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lunedì 28 dicembre 2009

SEDNA E IL PLANET X



In relazione alla raccolta di informazioni di fonte NASA o accademica, proponiamo una breve sintesi degli studi su Sedna, il pianetino ai confini del Sistema Solare, particolarmente studiato per l'implicazione orbitale che potrebbe avere nella presunta e prossima scoperta di Nemesis (o Planet X).

Sedna venne scoperto il 14 novembre 2003 da Michael Brown (California Institute of Technology), Chad Trujillo (Osservatorio Gemini) e David Rabinowitz (Università Yale) durante un rilevamento condotto tramite il telescopio Samuel Oschin dell'Osservatorio Palomar, nei pressi di San Diego (California).
Nei giorni successivi è stato osservato da telescopi in Cile, in Spagna, in Arizona e nelle Hawaii. Anche il telescopio spaziale Spitzer, attivo nell'infrarosso, venne stato puntato verso l'oggetto, senza riuscire tuttavia a rilevarne la radiazione elettromagnetica.
Il nome Sedna era quello della dea del mare, che si crede viva nelle gelide profondità dell'Oceano Artico e ha sostituito quello provvisorio di "2003 VB12".




Sedna è il corpo celeste, con l'orbita piu distante dal Sole. Essa infatti possiede un afelio di circa 900 UA ed un perielio di 76 UA impiegando ben 11 487 anni per descrivere un'orbita completa.

Le attuali stime del diametro di Sedna oscillano tra 1180 e 1800 chilometri; attualmente è il quarto oggetto trans-nettuniano in ordine di grandezza fra quelli conosciuti, dopo Eris, Plutone e Makemake.
Le osservazioni effettuate in Cile hanno rivelato che Sedna è uno degli oggetti più rossi nel sistema solare.
Chad Trujillo e i suoi colleghi dell'Osservatorio Gemini (Hawaii) hanno avanzato un'ipotesi secondo cui la colorazione rossastra di Sedna potrebbe essere dovuta alla presenza di un fango di idrocarburi: la tolina, simile a quello già trovato su 5145 Pholus.
La sua orbita estremamente ellittica è assai inclinata sull'eclittica e secondo l'astronomo Brian Marsden, suggerisce che un altro corpo roccioso assai massiccio possa averla disturbata.

Michael Brown, astronomo del "California Institute of Technology" che ha guidato la scoperta di Sedna, ritiene che possa trattarsi di un oggetto espulso da sistemi stellari vicini al nostro, nati dalla stessa nebulosa miliardi di anni fa.
L'astronomo Marsden, ritiene invece che ci siano una miriade di altri oggetti oltre Sedna e probabilmente anche un corpo roccioso ampio diverse volte più della Terra.





Brown ha ipotizzato, che questo eventuale corpo, possa trovarsi, secondo i calcoli del suo team a circa a 70 UA dal Sole
Alan Boss, invece, teorico e planetologo al "Carnegie Institute in Washington, DC," ritiene che la causa dell'inclinazione orbitale di Sedna sia stato un incontro ravvicinato con una stella o una densa nube di gas e che è sia davvero difficile immaginare che possa essersi formato un pianeta come la Terra in quella zona del Sistema Solare.
Brown tuttavia sostiene che esiste una una porzione celeste, corrispondente al 20% del cielo, che è totalmente inesplorata in quanto è situata di fronte al Centro Galattico e che da esso ne è molto disturbata.

Il suo team sostiene anche che Sedna dovrebbe essere il primo di migliaia di corpi facente parte nella Nube di Oort, la presunta nube di corpi cometari che avvolgerebbe il Sistema Solare.
Stern afferma che, eventuali corpi massicci come la Terra, possano essere stati esplusi da Urano e Nettuno e possono essere finiti nelle remote regioni della Nube di Oort, come confermano anche le simulazioni al computer.

Molti Oggetti Trans-Nettuniani (TNO), inclusi 2000 CR105 e Sedna orbitano attorno al Sole lungo orbite eccentriche il cui punto più vicino al Sole è sotto l’influenza di Nettuno. Questo significa che altri fattori posero questi “oggetti estesi diffusi a disco” lungo il loro corso, su traiettorie assai inclinate.

Alessandro Morbidelli, dell’osservatorio delle Costa Azzurra (Observatoire de la Côte d'Azur), e Harold Levison of Boulder (Colorado, USA), in merito all’orbita di Sedna hanno affermato che non si poteva formare semplicemente a causa dei pianeti gassosi e probabilmente qualche altro motivo deve essere ritenuta responsabile.
I coautori esaminarono cinque scenari usando un modello computazionale:

1. Il passaggio di Nettuno attraverso una fase ad alta eccentricità

2. La passata esistenza di embrioni planetari di gran massa nella fascia di Edgeworth-Kuiper o nel Disco Diffuso

3. L’esistenza di un corpo di gran massa alle spalle di Nettuno durante l’era del sistema solare primordiale

4. Un vicino passaggio stellare

5. La cattura di planetesimi extrasolari dale stelle di piccola massa o dalle nane brune attorno al Sole.

Per Morbidelli e Levison, le simulazioni al computer, trovarono un buon passaggio l'ipotesi numero 4 e 5, soprattutto nel caso in cui venissero trovati altri oggetti oltre Sedna.

Per Kenyon e Bromley le vicine collisioni accadevano quando il nostro Sole era assai giovane, tra i 30 milioni e i 200 milioni di anni.

In accordo con le simulazioni, la gravità della stella passante spazzerebbe via facilmente il sistema solare esterno oltre le 50 UA anche se la gravità del nostro Sole catturasse qualcuno dei planetoidi estranei nella sua orbita.
Il modello spiega sia l’orbita di Sedna sia gli oggetti nella fascia di Kuyper intorno alle 50 UA.

Sedna potrebbe essere stato generato attorno ad una nana bruna venti volte più piccola in massa del Sole e catturata dal nostro Sistema Solare quando la Nana Bruna si avvicinò.
“Quello che colpisce riguardo questa idea è che è molto efficiente,” dice Levison, i cui calcoli suggeriscono che metà del materiale orbitante attorno alla nana sarebbe stato inglobato in un’orbita attorno al Sole.

Lavorando sull’assunzione, ora largamente accettata, che il Sole nacque in un giovane ammasso stellare, i coautori ipotizzano che il Sole potesse aver catturato una gran parte del disco planetesimale di una piccola stella o di una nana bruna incontrato nell’era primaria del nostro sistema solare.

I loro calcoli mostrano che l’orbita di Sedna corrisponde con quella di un corpo catturato da un altro sistema stellare. In tal caso non ci sarebbero pochi planetesimi catturati, ma una gran popolazione di oggetti che sarebbero poi diventatati quegli oggetti estremamente inclinati sull'eclittica e abnormemente ellittica.
"Se la massa reale in questa regione si dimostra essere svarite volte la massa terrestere, come suggerito da Brown (2004), allora la nostra attenzione dovrebbe essere posta verso un secondo scenario di incontro stellare, dove il Sole cattura una gran parte del disco platesimale di una piccola massa stellare. Questo scenario esotico può, in principio, deliberare un ammontare della massa molto più grande”.

L'idea più veritiera per Alessandro Morbidelli, è, che il Sistema Solare può aver preso un’enorme quantità di materiale planetesimale dal passaggio di una stella di piccola massa o da una nana bruna.

Anche per le teorie di Brown e Morbidelli, sarà WISE, il super telescopio ad infrarossi della NASA, inviato nel dicembre 2009, a svelare l'affascinante rebus.

Link:
http://www.space.com/scienceastronomy/sedna_earth_040316.html

http://it.m.wikipedia.org/wiki/90377_Sedna?wasRedirected=true

http://www.darkstar1.co.uk/morbidelli_it.html

http://www.newscientist.com/news/news.jsp?id=ns99996204

http://www.boulder.swri.edu/~hal/CR105.html

http://www.rednova.com/news/display/?id=107539

http://www.space.com/scienceastronomy/050525_planet_billiards.html

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