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giovedì 14 ottobre 2010

Gliese 581g: il team che lo ha scoperto fa la voce grossa: Esiste!


In questi giorni sembra essere scoppiata una grande polemica attorno a Gliese 581g, il primo pianeta simile alla Terra, annunciato alla stampa il 29 settembre 2010 dal team di ricerca dello scienziato Steven Vogt, dell'Università di Santa Cruz, California.

Il 12 ottobre, un team svizzero, guidato da Michel Mayor dell'Osservatorio di Ginevra, ha messo quasi in ridicolo la reale esistenza del gemello della Terra, scatenando una reazione a catena in tutto il web. Complotto, formalismo accademico o semplice confutazione dei dati?

Steven Vogt, leader del team che ha rilevato Gliese 581g, ha detto che rispetta il lavoro dei ricercatori che hanno messo in dubbio l'esistenza del pianeta ma non è possibile commentare i loro risultati, dal momento che non sono mai stati pubblicati. "Io confermo i nostri dati e analisi", ha ribadito l'astronomo Vogt, presso l'Università di California, Santa Cruz. "Mi sento fiducioso che noi abbiamo svolto un esame esatto e trasparente e abbiamo riportato le nostre incertezze e fatto un responsabile e approfondito lavoro per l'estrazione di informazioni e dei dati. Sono certo che chiunque indipendentemente analizzi questo insieme di dati arriverà alle stesse conclusioni".

Vogt ha aggiunto che spera di leggere i loro risultati  quando saranno pubblicati in una rivista peer-reviewed.
"In 15 anni di caccia agli esopianeti, con centinaia di pianeti scoperti dal nostro team, non abbiamo ancora pubblicato nessun falso pianeta, retrazione o errata corrige", ha detto Vogt. "Stiamo facendo del nostro meglio per mantenere lo standard di ricerca su questa via".

Il team di Vogt ha annunciato la scoperta di Gliese 581g il 29 settembre. Il pianeta, a circa 20 anni luce dalla Terra, è il primo pianeta alieno trovato in orbita la sua stella nella cosiddetta "zona abitabile" che può permettere all'acqua liquida di esistere.

Da allora, la scoperta ha ricevuto molta attenzione, sia da parte dei media che da altri ricercatori. Un gruppo di astronomi, guidato da Michel Mayor dell'Osservatorio di Ginevra in Svizzera, ha effettuato un follow-up di indagine nel tentativo di confermare l'esistenza di Gliese 581g.
Ad una conferenza di astronomia di questa settimana a Torino, in Italia, il team svizzero ha annunciato di non poter confermare né Gliese 581g, né 581f, un altro pianeta che la squadra di Vogt ha scoperto nello stesso sistema. Anche se i ricercatori non hanno confermato l'esistenza del pianeta, hanno confermato gli altri quattro precedentemente trovati intorno alla stella.

Vogt ha detto che non era eccessivamente sorpreso di sentire la notizia, dal momento che i due pianeti  avevano un segnale piuttosto debole.

Entrambe le squadre di ricerca hanno utilizzato metodi simili, scrutando il movimento della stella Gliese 581 e cercando di rilevare le anomalie che testimoniano la presenza di pianeti orbitanti. Ed entrambe le squadre analizzato alcuni degli dati stessi. Il team di Vogt ha effettuato 119 controlli con lo strumento HARPS sul telescopio a La Silla presso l'European Southern Observatory in Cile, e 142 misurazioni dello strumento HIRES sul telescopio Keck I dell'Hawaii Keck Observatory.

Il team svizzero ha rianalizzato le stesse 119 misurazioni HARPS, più altre 60 ulteriori analisi HARPS. Vogt ha detto che quelle 60 nuove misurazioni potrebbe portare ad un potenziale guadagno di rilevamento massimo di sensibilità di solo il 23 per cento o giù di lì, assumendo che tutti i punti i nuovi dati sono utili e non ridondanti.

La squadra svizzera non ha verificato nessuno dei dati Keck, un fatto che Vogt trova sconcertante, soprattutto perché la sua squadra ha concluso che sia le misure e noleggi HARPS dovevano essere combinati per rilevare in modo affidabile tutti i sei pianeti in orbita attorno a Gliese 581.

"Il team svizzero pur avendo i nostri dati da più di una settimana, non li hanno già combinati insieme con i loro per un confronto" ha detto Vogt. "La squadra svizzera non ha ancora pubblicato i suoi risultati in una rivista peer-reviewed. Finché ciò non accadrà, è difficile sapere cosa hanno veramente confutato", ha detto Vogt.

"Come abbiamo fatto noi, devono pubblicare alla stessa maniera i loro dati, le analisi e le conclusioni su una rivista scientifica con i loro dati affinchè tutto il tutto il mondo li possa vedere", ha detto Vogt. "Una volta che questo avverà, saranno accuratamente analizzati e confrontati con i nostri, per trarne le conclusioni".

A quanto pare, stavolta, l'insabbiamento sembra essere fallito! E' sconcertante, che dopo circa 500 esopianeti scoperti, l'unico su cui è scoppiata la polemica è proprio quello abitabile. Questo va presagire cattivi auguri, quando in un lontano futuro, con mezzi propulsivi fantascientifici, saranno a portata di mano per l'esplorazione umana Zermina e le nuove terre che da ora in poi verranno scoperte. 

In attesa che la telenovelas continui, per il momento Gliese 581g, esiste e ci fa ancora sognare.

2 commenti:

  1. Arthur tu parli di insabbiamento. Io credo si tratti semplicemente di invidia tra colleghi.
    A chi interesserebbe insabbiare qualcosa?
    E perché?
    I governi sono meno forti di quanto crediamo ed hanno altre grane di cui occuparsi.
    La situazione è se vogliamo ancora peggiore: non sanno con cosa hanno a che fare e non gliene importa nulla in fin dei conti.

    Con affetto
    Sidereus

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  2. Ciao Sidereus, mi riferivo ad un tipo di "insabbiamento" accademico, puramente mirato a destabilizzare la scoperta per fini, come giustamente hai detto, di invidia e merito sulla scoperta. Questa è una scoperta storica e anche se non vedremo ma, probabilmente le foto in ottico della prima esoterra durante la nostra vita, abbiamo vissuto una nuova "scoperta delle Americhe".

    Non saranno nè gli scienziati svizzeri, nè chiunque, a negare che la ricerca avanzi e porti la colonizzazione umana nello spazio. E' li che dobbiamo andare, prima o poi dovremo farlo.

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