Nel tentativo di comprendere il grande mistero che da sempre avvolge la fisica del ciclo solare l'impatto sul clima della Terra, un gruppo internazionale di scienziati ha sondato con successo una stella lontana osservato la presenza di un ciclo magnetico analogo al ciclo solare solare.
Lo studio, condotto dagli scienziati del National Center for Atmospheric Research (NCAR) e i colleghi in Francia e Spagna, è stato di recente pubblicato su Science.
Gli scienziati hanno studiato una stella nota come HD49933, che si trova a 100 anni luce dalla Terra, nella costellazione dell'Unicorno, appena ad est di Orione.
Il team ha esaminato le sue fluttuazioni acustiche utilizzando una tecnica chiamata "sismologia stellare". Hanno rilevato le tracce di "macchie stellari," aree di intensa attività magnetica sulla superficie che sono simili alle macchie solari. Mentre gli scienziati hanno osservato in precedenza questi cicli magnetici in altre stelle, questa è stata la prima volta cge hanno esaminato un ciclo stellare utilizzando la sismologia stellare.
"Essenzialmente, la stella è come una campana" dice lo scienziato NCAR Travis Metcalfe, co-autore del nuovo studio.
"Durante l'evoluzione del suo ciclo di macchie stellari, il tono e il volume dei cambiamenti seguono un modello specifico, con variazioni di intensità del volume durante il ciclo magnetico."
"Abbiamo scoperto un ciclo di attività magnetica in questa stella, simile a ciò che vediamo nel Sole"
dice il co-autore e scienziato del NCAR, Savita Mathur. Inoltre "Questa tecnica di ascolto ci permetterà di esaminare potenzialmente centinaia di stelle".
Il team spera di valutare il potenziale di altre stelle della nostra galassia che potrebbero ospitare pianeti extrasolari, tra cui alcuni di essi forse sono in grado di sostenere la vita.
"Comprendere l'attività delle stelle che ospitano pianeti è necessario perché le condizioni magnetiche sulla superficie della stella potrebbero influenzare la zona abitabile, dove la vita può svilupparsi", afferma lo scienziato CEA-Saclay Rafael Garcia, autore principale dello studio.
Studiare la sismologia stellare potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere meglio i cicli di attività magnetica e come possono differire da stella a stella, comprendendp i processi alla base.
Il lavoro potrebbe poi soprattutto far luce sui processi che avvengono all'interno del Sole e la conseguente nostra comprensione di come influenzino il clima terrestre.
Essa potrebbe anche portare ad una migliore previsione del ciclo solare e delle conseguenti tempeste geomagnetiche che possono causare gravi perturbazioni alle reti elettriche e di comunicazione satellitare.
Oltre al NCAR, gli scienziati del team provengono dal Centro per gli studi nucleari di Saclay (CEA-Saclay), Parigi / Meudon Observatory (OPM), dall'Università di Tolosa, e dall'Istituto di Astrofisica delle Canarie (IAC), Spagna.
La ricerca è stata finanziata dalla National Science Foundation, che è sponsor NCAR, il CEA e dal Piano Nazionale di Ricerca per la Fisica Stellare francese e dal Piano Nazionale di Ricerca spagnolo.
Classificare le stelle
Gli scienziati hanno esaminato per 187 giorni i dati catturati dal telescopio spaziale CoRoT,
lanciato il 27 dicembre 2006 e gestito dal Centro Nazionale Francese per gli studi spaziali (CNES), con contributi provenienti da Austria, Belgio, Brasile, Germania, Spagna, e dall'Agenzia spaziale europea.
CoRoT è equipaggiato con un telescopio da 27 centimetri (11 pollici) e 4 CCD (Charge-Coupled Device), fotocamere sensibili alle piccole variazioni di intensità luminosa delle stelle.
Gli autori dello studio hanno scoperto che HD49933 è molto più grande e più calda del Sole e il suo ciclo magnetico è molto più breve.
Considerando che le precedenti indagini sulle stelle hanno identificato cicli similari al ciclo di 11 anni del Sole, questa stella ha a confronto un ciclo che dura meno di un anno.
Questo breve ciclo è importante per gli scienziati in quanto può consentire loro di osservare un intero ciclo più velocemente, in modo da racimolare ulteriori informazioni sui modelli magnetici che altrimenti si possono osservare soltanto in parte per cicli più lunghi.
Gli scienziati hanno in programma di ampliare le loro osservazioni utilizzando altre stelle osservate da CoRoT, nonché i dati del telescopio Keplero della NASA, lanciato nel marzo 2009.
Keplero è alla ricerca di pianeti delle dimensioni della Terra. La missione fornisce dati in continuo da centinaia di stelle che potrebbero ospitare pianeti.
"Se risultasse che un breve ciclo magnetico è comune nelle stelle, allora dokvremo potenzialmente osservare un gran numero di cicli completi durante la missione di Keplero" dice Metcalfe.
"Più stelle e più cicli completi saranno osservati, maggiormente più si potrà esplorare l'impatto dell'attività magnetica sui possibili pianeti ospitati da queste stelle".
La squadra ha trascorso gli ultimi sei mesi ad esplorare la struttura e le dinamiche di HD49933 e ha classificato le sue dimensioni.
Essi verificheranno le loro osservazioni con i telescopi terrestri per confermare l'attività magnetica della stella.
Quando la stella riemergerà dal Sole a settembre, si spera di misurare la lunghezza di un ciclo.
La missione CoRoT è stata progettata per raccogliere dati fino a 150 giorni in continuo per determinare la lunghezza esatta del ciclo della stella.
Lo studio, condotto dagli scienziati del National Center for Atmospheric Research (NCAR) e i colleghi in Francia e Spagna, è stato di recente pubblicato su Science.
Gli scienziati hanno studiato una stella nota come HD49933, che si trova a 100 anni luce dalla Terra, nella costellazione dell'Unicorno, appena ad est di Orione.
Il team ha esaminato le sue fluttuazioni acustiche utilizzando una tecnica chiamata "sismologia stellare". Hanno rilevato le tracce di "macchie stellari," aree di intensa attività magnetica sulla superficie che sono simili alle macchie solari. Mentre gli scienziati hanno osservato in precedenza questi cicli magnetici in altre stelle, questa è stata la prima volta cge hanno esaminato un ciclo stellare utilizzando la sismologia stellare.
"Essenzialmente, la stella è come una campana" dice lo scienziato NCAR Travis Metcalfe, co-autore del nuovo studio.
"Durante l'evoluzione del suo ciclo di macchie stellari, il tono e il volume dei cambiamenti seguono un modello specifico, con variazioni di intensità del volume durante il ciclo magnetico."
"Abbiamo scoperto un ciclo di attività magnetica in questa stella, simile a ciò che vediamo nel Sole"
dice il co-autore e scienziato del NCAR, Savita Mathur. Inoltre "Questa tecnica di ascolto ci permetterà di esaminare potenzialmente centinaia di stelle".
Il team spera di valutare il potenziale di altre stelle della nostra galassia che potrebbero ospitare pianeti extrasolari, tra cui alcuni di essi forse sono in grado di sostenere la vita.
"Comprendere l'attività delle stelle che ospitano pianeti è necessario perché le condizioni magnetiche sulla superficie della stella potrebbero influenzare la zona abitabile, dove la vita può svilupparsi", afferma lo scienziato CEA-Saclay Rafael Garcia, autore principale dello studio.
Studiare la sismologia stellare potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere meglio i cicli di attività magnetica e come possono differire da stella a stella, comprendendp i processi alla base.
Il lavoro potrebbe poi soprattutto far luce sui processi che avvengono all'interno del Sole e la conseguente nostra comprensione di come influenzino il clima terrestre.
Essa potrebbe anche portare ad una migliore previsione del ciclo solare e delle conseguenti tempeste geomagnetiche che possono causare gravi perturbazioni alle reti elettriche e di comunicazione satellitare.
Oltre al NCAR, gli scienziati del team provengono dal Centro per gli studi nucleari di Saclay (CEA-Saclay), Parigi / Meudon Observatory (OPM), dall'Università di Tolosa, e dall'Istituto di Astrofisica delle Canarie (IAC), Spagna.
La ricerca è stata finanziata dalla National Science Foundation, che è sponsor NCAR, il CEA e dal Piano Nazionale di Ricerca per la Fisica Stellare francese e dal Piano Nazionale di Ricerca spagnolo.
Classificare le stelle
Gli scienziati hanno esaminato per 187 giorni i dati catturati dal telescopio spaziale CoRoT,
lanciato il 27 dicembre 2006 e gestito dal Centro Nazionale Francese per gli studi spaziali (CNES), con contributi provenienti da Austria, Belgio, Brasile, Germania, Spagna, e dall'Agenzia spaziale europea.
CoRoT è equipaggiato con un telescopio da 27 centimetri (11 pollici) e 4 CCD (Charge-Coupled Device), fotocamere sensibili alle piccole variazioni di intensità luminosa delle stelle.
Gli autori dello studio hanno scoperto che HD49933 è molto più grande e più calda del Sole e il suo ciclo magnetico è molto più breve.
Considerando che le precedenti indagini sulle stelle hanno identificato cicli similari al ciclo di 11 anni del Sole, questa stella ha a confronto un ciclo che dura meno di un anno.
Questo breve ciclo è importante per gli scienziati in quanto può consentire loro di osservare un intero ciclo più velocemente, in modo da racimolare ulteriori informazioni sui modelli magnetici che altrimenti si possono osservare soltanto in parte per cicli più lunghi.
Gli scienziati hanno in programma di ampliare le loro osservazioni utilizzando altre stelle osservate da CoRoT, nonché i dati del telescopio Keplero della NASA, lanciato nel marzo 2009.
Keplero è alla ricerca di pianeti delle dimensioni della Terra. La missione fornisce dati in continuo da centinaia di stelle che potrebbero ospitare pianeti.
"Se risultasse che un breve ciclo magnetico è comune nelle stelle, allora dokvremo potenzialmente osservare un gran numero di cicli completi durante la missione di Keplero" dice Metcalfe.
"Più stelle e più cicli completi saranno osservati, maggiormente più si potrà esplorare l'impatto dell'attività magnetica sui possibili pianeti ospitati da queste stelle".
La squadra ha trascorso gli ultimi sei mesi ad esplorare la struttura e le dinamiche di HD49933 e ha classificato le sue dimensioni.
Essi verificheranno le loro osservazioni con i telescopi terrestri per confermare l'attività magnetica della stella.
Quando la stella riemergerà dal Sole a settembre, si spera di misurare la lunghezza di un ciclo.
La missione CoRoT è stata progettata per raccogliere dati fino a 150 giorni in continuo per determinare la lunghezza esatta del ciclo della stella.
Traduzione a cura di Arthur McPaul
Fonte:
"http://www.sciencedaily.com/releases/2010/08/100826141219.htm"
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