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venerdì 7 maggio 2010

Un mare di galassie

Una nuova immagine rilasciata dall'ESO mostra molte migliaia di galassie lontane, e in particolare un grande gruppo appartenente al massiccio ammasso di galassie denominato Abell 315.


Questo ammasso è solo la "punta di un iceberg proverbiale", dominato dalla materia oscura. La massa enorme di questo cluster devia luce proveniente dalle galassie di sfondo, distorcendo leggermente le forme osservate.

Quando si osserva il cielo ad occhio nudo, si riescono a vedere soltanto le stelle della Via Lattea e alcuni dei suoi vicini più prossimi. Le galassie più lontane sono troppo deboli per essere percepite dall'occhio umano, che se potessimo vedere, avrebbero letteralmente coperto il cielo. Questa nuova immagine a lunga esposizione, rivela migliaia di galassie che affollano uno spazio sul cielo approssimativamente grande come la Luna piena.
Queste galassie coprono una vasta gamma di distanze da noi. Alcune sono relativamente vicine, ed è possibile distinguere le loro braccia a spirale o gli aloni ellittici, soprattutto nella parte superiore dell'immagine. Le più distanti appaiono proprio come bolle sfumate e la loro luce ha attraversato l'Universo per 8 miliardi anni o più prima di raggiungere alla Terra.
A partire dal centro dell'immagine in basso ed a sinistra, una concentrazione di circa un centinaio di galassie giallastre identifica un cluster di galassie massicce, designate con il numero 315 nel catalogo compilato da l'astronomo americano George Abell nel 1958 [1]. Il cluster si trova tra le deboli galassie rosse e blu a circa due miliardi di anni luce di distanza da noi nella costellazione di Cetus (la balena).

Gli ammassi di galassie sono alcune delle più grandi strutture dell'Universo tenute insieme dalla gravità. Ma c'è di più in queste galassie rispetto a quello che possiamo vedere. Le galassie contribuiscono soltanto al 10% della massa assieme ad un altro 10% dei gas caldi [2]. Il restante 80% è costituito da un ingrediente invisibile e sconosciuto chiamato materia oscura che si trova tra le galassie.
La presenza di materia oscura si rivela attraverso il suo effetto gravitazionale: l'enorme massa di un ammasso di galassie agisce sulla luce proveniente dalle galassie dietro il cluster come una lente d'ingrandimento cosmica, piegando la traiettoria della luce e rendendo le galassie leggermente distorte [3].

Osservando e analizzando le forme contorte di queste galassie di sfondo, gli astronomi possono dedurre la massa totale del cluster responsabili della distorsione, anche quando questa massa è in gran parte invisibile. Tuttavia, questo effetto è di solito molto piccolo, ed è necessario misurare un enorme numero di galassie per ottenere risultati significativi: nel caso di Abell 315, le forme di quasi 10 000 galassie deboli in questa immagine sono state studiate al fine di stimare la massa totale del cluster, che ammonta a oltre un centinaio di migliaia di miliardi di volte la massa del nostro Sole [4].
Per completare l'enormità delle distanze cosmiche e le dimensioni rilevate da questa immagine, una manciata di oggetti molto più piccoli di galassie e ammassi di galassie sono molto più vicini alla Terra e sparsi in tutto il campo: oltre a diverse stelle appartenenti alla nostra galassia, sono anche visibili molti asteroidi in blu, verde o rosso [5].

Questi oggetti appartengono alla fascia principale, situata tra le orbite di Marte e Giove, e le loro dimensioni variano da alcune decine di chilometri, per quelli più brillanti, fino a pochi chilometri nel caso di quelli più deboli.

Questa immagine è stata ripresa con la Wide Field Imager montata sul telescopio MPG / ESO da 2,2 metri dell'Osservatorio di La Silla in Cile. Si tratta di una composizione di diverse esposizioni acquisite utilizzando tre diversi filtri a banda larga, per un totale di quasi un'ora nel filtro B e circa un'ora e mezza nella V e filtri R. Il campo di vista è di 34 x 33 minuti d'arco.

Note:
[1] Il catalogo Abell del 1958 comprende 2.712 ammassi di galassie, ed è stato integrata con ulteriori 1.361 cluster nel 1989. Abell mise assieme questa raccolta impressionante mediante l'ispezione visiva delle lastre fotografiche del cielo, cercando quelle zone dove sono con più galassie a circa la stessa distanza da noi.

[2] Il dieci per cento della massa di un cluster di galassie è costituito da una miscela molto calda di protoni ed elettroni (plasma), con temperature fino a dieci milioni di gradi o più, il che li rende visibile ai telescopi a raggi X.

[3 astronomi] fanno riferimento a queste distorsioni lievi come lente gravitazionale debole, in contrapposizione ad una forte lente gravitazionale, caratterizzata da fenomeni più spettacolari come gli archi giganti, gli anelli e le immagini multiple.

[4] Uno studio di lente debole della galassia cluster Abell 315 è stato pubblicato in un articolo apparso su Astronomy & Astrophysics nel 2009 ("Osservazioni ai raggi X di potenziali lenti deboli in ammassi di galassie poco luminose", di Dietrich J. et al). .

[5] Il blu, verde o rosso indicano le tracce di asteroidi rilevati attraverso uno dei tre filtri. Ogni traccia è composta da diverse piccole sub-tracce, che riflettono la sequenza delle diverse esposizioni effettuati in ciascuno dei filtri, dalla cui lunghezza di queste sub-tracce può essere calcolata la loro distanza.


A cura di Arthur McPaul

Fonte: http://www.sciencedaily.com/releases/2010/05/100505102559.htm

2 commenti:

  1. E' talmente gigantesco il numero di Soli presente in questa immagine che la mente fatica a comprenderlo, con chissà quanti sistemi solari abitati e relative civiltà....

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  2. Più aumenta la ricerca sul Cosmo aumentano i misteri,credevamo di avere in mano l'UNIVERSO ma questo ci sfugge di mano ,perchè presenta una complessità enorme.L'ammasso in questione non solo è enorme ma ora è stato valutato più grande del 43 % secondo la misura del 2010

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