Sono soltanto pochi decimi di chilometro quelli che separano le massiccie spaccature della penisola del Sinai dal continente africano sul lato opposto del Golfo di Suez.
Probabilmente 130 milioni di anni fa, fu la stessa distanza che divise l'Africa dal Sud America.
Probabilmente 130 milioni di anni fa, fu la stessa distanza che divise l'Africa dal Sud America.
Tuttavia per decenni i geologi hanno faticato a spiegare alcune anomalie evidenti nella frattura crostale tra i due continenti, che non presentano simmetria e hanno anche differenti variazioni di spessore altimetrico della crosta continentale.
Ora i geologi del Centro di ricerca tedesco per le geoscienze (GFZ), l'Università di Sydney e l'Università di Londra hanno trovato una spiegazione, pubblicato su Nature Communications.
Utilizzando i modelli computerizzati ad alta risoluzione e i dati geologici dei margini del Sud Atlantico, hanno scoperto che il centro della spaccatura, dove la crosta continentale venne diluita attivamente attraverso le faglie, non rimase fissa durante la rottura continentale, ma migró lateralmente.
"Potremmo dimostrare che le spaccature furono in grado di muoversi lateralmente per centinaia di chilometri", spiega Sascha Brune del GFZ.
"Durante la migrazione della spaccatura, la crosta su un lato della spaccatura si indebolì a causa del materiale bollente in risalita dal mantello terrestre, mentre l'altro lato essendo leggermente più freddo subì minori varioazioni.
"Questo portó ad un movimento laterale della frattura, che convoglió il materiale crostale dalla crosta Sudamericana alla crosta africana. Questi blocchi crostali trasferitisi furono fortemente erosi dalla spaccatura e, infine, costituiscono le enigmatiche scaglie di crosta sottile del margine africano.
Questo ritardo di rottura continentale e la generazione della crosta oceanica hanno impiegato fino a 20 milioni di anni. I nuovi modelli rivelano che la velocità di estensione gioca un ruolo cruciale nella comprensione delle larghezze di margini dell'Atlantico del Sud: l'estensione crostale più veloce porta alla migrazione della spaccatura più a lungo e quindi un'asimmetria più marcata dei margini continentali generati.
Le faglie costituiscono un importante elemento tettonico del nostro pianeta. Esse sono responsabili della forma dei continenti odierni e la loro attività continua ancora tutt'oggi.
Illustrando un nuovo aspetto della teoria della tettonica a zolle, questo studio indica che durante le rotture continentali, grandi quantità di materiale possono essere convogliati da un lato del margine di placca all'altra, un processo che non è stato ancora dimostrato. I nuovi modelli e le analisi forniscono un importante trampolino di lancio verso una comprensione globale dei processi di fratturazione e della formazione margine continentale.
Traduzione e adattamento a cura di Arthur McPaul
Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2014/06/140606091419.htm
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