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giovedì 9 aprile 2009

Venere

Da più di 4 anni è in orbita attorno a Venere la sonda dell’ESA Venus Express la quale sta raccogliendo una grande quantità di dati scientifici sul pianeta che vanno dall’iterazione con i venti solari alla dinamica della sua densa atmosfera, dall’iterazione di quest’ultima con la superficie e le caratteristiche stesse della superficie.


Nonostante le grandi differenze tra le atmosfere di Venere e della Terra, gli scienziati hanno scoperto che meccanismi molto simili produrrebbero fulmini sui due pianeti. I tassi di scarico, l'intensità e la distribuzione spaziale dei fulmini sono comparabili, in tal modo gli scienziati sperano di poter capire meglio la chimica, la dinamica e l'evoluzione delle atmosfere dei due pianeti.



Il calore nell'atmosfera di Venere, indotto dal riscaldamento di un forte effetto serra, potrebbe effettivamente avere un effetto di raffreddamento sul pianeta interno. Questa teoria contro-intuitiva si basa sui calcoli di un nuovo modello presentato alla Planetary Science Congress europeo (EPSC) di Roma.




Ambiziosa missione per Venere
Dopo più di 20 anni di abbandono, il pianeta Venere è tornato ad essere tra i progetti di ricerca più ambiziosi della NASA. Una spedizione da sogno prevederebbe l'invio di scienziati che avrebbero a disposizione una flottiglia di esplorazione comprendente un robot di terra, aerei e orbiter spaziale.


La sonda dell'Agenzia spaziale europea, Venus Express, sta aiutando gli scienziati planetari ad indagare sulla possibilità che Venere, possa aver avuto in passato degli oceani. Se così fosse, potrebbe essere stato un pianeta abitabile simile alla Terra.




Proprio mentre il nuovo satellite giapponese per l’esplorazione di Venere, veniva lanciato nello spazio, arrivava una teoria per cercare di spiegare uno dei fenomeni più misteriosi legati a questo pianeta.







La sonda interplanetaria Akatsuki: rotta su Venere
Si chiama Akatsuki la sonda giapponese che andrà a far compagnia alla sonda europea Venus Express, che orbita intorno al “gemello” della Terra già da quattro anni e ha fornito importanti informazioni sul secondo pianeta del Sistema Solare, per esempio sulla sua attività vulcanica.


Una nuova analisi mostrerebbe su Venere, una recente attività vulcanica, che cambia radicalmente la storia geologica del pianeta [Nella foto: Il monte Idunn Mons (a 46 gradi di latitudine sud, 214.5 gradi di longitudine ovest) situato nella Imdr Regio di Venere (Credit: NASA/JPL-Caltech/ESA)]

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