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mercoledì 29 settembre 2010

L'interazione del vento solare con i corpi minori


Gli scienziati hanno scoperto un nuovo tipo di interazione del vento solare con alcuni corpi del nostro Sistema Solare.
Le regioni magnetizzate chiamate anomalie magnetiche, per lo più sul lato nascosto della Luna, si è scoperto che hanno la capacità di deviare il vento solare, proteggendo la superficie della Luna.

Questo aiuterà gli scienziati a capire il comportamento del vento solare vicino alla superficie lunare e come l'acqua può essere generata nel suo strato superiore.
L'evidenza osservativa di questi risultati è stata presentata dai dottori Yoshifumi Futaana e Martin Wieser al Congresso europeo di scienza planetaria a Roma.

I corpi celesti con scarsa o nulla presenza atmosferica interagiscono con il vento solare in maniera molto diverso rispetto alla Terra: la loro superficie è esposta senza alcuna protezione da parte di una densa atmosfera o magnetosfera.
Questo li induce ad essere pesantemente alterati da meteoriti o dal vento solare, formando una superficie ruvida e molto caotica chiamato regolite.
Finora, il vento solare si pensava che il vento solare fosse completamente assorbito dalla regolite.
Tuttavia, recenti esplorazioni della Luna da parte delle sonde Chang'e-1, Kaguya e Chandrayaan-1 hanno rivelato che questa interazione non è così semplice.

Un flusso di particelle ad alta energia sono risultati provenire dalla superficie lunare, molto probabilmente a causa del vento solare che viene direttamente riflesso dalla regolite.

"Questi risultati possono cambiare radicalmente il nostro modo di comprendere l'interazione del vento solare-regolite come lo si pensava finora.
Dato che il vento solare è una potenziale fonte di acqua, abbiamo bisogno di modelli migliori di circolazione per l'idrogeno lunare, al fine di comprendere come possano formarsi le molecole di acqua negli strati superiori"
dice il Dott. Futaana dell'Istituto Svedese di Fisica dello Spazio.

"Inoltre, sarà possibile studiare a distanza l'interazione tra il vento solare della superficie di altri corpi come la luna marziana Phobos o Mercurio, grazie agli atomi di idrogeno energetici che si riflettono verso lo spazio, quando il vento solare colpisce la loro superficie" aggiunge.

L'inchiesta è stata condotta con lo strumento Sub-keV Atom Reflecting che è stato sviluppato in una collaborazione tra la Svezia, India, Svizzera e Giappone e messo a bordo della sonda lunare indiana Chandrayaan-1.
Gli scienziati hanno mappato per la prima volta gli atomi di idrogeno energetici proveniente dalla Luna, e ha rilevato che fino a un quinto dei protoni del vento solare che raggiungono la superficie si riflettono verso lo spazio.
Questa può essere una caratteristica generale dell'atmosfera di corpi come Mercurio, meteoriti e diverse lune dei pianeti giganti.

"In effetti, durante l'incontro ravvicinato della sonda europea Mars Express con Phobos, nel 2008, abbiamo rilevato delle tracce dei protoni del vento solare riflesse anche dalla superficie della luna marziana di Phobos", dice il Dott. Futaana.

Tuttavia, quando Chandrayaan-1 ha sorvolato l'anomalia magnetica (regione magnetizzata sulla superficie della Luna), gli scienziati hanno rilevato significativamente meno atomi di idrogeno riflettenti, il che significa che il vento solare non aveva raggiunto la superficie lunare. In realtà, era fortemente deviato da una aggregazione di anomalie magnetiche nell'emisfero meridionale dell'altra faccia della Luna.

"Abbiamo rilevato un forte flusso di protoni deviati del vento solare. Questo indica chiaramente che le anomalie magnetiche possono proteggere la superficie lunare dal vento solare in arrivo, nello stesso modo di come funge la magnetosfera di diversi pianeti del nostro Sistema Solare" dice il Dott. Futaana.

"Tutto dipende da quanto è forte il vento solare". Quando la pressione del vento solare è bassa, questa" mini-magnetosfera si espande causando una forte schermatura", conclude il dottor Wieser, anch'esso dell'Istituto Svedese di Fisica dello Spazio.


Traduzione a cura di Arthur McPaul

Link
"http://www.sciencedaily.com/releases/2010/09/100923190805.htm"




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