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mercoledì 22 dicembre 2010

Le stelle massicce possono anche nascere isolate


Gli scienziati dell'Università del Michigan hanno usato il telescopio spaziale Hubble per ingrandire otto stelle giganti che sono dalle 20 alle 150 volte più massicce del Sole nella Piccola Nube di Magellano, una galassia nana vicina alla Via Lattea. I risultati hanno mostrato che cinque delle stelle non avevano stelle nelle vicinaze mentre le restanti tre sembravano essere in piccoli gruppi di circa dieci stelle.

Lo studente dottorato Joel Agnello e il professore associato Sally Oey del Dipartimento di Astronomia, hanno spiegato il significato della loro scoperta.
Una delle più accreditate teorie sostiene che la massa di una stella dipende dalle dimensioni del cluster in cui nasce, e solo un ammasso di stelle di grandi dimensioni potrebbe fornire una fonte abbastanza densa di gas e polveri per dar vita una di queste stelle massicce. La teoria opposta, sostenuta da questa ricerca, afferma che queste stelle mostruose potrebbero nascere anche in modo casuale ed isolato o in gruppi molto piccoli.
"I nostri risultati non supportano lo scenario che la massa massima di una stella in un cluster è in correlazione con la dimensione del cluster", ha detto Oey.
"I nostri risultati dimostrano che è possibile la formazione di grandi stelle in piccoli stagni", ha detto Agnello.

I ricercatori, al momento possono affermare che le stelle osservate non sono collegate ad ammassi e non sono stelle espluse, ma invece sono presenti addensamenti residui di gas che rafforzano la possibilità che le stelle sono ancora nei luoghi isolati dove si sono formate.

I loro risultati, sono stati pubblicati nell'edizione del 20 dicembre di The Astrophysical Journal, la ricerca è finanziata dalla Nasa e dalla National Science Foundation.

Foto in alto: A sinistra la stella 302 vista da Terra sembrava essere un unico oggetto , mentre grazie all'Hubble con un ingrandimento di 40x è risultata essere divisa in altre stelle. (credit: Lamb Joel)

A cura di Arthur McPaul
 

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