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domenica 16 gennaio 2011

Il corridoio Artico è la causa degli inverni rigidi


In questo periodo dell'anno, che per l'emisfero Boreale è inverno, guardando le abbondanti nevicate e i record di freddo in molti si sono chiesti "Cosa è successo al riscaldamento globale?"
Alcuni blog in Italia e in tutto il mondo hanno sfruttato il clima ridigo per sbandierare l'arrivo di una Piccola Era Glaciale, mostrando non solo una manipolazione maliziosa delle informazioni scientifiche, ma anche numeroselacune in fatto di climatologia.

Ebbene, gli effetti del riscaldamento globale sono tutti intorno a noi. Il duro inverno che stiamo vivendo, non è la prova che il riscaldamento globale non sta più avvenendo, ma è piuttosto prova che sta davvero accadendo, e anche un pó più velocemente di quanto si possa pensare e dimostra anche perché l'espressione "cambiamenti climatici" è un termine migliore per descrivere gli effetti dell'uomo sul suo ambiente.

Vladimir Petoukhov, climatologo presso l'Istituto di Potsdam per la ricerca sull'impatto climatico, ha recentemente completato uno studio sugli effetti dei cambiamenti climatici in inverno. Secondo Petoukhov, Queste anomalie potrebbero triplicare la probabilità di freddo invernale estremo in Europa e in Asia settentrionale. I recenti inverni rigidi, come l'anno scorso o quello del 2005-06 non sono in conflitto con l'immagine del riscaldamento globale, ma lo integrano.

Ma come puó un inverno più freddo sostenere l'idea di una terra in riscaldamento? E' davvero semplice quando si guardano le prove.


Se osserviamo la mappa della Nasa in alto, notiamo che l'Artico si è riscaldato, e gli studi  mostrano che sta accadendo da due a tre volte la media globale. Questo aumento di temperatura nell'Artico ha contribuito a ridurre lo strato di ghiaccio galleggiante della regione di oltre il 20%. E come ci si aspetterebbe, quando il ghiaccio riflettente e lo strato di neve vengono strappati via, lasciano al loro posto un mare blu scuro.

Dobbiamo sapere che lo strato di ghiaccio e la neve riflettono la maggior parte dei raggi del Sole senza causare danni,  nello spazio. Ma il blu scuro del mare al contrario assorbe i raggi, favorendo il processo di riscaldamento.



In breve, al ridursi della calotta di ghiaccio, la regione artica diventa un accumulatore energia solare, accelerando l'effetto di riscaldamento.
Con il surriscaldamento del mare a causa della forza radiativa dei raggi del Sole, si crea un netto contrasto con l'aria polare sopra di esso. Il calore dal mare riscaldato fluisce verso l'alto nell'aria polare, dando vita ad un sistema di alta pressione.



Questa alta pressione costringe l'aria polare a muoversi e appena abbiamo un vortice in senso orario, l'aria gelida viene spinta verso l'Europa e in tutto il mondo.




Questa nuova formazione detta "Corridoio Artico" spinge l'aria fredda dall'Europa orientale alla Cina e alle Americhe, lasciando crollare le temperature e rendendo le condizioni invernali più estreme del solito.

I documenti che sostengono il modello
I documenti scientifici della NASA e di altri istituti sostengono pienamente il modello del "corridoio artico". Se ossserviamo il grafico delle temperature e dalla latitudine in basso realizato dalla NASA, il cambio di temperatura diventa molto più pronunciato quando ci si avvicina a 90 gradi. L'effetto, collegato all'anomalia del dipolo Artico, spiega il cambiamento dei modelli climatici dai parametri normali.



Se nel passato recente vi è solo qualche indicazione, avremo per il futuro modelli meteorologici più violenti e brusche variazioni di temperatura. In effetti, possiamo guardare alla stagione meteo attuale per vedere questo cambiamento in atto. Mentre si gelava dal freddo in Europa, Asia e America del Nord, si consideri che la Groenlandia aveva temperature sopra la media di zero gradi in dicembre. Il cambiamento climatico può essere una descrizione molto mite di quello che sta succedendo al Pianeta Terra.

A cura di  Salmons D.

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