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sabato 18 dicembre 2010

Evidenze di universi prima del Big Bang.



Questa potrebbe essere una di quelle scoperte che se confermata cambierebbe per sempre la nostra limitata visione dell'Universo, frantumando ogni idea inflazionistica standard e mettendo in crisi anni di ricerca.
Gli scienziati potrebbero aver trovato la prova di quello che esisteva prima del Big Bang, contribuendo a dar vita all'idea della ciclicità dell'universo.


Uno dei grandi fisici del nostro tempo, Roger Penrose dell'Università di Oxford, ha pubblicato un nuovo documento in cui afferma che l'oggetto circolare visto nei dati ottenuti da WMAP sulla radiazione cosmica di fondo forse non ha avuto origine al Big Bang, ma che il nostro universo sarebbe in continua ciclica evoluzione attraverso una serie di "eoni". Il suo studio rifiuta anche l'idea di inflazione , una teoria largamente accettata che prevede un periodo di rapida espansione subito dopo il Big Bang.

Penrose afferma che l'inflazione non può spiegare la bassissima entropia in cui l'Universo si ritiene che sia stato creato. Lui e il suo co-autore non credono che lo spazio e il tempo siano iniziati al momento del Big Bang, ma invece, l'evento è stato soltanto uno di molti altri ciclici. Ogni "Big Bang" ha segnato l'inizio di un nuovo eone e il nostro universo è solo uno dei tanti in un universi ciclici, a partire da un nuovo universo in sostituzione di quello precedente.

Il co-autore di Penrose, Vahe Gurzadyan della Yerevan Physics Institute in Armenia, ha analizzato i dati a microonde raccolti in sette da WMAP, combinandoli con i dati dall'esperimento del pallone BOOMERanG in Antartide.
Penrose e Gurzadyan dicono che hanno identificato le regioni del cielo a microonde dove ci sono cerchi concentrici che mostrerebbero la radiazione con temperatura e dimensioni nettamente inferiori che altrove.

"Questi cerchi ci permettono di vedere attraverso il Big Bang nell'eone che sarebbe esistito in precedenza. I circoli sono stati creati quando i buchi neri hanno "incontrato" o si sono scontrati con un eone precedente.

"I buchi neri presenti in ammassi galattici dell'eone precedente, avrebbero l'effetto di essere osservabili nel nostro cielo alle CMB" scrivono nel loro articolo, "in famiglie di cerchi concentrici sulla quale la variazione di temperatura è insolitamente bassa".

Questi circoli non combaciano con l'idea di inflazione, perché l'inflazione propone che la distribuzione delle variazioni di temperatura attraverso il cielo dovrebbero essere gaussiane, o casuali, piuttosto che avere strutture riconoscibili all'interno di esso.

La nuova teoria di Penrose prevede anche che in un lontano futuro potrebbe riemergere ancora un volta il Big Bang piatto in contrasto con l'attuale forma frastagliata. Questa continuità di forma, egli sostiene, consentirà una transizione tra la fine dell'eone corrente, quando l'universo si è ampliato fino a diventare infinitamente grande e l'inizio del successivo, quando ancora una volta diventa infinitamente piccolo ed esploderà verso l'esterno esplode nel prossimo big bang.

Penrose e Gurzadyan affermano che l'entropia nella fase di transizione sarà molto bassa, perché i buchi neri, distruggono tutte le informazioni evaporano mentre l'universo si espande e così facendo rimuovono l'entropia dell'universo.

"Queste previsioni (Cyclic Cosmology Conformal) CCC non sarebbero facilmente spiegabili secondo la teoria cosmologica inflazionistica standard", scrivono nel loro articolo.


Traduzione a cura di Arthur McPaul

Fonte:
"http://www.universetoday.com/79750/penrose-wmap-shows-evidence-of-‘activity’-before-big-bang/"





3 commenti:

  1. boh... secondo me è più plausibile l'idea che il nostro universo non sia altro che una regione di un multiverso più vasto, un pò come una bolla d'aria immersa in un "fluido" schiumoso. Ciascuna bolla contemplerebbe delle forze fisiche diverse e quindi una chimica organica peculiare che in alcuni casi porterebbe alcuni di esse ad ospitare la vita. Fermo restando che l'espansione della nostra bolla non debba essere per forza omogenea,sarebbe infatti più lenta in quelle regioni con più materia, quindi senza dover scomodare l'energia oscura, non esisterebbe alcuna accelerazione ma solo porzioni di spazio che si espandono a velocità relative diverse. Il tempo, invece, sarebbe iniziato col multiverso ed emergerebbe come un proprietà e non come un entità a se stante. Chissà...

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  2. La tua idea non è assolutamente da scartare ed è molto simile al modello che avrei in mente. Tuttavia l'unica questione resta legata allo spazio-tempo. Senza la massa in teoria non dovrebbe esistere.

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  3. hmm... però ammettendo l'esistenza dei fantomatici atomi di volume, cioè dello spazio discreto, non saremmo per forza vincolati all'esistenza della massa. L'atomo di volume, della lunghezza di planck, emergerebbe a prescindere dalla materia/energia che potrebbe contenere e anche nel caso non ne contenesse ci sarebbero comunque delle particelle virtuali a ribilanciare la polarità energetica dell'universo.

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