Una nave spaziale gigante da un altro mondo arriva nel corso della giornata e si posiziona sopra la Casa Bianca a Washington, mentre altre astronavi fanno la stessa cosa in altre grandi città del mondo.
Poi, senza preavviso, si scatena l'inferno e le astronavi incominciano ad utilizzare armi devastanti e potenza nel distruggere tutto ciò che li circonda - persone, edifici, resistenza militare.
Questo continua per circa due ore di godimento, mangiando pop-corn, fino a quando ai terrestri sullo schermo, in qualche modo, avviene per miracolo di fermare questi invasori sgraditi dal devastare il nostro amato pianeta.
Da "La Guerra dei Mondi", "Independence Day", "Mars Attacks", "Transformers", "L'Invasione degli Ultracorpi", "Ultimatum alla Terra" e l'attuale film favorito al back-office "Battle: Los Angeles", l'invasione aliena è entrata a far parte definitivamente della nostra vita, e forse delle nostre paure.
Ma, nel mondo reale, se venissero predatori extraterrestri a portarci via, per qualsiasi loro ragione, non si potrebbe evitare che ciò accada? Possiamo realmente sopravvivere ad un attacco?
"La linea di fondo per uno scontro ostile tra alieni e umani non è un bel quadro, e non c'è lieto fine per noi", secondo John Alexander, un colonnello in pensione dell'Esercito americano, che ha trascorso 25 anni alla ricerca, ai massimi livelli, di prove sul "cover-up" sugli UFO da parte del governo statunitense, ma senza esito.
Da un punto di vista militare, Alexander, autore del libro "UFOs: Myths, Conspiracies and Realities (Thomas Dunne Books)", afferma che la cinematografia raffigurante invasioni aliene sulla Terra è praticamente solo un mezzo per far esplodere il problema.
"Fondamentalmente, se gli alieni volevano conquistare il mondo, perchè combatterci? Tutti i films di Hollywood si basano sul paradigma che se hai intenzione di combattere qualcuno, sei costretto ad utilizzare violenza fisica, che comporta dei rischi", ha detto Alexander.
"La premessa è un'altra: l'uomo è cosi speciale che qualcosa lo sta proteggendo oppure ha qualcosa che questi alieni vogliono, che è la ragione per cui vengono sulla Terra".
E, allora, cosa potrebbero avere la Terra o i Terrestri che porta creature non terrestri ad avere interesse?
"E' una reazione tipicamente umana su tutto ciò che ci sta per attaccare. Così in una trama in cui gli alieni vengono e atterrano, prendiamo il fucile e cominciamo a sparare verso di loro, che probabilmente non è la cosa più appropriata da fare", afferma Alexander.
"Sappiamo come noi e gli animali rispondiamo nel caso venissimo minacciati - non cerchiamo di negoziare, attacchiamo e ci difendiamo. Ma ciò dovrebbe essere gestito in modo più cognitivo".
Da un punto di vista strategico, Alexander suggerisce che gli alieni invasori non ricorrerebbero semplicemente "alla lotta direttamente contro le nostre forze militari", quando ci sono tanti semplici modi per compiere questa missione.
"Se hanno scelto di usare la forza fisica, avrebbero semplicemente distrutto le nostre infrastrutture, impianti energetici, comunicazioni, trasporti e sistemi economici. Mentre un brusco, terribile approccio potrebbe essere realizzato senza alcun pericolo per gli alieni, o il diretto confronto con qualsiasi sistema militare".
Questo, secondo Alexander, è un modo sobrio, logico e strategico scenario in cui extraterrestri ostili vogliono conquistare il mondo, con un minimo di distruzione possibile. Ma ci sarebbe un modo ancora più semplice.
"Se lo spopolamento umano dalla Terra è uno degli obiettivi, il modo più semplice per raggiungere lo scopo sarebbe quello di introdurre uno o più organismi biologici che uccidano gli esseri umani".
"Non vi è motivo, per loro, esercitare degli sforzi in termini di tempo per eliminare le forze armate della Terra. La guerra biologica sarebbe il mezzo più efficace, è a basso consumo energetico ed è un mezzo sicuro, per loro, di conquistare la Terra. Per gli alieni sarebbe una opzione senza rischio".
Ma quale potrebbe essere l'altra ragione d'interesse che avremmo per questi esseri spaziali?
Secondo Alexander, gli alieni avrebbero bisogno del nostro DNA.
Vivide testimonianze di incontri UFO nel Vecchio e Nuovo Testamento, dove creature scese dal cielo si sono mescolate con gli esseri umani, sono simili alle storie dei nostri giorni in cui le persone riferiscono di essere stare rapite in un UFO dagli extraterrestri, e che, presumibilmente, avrebbero condotto un qualche tipo di esperimento su di loro.
John Alexander dichiara che ciò viene fatto, dagli alieni, per motivi prettamente genetici.
"Il DNA umano potrebbe essere necessario per ringiovanire le proprie linee genetiche. Tuttavia, se gli alieni hanno capito il sequenziamento del DNA, avrebbero certamente compreso il processo di clonazione. Avrebbero solo bisogno di alcuni campioni di DNA umano, al fine di creare una popolazione una generazione che soddisfi i propri requisiti di rigenerazione. Sarebbe molto più facile far crescere la propria popolazione, che non avrebbe nessuna propensione alla violenze nei loro confronti, anzichè soggiogare gli esseri umani, intrinsecamente impietosi e fastidiosi".
Tutte queste ragioni sembrano confermare la convinzione, da parte di alcuni scienziati, che in realtà non dovremmo cercare di contattare le altre civiltà presenti nella Via Lattea.
L'anno scorso, il rinomato astrofisico britannico Stephen Hawking ha avvertito tutti sui pericoli potenziali nell'interagire con una specie aliena.
"Se mai gli alieni ci visitassero, penso che il risultato sarebbe molto simile a quello in cui Cristoforo Colombo approdò la prima volta in America. In quella occasione non andò molto bene per i Nativi americani", riferisce Hawking.
E ancora, altri scienziati che vanno alla ricerca, attivamente, di segnali extraterrestri provenienti dallo spazio profondo, dovrebbero adottare un approccio diverso.
"Hawking è preoccupato sulla possibilità di venire scoperti, perchè se dovessero venire qui potrebbe essere non tanto buono per noi", ha detto Seth Shostak, astronomo presso l'istituto SETI a Mountain View, California. "Comunque è difficile per me credere che realmente abbiano intenzioni ostili su di noi".
Alexander riconosce la paura di Hawking inerente un contatto ET
"Secondo la sua ipotesi, ci possono essere bande di predoni di ET, che perlustrano l'Universo alla ricerca di materie prime per la loro sopravvivenza. Di conseguenza, gli abitanti di un pianeta in possesso di tali sostanze sarebbero solo dei disagiati, soggetti a rimozione".
Si tratta di una visione meno utopostica di invasione aliena, rispetto a quella presentata da Alexander. E, indipendentemente da ciò che cerchiamo di fare per salvare noi stessi - sia nel cinema che nella vita reale - ogni tipo di intenzione ostile verso di noi da parte di alieni, fa pensare che sta girando davvero male per noi.
Potrei avere il burro sul mio pop-corn, per favore?
Considerazioni Centro Ufologico Ionico: la notizia riportata sopra, apparsa sul quotidiano oline di AOLNews, è l'ennesima dimostrazione della visione primitiva che l'uomo ha sin dagli albori della sua apparizione sulla Terra: paura, odio, guerre. Ma questo concetto viene allargato anche ad ipotetiche civiltà extraterrestri in visita sulla Terra. In un modo o nell'altro devono sottomettere il prossimo o il diverso. Se, ammettiamo, che alcuni UFO che vengono qui siano di proprietà di qualcuno (o qualcosa) che non è di questo pianeta, dobbiamo ammettere che non hanno (apertamente) distrutto il genere umano. Quindi, se fossero stati direttamente ostili ci avrebbero distrutto "dalla sera alla mattina" sin dalla loro prima apparizione. Ma, con ogni probabilità, non sono nemmeno benevoli, altrimenti avrebbero evitato guerre, carestie, genocidi e avrebbero aiutato l'uomo a sconfiggere tutte le malattie del pianeta. Si può pensare che siano dei "controllori" delle masse, una sorta di I.A. (Intelligenza Artificiale) sofisticate, che producono "ologrammi" per plasmare e far vacillare le certezze della popolazione, in determinati periodi storici. L'UFO sarebbe la I.A., connesso (a volte) con degli androidi presenti all'interno dello scafo. Ma, probabilmente, questa è più irreale della, seppur improbabile, ipotesi di John Alexander.
Fonte