Eppure le misurazioni dicono che non è così. Le più recenti, effettuate nei mesi scorsi dai rivelatori a bordo della sonda NASA Messenger, mostrano un’intensità addirittura 30 volte inferiore a quella attesa.

Responsabile di questo rovinoso calo del magnetismo, svelano ora i risultati di una serie di simulazioni numeriche messe a punto da un team di ricercatori guidato da Daniel Heyner dell’Institut für Geophysik und extraterrestrische Physik di Braunschweig (Germania), potrebbe essere il vento solare. Agendo un po’ come le cuffie audio “intelligenti” capaci di sopprimere il rumore ambientale, il vento solare – quel flusso incessante di particelle cariche emesse senza sosta dalla bollente superficie della nostra stella – è in grado di annullare il campo magnetico generato dal vorticare del metallo fuso nel nucleo esterno del pianeta. Come se l’interazione tra le forze della magnetosfera e quelle della dinamo interna del pianeta si eclissassero a vicenda.

Questo, almeno, dicono i modelli magnetoidrodinamici tridimensionali sviluppati dagli scienziati, i cui risultati sono stati pubblicati sull’ultimo numero di Science. Una conferma potrà arrivare dalle osservazioni della missione BepiColombo dell’Agenzia spaziale europea, il cui lancio verso Mercurio è in calendario per il 2014.

Per saperne di più:
http://m.sciencemag.org/content/334/6063/1690

“Evidence from Numerical Experiments for a Feedback Dynamo Generating Mercury’s Magnetic Field“, di Daniel Heyner, Johannes Wicht, Natalia Gómez-Pérez, Dieter Schmitt, Hans-Ulrich Auster e Karl-Heinz Glassmeier.

A cura di Marco Malaspina

Fonte:
http://www.media.inaf.it/2011/12/28/mercurio-a-dinamo-spenta/

mercoledì 28 dicembre 2011

2012: Allineamento Terra-Sole-Grande Crepa Oscura


Una delle teorie apocalittiche più bizzarre del 2012, sostiene che un allineamento cosmico del Sole e della Terra con il centro della nostra galassia, o con le sue spesse nubi di polvere, in concomitanza del solstizio d'inverno, potrebbero per qualche ragione sconosciuta portare alla distruzione sul nostro pianeta. Tali allineamenti si possono verificare, ma sono un fatto del tutto normale che non possono causare alcun danno.

I dettagli sono i seguenti: visto lontano dalle luci della città, la Via Lattea appare come un percorso luminoso che si inarca attraverso il cielo stellato. Questo percorso è formato dalla luce di milioni di stelle che non possiamo vedere singolarmente. Esso coincide con il piano mediano della nostra galassia, ed è per questo la nostra galassia è chiamata Via Lattea.

A popolare la nostra galassia vi sono anche spesse nubi di polveri e mentre i telescopi a raggi infrarossi vedono chiaramente, i nostri occhi rilevano queste nuvole scure solo come macchie irregolari che costituiscono il fioci bagliore della Via Lattea. Il punto più importante e scuro si estende dalla costellazione del Cygno a quella del Sagittario ed è spesso chiamata la Great Rift, la Crepa Scura.

Un'altra caratteristica notevole della nostra galassia è invisibile nel Sagittario: il centro galattico (foto in alto), posto a circa 28.000 anni luce di distanza, che ospita un buco nero che pesa circa quattro milioni di volte la massa del Sole.

L'affermazione che nel 2012, il 21 dicembre al Solstizio d'inverno, la posizione del Sole nei pressi del centro galattico, possa produrre qualcosa di distruttivo, non ha alcun senso astronomico.

Mentre la Terra si fa strada attorno al Sole, esso sembra muoversi rispetto alle stelle di fondo, ed è per questo che le costellazioni visibili lentamente cambiano con le stagioni. Il 21 Dicembre 2012, il Sole passerà a circa 6,6 gradi a nord del centro galattico, che è una distanza apparente di circa 13 volte la dimensione apparente della Luna piena e in realtà è più vicino già un paio di giorni prima.

Ci sono diverse rivendicazioni sul perché questo faccia presagire male, ma si riducono alla coincidenza del solstizio che il Sole entra in qualche modo nella Crepa Scura, preannunciando disastri, o l'idea errata che l'allineamento della Terra con il buco nero al centro galattico possa provocare una sorta di enorme attrazione gravitazionale.

La prima obiezione a questa teoria è che lo stesso solstizio non è correlato ai movimenti delle stelle o a qualsiasi cosa nell'Universo oltre la Terra. E guarda caso è il giorno in il Polo Nord è capovolto più lontano dal Sole.
In secondo luogo, la Terra non si trova nel raggio di forti effetti gravitazionali del buco nero al centro della galassia in quanto gli effetti gravitazionali diminuiscono in modo esponenziale il più lontano si arriva. La Terra dista 93 milioni di miglia dal Sole e 165 milioni di miliardi dal buco nero della Via Lattea. Il Sole e la Luna (una massa più piccola, ma molto più vicina) sono di gran lunga la forza gravitazionale dominante sulla Terra. Per tutto il corso dell'anno, la nostra distanza dai cambiamenti buco nero della Via Lattea è di circa una parte su 900 milioni, non abbastanza per provocare un reale cambiamento di attrazione gravitazionale. Inoltre, siamo in realtà più vicino al centro galattico in estate e non al solstizio d'inverno.

In terzo luogo, il Sole entra nella parte del cielo occupata dalla Crepa Scura ogni anno, allo stesso tempo e il suo arrivo nel dicembre 2012 non lascia presagire proprio nulla.
Godetevi il solstizio, con tutti i mezzi e lasciate perdere la Crepa Scura, gli allineamenti, i brillamenti solari, le inversioni del campo magnetico, o altre potenziali sventure predette dai Maya.

Traduzione a cura Di Arthur McPaul

Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2011/12/111228084059.htm

martedì 27 dicembre 2011

Una Corona Di Fiori Natalizi Da WISE




Gli astronomi del team di WISE hanno rilasciato una nuova immagine che assomiglia a una corona di fiori natalizia. Si potrebbe anche pensare alla nube di polvere rossa ad come un allegro arco rosso e bianco-bluastro di campanelli d'argento di stelle.

Questa formazione stellare nebulosa prende il nome di Barnard 3. Stelle neonate stanno nascendo in tutta la regione polverosa, mentre il "campanello d'argento" di stelle si trova sia davanti che dietro alla nebulosa.

La stella luminosa al centro della nuvola rossa, chiamata HD 278942, è così luminosa che probabilmente è la causa del brillamento della maggior parte delle nubi circostanti.

La nube rossa è probabilmente composta di polvere, che è più metallica e più fredda delle regioni circostanti. La regione giallo-verde alla sinistra che appare come un rametto di agrifoglio è simile al resto del materiale verde della "corona", ma solo più densa.
Ulteriori informazioni sono online sul http://www.nasa.gov/wise, http://wise.astro.ucla.edu e http://jpl.nasa.gov/wise.

Traduzione A Cura Di Arthur McPaul

Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2011/12/111223105312.htm

La Mini Stella Nell.Ammasso


Quando si tratta di osservare a grande distanza stelle di piccola massa e quindi molto deboli, anche i più potenti telescopi oggi in funzione devono arrendersi. A superare i limiti imposti dalla tecnologia arriva però una nuova tecnica sperimentata con successo da un gruppo di ricercatori polacchi, cileni e svizzeri. Il metodo ha permesso di scoprire per via indiretta una stella nana, grande appena un quinto del Sole, nell’ammasso globulare M22, che si trova alla distanza di circa 10.000 anni luce.

Tutto inizia nell’agosto del 2000, quando alcuni astronomi polacchi scoprono dalle osservazioni condotte con il Very Large Telescope dell’ESO che una stella posta per un effetto di prospettiva in vicinanza del centro di M22 ha manifestato un inatteso aumento di luminosità durato venti giorni. Si sospetta che il responsabile di questo comportamento sia il cosiddetto microlensing gravitazionale, fenomeno dovuto alla curvatura dei raggi di luce che si propaga in prossimità di grandi concentrazioni di massa. La luminosità della stella sarebbe aumentata brevemente a causa del passaggio davanti ad essa di un oggetto celeste che avrebbe concentrato la luce da essa prodotta, comportandosi come una lente. La conferma di questa ipotesi è infine arrivata da nuove indagini condotte nel luglio di questo anno con gli strumenti dell’Osservatorio astronomico del Paranal in Cile gestito dall’ESO.

La prima identificazione di una stella di piccola massa in un ammasso globulare è estremamente importante per l’astrofisica in quanto getta nuova luce sulla struttura degli ammassi globulari. Fino ad ora, una significativa frazione della massa complessiva stimata per gli ammassi globulari veniva attribuita alla presenza in essi della materia oscura, la cui esistenza non è stata ancora provata. Per Philip Jetzer, dell’Università di Zurigo, che ha coordinato la ricerca pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters “la massa complessiva o almeno una percentuale significativa di essa negli ammassi globulari di stelle può essere ora spiegata con la presenza di stelle di piccola massa, poco luminose e quindi mai rilevate finora”.


Fonte:
http://www.media.inaf.it/2011/12/27/la-mini-stella-nellammasso/

Redatta Classifica Degli Esopianeti Abitabili




L'immagine in alto mostra una composizione di tutti gli attuali potenziali esopianeti candidati abitabili nel catalogo. Gli esopianeti sono classificati per somiglianza con la Terra dalla migliore alla peggiore, # 1 è il miglior candidato. Gli unici due esopianeti confermato nei dati sono HD 85512 b e Gliese 581 d, rispetto ai candidati del telescopio Keplero della NASA, che sono in attesa di conferma. Tutti i pianeti sono in scala con la Terra, Venere, Marte e Mercurio inclusi per il confronto (in basso a destra). La visualizzazione di ogni esopianeta è stato generato dal computer, secondo la migliore interpretazione effettuata dallo Scientific Exoplanet Renderer (SER).

La seguente lista mostra 16 possibili mondi abitabili, compresi gli esopianeti confermati e non confermati, classificati per somiglianza con la Terra utilizzando l'indice di somiglianza della Terra (ESI). L'ESI è una valutazione globale dei pianeti extrasolari basata sulle proprietà planetarie. Gli esopianeti necessitano di avere simile raggio, massa e temperatura della superficie della Terra.


#01


KOI-730 (CCI # 10227020) è una stella con un sistema planetario extrasolare scoperto dalla missione Kepler della NASA. Gli studi preliminari indicano che il sistema KOI-730 stelle è composto da 4 pianeti in orbita intorno alla stella. Questo sistema è stato inizialmente ritenuto contenere due pianeti in orbita intorno alla stella approssimativamente alla stessa distanza orbitale, ogni 9,8 giorni, con uno permanentemente chiuso di 60° dietro l'altro in uno dei due punti lagrangiani di Troia. I due co-pianeti orbitali si riteneva fossero bloccati in risonanze di moto medio con gli altri due pianeti, in risonanza 6:4:4:3.

Questo sarebbe stato il primo esempio noto di pianeti co-orbitali. Tuttavia lo studio approfondito del sistema ha rivelato una configurazione alternativa, con i quattro pianeti che hanno periodi orbitali nel rapporto 8:6:4:3 in modo meglio supportato dai dati. Questa configurazione non contiene quindi pianeti co-orbitali. I pianeti hanno rispettivamente raggi 1.8, 2.1, 2.8, e 2.4 raggi terrestri con periodi orbitali di 7,4, 9,8, 14,8, e 19,7 giorni.


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La lista degli esopianeti abitabili confermati comprende solo, HD 85512 b e Gliese 581 d, che sono potenzialmente abitabile. Sono elencati dal migliore al peggiore per somiglianza con la Terra utilizzando l'indice di somiglianza della Terra (ESI). Terra e Marte sono elencati per il confronto. Tutti loro sono pianeti "caldi" perché orbitano attorno alla loro stella madre nella zona abitabile, la regione dove l'acqua liquida è possibile. Le temperature delle superfici reali possono andare dal caldo al gelo, ma ancora potenzialmente abitabili, almeno per la vita microbica. HD 85512 b di classe T e Gliese 581d di classe P Classe che suggerisce cche potrebbe essere abitabile solo per la vita microbica. Solo gli esopianeti di Classe M sono potenzialmente abitabili di vita complessa (con temperature superficiali tra 0 e 50 ° C). Le metriche di abitabilità qui utilizzate solo in considerazione della possibilità per la vita di superficie, così come la conosciamo e non per qualsiasi vita potenziale del sottosuolo ma Europa, Titano, Encelado non sono inclusi. Le rappresentazioni delle immagini dei pianeti sono in scala.














Traduzione a cura di Arthur Mcpaul

Fonte:
http://phl.upr.edu/projects/habitable-exoplanets-catalog/results

lunedì 26 dicembre 2011

2012: Supernova o Gamma Ray Burst?




Tra i tanti timori catastrofisti che spesso accompagnano l'avvento del nuovo anno 2012, si è sentito parlare anche di esplosioni di Supermovae e Raggi Gamma. Il sito della Nasa, smentisce entrambe queste possibilita..

Data la quantità incredibile di energia sprigionata dall'esplosione di una supernova, tanta quanto quella che il Sole crea nel corso della sua intera vita, si ritiene che tale esplosione possa accadere nel 2012, annientando la vita sulla Terra. Tuttavia, data la vastità dello spazio e dei tempi lunghi tra le esplosioni di supernovae, gli astronomi possono dire con certezza che non c'è stella abbastanza vicina da minacciare la Terra.

Gli astronomi stimano che, in media, circa uno o due supernovae esplodono ogni secolo della nostra galassia. Ma, affinché lo strato di ozono della Terra subisca danni da una supernova, l'esplosione deve avvenire a meno di 50 anni luce di distanza. Tutte le stelle vicine in grado di andare in supernova sono molto più lontane.

Tutti i pianeti con la vita, vicino ad una stella che diventa supernova avrebbero davvero dei problemi. I raggi X e gamma provenienti dalla supernova potrebbero danneggiare lo strato di ozono che ci protegge dai raggi ultravioletti nocivi del Sole. Senza ozono, più luce UV raggiungerebbe la superficie.

Ad una certa lunghezza d'onda, solo un aumento del 10 per cento a livello del suolo dei raggi UV potrebbe già essere letale per alcuni organismi, tra cui i fitoplancton nei pressi della superficie dell'oceano. Poiché questi organismi costituiscono la base di produzione di ossigeno sulla Terra e la catena alimentare marina, ogni danneggiamento significativo per loro, potrebbe ricadere a cascata su tutta la vita esistente.

Un altro evento esplosivo, chiamato gamma-ray burst (GRB), è spesso associato alle supernove. Quando una stella massiccia collassa su se stessa, o meno frequentemente, quando due stelle di neutroni compatte collidono, il risultato è la nascita di un buco nero. Mentre la materia ricade verso un buco nero nascente, parte di essa viene accelerata in un getto di particelle così potente che può perforare sulla sua strada una stella se la incontrasse, prima ancora che gli strati più esterni inizino a cedere.

Se uno dei getti fosse diretto verso la Terra, i satelliti in orbita rileverebbero prima un lampo di raggi gamma altamente energetico da qualche parte nel cielo. Queste esplosioni si verificano quasi quotidianamente e sono così potenti che possono essere viste attraverso miliardi di anni luce.

Un lampo di raggi gamma potrebbero influenzare la Terra più o meno allo stesso modo di una supernova, ad una distanza molto maggiore, ma solo se il suo getto è diretto sulla nostra strada. Gli astronomi stimano che un lampo di raggi gamma potrebbe influenzare la Terra dai 10.000 ai 15 milioni di anni luce. Finora, la più vicina raffica record, nota come GRB 031203, è avvenuta a 1,3 miliardi di anni luce di distanza.

Il nostro pianeta ha probabilmente già sperimentato tali eventi nella sua lunga storia, ma non c'è motivo di aspettarsi che un lampo di raggi gamma della nostra galassia si possa verificare nel prossimo futuro, tanto meno nel mese di dicembre del 2012.

Foto in alto:
La supernova 1987A è stata la stella più vicina vista esplodere nei tempi moderni, nella Grande Nube di Magellano, una piccola galassia che orbita attorno nostra Via Lattea. Le immagini scattate dall'Hubble Space Telescope sono state combinate per rendere questo composito di detriti dell'esplosione. Credit: NASA / ESA / P. e R. Challis Kirshner (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics).

Traduzione a cura di Arthur Mcpaul

Fonte:
http://www.nasa.gov/topics/earth/features/2012-supernova.html

Dawn Mostra Vesta Da Vicino




Il velivolo spaziale Dawn della NASA ha inviato le prime immagini dell'asteroide gigante Vesta, da bassa quota, ottenute dalla fotocamera framing, che mostrano la superficie puntinata e grumosa in un dettaglio mai visto prima, esaudendo la curiosità degli scienziati che stanno studiando Vesta, per scoprire indizi sulla storia antica del Sistema Solare.

In questa dettagliata risoluzione, la superficie mostra abbondanti piccoli crateri, e piccole scanalature con lineamenti che ricordano le strutture viste in bassa risoluzione dei dati da orbite più elevate.

Inoltre, questa scala di dettaglio mette in luce piccoli affioramenti di materiali chiari e scuri. Una galleria di immagini puó essere vista online all'indirizzo: http://www.nasa.gov/mission_pages/dawn/multimedia/gallery-index.html.

Le immagini sono state inviate alla Terra il 13 dicembre. Gli scienziati ritengono di acquisire dati in orbita da bassa quota per almeno 10 settimane e mapperanno l'intera superficie. Gli obiettivi scientifici primari sono per conoscere la composizione elementare della superficie di Vesta con il rivelatore di raggi gamma e neutroni e sondare la struttura interna dell'asteroide, misurando il suo campo gravitazionale.

Traduzione a cura di Arthur Mcpaul

Fonte:
http://www.nasa.gov/mission_pages/dawn/news/dawn20111221.html

Spettacoli Immagine Dalla Sonda Cassini




I segnali radio dalla sonda Cassini della NASA hanno consegnato un pacchetto di immagini gloriose che mostrano Saturno, Titano e altri satelliti di ghiaccio in orbita intorno a questo splendido pianeta

La pubblicazione include le immagini di congiunzioni in cui una luna passa davanti o dietro ad un altra. Gli scienziati di Cassini hanno regolarmente effettuato queste osservazioni per studiare la continua evoluzione delle orbite delle lune del pianeta.

Ma il sistema di Saturno risplende anche in queste immagini di routine, in cui le lune ghiacciate sembrano penzolare accanto alla sfera arancione del Titano, l'unica luna del Sistema Solare con un'atmosfera sostanziale.

L'atmosfera di Titano è di grande interesse a causa della sua somiglianza con l'atmosfera primordiale esistita sulla Terra primitiva.

Le immagini sono online all'indirizzo: http://www.nasa.gov/cassini, http://saturn.jpl.nasa.gov e http://ciclops.org.

Mentre è inverno nell'emisfero nord della Terra, è attualmente primavera del nord nel sistema di Saturno e rimarrà tale per molti anni terrestri. I piani attuali di estensione della missione Cassini fino al 2017 forniranno una serie continua di punti di vista scientificamente gratificanti di Saturno e delle sue lune e degli anelli, al passaggio della primavera del Nord e l'arrivo dell'estate nel maggio del 2017.

Nell'immagine di apertura vediamo Titano e la piccola Dione che sono in passaggio di fronte agli anelli di Saturno. (Credit: NASA/JPL-Caltech/SSI)


Nell'immagine in alto invece, una spettacolare ripresa di Titano con la luna Thetys, che passano di fronte agli anelli di Saturno, visti di taglio come sfondo.



Queste due immagini rappresentano due punti di vista ripresi dalla navicella spaziale Cassini della NASA nella regione sud polare di Titano, e mostrano una depressione all'interno di strati di foschia arancione e blu della luna vicino al polo sud.

La vista ravvicinata è stata ottenuta catturato con la macchina fotografica ad angolo stretto. Un altro punto di vista ripreso un secondo più tardi con la telecamera grandangolare è stata inclusa qui per il contesto. La luna ha uno strato di foschia d'alta quota blu, mentre la foschia atmosferica principale è di colore arancione. La differenza di colore potrebbe essere dovuta alla dimensione delle particelle della foschia. La foschia consiste probabilmente in particelle più piccole rispetto alla foschia arancione. Lo strato depresso o attenuato appare nell'area di transizione tra le nebbie blu e arancio a circa un terzo della distanza dal bordo sinistro ad angolo stretto dell'immagine. Il polo sud della luna è in alto a destra di questa immagine.

Questa visione suggerisce la presenza di un vortice polare a nord di Titano, che sta cominciando a formarsi da nord a sud. Il polo sud di Titano sta sprofondando nel buio con l'avanzare del Sole verso il nord, con ogni giorno che passa. Lo strato superiore di nebbie di Titano è ancora illuminato dalla luce del Sole. Le immagini sono state scattate con filtri spettrali rosso, verde e blu e combinati per creare questo punto di vista naturale. Le immagini sono state ottenute l'11 settembre 2011 ad una distanza di circa 83 mila miglia (134.000 chilometri) da Titano. La scala dell'immagine è 2.581 piedi (787 metri) per pixel.



La più grande luna di Saturno, Titano, sembra ingannevolmente piccola accoppiata in questa immagine con Dione, rioresa dalla sonda Cassini della NASA. La vista è stata catturata ad una distanza di circa 1,1 milioni di chilometri, da Titano, ma a solo circa 136.000 km da Dione. Titano appare in colori reali, ma è stato illuminato da un fattore di circa 1,6 rispetto a Dione. Le immagini sono state scattate con filtri spettrali rossi, verde e blu e sono stati combinati per creare questo punto di vista con colori naturali. Le immagini sono state ottenute con la fotocamera grandangolare il 6 Novembre 2011. La scala a immagine originale era di 5 miglia (8 chilometri) per pixel su Dione e 41 miglia (66 chilometri) per pixel su Titano. L'immagine è stata ingrandita di un fattore 1,5 e per migliorare la visibilità.


Traduzione a cura di Arthur Mcpaul

Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2011/12/111223105435.htm

http://saturn.jpl.nasa.gov/news/newsreleases/newsrelease20111222/

sabato 24 dicembre 2011

Galassia Borderline




Pensavano fossero galassie, invece pare siano brillanti ammassi stellari. Gli ambigui oggetti all’origine della controversia sono le galassie nane ultra-compatte (UCDs, ultra-compact dwarf galaxies).

La loro classificazione è talmente problematica che nemmeno un anno fa – ne parlammo proprio qui su Media INAF – c’è chi provò ad affrontarla in stile 2.0: lasciando scegliere agli appassionati, con un sondaggio on-line, dopo aver proposto alcuni criteri. Ma l’incertezza tassonomica – nonché evolutiva – attorno alle UCDs potrebbe avere le ore contate: uno studio in uscita su A&A conclude che, almeno da un punto di vista strettamente statistico, le galassie nana ultra-compatte mostrano caratteristiche pienamente coerenti con l’ipotesi che appartengano alla coda luminosa della popolazione degli ammassi stellari globulari.

Caratterizzate da una morfologia estremamente compatta (fra i 30 e i 300 anni luce di grandezza) e da masse assai elevate (oltre un milione di masse solari), le centinaia di UCDs osservate fino a oggi mostrano proprietà – come la dimensione, la forma e la luminosità – simili sia a quelle degli ammassi stellari sia a quelle delle galassie nane. Per tentare di risolvere l’ambiguità della loro appartenenza, tre astrofisici dell’ESO – S. Mieske, M. Hilker e I. Misgeld – hanno adottato un set di strumenti statistici per correlarne il numero con la luminosità totale dell’ambiente in cui si trovano. Nell’ipotesi che le UCDs siano luminosi ammassi di stelle, il risultato atteso dai tre scienziati era di trovarne attorno alla Via Lattea una o al massimo due.

Il che corrisponde esattamente alla situazione che si osserva per la nostra galassia, visto che la Via Lattea ha un unico satellite tale da poter essere considerato una UCD: omega Centauri.

Questo approccio è poi stato esteso ad osservazioni spettroscopiche di altri ammassi di galassie, come quello della Fornace, l’Idra-Centauro e altri gruppi di galassie simili al nostro gruppo locale. I dati sono stati raccolti dal Very Large Telescope dell’ESO, in Cile, tramite gli strumenti FLAMES, VIMOS e FORS2. Ebbene, dall’analisi statistica di queste osservazioni emerge chiaramente come la distribuzione della luminosità delle UCDs si sovrapponga a quella degli ammassi stellari globulari più brillanti. Da qui l’ipotesi che la stragrande maggioranza delle UCDs siano in realtà null’altro che massicci ammassi stellari.

Foto di apertura:
Diversi tipi di sistemi stellari nell’ammasso della Fornace: galassie, ammassi globulari e UCDs. Crediti: Arna Karick (Oxford, UK) / Michigan Curtis Schmidt Telescope / CTIO


Fonte:
http://www.media.inaf.it/2011/12/22/cosi-lontana-cosi-brillante/

Così Brillante, Così Lontana




Più che una galassia GN-108036 è una inarrestabile fabbrica di nuove stelle: ne sforna l’equivalente di 100 come il Sole in un solo anno. È un ritmo tale da far impallidire la nostra Via Lattea che, nonostante sia 5 volte più estesa e circa 100 più massiva, se la prende più comoda con una produzione annuale 30 volte inferiore.

La cosa sorprendente, però, è il fatto che questa galassia si trova a quasi 13 miliardi di anni luce di distanza, appartiene cioè all’Universo primordiale, ed è estremamente brillante, la più brillante scoperta finora in quelle remote regioni.

Studiata per mezzo dei telescopi spaziali Hubble e Spitzer, da un gruppo di astronomi guidati da Bahram Mobasher, dell’Università della California, GN-108036 potrebbe essere un caso particolare e raro.

È stato osservandola agli infrarossi che Hubble e Spitzer hanno misurato il ritmo con cui ci formano nuove stelle al suo interno: la sua alta produttività risulta inaspettata per due motivi. Da una parte GN-108036 è relativamente piccola: generalmente ci si aspetta che in galassie più grandi si formino più stelle. Dall’altra, osservare questo sistema stellare significa dare un’occhiata al nostro Universo così com’era approssimativamente 750 milioni di anni dopo il Big Bang, quando le galassie erano più piccole e, si riteneva, non ancora così produttive.

“L’intensa formazione stellare di GN-108036, implica che la galassia stava investendo sulla propria massa già all’epoca in cui l’Universo aveva raggiunto appena il 5% della sua età attuale” commenta Mobasher. “Questo la rende, con tutta probabilità, una antenata delle galassie massive ed evolute che osserviamo oggi”.

Prima di essere oggetto di studio dei due telescopi spaziali, GN-108036 era stata scoperta e osservata da terra, con il telescopio Subaru delle Hawaii, grazie al quale era stato possibile determinarne la notevole distanza.

Fonte:
http://www.media.inaf.it/2011/12/22/cosi-lontana-cosi-brillante/

venerdì 23 dicembre 2011

Pianeti A Metà Diamante




Sembra fantascienza ma possono esistere pianeti fatti per metà di diamante. Lo afferma il risultato di un nuovo studio della Ohio State University che, partendo da esperimenti di laboratorio, è giunto a simulare cosa può accadere all’interno di un pianeta roccioso extrasolare ricco di carbone. Conclusione: se il pianeta è almeno 15 volte più massiccio della Terra, gli strati sotto la crosta rocciosa potrebbero essere ricchi di diamanti.

L’annuncio non va confuso con quello recente riguardante la scoperta di un pianeta di diamante: in quel caso si trattava in realtà di una stella spenta costituita in parte da materia simile al diamante. Qui invece si parla di pianeti veri, anche se la loro esistenza è puramente teorica.

Per giungere a questa affermazione, i ricercatori hanno ricreato in laboratorio le stesse condizioni fisiche presenti nel mantello della Terra. Grazie a questo ambiente simulato hanno poi studiato il comportamento del carbone quando è sottoposto ai valori di temperatura e pressione presenti nel mantello.

Sulla base dei risultati ottenuti, il passo successivo è stato costruire al computer un modello teorico in grado di simulare cosa può accadere all’interno dei pianeti extrasolari di tipo roccioso. L’attenzione è stata posta su quei corpi che potrebbero presentare una notevole abbondanza di carbone rispetto la Terra, differenza giustificata in partenza da una maggiore presenza di carbonio nella nube primordiale di gas e polveri dalla quale si è formato il pianeta.

Come illustrato al meeting dell’American Geophysical Union, secondo questi modelli nei pianeti rocciosi 15 volte più massicci del nostro le condizioni di temperatura e pressione presenti nel mantello sarebbero le più favorevoli alla trasformazione del carbone in diamante, sino a raggiungere un totale del 50% dell’intero pianeta. In definitiva saremmo di fronte a un pianeta fatto per metà di roccia e per metà di pietra preziosa.

Peccato che questo comporti nello stesso tempo condizioni tutt’altro che ospitali: un mantello di diamanti produce un rapido raffreddamento dell’interno e impedirebbe la formazione di un campo magnetico e di un’atmosfera, due “scudi” fondamentali per la nostra salute. Quasi a ricordarci che ogni ricchezza richiede il suo prezzo.

Fonte:

Una Prova Di Gesso


Dal rover Opportunity arriva un nuovo, ennesimo, indizio di acqua liquida nel passato di Marte.

Questa volta il rover ha individuato un “vena” minerale che probabilmente si è formata dopo che una roccia di origine vulcanica si è trovata immersa nell’acqua, poi evaporata. La conclusione, presentata nel corso della conferenza dell’American Geophysical Union di San Francisco, pur non rappresentando un annuncio clamoroso, aggiunge un ulteriore tassello nella comprensione del passato del pianeta rosso.


La “vena” trovata da Opportunity è una striscia ampia appena 2 centimetri e lunga 50 centimetri, situata sul bordo del cratere Endeavour. Risalta dal terreno circostante per forma e colore. Analizzata dallo spettrometro ai raggi X di Opportunity, la striscia ha rivelato la presenza di solfato di calcio. La successiva analisi attraverso i filtri in dotazione alla Camera Panoramica del rover ha poi stabilito che in particolare è presente gesso, del tipo comune impiegato per realizzare i muri a secco. Come possa essersi formato il gesso su Marte è ora motivo di studio, ma in base all’ipotesi più probabile potrebbe essere il residuo lasciato da rocce di origine vulcanica immerse in acqua liquida che sarebbe poi evaporata. E dove c’è stata acqua liquida potrebbe esserci stata la vita.

Ancora non sappiamo se Marte ha davvero conosciuto un periodo “umido”, popolato da laghi e oceani o solo da piccole pozzanghere. Così come non siamo ancora certi sul quando ciò potrebbe essere avvenuto: forse due miliardi di anni fa, o forse solo poche centinaia di milioni di anni fa. Di certo Opportunity non ne vuole sapere di andare in pensione e continua a indagare sul bordo del cratere, attento a rimanere sul lato esposto al Sole per potersi ricaricare attraverso i suoi panneli solari.

E nel 2012 arriverà il nuovo rover Curiosity, pronto per esplorare un altro cratere in cerca delle prove che possano finalmente svelarci i misteri del passato del pianeta rosso.

Fonte:
http://www.media.inaf.it/2011/12/20/dibattito-aperto-sul-dark-flow/

Phobos: luna o asteroide


Tra tutti i satelliti del nostro sistema solare, Phobos, la più grande delle due lune di Marte, è stata nell’occhio del ciclone nelle ultime settimane per le recenti disavventure della sonda russa Phobos-Grunt (vedi articoli). Ma cosa rende questa piccola luna così interessante da meritare addirittura una missione dedicata?
Alcune immagini “di repertorio” della missione NASA Mars Reconnaissance Orbiter ce lo suggeriscono.

In alto: Un'immagine della luna di Marte, Phobos. Missione: MRO (Strumento: High Resolution Imaging Science Experiment HiRISE) Credit: NASA/JPL/University of Arizona

L’immagine qui sopra è stata acquisita nel marzo del 2008 da una distanza di 6800 Km dalla luna, con una risoluzione al suolo di 6,8 metri per pixel. Al centro dell’immagine troneggia il cratere da impatto Stickney. Con un diametro di 9 km, Stickney è la struttura più grande osservabile sulla Luna di Marte.

L'immagine in alto è stata realizzata combinando i dati dei 3 canali (blu, rosso e vicino infrarosso) dello strumento HiRISE in modo che i falsi colori accentuino la diversa composizione della superficie. Vicino al bordo del cratere è chiaramente visibile del materiale che appare più blu della superficie che lo circonda. Basandosi su analoghi studi condotti per la Luna, queste zone possono essere interpretate come “più giovani”, o in altri termini, come zone che sono state esposte meno a lungo del resto della superficie. Sono inoltre chiaramente visibili sui bordi del cratere le slavine formate dal materiale che si osserva “cadere” dai bordi del cratere. Il verbo cadere è tra virgolette perchè il concetto è molto meno ovvio di quello che si pensi. Su Phobos, infatti, la gravità è quasi inesistente, arrivando appena a 1/1000 di quella terrestre.

Phobos è un oggetto talmente piccolo (22km di diametro) che la sua gravità è insufficiente per dargli una forma sferica. Si spiega così l’aspetto “bitorzoluto”, molto più simile a quello di un asteroide che di una luna. Aspetto suffragato anche dalla sua composizione, studiata finora da remoto grazie alla spettroscopia.

Queste osservazioni, vere sia per Phobos che per Deimos (la seconda luna del pianeta Marte di 12 Km di diametro), portano i ricercatori a formulare delle interessanti ipotesi sulla natura dei due satelliti. Una di queste ipotesi è che Phobos e Deimos siano in realtà due asteroidi catturati dal pianeta Marte. Una ipotesi abbastanza plausibile, visto che la maggior parte degli asteroidi orbita intorno al Sole in una fascia tra Marte e Giove e molti di essi, ancora oggi, incrociano l’orbita del pianeta rosso.

La rubrica “Immagini dal Sistema Solare” è a cura della Southern Europe Regional Planetary Imaging Facility (SRPIF), la Fototeca NASA ospitata presso gli Istituti INAF IASF e IFSI di Roma, con la collaborazione dello Space Photography Laboratory (SPL), la Fototeca dell’Università dell’Arizona.

Fonte:

Aperto Dibattito Sul Dark Flow


Il dark flow. Così è stato definito il modello, presentato nel 2008 e che sconcertò non poco affermando che le galassie del nostro universo visibile stavano viaggiando, come un branco di pesci, in una singola direzione.

Questo nuovo concetto sfidava i modelli cosmologici basati sull’assunto che l’Universo sia più o meno simile ovunque, e che le galassie, attratte dalla gravità delle loro vicine, si spostassero in modo relativamente casuale.

“Il lavoro è stato molto controverso e molto dibattuto”, ha detto il cosmologo Richard Watkins di Willamette Università di Salem, Oregon, coautore della pubblicazione che contraddice il concetto del “dark flow” e che sarà pubblicato su Monthly Notices della Royal Astronomical Society.

L’idea del “dark flow” è stata basata sulle analisi dei fotoni provenienti dal fondo cosmico a microonde, una radiazione residua del Big Bang e che permea l’intero universo. Quando questi fotoni passano attraverso le galassie sono “contaminati” da polvere e particelle che li alterano leggermente.

Attraverso lo studio della variazione del fotoni, i ricercatori possono estrarre informazioni su quanto velocemente e in quale direzione le galassie si stiano muovendo. Lo studio originale che ipotizzò il dark flow arrivò alla conclusione che l’universo visibile si muovesse in una sola direzione a ad una velocità pari a 1,3 – 2,2 milioni miglia all’ora, rispetto al fondo cosmico a microonde.

Watkins, con il suo team ha voluto misurare il movimento relativo delle galassie utilizzando un set di dati differenti, un catalogo di supernova di tipo Ia. Poiché tutte le supernove di tipo Ia hanno esplosioni molto simili, gli astronomi possono utilizzare la loro luce per misurare con precisione la distanza, e la velocità della galassia in cui si verificano.

La squadra di Watkins ha confermato che le galassie si stavano muovendo nella stessa direzione ma che le velocità erano notevolmente più basse, intorno solo 560,000 mph. Inoltre, questo movimento collettivo avrebbe riguardato galassie relativamente vicine non tutto l’universo visibile. E tutto ciò non sarebbe in contraddizione con i modelli cosmologici, che concepiscono come piccoli vortici di galassie possano scorrere nella stessa direzione, mentre per la maggior parte il movimento è casuale.

“Questo è uno documenti recenti più incisivo contro la teoria del dark flow”, afferma il fisico William Kinney dell’Università di Buffalo di New York, già autore di precedenti lavori sui risultati sul dark flow.

Poiché i dati supernova hanno incertezze molto più piccole di quelli basati dei fotoni del fondo cosmico a microonde e sono quindi più affidabili, dice il cosmologo teorico Dejan Stojkovic, anch’egli dell’Università di Buffalo. Il team che ha elaborato la teoria del “dark flow” è che, probabilmente, ha sottovalutato le loro barre di errore, ha aggiunto, e una migliore analisi statistica dei risultati li renderebbe meno discrepanti, anzi più o meno d’accordo.

Ma non ne sono del tutto convinti i sostenitori del dark flow. Sebbene l’autore principale dello studio che ha portato all’ipotesi del dark flow, il cosmologo Alexander Kashlinsky della NASA Goddard Space Flight Centre in Greenbelt, nel Maryland, riconosce che vi possa essere stata una sovrastima della velocità del flusso di circa il 30%, la nuova analisi si baserebbe su presupposti un po’’ diversi da quello che il suo gruppo ha utilizzato.

Il dibattito è aperto. A poter dire la parola fine i nuovi dati sul fondo cosmico a microonde che il satellite Planck dell’ESA dovrebbe fornire tra circa un anno.

Fonte:
http://www.media.inaf.it/2011/12/20/dibattito-aperto-sul-dark-flow/

giovedì 22 dicembre 2011

Manovra Monti Approvata: Alba Della Dittatura Finanziaria?




La "manovra Monti" è ormai legge, approvata con 257 “sì” e 41 “no” dal Senato.

Il Governo di tecnici del Presidente Monti ha ricevuto dunque la fiducia, anche se con qualche voto in meno rispetto a quello dell'insediamento.
Ora, per completare l’iter della manovra finanziaria, manca solo la firma del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Definito dallo stesso Monti un decreto "d'estrema urgenza" e redatto in sole due settimane, sancisce in maniera sostanziale l’aumento delle tasse che colpiranno la popolazione in modalità differenti e che forniranno allo Stato un budget di circa 39,97 miliardi di euro nel trienno 2012-2014, così ripartiti:

- 21,43 miliardi per ridurre il debito pubblico
- 18,54 miliardi per il rifinanziamento di spese indifferibili e gli interventi per la ripresa economica.

Secondo il premier del Governo, fin da domani inizia "la fase 2", in cui inizieranno "coraggiose liberalizzazioni" per finanziare la crescita del paese.

La manovra "salva Italia", in realtà non è nient'altro che un adempimento alle direttive imposte dall'Europa per salvare l'Euro da un tracollo pilotato per schiacciare ancor più la popolazione alla spirale della povertá rasentata.

L'obiettivo delle grandi famiglie dei banchieri, gli "Illuminati", è lasciare la gran parte della popolazione con il minimo indespensabile per vivere, senza accumulo di capitale e senza possibilità di poter prendere quel peso sociale e quelle iniziative di carattere sociale e culturale.

Una popolazione che ha giusto il minimo per vivere, non ha le capacità di crescere culturalmente, ma resta ferma ad una stasi di continua sussistenza. Lo scopo primario è far si che, lo stipendio venga mensilmente completamente speso e che la moneta diventi sempre più moneta elettronica.

Con lo scarseggiare dell'Euro, si vuole far favorire la moneta elettronica, favorendo in maniera diretta le transazioni bancarie, che si avvalgono delle commissioni.
L'idea di base è molto semplice, bisogna pagare, anche per spendere, cosa che non è possibile fare con la moneta contante. Questo è il concetto di base che esiste anche nella incredibile decisione della monovra Monti, di vietare transazioni in contanti oltre i 1000 euro. E' evidente che siamo sull'orlo della "dittatura monetaria e finanziaria".

L'Italia e l'Europa tutta, sono ormai schiave dell'Euro e dei bancherieri che a Bruxselles mandano i loro emissari mascherati da politici prestanome, per dettare poi ai singoli paesi le decisioni finanziare da prendere.

Uno degli scopi secondari di questa grande crisi inscenata ad arte, è sfavorire la nascita delle piccole imprese, per sostituirle definitivamente con i servizi offerti dalle multinazionali affiliate a questi governanti ombra illuminati.

Con la perdita delle piccole realtà, i guadagni vengono convogliati alle grandi multinazionali. Ecco quindi che spariranno definitavemente i negozi di quartiere, i bottegai di fiducia e in generale tutte le piccole imprese. Al loro posto prenderanno piede gli affiliati delle grandi multinazionali, con lo svilupparsi dei centri commerciali e grandi empori, i cui lavoratori sono dipendenti sfruttati secondo le regole del "mercato flessibile", con ulteriori assunzioni precarie e part-time.

La manovra Monti, è un grande passo verso le nuove regole della finanza, che prenderanno da qui in avanti velocemente piede. Poca liquidità, molta moneta elettronica, salari minimi per la sopravvivenza, ricatti da parte dei governanti in caso di scioperi e dissenzi, di non pagare più gli stipendi agli statali e tagliare i servizi minimi garantiti, dalla sanità ai pubblici trasporti,

Ovviamente, essendo affiliate alle stesse famiglie degli Illuminati, ci sono poi le multinazionali del petrolio, che aumentano in maniera costante e vertiginosamente ingiustificato il costo del carburante. La popolazione, infatti, viene progressivamente piegata a non potersi più spostare per piacere, ma ad avere il minimo indispensabile solo per il lavoro.

Stiamo entrando dunque nel vivo della guerra silenziosa che gli Illuminati stanno compiendo in Europa. Si tratta di un lento avvelenamento che lascia la popolazione intossicata ma non letalmente uccisa.

Quello che il Governo Monti promette, la "crescita", non avverrà mai, è invece solo un pretesto per continuare ad opprimere il Paese con altre tasse e sotterfugi per piegare il potere di acquisto del singolo.

Come puó Monti affermare: "gli italiani comprimo i BOT"? Con quale coraggio egli chiede ancora soldi agli italiani? I BOT hanno soltanto il compito di rastrellare i risparmi residui delle classi medio alte.

La Lega ha affermato invece che passeremo queste festività "a pane e cipolla", dopo non aver dato il consenso e la fiducia alla stessa manovra.
Senza entrare nel merito politico delle loro dichiarazioni, di certo nessuno mangerà realmente pane e cipolla, ma piuttosto, si continuerà a spendere i pochi soldi avanzati dalle tredicesime per i regali e le vacanze bianche e i cenoni, ritrovandosi a gennaio ancora piú poveri.

Vorrei chiudere questo articolo, con parole di speranza per tutti coloro che sono come me consapevoli della "dittatura finanziaria" che ci stanno imponendo.

In tutto il mondo le coscienze si stanno svegliando e anche se lentamente, come in tutte le guerre, nasceranno dei "ribelli", che smaschereranno gli impostori e combatteranno l'oppressore, che in questo delicato momento è purtroppo invisibile e impercettibile per molti.

Questi ribelli si organizzeranno e prima o poi, qualcuno di essi riuscirà a prendere le redini di uno dei paesi e farà da faro per tutti gli altri. E' avvenuto nel caso dell'Italia oppressa dalla dominazione austriaca e spagnola e avverrà anche negli anni a venire.

A cura di Arthur McPaul