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domenica 26 giugno 2011

L'Ora Di Vesta Si Avvicina


Le prime immagini a risoluzione maggiore di un pixel riprese dallo spettrometro VIR nella luce visibile e nell'infrarosso dell'asteroide Vesta. Le riprese, che hanno una risoluzione di circa 90 km per pixel, sono state effettuate l'8 giugno scorso, quando la sonda Dawn era a circa 351.000 km dal corpo celeste. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/ASI/INAF

Dopo quasi quattro anni di viaggio e la bellezza di 2,7 miliardi di chilometri percorsi, la sonda della NASA Dawn (Alba, in inglese)  ha praticamente raggiunto, in perfetta tabella di marcia, l’asteroide Vesta.  Ora la sonda è a poco più di 150.000 chilometri dal corpo celeste. L’inserimento nell’orbita di Vesta è ormai alle porte: il 16 luglio prossimo Dawn verrà ‘catturata’ da Vesta e si troverà a solo 16.000 chilometri da esso, un valore appena maggiore della misura del diametro della Terra.


Al centro di controllo di Pasadena del Jet Propulsion Laboratory, che segue la missione, si respira un’atmosfera serena e allo stesso tempo carica di attese per l’imminente avvio della piena fase operativa: “La sonda è in perfetta traiettoria verso il suo obiettivo. Non vediamo l’ora di esplorare questo mondo sconosciuto con Dawn” dice Robert Mase, project manager della missione.
Intanto prosegue a pieno ritmo e, anche in questo caso nel migliore dei modi, il collaudo e la calibrazione degli strumenti a bordo della sonda, che stanno inviando immagini che, seppur prese a distanze ragguardevoli, sono già molto interessanti dal punto di vista scientifico. La  definizione della camera è infatti già due volte migliore di quelle prese dal telescopio spaziale Hubble.

Anche le ultime riprese di VIR (Visible and Infrared Mapping Spectrometer), lo spettrometro ad immagini nel visibile e nel vicino infrarosso sono già ricche di informazioni per gli scienziati coinvolti. Derivato dallo strumento VIRTIS a bordo della missione Rosetta, VIR è stato fornito dall’ Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e realizzato con la guida scientifica del’INAF.

“Stiamo vivendo un periodo entusiasmante, che ci ripaga per anni di lavoro” commenta con soddisfazione Angioletta Coradini dell’INAF-IFSI, responsabile del team dello strumento VIR. “Queste immagini ci mostrano Vesta così come appare a due ben definite lunghezze d’onda nel visibile e nel vicino infrarosso. Noi siamo in grado di produrre immagini in ben 432 lunghezze d’onda sia nel visibile che nel vicino infrarosso, e questo ci permette di ricavare degli spettri che a loro volta ci permetteranno di studiare la composizione di questo corpo. ”

Da quando Dawn inizierà l’attività scientifica nella sua prima orbita di ricognizione,  a 2.700 chilometri da Vesta e successivamente, sempre più vicino, fino a circa 200 chilometri dalla superficie, VIR e gli altri suoi strumenti di bordo riverseranno a Terra una quantità enorme di immagini e misure dettagliatissime della struttura esterna del corpo celeste. E sarà proprio lo spettrografo italiano a ricostruire una mappa super dettagliata del suolo di Vesta e dei minerali che lo compongono.
“Quasi ogni giorno arrivano nuovi dati che ci mostrano Vesta sempre più indettaglio.

Il lavoro di interpretazione è già iniziato, e a breve saremo sicuramente in grado di dire qualcosa sulle proprietà della superficie di Vesta” sottolinea Maria Cristina De Sanctis, dell’INAF-IASF, vice responsabile del team dello strumento VIR. “Attendiamo con ansia il periodo in cui Dawn orbiterà a poche centinaia di chilometri dalla sua superficie, e lo spettrometro VIR lavorerà praticamente di continuo.”

A cura di Marco Galliani


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1 commento:

  1. Non vedo l'ora che sia possibile avere foto più ravvicinate di Vesta.
    Sarebbe bello che le missioni spaziali potessero avere costi più bassi per poterne aumentare il numero e migliorare la nostra conoscenza del cosmo

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